matteo renzi giuseppe conte

SCACCO MATTEO – IL VERO OSTACOLO NELLA STRADA CHE CONTE VUOLE PERCORRERE PER DIVENTARE PRINCIPE DI PALAZZO CHIGI HA UN NOME E UN COGNOME: MATTEO RENZI, CHE PREPARA LA SCISSIONE DAL PD (PER ORA SOLO IN PARLAMENTO) – BELPIETRO RACCONTA LE TRAME DI MATTEUCCIO E DEL M5S PER DURARE TUTTA LA LEGISLATURA: "SE NON È UN COLPO DI STATO, CI SOMIGLIA MOLTO" - PRIMA I DUE MATTEI VOLEVANO SPARTIRSI LE SPOGLIE DEI 5 STELLE, MA POI...

1 – LE TRAME DI PD E M5S PER DURARE LE TRAME DI RENZI PER COMANDARE

Maurizio Belpietro per “la Verità”

 

matteo renzi come antonio conte

(…) Il primo a muoversi è Matteo Renzi, il quale, secondo Il Messaggero, si preparerebbe, dopo la Leopolda di ottobre, a dar vita a un suo gruppo parlamentare, per lo meno alla Camera. Non si tratterebbe ancora del Pdr, ossia del Partito di Renzi, ma semplicemente di un embrione di partito. Con il quale però l' ex presidente del Consiglio prenderebbe due piccioni con una fava. Il primo, ottenere i fondi che il Parlamento mette a disposizione dei gruppi, avendo dunque risorse per l' attività politica.

 

renzi con la bandana in testa come berlusconi

E il secondo, creare un contenitore che, senza il marchio Pd, dovrebbe attrarre i parlamentari di centrodestra in fuga da Forza Italia. Nella pattuglia capitanata da Silvio Berlusconi c' è maretta, innanzitutto perché quasi nessuno riesce a capire in quale direzione stia facendo rotta il Cavaliere, se all' opposizione o verso la neonata maggioranza.

 

BERLUSCONI CARFAGNA GELMINI

Nonostante le rassicurazioni (l' ultima è di ieri, sul Giornale), tra lui e Salvini non c' è mai stato feeling, dunque è difficile che il capo degli azzurri pensi a un' alleanza come ai bei vecchi tempi. Più probabile, invece, che mediti di tenersi le mani libere. E un contenitore guidato dall' ex segretario del Pd, paradossalmente, potrebbe liberare le mani a molti dentro la stessa Forza Italia, perché ci sarebbe la scusa che il Pdr non avrebbe a che fare con il vecchio Pd. A sua volta, usciti i renziani, Nicola Zingaretti avrebbe la possibilità di far rientrare dalla finestra i comunisti di Leu che se ne erano andati dalla porta proprio in polemica con l' ex sindaco di Firenze. Insomma, con le grandi manovre ci sarebbe la possibilità di contentare tutti.

 

matteo salvini e matteo renzi si incrociano in senato 1

Resta però un problema, ovvero che al momento, nonostante gli sgambetti e gli intrighi, la Lega continua a essere il primo partito d' Italia e dunque, se si dovesse andare a elezioni, farebbe il pieno. In questo caso però, i nostri complottisti sarebbero già pronti all' azione. Il piano prevede che si faccia la benedetta riforma della riduzione dei parlamentari, così da solleticare un po' la pancia degli italiani che detestano la Casta. E poi, dopo aver sottoposto la riforma a un referendum, bisognerà fare una nuova legge elettorale che ridisegni i collegi. Va da sé che il sistema sarà studiato per evitare che Matteo Salvini possa, nel futuro Parlamento, avere la maggioranza. Insomma, insieme al Conte bis si prepara la Porcata bis.

QUIRINALE REPARTO MATERNITA' BY MACONDO

 

(…) Però ad accorgersi di questa possibilità, a quanto pare, non è stata solo La Verità, ma anche la sinistra, che ora, con la riforma del numero dei parlamentari, potrebbe mettere mano anche al numero di chi vota per il capo dello Stato, riducendo - guarda un po' - il numero dei votanti designati dalle Regioni. In pratica, una Porcata tris, che toglierebbe agli italiani non solo il diritto di votare, ma anche il diritto di influire in qualche misura sulla nomina del prossimo presidente della Repubblica. Tradotto, se ciò che sta accadendo non è un colpo di Stato, ci somiglia molto.

matteo renzi al senato

 

DI MAIO FRACCARO

2 – I DUBBI DEL PREMIER SUGLI EQUILIBRI NELLA MAGGIORANZA: CHE COSA FARÀ RENZI?

Francesco Verderami per il “Corriere della Sera”

 

zingaretti renzi

«E ditemi: cosa farà Renzi?». Dopo averlo chiesto ai dirigenti del Pd, dopo aver cercato di capire attraverso i suoi compagni di partito quali potrebbero essere le mosse dell' ex premier, alla fine Conte ha deciso di cercarlo. Se è vero infatti che il presidente del Consiglio ha un modo «arzigogolato» di esprimersi, se è vero che «nelle discussioni è un personaggio sfuggente e difficile da afferrare» - come ha raccontato Zingaretti dopo averlo conosciuto - c' è un motivo se invece è stato diretto nel porre la domanda su Renzi. Perché Renzi agli occhi di Conte rappresenta la variabile indipendente della maggioranza e insieme un' incognita che potrebbe alla lunga determinare le sorti del suo governo.

matteo salvini e matteo renzi si incrociano in senato

 

E dunque non gli basta, non gli può bastare l' analisi che ha ascoltato dai dirigenti del Pd: la tesi cioè che l' ex segretario dem non abbia molti margini politici di manovra; il fatto che nei sondaggi - nonostante il ruolo avuto nella crisi - non sia mutato il suo basso indice di gradimento; la convinzione che la nascita di un suo partito non avrebbe oggi grande seguito nell' opinione pubblica e soprattutto nei gruppi parlamentari, specie dopo la nomina di Guerini a titolare della Difesa.

 

Troppe teorie e nessuna certezza. Invece Renzi è fonte di preoccupazione per il premier. E chi lo conosce scorge nel suo periodare una latente forma di ossessione. Perché nonostante Renzi sia fermo, Conte lo vede in movimento.

 

luigi di maio stefano buffagni riccardo fraccaro danilo toninelli barbara lezzi

Malgrado Renzi abbia assicurato un rapporto «non conflittuale», Conte lo immagina intento a organizzare un cambio in corsa a Palazzo Chigi che non interrompa però il corso della legislatura. Perciò deve cercare di gestire il rapporto con il suo predecessore, che sarà più complicato e meno lineare di quello già difficile con Di Maio. L' idea che Renzi possa aver barattato «l' ora X» con i due ministri di riferimento che siedono in Consiglio, non gli passa nemmeno per la testa.

MATTEO RENZI A MILANO PER L EXPO FOTO LAPRESSE

 

Nell' ultima e convulsa fase della definizione della squadra, Conte non ha smesso di monitorare le mosse dell' ex premier, la tattica adottata, il cambio all' ultimo momento dei suoi candidati che assomigliavano a pedine di un gioco imperscrutabile. Non lo preoccupavano le liti che erano scoppiate nel Pd, l' accesa contestazione di Delrio che accusava Zingaretti di una suddivisione iniqua degli incarichi ministeriali. Conte teneva sempre gli occhi su Renzi.

RENZI DELRIO

 

E a Renzi aveva pensato anche nei giorni in cui aveva discusso il programma con i dirigenti democrat, mentre i nuovi alleati gli spiegavano con fare didascalico il cuneo fiscale e l' impatto che avrebbe avuto il suo taglio sulle imprese. Il premier, che è meticoloso, sta tentando di programmare tutto. Per esempio sa che non ci saranno soldi per la Finanziaria e che per il taglio dei parlamentari i grillini non vogliono andare oltre il prossimo trimestre.

 

LUIGI DI MAIO E MATTEO SALVINI INVECCHIATI CON FACEAPP

Per evitare i tafferugli della scorsa esperienza gialloverde ha persino codificato le regole dei Consigli in giallorosso, stabilendo che sui temi politici parleranno solo i capi delegazione dei due partiti. Ma il futuro non può prevederlo. E nel futuro c' è anche Renzi, che forse romperà presto o forse lo farà nel giro di sei mesi. Per capirlo, Conte ha deciso di cercarlo. Fosse rimasto in buoni rapporti, avrebbe potuto chiedere al leader della Lega. «Salvini - come rivela un ex ministro del Carroccio - si sentiva spesso con Renzi, anche mentre eravamo al governo». Tra i due c' era un patto: dividersi le spoglie del Movimento. Ma il patto prevedeva che la legislatura sarebbe continuata, e quando il ministro dell' Interno ha chiesto il voto, l' altro Matteo si è sentito sciolto dall' accordo. «E ci ha fregati».

tvboy opera conte di maio zingaretti renziRENZI DELRIO

 

 

matteo renzi al senatoNICOLA ZINGARETTI E MATTEO RENZI

 

Ultimi Dagoreport

andrea orcel unicredit giorgiia meloni giovanbattista fazzolari giancarlo giorgetti francesco gaetano caltagirone lovaglio milleri

DAGOREPORT - SUL RISIKO BANCARIO, DI RIFFA O DI RAFFA, L’ARMATA BRANCA-MELONI HA FATTO L’ENNESIMA FIGURA DI MERDA - DI SICURO, NON POTRÀ PIÙ FAR RIDERE I POLLI BLATERANDO CHE UNICREDIT È UNA BANCA STRANIERA, QUINDI L’OPA SU BANCO BPM VA STOPPATA PERCHÉ È UNA MINACCIA PER LA ‘’SICUREZZA NAZIONALE’’ - PROSSIMAMENTE IL CEO DI UNICREDIT, ANDREA ORCEL, AVRÀ MANI LIBERE PER SCEGLIERE QUALE BANCA PAPPARSI, MENTRE NEI PROSSIMI DUE MESI I GENI DI ‘’PA-FAZZO” CHIGI AVRANNO I NEURONI MOLTO IMPEGNATI PER RISPONDERE CON UNA MODIFICA DELLA LEGGE (CHISSÀ SE AVRÀ EFFETTO RETROATTIVO) ALLA PROCEDURA D'INFRAZIONE DI BRUXELLES - SE POI ORCEL SARÀ COSTRETTO DAL GOVERNO DI BERLINO A VENDERE LA SUA PARTECIPAZIONE IN COMMERZBANK, UNA VOLTA INTASCATO IL RICCO BOTTINO, LE OPZIONI SULLA SUA SCRIVANIA PER EVENTUALI ACQUISIZIONI SAREBBERO SENZA FRONTIERE. E NULLA VIETEREBBE A UNICREDIT DI LANCIARE UNA RICCA OPA SU MPS DI LOVAGLIO-CALTAGIRONE-MEF, OBIETTIVO GENERALI: SAREBBE LA MASSIMA RIVINCITA DI ORCEL SUL GOVERNO SMANDRAPPATO DEL GOLDEN POWER…

beatrice venezi secolo d italia libero verita italo bochino fenice venezia

DAGOREPORT - DI PIÙ STUPEFACENTE DELLA DESTRA CI SONO SOLO I SUOI GIORNALI MALDESTRI. SULLA VICENDA VENEZI A VENEZIA, PRODUCONO PIÙ BUFALE CHE NELL’INTERA CAMPANIA - SI SORRIDE SULLA RINASCITA DEL TEATRO LA FENICE CON “LIBERO” E “LA VERITÀ” MA LA RISATA (PIU’ PERNACCHIO) ARRIVA COL “SECOLO D’ITALIA”: “BUONA LA PRIMA: 7 MINUTI DI APPLAUSI PER VENEZI”. PECCATO CHE NON DIRIGESSE AFFATTO LEI, LA “BACCHETTA NERA”, MA IVOR BOLTON, COME C’È SCRITTO PERFINO NEL PEZZO. INCREDIBILE MA VERO. PERÒ LÌ SOTTO C’È LA GERENZA DEL GIORNALE, DOVE SI SCOPRE CHE NE È DIRETTORE EDITORIALE TALE BOCCHINO ITALO. E ALLORA TUTTO SI SPIEGA

giuseppe conte rocco casalino marco travaglio roberto fic o todde paola taverna elly schlein

DAGOREPORT - DOVE STA ANDANDO A PARARE QUELL’AZZECCAGARBUGLI DI GIUSEPPE CONTE? ALL’INTERNO DEL M5S SI CONTRAPPONGONO DUE POSIZIONI: LA LINEA MOVIMENTISTA ED EUROSCETTICA SQUADERNATA DAGLI EDITORIALI DI MARCO TRAVAGLIO, CONVINTO COM'È CHE IL "CAMPOLARGO" SIA UNA DISGRAZIA PEGGIORE DELL'ARMATA BRANCA-MELONI; CHE HA UNA CERTA PRESA SULLA BASE DEGLI ELETTORI EX GRILLINI - DALL’ALTRA, LA LINEA DI TAVERNA, FICO, PATUANELLI E TODDE, IN SINTONIA CON LA BASE PARLAMENTARE DEI CINQUE STELLE, FAVOREVOLE A UN ACCORDO PROGRAMMATICO DI GOVERNO CON IL PD, ANCHE AL DI LÀ DEL FATTO CHE CONTE SIA, VIA PRIMARIE, IL CANDIDATO PREMIER DELLA COALIZIONE DI CENTROSINISTRA (GOVERNARE SIGNIFICA CONQUISTARE POTERE, POSTI E PREBENDE) – PERCHÉ CONTE ZIGZAGHEGGIA BARCAMENANDOSI CON SUPERCAZZOLE PRIMA DI STRINGERE UN APERTO ACCORDO PROGRAMMATICO COL PD? - COME MAI TA-ROCCO CASALINO, L’APPRENDISTA STREGONE RASPUTINIANO CHE HA CONFEZIONATO PER ANNI LE MASCHERE DEL CAMALEONTISMO DI “CONTE PREMIER”, HA MOLLATO ''LA POCHETTE DAL VOLTO UMANO'' PER FONDARE UN GIORNALE ONLINE?

giorgia meloni maurizio belpietro francesco saverio garofani sergio mattarella

DAGOREPORT - IL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE MELONI” NON ESISTE: LO “SCOOP” DELLA “VERITÀ” È STATO CONFEZIONATO CON L’OBIETTIVO DI PRENDERE DI MIRA SERGIO MATTARELLA, COME MASSIMA RAPPRESENTANZA DI QUEL "DEEP STATE" CHE I CAMERATI DI PALAZZO CHIGI HANNO SUL GOZZO – LA STATISTA DELLA SGARBATELLA SOGNA L’EGEMONIA ISTITUZIONALE: BOCCIATO IL PREMIERATO, VUOLE CAMBIARE CON LA FORZA IL SISTEMA MODIFICANDO LA LEGGE ELETTORALE E INSERENDO IL NOME DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO SULLA SCHEDA (COSI' DA BYPASSARE DI FATTO I POTERI DI NOMINA DEL PREMIER CHE SPETTANO AL COLLE) - MA NON TUTTO FILA LISCIO: LEGA E FORZA ITALIA SI OPPONGONO PERCHE' NON VOGLIONO ESSERE CANNIBALIZZATI DA FDI E IN CAMPANIA E PUGLIA SI PROSPETTA UNA BATOSTA PER IL CENTRODESTA - DA QUESTO DERIVA QUEL NERVOSISMO, CON VITTIMISMO PARACULO ANNESSO, CHE HA SPINTO GIORGIA MELONI A CAVALCARE IL “COMPLOTTO DEL COLLE” – E SE FDI, PER BOCCA DI BIGNAMI E MALAN, NON AVESSE RINCULATO, DAL QUIRINALE SAREBBE PARTITO UN SILURO A TESTATA MULTIPLA...