matteo salvini giorgia meloni

SALVINI? UNA TIGRE DI CARTA – QUELLI DI FRATELLI D’ITALIA NON FANNO UN PLISSE’ DAVANTI ALLE CIANCE DEL LEGHISTA CHE SI SMARCA SU OGNI TEMA, DAL PONTE SULLO STRETTO AI TRATTORI – NELLO STAFF DI GIORGIA MELONI RIDUCONO TUTTO A UN FISIOLOGICO MOVIMENTISMO DA CAMPAGNA ELETTORALE: “UNA COSA È POSTARE SUI SOCIAL, UN’ALTRA È PASSARE DAL POST AGLI ATTI DI GOVERNO” - E FINORA, DALL’INIZIO DELLA LEGISLATURA, NON C’È MAI STATO UN VOTO CONTRARIO, UNA SPACCATURA UFFICIALE, NÉ IN CONSIGLIO DEI MINISTRI NÉ IN PARLAMENTO, E TANTO BASTA ALLA DUCETTA - DEL RESTO PER SALVINI E TAJANI SI PROSPETTANO CONSENSI A UNA CIFRA: NON SONO UNA MINACCIA PER LA PREMIER…

Estratto dell’articolo di Marco Galluzzo per il “Corriere della Sera”

 

matteo salvini giorgia meloni antonio tajani atreju

«Una cosa è postare, un’altra è passare dal post agli atti di governo». Nello staff di Giorgia Meloni usano una parafrasi, tranquillizzante, praticamente dall’inizio della legislatura. E il protagonista è Matteo Salvini, il vicepremier che ama smarcarsi, fare una battaglia quasi solitaria per il ponte di Messina, salire sul primo trattore possibile di propaganda politica, dalla Salis agli insetti che l’Europa vorrebbe farci mangiare, minacciando rotture o ventilandole sui candidati regionali, ma fermandosi sempre un attimo prima di un passo ufficiale e istituzionale.

 

MATTEO SALVINI GIORGIA MELONI - MEME BY OSHO

Chi li conosce entrambi, chi li vede interagire in Consiglio dei ministri, li descrive comunque abbastanza scafati da coltivare un rapporto di estrema franchezza. «Ogni tanto si chiudono in una stanza e a tu per tu si dicono quello che devono», ma mai è volata una parola di troppo. «Si chiama campagna elettorale, si chiama proporzionale», aggiunge chi lavora nel governo, assolvendo il leader della Lega da un eccessivo movimentismo […] e […] Meloni è molto serena, con l’obiettivo a portata di mano di superare il 30% dei consensi al voto di giugno.

 

giorgia meloni matteo salvini atreju

Pochi giorni fa la Lega ha proposto una riserva obbligatoria militare sul modello americano o israeliano, ha presentato una richiesta in Parlamento, dimenticando che il ministro Crosetto ha detto pubblicamente di stare lavorando al progetto. Ora sulla protesta dei trattori rispolvera la sua anima originaria, anti Bruxelles, quel centro di potere con cui invece Meloni da un anno tesse un rapporto virtuoso. E anche Forza Italia sembra intenzionata ad aprire altri fronti, intestandosi una battaglia per la civiltà della vita nelle carceri italiane[…] Ma tutto viene alla fine ricondotto in un naturale […] movimentismo pre-elettorale. Insomma, qualcosa che è messo nel conto.

 

GIORGIA MELONI E MATTEO SALVINI

Meloni del resto ha ben chiari i limiti e i paletti oltre i quali la propaganda politica degli alleati non può spingersi, ed è quella degli atti contro le iniziative del governo. E finora, dall’inizio della legislatura, non c’è mai stato un voto contrario, una spaccatura ufficiale, né in Consiglio dei ministri né in Parlamento, e tanto basta. Non si contano le volte in cui Salvini ha rivendicato una gestione dei flussi migratori, quando era lui ad avere le deleghe, migliore di quella attuale del suo stesso governo, e dunque dalla premier. Ma invano, a ogni punzecchiatura, si cercherà una risposta di Giorgia Meloni, ben attenta a non entrare nel campo di visibilità che l’alleato si è scelto.

 

matteo salvini giorgia meloni antonio tajani atreju 1

Del resto il campo di gioco di Salvini, come quello dell’altro vicepremier Tajani, ha un perimetro di consensi a una cifra, una distanza siderale dal bottino di preferenze che Meloni potrà riscuotere alle Europee. E nello staff di Meloni fanno spallucce quando si prova ad abbozzare un’analisi dell’efficacia delle dinamiche di lotta e di governo che fanno capolino nella maggioranza: «Vedremo se la legittima battaglia di Salvini avrà successo, coltiviamo il dubbio». E con questo, in modo velato, fanno capire di esser convinti che pagherebbe di più, per lo stesso leader della Lega, un profilo più istituzionale […]

Ultimi Dagoreport

emmanuel macron giorgia meloni volodymyr zelensky vladimir putin

DAGOREPORT – MACRON E MELONI QUESTA VOLTA SONO ALLEATI: ENTRAMBI SI OPPONGONO ALL’USO DEGLI ASSET RUSSI CONGELATI IN EUROPA, MA PER RAGIONI DIVERSE. SE IL TOYBOY DELL’ELISEO NE FA UNA QUESTIONE DI DIRITTO (TEME LE RIPERCUSSIONI PER LE AZIENDE FRANCESI, IL CROLLO DELLA CREDIBILITÀ DEGLI INVESTIMENTI UE E IL RISCHIO DI SEQUESTRI FUTURI DI CAPITALI EUROPEI), PER LA DUCETTA È UNA QUESTIONE SOLO POLITICA. LA SORA GIORGIA NON VUOLE SCOPRIRSI A DESTRA, LASCIANDO CAMPO A SALVINI – CON LE REGIONALI TRA CINQUE GIORNI, IL TEMA UCRAINA NON DEVE DIVENTARE PRIORITARIO IN CAMPAGNA ELETTORALE: LA QUESTIONE ARMI VA RIMANDATA (PER QUESTO ZELENSKY NON VISITA ROMA, E CROSETTO NON È ANDATO A WASHINGTON)

giorgia meloni matteo salvini elly schlein luca zaia

DAGOREPORT - C’È UN ENORME NON DETTO INTORNO ALLE REGIONALI IN VENETO E CAMPANIA, E RIGUARDA LE AMBIZIONI DI ZAIA E DE LUCA DI...RIPRENDERSI LA GUIDA DELLE RISPETTIVE REGIONI! - NULLA VIETA AL “DOGE” E ALLO SCERIFFO DI SALERNO DI RICANDIDARSI, DOPO AVER “SALTATO” UN GIRO (GLI ERA VIETATO IL TERZO MANDATO CONSECUTIVO) – IN CAMPANIA PER DE LUCA SAREBBE UN GIOCO DA RAGAZZI: GLI BASTEREBBERO 5-6 CONSIGLIERI FEDELISSIMI PER TENERE PER LE PALLE FICO E POI FARLO CADERE PER RICANDIDARSI. IDEM PER IL "DOGE", CHE PERO' NON AVRA' DALLA SUA UNA LISTA DI "SUOI" CANDIDATI - A CONTARE SARANNO I VOTI RACCOLTI DAI SINGOLI PARTITI NECESSARI A "PESARSI" IN VISTA DELLE POLITICHE 2027: SE FRATELLI D’ITALIA SUPERASSE LA LEGA IN VENETO, CHE FINE FAREBBE SALVINI? E SE IN CAMPANIA, FORZA ITALIA OTTENESSE UN RISULTATO MIGLIORE DI QUELLO DI LEGA E FRATELLI D'ITALIA, COME CAMBIEREBBERO GLI EQUILIBRI ALL'INTERNO DELLA COALIZIONE DI MAGGIORANZA?

edmondo cirielli giovambattista fazzolari giorgia meloni

DAGOREPORT - C’È UN MISTERO NEL GOVERNO ITALIANO: CHE “FAZZO” FA FAZZOLARI? – IL SOTTOSEGRETARIO ALL’ATTUAZIONE DEL PROGRAMMA FA IL TUTTOLOGO, TRANNE OCCUPARSI DELL’UNICA COSA CHE GLI COMPETE, CIOE' L’ATTUAZIONE DEL PROGRAMMA - SI INDUSTRIA CON LE NOMINE, SI OCCUPA DI QUERELE TEMERARIE AI GIORNALISTI (NEL SENSO CHE LE FA), METTE IL NASO SULLE VICENDE RAI, MA NON FA NIENTE PER PLACARE GLI SCAZZI NEL CENTRODESTRA, DOVE SI LITIGA SU TUTTO, DALL'UCRAINA ALLA POLITICA ECONOMICA FINO ALLE REGIONALI – LO SHOW TRASH IN CAMPANIA E EDMONDO CIRIELLI IN VERSIONE ACHILLE LAURO: L’ULTIMA PROPOSTA? IL CONDONO…

trump epstein

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE DUE FOTOGRAFIE DI TRUMP CON IN BRACCIO RAGAZZE GIOVANISSIME A SENO NUDO? A WASHINGTON, FONTI BEN INFORMATE ASSICURANO CHE LE DUE FOTO HOT SIANO TRA LE MIGLIAIA DI FILE DI JEFFREY EPSTEIN, ANCORA DA PUBBLICARE - NEI PROSSIMI GIORNI, GRAZIE AL PASSAGGIO DI UNA PETIZIONE PARLAMENTARE FIRMATA DA 218 DEPUTATI DEMOCRATICI, MA AI QUALI SI SONO AGGIUNTI QUATTRO REPUBBLICANI, LA DIFFUSIONE COMPLETA DEI FILE DEL FINANZIERE PORCELLONE, VERRÀ SOTTOPOSTA AL VOTO DELLA CAMERA. E I VOTI REP POSSONO ESSERE DETERMINANTI PER IL SUCCESSO DELL’INIZIATIVA PARLAMENTARE DEM - SE DA UN LATO L’EVENTUALE DIVULGAZIONE DELLE DUE CALIENTI FOTOGRAFIE NON AGGIUNGEREBBE NIENTE DI NUOVO ALLA SUA FAMA DI PUTTANIERE, CHE SI VANTAVA DI POTER “PRENDERE LE DONNE PER LA FIGA” GRAZIE AL SUO STATUS DI CELEBRITÀ, DALL’ALTRO UN “PUSSY-GATE” DETERMINEREBBE UNO DURO SCOSSONE A CIÒ CHE RESTA DELLA SUA CREDIBILITÀ, IN VISTA ANCHE DEL DECISIVO VOTO DI METÀ MANDATO IN AGENDA IL PROSSIMO ANNO...