mario draghi concessioni balneari

L’ULTIMA SPIAGGIA DEL GOVERNO DRAGHI - LA MAGGIORANZA CERCA L’ACCORDO SULLE CONCESSIONI BALNEARI: IL GOVERNO HA AVANZATO UNA PROPOSTA DI MEDIAZIONE CHE PREVEDE INDENNIZZI PER CHI HA AVVIATO GLI STABILIMENTI, MA SARANNO ESCLUSE LE STRUTTURE ABUSIVE (E GRAZIE ARCA…) - LEGA E FORZA ITALIA PUNTANO I PIEDI, POTREBBERO ESSERE DECISIVI I VOTI DELLA FRONDA CENTRISTA DI TOTI. SENZA INTESA, AVANTI CON LA FIDUCIA...

mario draghi al forum verso sud 1

1 - BALNEARI, SI CERCA L'ACCORDO: INDENNIZZI PER CHI HA AVVIATO LO STABILIMENTO | ESCLUSE PERÒ LE STRUTTURE ABUSIVE

Da www.tgcom24.mediaset.it

 

Ai titolari di concessioni balneari uscenti i vincitori delle gare dovranno riconoscere un indennizzo "in ragione della perdita dell'avviamento connesso ad attività commerciali o di interesse turistico, del valore residuo dei beni immobili oggetto di investimenti per l'esercizio dell'impresa, calcolato sulla base delle scritture contabili ovvero di perizia giurata redatta da un professionista abilitato, che ne attesta la consistenza". E' quanto si legge nella proposta di sintesi del governo che potrebbe diventare un emendamento al ddl concorrenza all'esame del Senato.

concessioni balneari

 

Immobili devono essere regolari - Questo, prosegue la norma proposta, "sempre che sussista un titolo legittimo per i beni per la cui realizzazione o utilizzo nell'attività di impresa sia richiesto un titolo abilitativo, compresa ove prevista la comunicazione o la segnalazione dell'autorità amministrativa".

 

MATTEO SALVINI AL PAPEETE

La maggioranza cerca l'accordo - In programma una riunione di maggioranza per tentare di sciogliere il nodo delle concessioni balneari, dopo la proposta di mediazione avanzata dal governo. I tempi sono stretti, alla luce del cronoprogramma definito il 21 aprile da governo e maggioranza, secondo cui i lavori al Senato avrebbero dovuto concludersi a inizio maggio, per poi completare l'iter alla Camera a inizio luglio e la terza lettura a Palazzo Madama entro metà luglio.

 

In quell'occasione si era deciso anche un metodo di lavoro comune tra Camera e Senato per accelerare i tempi, affidando ai senatori il lavoro sugli articoli da 1 a 18 e da 29 a 32, inclusi quindi concessioni balneari e idroelettriche, servizi pubblici locali e farmaci, e ai deputati gli articoli 7 e 8, su trasporto pubblico locale, Ncc e taxi, e quelli da 19 a 28, su telecomunicazioni, Rc auto e attività d'impresa.

SILVIO BERLUSCONI A NAPOLI

 

2 - ACCORDO APPESO A UN FILO PALAZZO CHIGI PUNTA SULLA SPONDA CENTRISTA

Francesco Olivo e Paolo Baroni per “la Stampa”

 

Si lavora sulle parole, ma non c'è più molto tempo. Per i balneari oggi è il giorno della verità: alle 12.30 è infatti convocata di nuovo la Commissione Industria del Senato con all'ordine del giorno la legge annuale sulla concorrenza, bloccata da settimane per i veti incrociati sul rinnovo delle concessioni dei beni demaniali.

 

Draghi la scorsa settimana ha messo in guardia la maggioranza spiegando che in assenza di un'intesa il governo metterà la fiducia sul testo base in modo da ottenere il primo sì di palazzo Madama entro il 31. Ma così cadranno tutte le modifiche concordate dalla maggioranza sugli altri temi e lo stesso emendamento del governo che pure prevedeva una serie di tutele per i balneari.

MATTEO SALVINI AL PAPEETE

 

Il problema è che un'intesa ancora non c'è. «Si lavorerà fino a un minuto prima dell'inizio della seduta» racconta una fonte di centrodestra. Il viceministro allo Sviluppo Gilberto Pichetto (di Forza Italia) lo scorso fine settimana ha messo a punto il testo di una possibile mediazione ma ieri sera non era in grado di sciogliere la riserva. Si tratta infatti di raccogliere il consenso da tutte le forze di maggioranza e, una volta ottenuto l'ok, occorre sottoporre il testo del nuovo emendamento allo stesso Draghi. Operazione non facile in tempi così stretti.

mario draghi premiato all atlantic council

 

Nel caso questa mattina sia raggiunta quantomeno una intesa politica non è però da escludere che la Commissione possa avviare comunque i lavori accantonando l'articolo 2 (quello relativo alle concessioni demaniali) per procedere con tutto il resto (trasporto pubblici, gestione dei rifiuti, farmaci, concessioni idroelettriche, poteri e nomine delle authority, ecc.). «Magari faremo un po' di melina» commentava ieri un senatore. Altro appuntamento chiave sarà la conferenza dei capigruppo prevista sempre per oggi in Senato.

 

MARTA FASCINA E SILVIO BERLUSCONI DA SORBILLO A NAPOLI

Tutto può succedere: quello che è chiaro è che il presidente del Consiglio, come ha fatto notare a più riprese la scorsa settimana, non è più disposto ad accettare altri ritardi rispetto ad un provvedimento varato addirittura lo scorso novembre dal Consiglio dei ministri che fa parte del pacchetto di riforme legate al Pnrr assieme a fisco, giustizia e pubblica amministrazione.

 

A puntare i piedi sono sempre la Lega e un pezzo di Forza Italia. I berlusconiani sono divisi, ci sono i difensori storici dei balneari, come Maurizio Gasparri e Massimo Mallegni, e l'ala liberista che per il momento non emerge pubblicamente, ma che al congresso di Napoli dello scorso fine settimana mordeva il freno: «Va bene litigare con il governo sulle tasse, ma impedire le gare è una battaglia di retroguardia».

concessioni balneari

 

 Il governo spera che si trovi un accordo, ma prepara il terreno per un eventuale scenario di rottura. Ieri il premier ha incontrato i vertici di Coraggio Italia e Italia al Centro, i piccoli partiti centristi che hanno appena formato il gruppo al Senato e con i loro tre componenti in Commissioni Industria potrebbero risultare decisivi. Draghi ha sottolineato come la concorrenza e la politica estera siano i perni dell'azione di governo. I centristi hanno assicurato il loro sostegno a un'approvazione rapida del ddl. Le associazioni del settore, su cui ieri si è alzato un fortissimo pressing con l'intenzione di far loro accettare il cambio di regime, sono ovviamente contrarie a ogni modifica.

 

giuseppe conte olivia paladino in spiaggia

Gasparri, che mantiene una interlocuzione con Draghi, fa un invito al governo: «Per sbloccare la situazione bisogna che il governo ascolti le associazioni di categorie, se le spiagge fossero industrie non sarebbe stato convocato Landini?».

 

In ogni caso, dopo che ancora ieri il Consiglio di Stato, bocciando un ricorso del Comune di Imperia e della Regione Liguria, ha ribadito che le concessioni sono efficaci solo fino al 2023, le associazioni di settore sembrano rassegnate a dover rispettare questa scadenza. Al massimo, come è già stato ventilato, si può ipotizzare di prendere un po' di tempo in più, forse anche un anno, nel caso le amministrazioni interessate non fossero in grado di avviare già nel 2024 le nuove gare.

 

concessioni balneari

A questo punto il nodo si sposta sugli indennizzi da destinare a chi perde la concessione: la proposta di Pichetto, in questo caso, verte su due questioni: il recupero della quota di investimenti fatta e non ancora ammortizzata, perché prima che intervenisse il Consiglio di Stato le concessioni sarebbe scadute solo nel 2033 mentre se ci ferma al 2023 si perdono 10 anni, e l'avviamento. Nello specifico il valore delle imprese, andando oltre il puro giro d'affari, dovrebbe essere determinato da una perizia tecnica di un soggetto terzo e contribuire a definire la cifra da versare da parte di chi subentra nelle varie attività. Questo a grandi linee, ovviamente è nei dettagli che si gioca la partita. Altro dettaglio non secondario, il punteggio da assegnare ai concessionari in maniera tale da assicurare loro comunque un vantaggio nelle gare.

Ultimi Dagoreport

donald trump volodymyr zelensky vladimir putin servizi segreti gru fsb cia

DAGOREPORT - L’OSCENO PIANO DI PACE SCODELLATO DA TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA CAPITOLAZIONE DELL’UCRAINA, ANDAVA CUCINATO BENE PER FARLO INGOIARE A ZELENSKY - E, GUARDA LA COINCIDENZA!, ALLA VIGILIA DELL’ANNUNCIO DEL PIANO TRUMPIANO SONO ESPLOSI GLI SCANDALI DI CORRUZIONE A KIEV, CHE VEDONO SEDUTO SU UN CESSO D’ORO TIMUR MINDICH, L’EX SOCIO DI ZELENSKY CHE LO LANCIÒ COME COMICO - PER OTTENERE ZELENSKY DIMEZZATO BASTAVA POCO: È STATO SUFFICIENTE APRIRE UN CASSETTO E DARE ALLA STAMPA IL GRAN LAVORIO DEI SERVIZI SEGRETI CHE “ATTENZIONANO” LE TRANSIZIONI DI DENARO CHE DA USA E EUROPA VENGONO DEPOSITATI AL GOVERNO DI KIEV PER FRONTEGGIARE LA GUERRA IN CORSO…

andrea orcel unicredit giorgiia meloni giovanbattista fazzolari giancarlo giorgetti francesco gaetano caltagirone lovaglio milleri

DAGOREPORT - SUL RISIKO BANCARIO, DI RIFFA O DI RAFFA, L’ARMATA BRANCA-MELONI HA FATTO L’ENNESIMA FIGURA DI MERDA - DI SICURO, NON POTRÀ PIÙ FAR RIDERE I POLLI BLATERANDO CHE UNICREDIT È UNA BANCA STRANIERA, QUINDI L’OPA SU BANCO BPM VA STOPPATA PERCHÉ È UNA MINACCIA PER LA ‘’SICUREZZA NAZIONALE’’ - PROSSIMAMENTE IL CEO DI UNICREDIT, ANDREA ORCEL, AVRÀ MANI LIBERE PER SCEGLIERE QUALE BANCA PAPPARSI, MENTRE NEI PROSSIMI DUE MESI I GENI DI ‘’PA-FAZZO” CHIGI AVRANNO I NEURONI MOLTO IMPEGNATI PER RISPONDERE CON UNA MODIFICA DELLA LEGGE (CHISSÀ SE AVRÀ EFFETTO RETROATTIVO) ALLA PROCEDURA D'INFRAZIONE DI BRUXELLES - SE POI ORCEL SARÀ COSTRETTO DAL GOVERNO DI BERLINO A VENDERE LA SUA PARTECIPAZIONE IN COMMERZBANK, UNA VOLTA INTASCATO IL RICCO BOTTINO, LE OPZIONI SULLA SUA SCRIVANIA PER EVENTUALI ACQUISIZIONI SAREBBERO SENZA FRONTIERE. E NULLA VIETEREBBE A UNICREDIT DI LANCIARE UNA RICCA OPA SU MPS DI LOVAGLIO-CALTAGIRONE-MEF, OBIETTIVO GENERALI: SAREBBE LA MASSIMA RIVINCITA DI ORCEL SUL GOVERNO SMANDRAPPATO DEL GOLDEN POWER…

beatrice venezi secolo d italia libero verita italo bochino fenice venezia

DAGOREPORT - DI PIÙ STUPEFACENTE DELLA DESTRA CI SONO SOLO I SUOI GIORNALI MALDESTRI. SULLA VICENDA VENEZI A VENEZIA, PRODUCONO PIÙ BUFALE CHE NELL’INTERA CAMPANIA - SI SORRIDE SULLA RINASCITA DEL TEATRO LA FENICE CON “LIBERO” E “LA VERITÀ” MA LA RISATA (PIU’ PERNACCHIO) ARRIVA COL “SECOLO D’ITALIA”: “BUONA LA PRIMA: 7 MINUTI DI APPLAUSI PER VENEZI”. PECCATO CHE NON DIRIGESSE AFFATTO LEI, LA “BACCHETTA NERA”, MA IVOR BOLTON, COME C’È SCRITTO PERFINO NEL PEZZO. INCREDIBILE MA VERO. PERÒ LÌ SOTTO C’È LA GERENZA DEL GIORNALE, DOVE SI SCOPRE CHE NE È DIRETTORE EDITORIALE TALE BOCCHINO ITALO. E ALLORA TUTTO SI SPIEGA

giuseppe conte rocco casalino marco travaglio roberto fic o todde paola taverna elly schlein

DAGOREPORT - DOVE STA ANDANDO A PARARE QUELL’AZZECCAGARBUGLI DI GIUSEPPE CONTE? ALL’INTERNO DEL M5S SI CONTRAPPONGONO DUE POSIZIONI: LA LINEA MOVIMENTISTA ED EUROSCETTICA SQUADERNATA DAGLI EDITORIALI DI MARCO TRAVAGLIO, CONVINTO COM'È CHE IL "CAMPOLARGO" SIA UNA DISGRAZIA PEGGIORE DELL'ARMATA BRANCA-MELONI; CHE HA UNA CERTA PRESA SULLA BASE DEGLI ELETTORI EX GRILLINI - DALL’ALTRA, LA LINEA DI TAVERNA, FICO, PATUANELLI E TODDE, IN SINTONIA CON LA BASE PARLAMENTARE DEI CINQUE STELLE, FAVOREVOLE A UN ACCORDO PROGRAMMATICO DI GOVERNO CON IL PD, ANCHE AL DI LÀ DEL FATTO CHE CONTE SIA, VIA PRIMARIE, IL CANDIDATO PREMIER DELLA COALIZIONE DI CENTROSINISTRA (GOVERNARE SIGNIFICA CONQUISTARE POTERE, POSTI E PREBENDE) – PERCHÉ CONTE ZIGZAGHEGGIA BARCAMENANDOSI CON SUPERCAZZOLE PRIMA DI STRINGERE UN APERTO ACCORDO PROGRAMMATICO COL PD? - COME MAI TA-ROCCO CASALINO, L’APPRENDISTA STREGONE RASPUTINIANO CHE HA CONFEZIONATO PER ANNI LE MASCHERE DEL CAMALEONTISMO DI “CONTE PREMIER”, HA MOLLATO ''LA POCHETTE DAL VOLTO UMANO'' PER FONDARE UN GIORNALE ONLINE?

giorgia meloni maurizio belpietro francesco saverio garofani sergio mattarella

DAGOREPORT - IL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE MELONI” NON ESISTE: LO “SCOOP” DELLA “VERITÀ” È STATO CONFEZIONATO CON L’OBIETTIVO DI PRENDERE DI MIRA SERGIO MATTARELLA, COME MASSIMA RAPPRESENTANZA DI QUEL "DEEP STATE" CHE I CAMERATI DI PALAZZO CHIGI HANNO SUL GOZZO – LA STATISTA DELLA SGARBATELLA SOGNA L’EGEMONIA ISTITUZIONALE: BOCCIATO IL PREMIERATO, VUOLE CAMBIARE CON LA FORZA IL SISTEMA MODIFICANDO LA LEGGE ELETTORALE E INSERENDO IL NOME DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO SULLA SCHEDA (COSI' DA BYPASSARE DI FATTO I POTERI DI NOMINA DEL PREMIER CHE SPETTANO AL COLLE) - MA NON TUTTO FILA LISCIO: LEGA E FORZA ITALIA SI OPPONGONO PERCHE' NON VOGLIONO ESSERE CANNIBALIZZATI DA FDI E IN CAMPANIA E PUGLIA SI PROSPETTA UNA BATOSTA PER IL CENTRODESTA - DA QUESTO DERIVA QUEL NERVOSISMO, CON VITTIMISMO PARACULO ANNESSO, CHE HA SPINTO GIORGIA MELONI A CAVALCARE IL “COMPLOTTO DEL COLLE” – E SE FDI, PER BOCCA DI BIGNAMI E MALAN, NON AVESSE RINCULATO, DAL QUIRINALE SAREBBE PARTITO UN SILURO A TESTATA MULTIPLA...