matteo salvini vladimir putin

IL RUSSIAGATE DE' NOANTRI VISTO DALLA RUSSIA - PER PUTIN L'ATTIVISMO DEI LEGHISTI È SOLO UNA SCOCCIATURA CHE METTE IL CREMLINO IN CATTIVA LUCE. PARLA GIOVANNI SAVINO, PROFESSORE A MOSCA: ''IL RAPPORTO RUSSIA-ITALIA È SEMPRE STATO FORTE. CON RENZI IL MASSIMO DEGLI AFFARI, PRODI È UNO DEI PIÙ ASCOLTATI - SAVOINI, MIRANDA E VANNUCCI? INGENUI E PRESUNTUOSI. PUTIN È ACCORTO E PRAGMATICO. NON HA INTERESSE A SCATTARE SELFIE IN UN CORRIDOIO O A STRINGERE ACCORDI SOTTOBANCO. DUGIN È SCREDITATO, MALOFEEV FA DIPLOMAZIA PRIVATA, CHE NON PIACE AL CREMLINO''

Francesco Bechis per www.formiche.net

 

Il caso Savoini e dei presunti fondi russi alla Lega promessi in una trattativa all’Hotel Metropol di Mosca lo scorso ottobre, ora finito al vaglio della procura di Milano, continua a far parlare di sé. La ricerca di un bandolo nella matassa porta a volte i media a semplificare i tratti della storia, riducendola a due soli protagonisti: il partito di Matteo Salvini e il governo russo di Vladimir Putin.

GIOVANNI SAVINO

 

 “Non è così semplice – spiega a Formiche.net Giovanni Savino, senior lecturer presso l’Istituto di scienze sociali dell’Accademia presidenziale russa dell’economia pubblica e del servizio pubblico a Mosca, dove insegna storia contemporanea e storia delle idee politiche. Chi, come lui, vive e insegna da anni nella capitale russa sa che da quelle parti non esiste una sola “torre” del potere. “La Lega ne ha scelta una, e non è detto che sia quella della residenza presidenziale”.

 

Professore, che si dice dell’affare Savoini in Russia?

Se ne parla pochissimo. C’è stata solo una dichiarazione del portavoce di Vladimir Putin Dmitry Peskov lo scorso 12 luglio che smentisce i finanziamenti da parte del governo.

 

È una versione credibile?

GIANLUCA SAVOINI - FRANCESCO VANNUCCI - ALEKSANDR DUGIN

Direi di sì. Da quanto è emerso non sembra un’iniziativa del Cremlino. Fra Italia e Russia esiste un’amicizia che va avanti da anni, a prescindere dalle singole forze politiche. Matteo Renzi, per fare un esempio, è stato il premier che ha fatto più affari con la Russia e Romano Prodi è ancora uno degli italiani più ascoltati.

 

Lei che idea si è fatto delle trattative al Metropol?

C’è stata grande ingenuità da parte di Savoini, Miranda e Vannucci, forse dettata da una certa presunzione. È curioso che per discutere un affare simile abbiano scelto il Metropol, uno degli hotel più osservati del Paese.

 

GIANLUCA MERANDA 1

Dunque secondo lei il Cremlino non c’entra?

Putin è un politico estremamente accorto e pragmatico. Ha interesse a intrattenere relazioni ufficiali, non a scattare selfie in un corridoio o a stringere accordi sottobanco. Non credo che al momento al governo russo convenga destabilizzare Roma.

 

Perché?

L’Italia è sempre stata uno dei Paesi occidentali più dialoganti con l’Urss. Ma i russi si rendono benissimo conto che il Paese non uscirà né dall’Ue né dalla Nato.

 

Però c’è il tema delle sanzioni Ue, dove l’Italia può fare la differenza.

salvini savoini

Vero, ma non sarà il governo gialloverde a farla. Renzi e Gentiloni hanno provato concretamente a costruire un’opposizione alle sanzioni Ue. Questo governo invece, a dispetto delle intenzioni iniziali, non ha proferito parola per bloccarle in seno al Consiglio europeo.

 

Matteo Salvini non è l’alleato ideale per Putin in Europa?

I fatti raccontano altro. Salvini in Europa si è alleato con i Paesi del gruppo di Visegrad e dell’Europa orientale. Alcuni di questi, come Polonia e Paesi baltici, fanno della russofobia una bandiera, per evidenti motivi storici.

 

VLADIMIR PUTIN E GIANLUCA SAVOINI

La special relationship fra via Bellerio e Mosca è certificata da un accordo di cooperazione siglato nel 2017 fra Lega e il partito di Putin Russia Unita.

A prescindere dall’accordo, questo desiderio della Lega di porsi come unica depositaria dell’amicizia con la Russia è un po’ ridicolo. In Occidente si pensa che in Russia il potere sia un monolite, ma non è così. Non esiste una sola “torre” del Cremlino, ce ne sono tante, ognuna delle quali ha una sua ricetta di politica domestica ed estera. La Lega ne ha scelta una, non necessariamente quella della residenza presidenziale.

 

La torre russa della Lega termina col nome di un giovane oligarca: Konstantin Malofeev.

HOTEL METROPOL MOSCA

Una personalità di spicco del mondo nazional-conservatore e ortodosso russo. È proprietario di una rete tv, Tsagrad, dove sia Savoini che Salvini sono stati ospiti. Finanzia da anni le realtà più oscurantiste in Russia e in Europa Orientale ed è stato accusato di aver supportato i separatisti nel Donbas. Igor Girkin, ex colonnello dell’Fsb che ha guidato i separatisti a Slovansk e Donesk, era il capo della sua sicurezza.

 

Cosa c’entra con la Lega e il Metropol?

Come ho detto, sia Salvini che Savoini sono stati ospiti delle sue strutture. È presto per tirare conclusioni sull’inchiesta. Sappiamo che una delle società citate nel caso Savoini ha la sede legale nello stesso palazzo che ospita le società di Malofeev. Non è da escludere che gli interlocutori italiani, per rivolgersi a grandi player come Gazprom e Rosneft, abbiano fatto ricorso a qualche contatto dell’oligarca russo.

HOTEL METROPOL MOSCA 1

 

L’attivismo di Malofeev piace al governo russo?

In Russia la musica non può essere suonata da troppa gente contemporaneamente. Questo tipo di gestione privatistica della diplomazia infastidisce il Cremlino, tanto più quando è guidata dall’ideologia e non dal realismo.

 

A proposito di ideologia, nelle carte dell’affaire Savoini spunta di continuo il nome di Alexandr Dugin, il filosofo che ha fondato negli anni ’90 il movimento per una nuova Eurasia. È davvero così influente in Russia?

aleksandr dugin 6

Su Dugin sento storie a dir poco irrealistiche. È vero, ha un suo seguito, ma non è il consigliere di Putin né tantomeno è popolare in Russia, tanto che non appare da un pezzo in televisione. Nel 2014 ha perso la sua cattedra all’Università statale di Mosca per aver augurato un genocidio degli ucraini. Al Cremlino non piacciono queste personalità esuberanti.

 

Insomma, la Russia su cui ha scommesso la Lega non è quella vincente.

Non esiste più e forse non è mai esistita. Malofeev esalta la Russia zarista, dove il ruolo della donna era relegato ai margini della società, mentre Dugin rimescola visioni alla Julius Evola con suggestioni esoteriche e geopolitiche. Sono visioni antistoriche e che non rispondono alla complessità della società russa.

aleksandr dugin 2

 

Malofeev invece avrà un ruolo nel dopo-Putin?

Credo che oligarchi come lui proveranno a fare la propria partita. Sono scettico sulla possibilità che conquistino il potere e soprattutto che riescano a mantenerlo. Insegno e vedo crescere le nuove generazioni, questa visione ultraconservatrice di cui sono depositari non ha grande presa.

KONSTANTIN MALOFEEV

 

Ultimi Dagoreport

a lume di candela federica panicucci fabio rovazzi tommaso cerno pio e amedeo elonoire casalegno barbara d urso

DAGOREPORT BY CANDELA - BARBARA D’URSO E IL PROGETTO ARENATO CON URBANO CAIRO - NUOVO SHOW DI PIO E AMADEO SU CANALE5 IN PRIMAVERA - FEDERICA PANICUCCI CONDURRÀ CAPODANNO IN MUSICA" SU CANALE 5: AL SUO FIANCO POTREBBE TORNARE FABIO ROVAZZI. TRA I DUE, L’ANNO SCORSO, NON ERA SCATTATA LA SCINTILLA - SI CERCA CONDUTTORE SOVRANISTA PER NUOVO TALK DI RAI2: POTREBBE ESSERE COINVOLTO IL MELONIANO CERNO - RAI1 E CANALE 5 COPRIRANNO I LORO BUCHI “SPOSTANDO” IN PRIMA SERATA “AFFARI TUOI”, “L’EREDITÀ” E "LA RUOTA DELLA FORTUNA" - ELENOIRE CASALEGNO SI PAPPA DUE NUOVE CONDUZIONI - NELLA REDAZIONE DI ''LIBERO'' ESPLODE IL “TAXI GATE” - UNA VIVACE SIGNORINA STA CERCANDO DI VENDERE A DIVERSI GIORNALI, PROVE ALLA MANO, LA SUA "RELAZIONE SEGRETA" CON L'ATTACCANTE FIDANZATISSIMO. INDIZIO: LUI GIOCA IN UNA SQUADRA DI ALTA CLASSIFICA IN SERIE A E IN NAZIONALE. DI CHI SI TRATTA?

luca matilde bernabei sandokan can yaman

DAGOREPORT – IL TRIONFO DI “SANDOKAN” SU RAI1 FA GODERE LA LUX VIDE MA I FRATELLI BERNABEI, LUCA E MATILDE, BRINDANO SEPARATI – LUCA, CHE E’ COLUI CHE FORTEMENTE VOLUTO RIPORTARE IN TV LO SCENEGGIATO E LO HA PRODOTTO, A MAGGIO SCORSO HA LASCIATO LA FU SOCIETA’ DI FAMIGLIA (FONDANDO LA SUA “OHANA) – DI LUCA NON C’E’ TRACCIA NEI COMUNICATI ED ERA ASSENTE SIA ALL’ANTEPRIMA CHE ALLA CONFERENZA STAMPA – VUOI VEDERE CHE GLI SCAZZI DI FAMIGLIA FANNO PIU’ MALE DELLA “TIGRE DI MOMPRACEM”? AH, SAPERLO…

2025scala la russa

DAGOREPORT - LA DOMANDA CHE SERPEGGIAVA NEL FOYER DELLA SCALA, IERI SERA, ERA: “E ‘GNAZIO? DOVE STA LA RUSSA?”. COME MAI LA SECONDA CARICA DELLO STATO NON HA OCCUPATO LA POLTRONA DEL PALCO REALE, DOVE SI È SEMPRE DISTINTO NELLO STRAZIARE L’INNO DI MAMELI CON I SUOI SICULI ACUTI? IL PRESIDENTE DEL SENATO, TRA LA PRIMA DELLA SCALA SANTA E IL FESTIVAL DI SAN ATREJU, HA PREFERITO ATTOVAGLIARSI AL RISTORANTE “EL CAMINETO”, DIMORA DELLA SODALE SANTANCHÈ A CORTINA D’AMPEZZO...

john elkann theodore kyriakou repubblica

DAGOREPORT - DOMANI, FINALMENTE, GLI EMISSARI DI JOHN ELKANN SI DEGNERANNO DI INCONTRARE I CDR DI “REPUBBLICA” E “LA STAMPA” PER CHIARIRE LO STATO DELLA VENDITA DEL GRUPPO GEDI AL GRUPPO ANTENNA DI THEODORE KYRIAKOU. PER IL MAGNATE GRECO, I QUOTIDIANI SONO SOLO UN ANTIPASTO: IL SUO VERO OBIETTIVO SAREBBE ACQUISIRE UN'EMITTENTE TELEVISIVA - YAKI NON VEDE L'ORA DI LIQUIDARE IL GRUPPO EDITORIALE, PER FARE SEMPRE PIÙ AFFARI CON EXOR: LA CARTA RAPPRESENTA NEMMENO L'UN PER CENTO DELLA HOLDING, NON DÀ ALCUN GUADAGNO MA SOLO ROTTURE DI COJONI (E LA LINEA ANTI-TRUMP DEI DUE QUOTIDIANI È UNA ROGNA PER IL SEMPRE PIÙ AMERICANO JOHN) - KYRIAKOU HA SUBITO INIZIATO CON IL PIEDINO SBAGLIATO LA CAMPAGNA D’ITALIA: AVREBBE SCELTO COME ADVISOR NIENTEMENO CHE MIRJA CARTIA D’ASERO, EX AD DEL “SOLE 24 ORE” - RETTIFICA! CARTIA D'ASERO: "NON SONO ADVISOR DI ANTENNA O DI KYRIAKOU E NON MI OCCUPO DI EDITORIA DALL'USCITA DAL 'SOLE'"

francesca albanese carlotta vagnoli valeria fonte

DAGOREPORT - COS’HANNO IN COMUNE L’INDECENTE ASSALTO DEI PRO-PAL ALLA REDAZIONE DELLA “STAMPA” E IL "FEMMINISMO" BY CARLOTTA VAGNOLI E VALERIA FONTE? MOLTISSIMO: LA VIOLENZA, L’IDEOLOGIA TOSSICA, L’ACCONDISCENDENZA DI UNA CERTA STAMPA E DI QUEL MONDO EDITORIAL-GIORNALISTICO CHE HA TOLLERATO E SOSTENUTO, CON IMBARAZZANTE CONFORMISMO, QUALUNQUE NEFANDEZZA - E' UNA SVEGLIA PER CHI HA ALLISCIATO E POMPATO ACRITICAMENTE LA GALASSIA MOVIMENTISTA, CONVINTO CHE FOSSE LA PARTE GIUSTA DELLA STORIA - NON ERA NECESSARIO ARRIVARE ALL’IRRUZIONE DEI PRO-PAL E ALL’INCHIESTA DELLA PROCURA DI MONZA SU VAGNOLI-FONTE, PER CAPIRE QUANTA VIOLENZA SI NASCONDESSE DIETRO CERTI “ATTIVISTI” E I LORO METODI...

caltagirone milleri donnet nagel lovaglio giorgetti generali

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DEI “FURBETTI DEL CONCERTINO”? IL PRIMARIO OBIETTIVO DI ESPUGNARE IL “FORZIERE D’ITALIA”, ASSICURAZIONI GENERALI, ATTRAVERSO L’OPERAZIONE MPS-MEDIOBANCA, SI ALLONTANA SEMPRE PIÙ - L’ISCRIZIONE NEL REGISTRO DEGLI INDAGATI DI LOVAGLIO, CALTAGIRONE E MILLERI HA INTERROTTO LA TRATTATIVA CHE ERA IN CORSO PER CONVINCERE L’AD DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, IL CUI MANDATO SCADE FRA DUE ANNI, A RASSEGNARE LE DIMISSIONI. E L’IPOTESI CHE POSSANO IN CDA SFIDUCIARLO SEMBRA APPARIRE LONTANISSIMA - NEL MIRINO GIUDIZIARIO È FINITO ANCHE IL RUOLO DETERMINANTE DELLE CASSE DI PREVIDENZA, ENPAM (MEDICI), ENASARCO (AGENTI DI COMMERCIO), FORENSE (AVVOCATI), PER LEGGE VIGILATE DAL GOVERNO - ANCHE SE I “CONCERTI OCCULTATI” NON SONO CERTO UNA NOVITÀ PER IL MERCATO, LA SCALATA MEDIOBANCA COLPISCE IN QUANTO È LA PRIMA VOLTA CHE, A SUPPORTO DI PRIVATI, C’È DI MEZZO IL SOSTEGNO DELL'ARMATA BRACAMELONI CHE DOVREBBE OCCUPARSI DELL’INTERESSE PUBBLICO ANZICHÉ RIBALTARE I POTERI DELLA FINANZA ITALIANA...