salvini raggi

SALVINI MARCIA SU ROMA - NEL PIENO DELLA TRATTATIVA CON L'UE, IL LEGHISTA SFRUTTA LA DEBOLEZZA DEL M5S E SFERZA VIRGINIA RAGGI: “IN CITTÀ CI SONO PROBLEMI DRAMMATICI, LA CAPITALE MERITA DI PIÙ. PREPARO UN PROGRAMMA ALTERNATIVO” - IL SINDACO CONTRATTACCA, MA TRA I BIG GRILLINI C'È GRANDE FREDDEZZA E NESSUNO (O QUASI) LA DIFENDE…

Carlo Tarallo per “la Verità”

 

salvini raggi 3

Con la più classica delle «mosse del cavallo», Matteo Salvini spiazza tutti e inizia la sua marcia su Roma. Il leader della Lega, ieri, mentre i riflettori erano tutti puntati sulla lettera da inviare a Bruxelles per tentare di scongiurare la procedura di infrazione, e sulle nomine dei commissari europei, ha sparigliato le carte aprendo, di fatto, la campagna elettorale della Lega per il Comune di Roma, e azzannando il sindaco Virginia Raggi e di conseguenza il M5s.

 

Le prossime comunali nella capitale sarebbero in programma nel 2021, ma il condizionale a questo punto non è una semplice formalità: «A Roma», attacca Salvini, «ci sono problemi drammatici che non nascono negli ultimi tre anni ma sono figli di fallimenti di decenni: trasporti che non funzionano, buche nelle strade, rifiuti, disorganizzazione nei servizi pubblici. La città merita di più e ci saremmo aspettati risultati migliori dall' attuale giunta, che invece nega perfino il taser ai vigili come previsto dal decreto Sicurezza».

 

virginia raggi wonder woman 2

Il ministro dell' Interno si proietta verso le prossime elezioni: «Da tempo», aggiunge Salvini, «stiamo lavorando in tutti i quartieri per un programma alternativo. L' obiettivo è rilanciare la città e confermare nella capitale il buon governo della Lega. Da ministro continuerò a lavorare come ho fatto nell' ultimo anno: con i fondi del decreto Sicurezza», sottolinea il vicepremier, «Roma ha ottenuto 9,53 milioni di euro dal 2018 al 2020, con scuole sicure ha beneficiato di più di 724.000 euro per la vigilanza anti pusher, la Questura è stata rinforzata così come i numeri delle Forze armate presenti in città. Arriveranno nuovi carabinieri. E per contrastare le truffe agli anziani abbiamo stanziato 466.720 euro».

 

Numeri snocciolati uno dopo l' altro in quella che appare come una specie di apertura di campagna elettorale: Salvini non fa sconti alla Raggi ben sapendo che il sindaco di Roma è un punto debole dell' alleato di governo della Lega, e che affondare i colpi contro di lei significa anche spaccare il M5s, tutt' altro che compatto a difesa della giunta capitolina.

 

matteo salvini e virginia raggi 9

A dire esplicitamente che l' obiettivo è mandare anzitempo a casa la Raggi, per poi tentare la scalata leghista al Campidoglio, ci pensano gli esponenti locali del Carroccio: «Nel terzo anniversario della giunta Raggi», affonda il colpo il consigliere regionale leghista del Lazio, Daniele Giannini, «chiediamo le dimissioni immediate di questo sindaco inadatto e sordo che ha ridotto Roma sul lastrico e a rischio infezioni per via dei rifiuti.

 

Prenda atto, la Raggi», aggiunge Giannini, «che il tempo delle favole è scaduto e che i romani, oggi, dopo aver punito sonoramente il M5s alle ultime europee, non sono più disposti a perdere ulteriore tempo per vedere questa città cambiata. Dal 2016 a oggi la capitale si è contraddistinta solo per figuracce di carattere locale, nazionale e internazionale. È giunta l' ora di voltare pagina e di chiudere uno dei capitoli più rovinosi per Roma».

 

Il sindaco, da parte sua, replica su Facebook: «La mia unica colpa, e ne vado fiera, è di non essermi mai seduta nei vecchi salotti impolverati del potere. Io preferisco le periferie delle persone come me».

 

matteo salvini e virginia raggi 7

A chi potrebbe toccare il ruolo di candidato della destra, o del centrodestra che dir si voglia, alle prossime comunali di Roma? Il primo nome che viene in mente è quello di Giorgia Meloni: la leader di Fratelli d' Italia è stata già in corsa per il Campidoglio nel 2016, alla guida di una coalizione sovranista (Lega, Fdi e altre liste), con Forza Italia che appoggiava Alfio Marchini.

 

La Meloni è popolarissima nella capitale, ma non considera all' ordine del giorno il tema delle prossime elezioni. Se il candidato toccherà alla Lega, due nomi caldi, a quanto risulta alla Verità, sono quelli del ministro della Pubblica amministrazione, Giulia Bongiorno, e della deputata Barbara Saltamartini. Non manca invece chi, negli ambienti del Carroccio, fa notare che considerate le immense difficoltà che comporta amministrare Roma, sarebbe necessario un profilo «tecnico».

 

Mentre al Campidoglio l' atmosfera è incandescente, al Quirinale è assai più rilassata.

matteo salvini e virginia raggi 6

Ieri al Colle sono saliti, per la tradizionale colazione di lavoro con il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che precede i vertici europei, il premier Giuseppe Conte, e svariati ministri. Si è discusso di come evitare la procedura di infrazione, ma anche della nomina del commissario europeo che spetta all' Italia. Il candidato più accreditato per un incarico economico è certamente Giancarlo Giorgetti: il braccio destro di Salvini gode della stima di Mattarella, che l' aveva anche suggerito, nei giorni della nascita del «governo del cambiamento», come ministro dell' Economia dopo il «no» a Paolo Savona.

 

matteo salvini e virginia raggi 5

Giorgetti sembra il nome ideale per ottenere un largo consenso: Salvini lo ha proposto, Conte e Di Maio hanno dato il via libera, le opposizioni di centrodestra lo considerano affidabile ed equipaggiato delle necessarie doti di mediazione. Ovviamente, come è stato ribadito anche da Conte nel corso della colazione al Quirinale, lo scenario post-elettorale è ancora confuso, visto che il puzzle da comporre comprende le presidenze del Parlamento europeo, della Commissione, del Consiglio e della Banca centrale europea. Non rispondono al vero, inoltre, le indiscrezioni che vorrebbero la Lega isolata in Europa: il Carroccio, al contrario, è protagonista di incontri e trattative innanzitutto con il Partito popolare europeo, e poi con le altre forze politiche.

Ultimi Dagoreport

andrea orcel unicredit giorgiia meloni giovanbattista fazzolari giancarlo giorgetti francesco gaetano caltagirone lovaglio milleri

DAGOREPORT - SUL RISIKO BANCARIO, DI RIFFA O DI RAFFA, L’ARMATA BRANCA-MELONI HA FATTO L’ENNESIMA FIGURA DI MERDA - DI SICURO, NON POTRÀ PIÙ FAR RIDERE I POLLI BLATERANDO CHE UNICREDIT È UNA BANCA STRANIERA, QUINDI L’OPA SU BANCO BPM VA STOPPATA PERCHÉ È UNA MINACCIA PER LA ‘’SICUREZZA NAZIONALE’’ - PROSSIMAMENTE IL CEO DI UNICREDIT, ANDREA ORCEL, AVRÀ MANI LIBERE PER SCEGLIERE QUALE BANCA PAPPARSI, MENTRE NEI PROSSIMI DUE MESI I GENI DI ‘’PA-FAZZO” CHIGI AVRANNO I NEURONI MOLTO IMPEGNATI PER RISPONDERE CON UNA MODIFICA DELLA LEGGE (CHISSÀ SE AVRÀ EFFETTO RETROATTIVO) ALLA PROCEDURA D'INFRAZIONE DI BRUXELLES - SE POI ORCEL SARÀ COSTRETTO DAL GOVERNO DI BERLINO A VENDERE LA SUA PARTECIPAZIONE IN COMMERZBANK, UNA VOLTA INTASCATO IL RICCO BOTTINO, LE OPZIONI SULLA SUA SCRIVANIA PER EVENTUALI ACQUISIZIONI SAREBBERO SENZA FRONTIERE. E NULLA VIETEREBBE A UNICREDIT DI LANCIARE UNA RICCA OPA SU MPS DI LOVAGLIO-CALTAGIRONE-MEF, OBIETTIVO GENERALI: SAREBBE LA MASSIMA RIVINCITA DI ORCEL SUL GOVERNO SMANDRAPPATO DEL GOLDEN POWER…

giuseppe conte rocco casalino marco travaglio roberto fic o todde paola taverna elly schlein

DAGOREPORT - DOVE STA ANDANDO A PARARE QUELL’AZZECCAGARBUGLI DI GIUSEPPE CONTE? ALL’INTERNO DEL M5S SI CONTRAPPONGONO DUE POSIZIONI: LA LINEA MOVIMENTISTA ED EUROSCETTICA SQUADERNATA DAGLI EDITORIALI DI MARCO TRAVAGLIO, CONVINTO COM'È CHE IL "CAMPOLARGO" SIA UNA DISGRAZIA PEGGIORE DELL'ARMATA BRANCA-MELONI; CHE HA UNA CERTA PRESA SULLA BASE DEGLI ELETTORI EX GRILLINI - DALL’ALTRA, LA LINEA DI TAVERNA, FICO, PATUANELLI E TODDE, IN SINTONIA CON LA BASE PARLAMENTARE DEI CINQUE STELLE, FAVOREVOLE A UN ACCORDO PROGRAMMATICO DI GOVERNO CON IL PD, ANCHE AL DI LÀ DEL FATTO CHE CONTE SIA, VIA PRIMARIE, IL CANDIDATO PREMIER DELLA COALIZIONE DI CENTROSINISTRA (GOVERNARE SIGNIFICA CONQUISTARE POTERE, POSTI E PREBENDE) – PERCHÉ CONTE ZIGZAGHEGGIA BARCAMENANDOSI CON SUPERCAZZOLE PRIMA DI STRINGERE UN APERTO ACCORDO PROGRAMMATICO COL PD? - COME MAI TA-ROCCO CASALINO, L’APPRENDISTA STREGONE RASPUTINIANO CHE HA CONFEZIONATO PER ANNI LE MASCHERE DEL CAMALEONTISMO DI “CONTE PREMIER”, HA MOLLATO ''LA POCHETTE DAL VOLTO UMANO'' PER FONDARE UN GIORNALE ONLINE?

beatrice venezi secolo d italia libero verita italo bochino fenice venezia

DAGOREPORT - DI PIÙ STUPEFACENTE DELLA DESTRA CI SONO SOLO I SUOI GIORNALI MALDESTRI. SULLA VICENDA VENEZI A VENEZIA, PRODUCONO PIÙ BUFALE CHE NELL’INTERA CAMPANIA - SI SORRIDE SULLA RINASCITA DEL TEATRO LA FENICE CON “LIBERO” E “LA VERITÀ” MA LA RISATA (PIU’ PERNACCHIO) ARRIVA COL “SECOLO D’ITALIA”: “BUONA LA PRIMA: 7 MINUTI DI APPLAUSI PER VENEZI”. PECCATO CHE NON DIRIGESSE AFFATTO LEI, LA “BACCHETTA NERA”, MA IVOR BOLTON, COME C’È SCRITTO PERFINO NEL PEZZO. INCREDIBILE MA VERO. PERÒ LÌ SOTTO C’È LA GERENZA DEL GIORNALE, DOVE SI SCOPRE CHE NE È DIRETTORE EDITORIALE TALE BOCCHINO ITALO. E ALLORA TUTTO SI SPIEGA

giorgia meloni maurizio belpietro francesco saverio garofani sergio mattarella

DAGOREPORT - IL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE MELONI” NON ESISTE: LO “SCOOP” DELLA “VERITÀ” È STATO CONFEZIONATO CON L’OBIETTIVO DI PRENDERE DI MIRA SERGIO MATTARELLA, COME MASSIMA RAPPRESENTANZA DI QUEL "DEEP STATE" CHE I CAMERATI DI PALAZZO CHIGI HANNO SUL GOZZO – LA STATISTA DELLA SGARBATELLA SOGNA L’EGEMONIA ISTITUZIONALE: BOCCIATO IL PREMIERATO, VUOLE CAMBIARE CON LA FORZA IL SISTEMA MODIFICANDO LA LEGGE ELETTORALE E INSERENDO IL NOME DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO SULLA SCHEDA (COSI' DA BYPASSARE DI FATTO I POTERI DI NOMINA DEL PREMIER CHE SPETTANO AL COLLE) - MA NON TUTTO FILA LISCIO: LEGA E FORZA ITALIA SI OPPONGONO PERCHE' NON VOGLIONO ESSERE CANNIBALIZZATI DA FDI E IN CAMPANIA E PUGLIA SI PROSPETTA UNA BATOSTA PER IL CENTRODESTA - DA QUESTO DERIVA QUEL NERVOSISMO, CON VITTIMISMO PARACULO ANNESSO, CHE HA SPINTO GIORGIA MELONI A CAVALCARE IL “COMPLOTTO DEL COLLE” – E SE FDI, PER BOCCA DI BIGNAMI E MALAN, NON AVESSE RINCULATO, DAL QUIRINALE SAREBBE PARTITO UN SILURO A TESTATA MULTIPLA...

francesco saverio garofani sergio mattarella giorgia meloni maurizio belpietro

DAGOREPORT - MA QUALE “COMPLOTTO DEL QUIRINALE CONTRO GIORGIA MELONI”! DIETRO ALLA DIFFUSIONE DELLE PAROLE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI ALLA “VERITÀ” DI BELPIETRO C'E' UNA “GOLA PROFONDA” UN PO’ PASTICCIONA, CHE SI E' FATTA SGAMARE IN MEZZA GIORNATA - DAGOSPIA È IN GRADO DI AGGIUNGERE ALCUNI DETTAGLI SULLA CENA DI GIOVEDÌ 13 NOVEMBRE ALLA TERRAZZA BORROMINI. A TAVOLA C’ERANO SEDICI PERSONE: OLTRE ALL’ORGANIZZATORE, LUCA DI BARTOLOMEI E A FRANCESCO GAROFANI, C’ERANO MANAGER, CONSULENTI, UN AD DI UNA BANCA, DUE CRONISTI SPORTIVI E…UN GIORNALISTA CHE IN PASSATO HA LAVORATO IN UN QUOTIDIANO DI DESTRA, GIA' DIRETTO DA BELPIETRO. SARÀ UN CASO CHE LA MAIL A FIRMA “MARIO ROSSI”, DA CUI È NATO LO “SCANDALO”, SIA STATA INVIATA ANCHE AL MELONIANO "IL GIORNALE" (CHE PERO' L'HA IGNORATA)? - IL CONTESTO ERA CONVIVIALE, SI PARLAVA DI CALCIO E DEL PD, MA GAROFANI NON HA MAI PRONUNCIATO LA PAROLA “SCOSSONE”, CHE INFATTI NELLA MAIL ORIGINALE NON C’È - L’AUDIO? ANCHE SE CI FOSSE, BELPIETRO NON POTREBBE PUBBLICARLO PERCHÉ SAREBBE STATO CARPITO ILLEGALMENTE...