scalfaro craxi

SCALFARI E LE MANOVRE PER ISOLARE CRAXI (BETTINO AVEVA RAGIONE: GLI AMERICANI FACEVANO IL TIFO CONTRO DI LUI) - DAI CABLO DELL'AMBASCIATA USA A ROMA EMERGE “L’INSOLITO SUGGERIMENTO” CHE L’ALLORA CAPO DELLO STATO DIEDE NEL ’93, DURANTE MANI PULITE, AL CAPO DEL GOVERNO, IL SOCIALISTA AMATO: “È OPPORTUNO NON PRENDERE PARTE ALLA RIUNIONE DELLA SEGRETERIA DEL PSI PER EVITARE CHE…” – CRAXI SI DIMISE E SCALFARO DIVENTO’ PER GLI AMERICANI UN’AUTENTICA “ROCCA DI GIBILTERRA” – IL LIBRO

Mario Ajello per "il Messaggero"

 

SCALFARO CRAXI

Oscar Luigi Scalfaro il manovratore. Non l' arbitro ma il giocatore politico. Non l' imparziale ma un presidente che entra a gamba tesa nelle dinamiche interne dei partiti, e in particolare del Psi nella sua fase finale, quella che portò - sotto i colpi dei pm di Mani Pulite, gli avvisi di garanzia e l' indignazione popolare contro la partitocrazia corrotta di cui il partito socialista divenne il massimo simbolo agli occhi della «ggente» - alle dimissioni di Bettino da segretario dopo 16 anni di comando.

 

Ecco il ritratto che viene fatto di Scalfaro, cablogrammi dell' ambasciata americana a Roma diretti al Dipartimento di Stato di Washington negli anni cruciali 1992-1993 mentre crollava la Prima Repubblica. Scalfaro suggerì ai socialisti: isolate Craxi. E lo fece così, secondo i «confidential report» finora inediti firmati dall' ambasciatore Peter Secchia e da altri diplomatici degli Stati Uniti.

Scalfaro 8

 

I DISPACCI Da Via Veneto s' informa puntualmente il governo americano delle battaglie interne al Psi mentre Craxi stava politicamente agonizzando. «I compagni di partito lo attaccano» - si legge in queste carte ora spulciate e rese note dallo storico Andrea Spiri, docente alla Luiss - e lui ormai indebolito combatte per mantenere il posto». Arriva il primo avviso di garanzia nel novembre del 92, ma Bettino - scrive l' ambasciatore Secchia - «non nutre alcun desiderio di farsi da parte» e «manovra per neutralizzare il suo principale avversario interno nel Psi, Claudio Martelli».

 

Ma ormai è un leader braccato, «ferito a morte» lo descrive il console Peter Semler, e dalla sede diplomatica di Via Veneto dove evidentemente non lo amano affatto lo vedono così: «Si atteggia a capro espiatorio cercando di addebitare i suoi problemi agli Stati Uniti che, a suo giudizio, agiscono dietro le quinte e sono il vero motore dell' inchiesta sulla corruzione condotta dal pm Di Pietro».

CRAXI E GIULIANO AMATO

 

E Scalfaro che cosa c' entra? In un dispaccio al Dipartimento di Stato, l' incaricato d' Affari dell' ambasciata a Roma, Daniel Serwer, parla di un «insolito suggerimento del presidente della Repubblica».

 

Scalfaro avrebbe rivolto nel 93 al capo del governo, il socialista Amato, questo «consiglio»: «È opportuno non prendere parte alla riunione della segreteria del Psi in programma il prossimo 1 febbraio per evitare che l' esecutivo venga danneggiato dalle lotte interne al partito».

 

scalfaro craxi 2

Ovvero: lasciate da solo Craxi, mollatelo e almeno vi salverete voi! E appare come minimo inopportuno, da parte di un Capo di Stato, ingerire così direttamente nelle vicende interne di un partito, per facilitarne l' eliminazione del segretario. Tra le tante storture di quel periodo drammatico, eccone un' altra come emerge da questi report finora sconosciuti e che Spiri ha estratto dagli archivi del Dipartimento di Stato americano, per illustrarli nel volume che esce domani - da lui curato insieme a Francesco Bonini e a Lorenzo Ornaghi - intitolato La Seconda Repubblica. Origini e aporie dell' Italia bipolare (Rubbettino editore).

 

CRAXI E GIULIANO AMATO 4

Giuliano Amato a quella riunione della segreteria socialista non andò. E la sua decisione, sollecitata da Scalfaro, viene letta in chiave americana come «opportuna»: una «presa distanza pubblica» nei confronti di Craxi la cui fine politica e le manovre di Scalfaro per propiziarle vengono apprezzate in questi dispacci a conferma di quello che pensava Craxi, ovvero che da Oltreoceano si faceva il tifo contro di lui.

 

LE DIMISSIONI Pochi giorni dopo il dispaccio in cui si cita Scalfaro, l' 11 febbraio 93, Craxi isolato e bersagliato si dimise da segretario del Psi dopo 16 anni e 7 mesi di comando. Lo fa «in maniera tardiva», si legge in uno di questi cablogrammi, e dopo «aver fortemente danneggiato il suo partito» fino a farne «il simbolo della partitocrazia corrotta».

CRAXI E GIULIANO AMATO

 

Da Via Veneto informano: «Il leader socialista si è dimesso ma si è rifiutato di lasciare il suo vecchio ufficio di Via del Corso, costringendo il nuovo segretario, Giorgio Benvenuto, ad accomodarsi in un' altra stanza, a conferma del desiderio di Craxi di mantenere una certa influenza sull' attività del partito».

 

Ma non gli sarebbe riuscito perché ormai isolato dai suoi e nell' isolamento rispetto al suo partito il Capo dello Stato, a leggere questi dispacci, avrebbe avuto un ruolo attivo. Svolse un esercizio di intromissione che non gli sarebbe dovuto competere.

 

PETER SECCHIA

L' IDOLO E comunque, piacque così tanto agli americani l' interventismo anti-craxiano di Scalfaro che, in altri report rintracciati dallo storico Spiri, l' allora Capo dello Stato viene definito dal diplomatico Serwer: «Un' autentica Rocca di Gibilterra» («A veritable Rock of Gibraltar»), posta a guardia della transizione politica italiana.

 

E ancora: «È un uomo imparziale, integro, di esperienza, onesto e capace, con il suo discreto interventismo, di mantenere la barra dritta» in quegli anni tempestosi di Tangentopoli.

 

In cui a Washington si tifa per Di Pietro e si gioisce per l' isolamento di Craxi e poi per la sua caduta. Nella quale una spinta sarebbe arrivata anche dal Colle, e Oltreoceano la registrarono benevolmente.

GHERARDO COLOMBO - ANTONIO DI PIETRO - PIERCAMILLO DAVIGO

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