salvini

SALVINI PARTE DA PERUGIA PER CONQUISTARE ROMA - IL LEADER LEGHISTA LANCIA LA SUA SFIDA PER PRENDERSI L’UMBRIA DOPO LE DIMISSIONI DELLA GOVERNATRICE PIDDINA MARINI E INIZIA LE GRANDI MANOVRE PER L'ASSALTO AL CAMPIDOGLIO - IN POLE COME NUOVO PREFETTO DI ROMA GERARDA PANTALONE, "IN GRANDE SINTONIA CON MATTEO" - COMIZIO SHOW: "I COMUNISTI SONO ORMAI COME I PANDA: IN VIA D’ESTINZIONE” – LA RISPOSTA AD ALCUNI CONTESTATORI - VIDEO

Simone Canettieri per il Messaggero

 

salvini

«Diciamo che sarà uno stimolo per tutti i sindaci, soprattutto per Raggi», dice, facendosi sfuggire un sottile sorriso bonario, Stefano Candiani, sottosegretario all'Interno. «Roma, d'altronde, ha bisogno di cure particolari e se non ci pensa lei, ci penseremo noi. In tutti i modi», aggiunge Barbara Saltamartini, deputata e salviniana della primissima ora, una figurina spesso inserita nell'album del toto-sindaco.

 

Ormai la morsa della Lega sul Campidoglio è duplice: ci sono una via istituzionale e un'altra più politica, destinate però a sovrapporsi. Prima o poi. E la circolare emanata dal Viminale che dà più poteri ai prefetti viene letta con una discreta ansia nella giunta di Virginia Raggi. «Una mossa contro di noi», commentano, senza pensarci troppo su, nella maggioranza pentastastellata, in attesa di leggere meglio le carte.

matteo salvini e virginia raggi 5

 

 

C'è fermento, comunque. Il periodo è quello dei grandi cambiamenti. E sono giorni, settimane, di guerriglia quotidiana tra sindaca e ministro. Prima il «Matteo magna tranquillo», a proposito degli appetiti di Salvini sul Comune, poi il siparietto «se lui è Batman io sono Wonder Woman», a proposito della sfida sulle assunzioni di poliziotti e vigili urbani. In mezzo: la battaglia sul debito storico di Palazzo Senatorio, provvedimento voluto dal M5S e osteggiato, appunto, dagli alleati.

 

IL DOPO BASILONE

giancarlo giorgetti barbara saltamartini

Ma è l'attualità a incalzare. Il mese prossimo il ministro dell'Interno proporrà al governo il nome del nuovo prefetto. La maggiore indiziata per prendere il posto di Paola Basilone è Gerarda Pantalone, responsabile del Dipartimento Immigrazione del Viminale. Raccontano nei corridoi del ministero che fu anticamente sede del governo: «La nuova prefetta è in grande sintonia con Matteo».

 

barbara saltamartini salvini

I due, d'altronde, negli ultimi dieci mesi hanno lavorato gomito a gomito. «Gerarda è un caterpiller», registrano gli uomini di Salvini in chiave anti-Virginia. Gli stessi che sorridono quando si fa uno più uno. Ovvero: un nuovo prefetto e con maggiori poteri sarà un commissariamento per Raggi? Difficile trovare chi dica di no. Si smentisce, sorridendo, al massimo.

 

Su questo punto fa fede la linea del leader: «La Capitale deve essere amata e io farò del mio meglio per dare una mano». In Campidoglio sanno che un rappresentante del governo rigido e pro-Matteo sulla gestione dei migranti, dei campi rom e degli sgomberi potrebbe mandare in tilt il sistema pentastellato, incentrato sulla terza via. O meglio, per dirla con le parole dell'assessore al sociale Laura Baldassarre, con «accoglienza e integrazione», sfumature mutuate dal mondo di sinistra.

 

salvini zicchieri foto mezzelani gmt 114

In attesa di vedere un film forse già visto anche il sindaco Ignazio Marino nell'ultima fase del suo mandato si trovò a che fare con un prefetto pragmatico come Franco Gabrielli - la strategia di Matteo Salvini si muove anche nel medio lungo termine. Ecco perché ieri mattina, prima di partire per Perugia, ha incontrato al Viminale tutti i soldati romani della Lega. Dal coordinatore Francesco Zicchieri passando per i 25 consiglieri sparsi nei 15 municipi, fino a Maurizio Politi, capogruppo di se stesso in Aula Giulio Cesare. Un incontro di un'ora e mezza. «Nel corso del quale raccontano i presenti Matteo ci ha chiesto uno per uno i problemi delle nostre zone: dal traffico ai rifiuti, fino ai servizi sociali».

matteo salvini e virginia raggi 7

 

Si è deciso, alla fine, che entro maggio la Lega presenterà «un'agenda tematica per Roma». E spunteranno in tutti i quartieri gazebo e banchetti nei fine settimana. Praticamente le stesse modalità usate dal M5S per conquistare la Capitale nel 2016. «Dobbiamo farci trovare preparati è stato il ragionamento del leader della Lega durante la riunione per conquistare la città. E soprattutto dobbiamo stare sul pezzo, sui problemi, proponendo soluzioni, dobbiamo stare in mezzo alla gente».

francesco zicchieri matteo salvini

Al momento il Carroccio ha quattro sedi territoriali divise sul vasto territorio romano per punti cardinali. La strategia di assalto è concentrica. E alle Europee ci sarà il primo assaggio della sfida: «Puntiamo al 40% - dicono ancora i generali capitolini di Salvini e cioè a doppiare il risultato del M5S». Nel frattempo si sarà già insediato il nuovo prefetto.

 

2. SALVINI

Amedeo La Mattina per “la Stampa”

 

 

 

salvini ignora elisabetta trenta

 

 

 

La Lega umbra improvvisa a Piazza Italia un palco per Matteo Salvini, che si fionda a Perugia come un falco per piantare la sua bandiera tra le macerie di un Pd inghiottito nel ciclone dello scandalo sanità che ha portato agli arresti il suo segretario e alle dimissioni la governatrice Catiuscia Marini.

 

salvini time

«Con questo Pd anche San Francesco si sporcherebbe», è il titolo in prima pagina di un editoriale del Corriere dell' Umbria. E il ministro dell' Interno gongola, già vede questa regione, che tornerà al voto in autunno, nel suo carniere, prima tappa per mangiarsi il resto dei dem, l'Emilia Romagna, forse la Toscana. La sua massima goduria sarebbe sfilare Firenze a Matteo Renzi. È il piano della Grande Lega che prende il balzo alle Europee. La vorrebbe addirittura autosufficiente, per poter governare a Roma anche solo, senza Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni.

 

Missione quasi proibitiva con questo sistema proporzionale. «Mai mettere limiti alla Provvidenza», dice Salvini che dopo il comizio rimane sul palco per altre due ore a fare selfie.

 

CATIUSCIA MARINI

Non è preoccupato di quello che accade nel governo. È infuriato però con la ministra della Difesa Elisabetta Trenta che avrebbe fatto mettere in giro fake news sulla ribellione dei vertici militari per la direttiva sui porti chiusi. Sospetta che dietro ci sia lo zampino dell'"amico" Luigi Di Maio e glielo ha detto che allentare la sicurezza ai confini sarebbe causa di «veri guai» per la sopravvivenza del governo.

 

Ma adesso a Perugia si gode l' entusiasmo dei fans che in piazza non sono moltissimi, circa duecento. Mentre Walter Verini, mandato da Zingaretti a salvare il salvabile, lo definisce «un cinico sciacallo che viene a lucrare». Ma il leader leghista occupa tutto ciò che è occupabile. In politica difficilmente si fanno prigionieri.

 

CATIUSCIA MARINI NICOLA ZINGARETTI

È costretto a interrompersi in continuazione per la contestazione di un gruppetto di giovani che vorrebbero portarlo alla Corte dell' Aja per crimini di guerra. I leghisti gridano contro i contestatori, li chiamano «zecche comuniste». Salvini carica la piazza, dice ai ragazzi: «Avete rotto le palle, ma i vostri genitori lo sanno che sei qui? Questo il motivo perché Lega vince, perché siete i figli di papà con tasche piene di soldi, andate a donare sangue e ad assistere gli anziani. Poveretti, io difendo i comunisti perché in corso di estinzione come i panda, sono pochi ma sono simpatici, per fortuna in questa piazza c' è gente che vuole cambiare. Pronti a liberare Perugia e Umbria».

 

Ed ecco l' incoronazione della senatrice e presidente della commissione Difesa Donatella Tesei, sindaco di Montefalco.

salvini

 

La Lega proporrà lei come candidata governatrice a tutto il centrodestra, prendere o lasciare. Salvini non vede barriere al suo sfondamento politico ed elettorale. È orgoglioso di essere stato indicato dal Time tra le prime 100 persone più influenti al mondo insieme a Donald Trump e Papa Francesco.

E ricorda che tra i governatori più amati in Italia ci sono i governatori leghisti Zaia, Fontana e Fedriga. «E lo sarà anche lei, Donatella».

 

Salvini alza il braccio della Tesei. «Chi sceglierà Lega in Umbria e Perugia farà una scelta precisa: soldi e contributi pubblici prima andranno agli italiani poi al resto, non certo a quei giovanotti senza il permesso di soggiorno in Italia che vanno in giro con il cappellino il telefonino e gli auricolari alle orecchie». Manda i saluti alla governatrice del Pd che si è dimessa - «ha finito di fare danni» - e chiede che la Regione decida in fretta la data del voto «e non la tiri a lungo per piazzare ancora qualcuno dei loro».

 

tesei salvini

PREFETTO GERARDA PANTALONE gerarda pantalone

Do po il discorso, il rito dei selfie. Invita a mettersi in fila dietro alle transenne. «Entrate da destra perché le cose più interessanti accadono a destra».

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ursula von der leyen donald trump dazi matteo salvini

LA LETTERINA DELL’AL CAFONE DELLA CASA BIANCA È UNA PISTOLA PUNTATA ALLA TEMPIA DEI LEADER EUROPEI, CUI È RIMASTA UNA SOLA VIA DI USCITA, QUELLA COSIDDETTA “OMEOPATICA”: RISPONDERE AL MALE CON IL MALE. LINEA DURA, DURISSIMA, ALTRIMENTI, ALLE LEGNATE DI TRUMP, DOMANI, ALL’APERTURA DELLE BORSE, SI AGGIUNGERANNO I CALCI IN CULO DEI MERCATI. LA CINA HA DIMOSTRATO CHE, QUANDO RISPONDI CON LA FORZA, TRUMP FA MARCIA INDIETRO - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” ORMAI È RIMASTA L’UNICA A IMPLORARE, SCODINZOLANTE, “IL DIALOGO” COL DAZISTA IN CHIEF, NEMMENO LE CIFRE CATASTROFICHE SULLE RIPERCUSSIONI DELLE TARIFFE USA SULLE  AZIENDE ITALIANE, TANTO CARE ALLA LEGA, HA FERMATO I DEMENZIALI APPLAUSI ALLA LETTERA-RAPINA DA PARTE DI MATTEO SALVINI – ASCOLTATE JOSEPH STIGLITZ, PREMIO NOBEL PER L’ECONOMIA: “TRUMP NON AGISCE SECONDO ALCUN PRINCIPIO ECONOMICO, NON CONOSCE LO STATO DI DIRITTO, È SEMPLICEMENTE UN BULLO CHE USA IL POTERE ECONOMICO COME UNICA LEVA. SE POTESSE, USEREBBE QUELLO MILITARE’’

steve witkoff marco rubio sergei lavrov

RUBIO, IL TAJANI STARS AND STRIPES – IL SEGRETARIO DI STATO AMERICANO NON TOCCA PALLA E SOFFRE IL POTERE DI STEVE WITKOFF, INVIATO DI TRUMP IN MEDIO ORIENTE CHE SE LA COMANDA ANCHE IN UCRAINA. IL MINISTRO DEGLI ESTERI USA PROVA A USCIRE DALL’ANGOLO PARLANDO DI “NUOVA IDEA” DELLA RUSSIA SUI NEGOZIATI IN UCRAINA. MA IL MINISTRO DEGLI ESTERI DI PUTIN, LAVROV, SUBITO VEDE IL BLUFF: “CONFERMIAMO LA NOSTRA POSIZIONE” – TRUMP AVEVA OFFERTO DI TUTTO A WITKOFF, MA L’IMMOBILIARISTA NON HA VOLUTO RUOLI UFFICIALI NELL’AMMINISTRAZIONE. E TE CREDO: HA UN CONFLITTO DI INTERESSE GRANDE QUANTO UN GRATTACIELO...

diletta leotta ilary blasi stefano sala pier silvio berlusconi

FLASH – IL BRUTALE AFFONDO DI PIER SILVIO BERLUSCONI SU ILARY BLASI E DILETTA LEOTTA (“I LORO REALITY TRA I PIÙ BRUTTI MAI VISTI”), COSÌ COME IL SILURAMENTO DI MYRTA MERLINO, NASCE DAI DATI HORROR SULLA PUBBLICITÀ MOSTRATI A “PIER DUDI” DA STEFANO SALA, AD DI PUBLITALIA (LA CONCESSIONARIA DI MEDIASET): UNA DISAMINA SPIETATA CHE HA PORTATO ALLA “DISBOSCATA” DI TRASMISSIONI DEBOLI. UN METODO DA TAGLIATORE DI TESTE BEN DIVERSO DA QUELLO DI BABBO SILVIO, PIÙ INDULGENTE VERSO I SUOI DIPENDENTI – A DARE UNA MANO A MEDIASET NON È LA SCURE DI BERLUSCONI JR, MA LA RAI: NON SI ERA MAI VISTA UNA CONTROPROGRAMMAZIONE PIÙ SCARSA DI QUELLA CHE VIALE MAZZINI, IN VERSIONE TELE-MELONI, HA OFFERTO IN QUESTI TRE ANNI…

giorgia meloni elly schlein luca zaia vincenzo de luca eugenio giani elly schlein elezioni regionali

PER UNA VOLTA, VA ASCOLTATA GIORGIA MELONI, CHE DA MESI RIPETE AI SUOI: LE REGIONALI NON VANNO PRESE SOTTOGAMBA PERCHÉ SARANNO UN TEST STRADECISIVO PER LA MAGGIORANZA – UNA SPIA CHE IL VENTO NON SPIRI A FAVORE DELLE MAGNIFICHE SORTI DELL’ARMATA BRANCA-MELONI È IL TENTATIVO DI ANTICIPARE AL 20 SETTEMBRE IL VOTO NELLE MARCHE, DOVE IL DESTRORSO ACQUAROLI RISCHIA DI TORNARE A PASCOLARE (IL PIDDINO MATTEO RICCI È IN LEGGERO VANTAGGIO) – IL FANTASMA DI LUCA ZAIA IN VENETO E LE ROGNE DI ELLY SCHLEIN: JE RODE AMMETTERE CHE I CANDIDATI DEL PD VINCENTI SIANO TUTTI DOTATI DI UN SANO PEDIGREE RIFORMISTA E CATTO-DEM. E IN CAMPANIA RISCHIA LO SCHIAFFONE: SI È IMPUNTATA SU ROBERTO FICO, IMPIPANDOSENE DI VINCENZO DE LUCA, E SOLO UNA CHIAMATA DEL SAGGIO GAETANO MANFREDI LE HA FATTO CAPIRE CHE SENZA LO “SCERIFFO” DI SALERNO NON SI VINCE…

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni

NULLA SARÀ COME PRIMA: PIER SILVIO BERLUSCONI, VESTITO DI NUOVO, CASSA IL SUO PASSATO DI RAMPOLLO BALBETTANTE E LANCIA IL SUO PREDELLINO – IN UN COLPO SOLO, CON IL COMIZIO DURANTE LA PRESENTAZIONE DEI PALINSESTI, HA DEMOLITO LA TIMIDA SORELLA MARINA, E MANDATO IN TILT GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI, MINACCIANDO LA DISCESA IN CAMPO. SE SCENDE IN CAMPO LUI, ALTRO CHE 8%: FORZA ITALIA POTREBBE RISALIRE (E MOLTO) NEI SONDAGGI (IL BRAND BERLUSCONI TIRA SEMPRE) – NELLA MILANO CHE CONTA IN MOLTI ORA SCOMMETTONO SUL PASSO INDIETRO DI MARINA DALLA GESTIONE “IN REMOTO” DI FORZA ITALIA: D'ALTRONDE, LA PRIMOGENITA SI È MOSTRATA SEMPRE PIÙ SPESSO INDECISA SULLE DECISIONI DA PRENDERE: DA QUANTO TEMPO STA COGITANDO SUL NOME DI UN SOSTITUTO DI TAJANI?