navigli questione di prospettiva

SALA SI PUÒ ''INCAZZARE'' PURE, MA CON SE STESSO - SUI NAVIGLI LO SCANDALO È STATO INGIGANTITO, SEMPRE PER QUELLA CAMPAGNA POLITICA CHE VUOLE SCAGIONARE VERTICI INCAPACI DANDO LA COLPA A CITTADINI INDISCIPLINATI. LE FOTO SONO STATE SCATTATE CON GRANDANGOLO CHE INGANNA, E IL SINDACO POTEVA MANDARE DUE VIGILI INVECE DI FARE SCENEGGIATE SU YOUTUBE - CECILIA STRADA: ''VOGLIONO DISTRARVI'' - TONI CAPUOZZO: ''E' COLPA DI QUEI RAGAZZI SE NON CI SONO MASCHERINE, APP, TAMPONI? LO FANNO PERCHE...''

 

 

 

 

Cecilia Strada: 

È colpa della birra sui Navigli? No, è responsabilità di chi governa le politiche della Regione.

A questi ultimi, ai responsabili del disastro, fa sicuramente molto piacere potersi nascondere dietro le foto dei Navigli. Cerchiamo di non farci distrarre.

Ciò detto, noi milanesi evitiamo di ricominciare a comportarci da stronzi irresponsabili, per favore, perché qui butta maluccio e se non ci proteggiamo da soli non ci protegge nessuno.

 

 

 

 

 

Francesco Borgonovo per ''la Verità''

 

 

vincenzo de luca sui navigli

Beppe Sala, il sindaco di Milano, ieri si è molto arrabbiato con i suoi concittadini, che egli con tutta evidenza considera alla stregua di sudditi. A fargli perdere la trebisonda sono state alcune immagini scattate giovedì sui Navigli milanesi, e subito riprese da tutti i media. Nelle foto si vedono assembramenti, ragazzi con la mascherina calata che bevono birra, persone che passeggiano tranquille senza tenere la dovuta distanza dagli altri passanti. Guardando queste scene, Beppe Sala si è - parole sue - «incazzato».

 

«Quando c' è da ringraziare i milanesi per il loro comportamento virtuoso io sono sempre il primo a farlo e mi piace anche. Però ci sono dei momenti in cui c' è da incazzarsi e questo è uno di quelli: le immagini di ieri lungo i Navigli sono vergognose», ha detto. Il sindaco, su tutte le furie, ha pubblicato un video piuttosto sapido: «Io non sono un politico da metafore, sono un politico da atti», ha tuonato davanti alla camera.

navigli questione di prospettiva

 

«O le cose cambiano oggi, non domani, è un ultimatum, o io domani come al solito sarò qui a Palazzo Marino e prenderò provvedimenti, chiudo i Navigli e chiudo l' asporto».

Poi, dopo la sfuriata, è arrivato il paternalismo: «Io starò sempre dalla parte di quelle famiglie che fanno fatica ad arrivare a fine mese, sto dalla parte di quelli che vanno a lavorare e non a divertirsi, per portare a casa per le loro famiglie quanto necessario», ha detto Sala. «Non permetterò che quattro scalmanati senza mascherina, uno vicino all' altro, mettano in discussione tutto ciò. Potevamo essere inconsapevoli, non pienamente consapevoli due mesi fa e anche io lo sono stato, ma ora no, dopo tutto quello che abbiamo visto».

 

Tutto chiaro: il sindaco è molto «incazzato» con gli «scalmanati» che hanno intasato in Navigli. E se i milanesi non metteranno subito la testa a posto, il buon Beppe richiuderà la città a doppia mandata e ingoierà la chiave assieme a uno spritz.

 

beppe sala giustiziere dei navigli

Ora, è innegabile che, in giro per strada - a Milano come altrove - ci siano persone che hanno preso alla leggera la ripartenza. Si vedono nasoni che sbucano da mascherine mal indossate, signori distinti che urlano al telefonino con la protezione calata, ci sono persino giovani e meno giovani che hanno confuso l' asporto di cibi e bevande con un picnic.

Tuttavia, prima di strigliare i cittadini come fossero bambini dispettosi, qualunque politico dovrebbe farsi un esame di coscienza. Intanto, Sala il censore dovrebbe ricordarsi di quando invitava tutti, a emergenza già scoppiata, a godersi struscio e aperitivi. Era piuttosto scalmanato pure lui, in quei giorni, non trovate?

 

L' attuale incazzatura di Beppe, poi, si basa su valutazioni spannometriche che non si addicono all' amministratore della capitale morale. Alcune delle immagini circolate sui media, infatti, forzano un poco la realtà, più che rappresentarla fedelmente. La prospettiva è tutto.

assembramenti questione di prospettiva

 

Basta cambiare inquadratura e la folla stipata in pochi metri quadrati si svela per quello che è: un serpentone di persone senz' altro consistente, ma meno sconcertante di quanto appaia a un primo sguardo.

 

Addentrarsi troppo nelle analisi tecniche, in ogni caso, è superfluo. Il tono scomposto di Sala non ha giustificazioni nemmeno se si dà per scontato che qualcuno irrispettoso delle norme di sicurezza effettivamente ci sia stato. Il punto è che il caro sindaco, al massimo, dovrebbe prendersela con sé stesso, e non sculacciare i milanesi come bambocci riottosi.

Troppo facile - e pure decisamente irritante - scaricare sulla cittadinanza le responsabilità di una cattiva amministrazione.

 

BEPPE SALA INCAZZATO PER I RAGAZZI CHE BEVONO BIRRETTE SUI NAVIGLI

Ora il sindaco dice: «Manderò più vigili». Ma davvero?

E perché non ci ha pensato prima? Quali siano i luoghi a rischio assembramento di Milano è noto da mesi, ma non ci risulta che il primo cittadino abbia predisposto controlli adeguati. Niente droni o carri armati: bastavano due ghisa.

 

Lo spiega con chiarezza alla Verità Antonio Barbato, ex capo della polizia locale meneghina. «Si poteva fare un piano di intervento per i luoghi in cui si è concentrata la gente», dice. «Era tutto prevedibile. Si doveva organizzare una serie di controlli lì e in altre zone. Bastava che una pattuglia passasse ricordando con l' altoparlante ai cittadini di tenere le mascherine, e controllando che non ci fossero venditori abusivi di cibi e bevande». Secondo Barbato, le condizioni per attrezzarsi c' erano tutte. «A Milano ci sono 3.000 vigili. Ma mi risulta che molti siano ancora in smart working», sospira.

 

Insomma, Beppe Sala infierisce sui milanesi, ma che cosa ha fatto per evitare assembramenti? E dire che, quando c' è stato da multare i ristoratori scesi in strada per protestare (in perfetto ordine, per altro), gli agenti disponibili c' erano. Possibile che giovedì non si trovasse un agente da spedire sul Naviglio a controllare che tutto filasse liscio?

Si vede il sindaco aveva la testa altrove: forse pensava a come impedire ai cittadini di usare l' auto (in assenza di mezzi pubblici, per di più) o a come eliminare i parcheggi per far posto ai tavolini dei bar. Gli stessi bar a cui si servono gli «scalmanati» contro cui ha inveito.

navigli pieni di gente 5

Sala è incazzato con i milanesi? Ottimo: il sentimento è reciproco.

navigli

Ultimi Dagoreport

ignazio la russa matteo salvini giorgia meloni maurizio lupi

DAGOREPORT: HOMO HOMINI “LUPI” - DIVENTATO UN BRAVO SOLDATINO DELLA FIAMMA, PER LA SERIE "IN POLITICA NON SI SA MAI...", IL MODERATISSIMO CIELLINO MAURIZIO LUPI SI BARCAMENA TRA I FRATELLI LA RUSSA E I FRATELLI D'ITALIA - ALLE LUSINGHE DI CANDIDARLO NEL 2027 A SINDACO DI MILANO DI 'GNAZIO, ORA AGGIUNGONO LE COCCOLE DELLA DUCETTA CHE SI E' SCAPICOLLATA ALL’ASSEMBLEA DEL NANO-PARTITO FONDATO DAL SOSIA DELLA FIGLIA DI FANTOZZI - ESSI': SE PASSA LA NUOVA LEGGE ELETTORALE, CON SOGLIA DEL 40%, ANCHE L’1% DI “NOI MODERATI” POTREBBE SERVIRE ALLA MELONA PER DE-SALVINIZZARE LA MAGGIORANZA... - VIDEO

antonio tajani pier silvio berlusconi marina roberto occhiuto deborah bergamini pietro labriola alessandro cattaneo

DAGOREPORT – QUALCOSA DI GROSSO SI STA MUOVENDO IN FORZA ITALIA: STUFA DI ESSERE PRESA PER I FONDELLI DAL PARACULISMO POLITICO DI TAJANI E DEI SUOI COMPARI SETTANTENNI GASPARRI E BARELLI, MARINA BERLUSCONI DA' IL VIA LIBERA AL CAMBIO DI LEADERSHIP IN FORZA ITALIA: IL PRESCELTO E' ROBERTO OCCHIUTO, REDUCE DA UNA TRIONFALE RICONFERMA ALLA PRESIDENZA DELLA REGIONE CALABRIA - IL PROSSIMO 17 DICEMBRE IL 56ENNE GOVERNATORE LANCERÀ LA SUA CORRENTONA NAZIONALE IN UN LUOGO SIMBOLO DEL BERLUSCONISMO, PALAZZO GRAZIOLI, CONTORNATO DAI FEDELISSIMI DELLA CAVALIERA DI ARCORE, i "NORDISTI" DEBORAH BERGAMINI E ALESSANDRO CATTANEO - CHE C'AZZECCA ALL'EVENTO DI OCCHIUTO, LA PRESENZA DELL'AD DI TIM, PIETRO LABRIOLA? C'ENTRA LO SMANTELLAMENTO DEL SERVIZIO CLIENTI "TELECONTACT" DI TIM...

antonio angelucci tommaso cerno alessandro sallusti

FLASH – UCCI UCCI, QUANTI SCAZZI NEL “GIORNALE” DEGLI ANGELUCCI! NON SI PLACA L’IRA DELLA REDAZIONE CONTRO L’EDITORE E I POCHI COLLEGHI CHE VENERDÌ SI SONO ZERBINATI ALL'AZIENDA, LAVORANDO NONOSTANTE LO SCIOPERO CONTRO IL MANCATO RINNOVO DEL CONTRATTO NAZIONALE E PER CHIEDERE ADEGUAMENTI DEGLI STIPENDI (ANCHE I LORO). DOPO LO SCAMBIO DI MAIL INFUOCATE TRA CDR E PROPRIETÀ, C’È UN CLIMA DA GUERRA CIVILE. L’ULTIMO CADEAU DI ALESSANDRO SALLUSTI, IN USCITA COATTA (OGGI È IL SUO ULTIMO GIORNO A CAPO DEL QUOTIDIANO). AL NUOVO DIRETTORE, TOMMASO CERNO, CONVIENE PRESENTARSI CON L'ELMETTO DOMANI MATTINA...

elly schlein giuseppe conte giorgia meloni rocco casalino

DAGOREPORT - QUESTA VOLTA, ROCCO CASALINO HA RAGIONE: ELLY SCHLEIN SULLA QUESTIONE ATREJU “HA SBAGLIATO TUTTO” - LA GRUPPETTARA DEL NAZARENO, CHIEDENDO UN FACCIA A FACCIA CON GIORGIA MELONI, HA DIMOSTRATO DI ESSERE ANCORA UNA VOLTA UN’ABUSIVA DELLA POLITICA. HA SERVITO SUL PIATTO D’ARGENTO ALLA DUCETTA L’OCCASIONE DI FREGARLA, INVITANDO ANCHE GIUSEPPE CONTE PER UN “THREESOME” IN CUI LA PREMIER AVREBBE SPADRONEGGIATO – IN UN CONFRONTO A TRE, CON ELLY E PEPPINIELLO CHE SI SFANCULANO SULLA POLITICA INTERNAZIONALE, DAL RIARMO ALL’UCRAINA, E FANNO A GARA A CHI SPARA LA “PUTINATA” O LA “GAZATA” PIÙ GROSSA, LA DUCETTA AVREBBE VINTO A MANI BASSE – QUEL FURBACCHIONE DI CONTE NON SI TIRA INDIETRO: NONOSTANTE LA DEM SI SIA SFILATA, LUI CONFERMA LA SUA PRESENZA AL DIBATTITO: "MI DISPIACE DEL FORFAIT DI ELLY, PER ME È IMPORTANTE CHE CI SIA UN CONFRONTO E POTEVAMO FARLO ANCHE INSIEME. POTEVAMO INCALZARE LA PREMIER..."

alessandro giuli beatrice venezi gianmarco mazzi

DAGOREPORT - A CHE PUNTO SIAMO CON IL CASO VENEZI? IL GOVERNO, CIOÈ IL SOTTOSEGRETARIO ALLA CULTURA GIANMARCO MAZZI, HA SCELTO LA STRATEGIA DEL LOGORAMENTO: NESSUN PASSO INDIETRO, “BEATROCE” IN ARRIVO ALLA FENICE DI VENEZIA NEI TEMPI PREVISTI, MENTRE I LAVORATORI VENGONO MASSACRATI CON DISPETTI E TAGLI ALLO STIPENDIO. MA IL FRONTE DEI RESISTENTI DISPONE DI UN’ARMA MOLTO FORTE: IL CONCERTO DI CAPODANNO, CHE SENZA L’ORCHESTRA DELLA FENICE NON SI PUÒ FARE. E QUI STA IL PUNTO. PERCHÉ IL PROBLEMA NON È SOLO CHE VENEZI ARRIVI SUL PODIO DELLA FENICE SENZA AVERE UN CURRICULUM ADEGUATO, MA COSA SUCCEDERÀ SE E QUANDO CI SALIRÀ, NELL’OTTOBRE 2026 - CI SONO DUE VARIABILI: UNA È ALESSANDRO GIULI, CHE POTREBBE RICORDARSI DI ESSERE IL MINISTRO DELLA CULTURA. L’ALTRA È LA LEGA. ZAIA SI È SEMPRE DISINTERESSATO DELLA FENICE, MA ADESSO TUTTO È CAMBIATO E IL NUOVO GOVERNATORE, ALBERTO STEFANI, SEMBRA PIÙ ATTENTO ALLA CULTURA. IL PROSSIMO ANNO, INOLTRE, SI VOTA IN LAGUNA E IL COMUNE È CONTENDIBILISSIMO (LÌ LO SFIDANTE DI SINISTRA GIOVANNI MANILDO HA PRESO UNO 0,46% PIÙ DI STEFANI)

emmanuel macron friedrich merz giorgia meloni donald trump volodymyr zelensky vladimir putin

DAGOREPORT – ET VOILA', ANCHE SULLA SCENA INTERNAZIONALE, IL GRANDE BLUFF DI GIORGIA MELONI È STATO SCOPERTO: IL SUO CAMALEONTISMO NON RIESCE PIÙ A BARCAMENARSI TRA IL TRUMPISMO E IL RUOLO DI PREMIER EUROPEO. E L'ASSE STARMER-MACRON-MERZ L'HA TAGLIATA FUORI – IL DOPPIO GIOCO DELLA "GIORGIA DEI DUE MONDI" HA SUPERATO IL PUNTO DI NON RITORNO CON LE SUE DICHIARAZIONI A MARGINE DEL G20 IN SUDAFRICA, AUTO-RELEGANDOSI COSÌ AL RUOLO DI “ORBAN IN GONNELLA”,  CAVALLO DI TROIA DEL DISGREGATORE TRUMP IN EUROPA - DITE ALLA MELONA CHE NON È STATO SAGGIO INVIARE A GINEVRA IL SUO CONSIGLIERE DIPLOMATICO, FABRIZIO SAGGIO… - VIDEO