zaia salvini giorgetti draghi

SCASSA OGGI, PROVOCA DOMANI, ORA SALVINI E' IN MINORANZA NELLA LEGA - L'ALA GOVERNISTA DEL CARROCCIO ZAIA-GIORGETTI SI E' ROTTA LE PALLE DELL'ANTI-DRAGHISMO DI SALVINI E CHIEDE UN CAMBIO DI ROTTA - SE IL "CAPITONE" INSISTE, DOPO LE ELEZIONI AMMINISTRATIVE, SI ANDRA' ALLO SCONTRO TOTALE AL CONGRESSO E SALVINI RISCHIA DI USCIRNE SPENNATO - COSA INTERESSA AI GOVERNISTI? AVERE DRAGHI A PALAZZO CHIGI PIU' A LUNGO POSSIBILE E TORNARE A FATTURARE... 

DAGONEWS

zaia salvini

Il trono di Matteo Salvini nella Lega non è più così solido. Anzi, scricchiola. Nel Carroccio l'ala "draghiana-governista" ha preso coraggio, raccoglie consensi e tramite i governatori (Zaia, Fontana, Fedriga) fa sentire la propria voce sui giornali. E ora il "Capitone", finito in minoranza nel suo stesso partito, deve ponderare le sue mosse: le scorribande da guastatore contro il governo che la stessa Lega sostiene non saranno più tollerate.

 

A fine ottobre, dopo le elezioni amministrative, quando sarà stata "pesata" la reale consistenza dei partiti al netto dei sondaggi, si andrà alla resa dei conti: o Salvini risintonizza le sinapsi e depone l'anti-Draghismo oppure verrà disarcionato al Congresso dal resto del Carroccio. Anche perché le intemerate anti-governiste cozzano con l'idea di federazione con Forza Italia del super-draghiano Berlusconi. L'ala governista Zaia-Giorgetti, che vuole Draghi a Palazzo Chigi ancora a lungo, spinge per un'alleanza "responsabile" con il Pd (evitando le schermaglie quotidiane con Enrico Letta) per permettere agli imprenditori del Nord di ripartire e fatturare. 

 

LEGA, DURIGON: “BASTA FALSITÀ, ORGOGLIOSO DEL MIO PARTITO E DI SALVINI”

(Ansa) - “Rassicuro i giornali e le fonti interessate che diffondono quotidianamente fango e falsità di ogni tipo. Non ho alcuna intenzione di lasciare la Lega, anzi, sono orgoglioso di farne parte e di lavorare al fianco di un leader insostituibile come Matteo Salvini”. Lo dice il parlamentare della Lega Claudio Durigon.

 

MASSIMILIANO FEDRIGA E MATTEO SALVINI

ORA IL NORD VUOLE IL CONGRESSO PER SILURARE SALVINI DOPO IL VOTO

Giacomo Salvini per https://www.ilfattoquotidiano.it

 

Matteo Salvini ha provato a silenziare il dissenso ma questo, alla prima occasione, è emerso lo stesso. Nella Lega però dicono che la pentola non sia ancora scoppiata. Succederà dopo le Amministrative quando non ci saranno solo i sondaggi – “li guardiamo poco”, fanno spallucce in via Bellerio – a certificare il crollo del partito dal 34% delle Europee del 2019 al 20% di oggi.

 

matteo salvini e giancarlo giorgetti 8

A quel punto a pesare saranno i voti. Quelli persi, soprattutto al nord. Perché di fronte a una débâcle nei grandi centri – Milano, Bologna e Varese su tutti – è pronta la riscossa dei colonnelli in Veneto e Lombardia: chiederanno prima i congressi regionali e poi quello nazionale. O federale, come si dice nel Carroccio dai tempi di Umberto Bossi.

 

Con quale obiettivo? Ufficialmente per “capire qual è la linea e dove stiamo andando”, ufficiosamente per provare a rovesciare il monarca. Nessuno ancora lo dice così apertamente perché si aspettano le elezioni e perché, al momento, un aspirante al trono ancora non c’è. Eppure i nomi per sostituire Salvini girano sempre più con insistenza: Luca Zaia, ma soprattutto Massimiliano Fedriga che avrebbe il merito di unire il mondo del Nord con l’idea di partito nazionale impressa da Salvini.

zaia salvini

 

In Veneto i fedelissimi di Zaia – che ieri sul Corriere ha sfidato il leader dicendo che sul Green pass “ha vinto la linea dei governatori” – di congressi parlano da giorni. Basta sentire Roberto Marcato, uomo vicino al presidente del Veneto: “Nella Lega ci sono tante anime, ora servono i congressi”. È stato lui il primo a prendere le distanze dal nostalgico Claudio Durigon e dai No Green pass (“Roba da medioevo”): si candiderà a capo della Liga Veneta.

 

Con lui ci sono Marzio Favero, consigliere regionale, Fulvio Pettenà, ex presidente della Provincia di Treviso molto vicino a Zaia e soprattutto Mario Conte, sindaco di Treviso di cui si parla un gran bene nel Carroccio. Il primo obiettivo sarà destituire il commissario regionale Alberto Stefani, molto vicino a Salvini, a cui viene attribuita la colpa di non essere riuscito a incassare un esponente di governo veneto (tranne Erika Stefani). Dopo chissà: dal Veneto assicurano che partirà la riscossa nazionale.

 

matteo salvini e giancarlo giorgetti 4

Poi c’è la Lombardia, dove comanda il commissario salviniano Fabrizio Cecchetti. Ma questo è il regno di Giancarlo Giorgetti che qui ha cresciuto una cantera di amministratori e parlamentari: da Guido Guidesi a Raffaele Volpi, da Dario Galli a Massimo Garavaglia fino al capogruppo al Senato Massimiliano Romeo. Anche qui la richiesta di cambiamento è forte. Soprattutto se a Milano a ottobre la Lega sarà superata da FdI. Sotto la Madonnina si gioca molto del futuro politico di Salvini perché è da quella sconfitta che i “nordisti” sperano di trarne vantaggio: “Mettiamo che Fratelli d’Italia prenda più voti di noi – spiega un colonnello lombardo – a quel punto sarà chiaro a tutti che la leadership di Salvini non basta più. E inizierà la corsa a scendere dal suo carro”.

 

MASSIMILIANO FEDRIGA E MATTEO SALVINI

Di fronte alla richiesta del congresso però c’è un ostacolo: i tempi. Salvini vuole posticiparlo a dopo le elezioni politiche, i “nordisti” vogliono celebrarlo prima. Per questo il segretario spinge per eleggere Mario Draghi al Quirinale e andare a votare la prossima primavera così da fare lui le liste elettorali magari escludendo i fedelissimi dei governatori del Nord con la scusa del taglio dei parlamentari.

 

Il leader, che ha il polso del ventre leghista sopra il Po, questa settimana si è preoccupato. Ha avuto uno scontro durissimo con il capogruppo piemontese alla Camera Riccardo Molinari sul Green pass e si è sentito tradito dagli 87 assenti al voto finale. Quasi tutti eletti al nord. E così prova a dare qualche contentino ai dissidenti: ieri ha annunciato che si batterà per un’altra rottamazione delle cartelle fiscali fino a 20 mila euro.

claudio durigon giancarlo giorgetti

 

Un altro condonino. E, dopo aver ottenuto la sostituzione di Claudio Durigon e il voto favorevole al Green pass, ora saranno proprio l’autonomia e l’abbassamento delle tasse le prossime battaglie dell’ala “nordista”. Magari facendo affidamento su un loro uomo al Tesoro: per questo i veneti stanno spingendo il padovano Massimo Bitonci per sostituire Durigon. Salvini permettendo.

Ultimi Dagoreport

troisi papa leone carocci monda

CIAK! LA MESSA È FINITA: ANDATE IN PACE AL CINEMA "TROISI", COSÌ FATE FELICI IL SUO DOMINUS VALERIO CAROCCI E QUEL DISOCCUPATO A CACCIA DELLA BIENNALE VENEZIANA, ANTONIO MONDA - MENTRE LA SETTIMA ARTE IN ITALIA, SOTTO IL DOMINIO DELL’ARMATA BRANCA-MELONI, STA VIVENDO UNA DELLE SUE FASI PIÙ COMATOSE, TRA SALE VUOTE E “SINISTRI” TAGLI AL TAX-CREDIT DEL MINISTRO GIULI-VO, PAPA LEONE XIV RUGGISCE IN FAVORE DELLE SALE CINEMATOGRAFICHE (MA DA QUANDO IN QUA IL PONTEFICE SI OCCUPA DI RIEMPIRE LE SALE, ANZICHÉ PREOCCUPARSI DI RIEMPIRE LE CHIESE?) - L'UNICO CINEMA CHE BENEFICIA DELLA GLORIA DI PREVOST È IL "TROISI", GESTITO DA CAROCCI CHE, IN DUPLEX CON ANTONIO MONDA, HA CONVINTO IL CARDINALE JOSE' TOLENTINO DE MENDONÇA NELLA DIVINA MISSIONE DI ORGANIZZARE AL CINEMA "TROISI" NOVE INCONTRI CON REGISTI E ATTORI INTERNAZIONALI, SOTTO IL PATROCINIO DEL SANTA SEDE - GRATIS? MANCO PER NIENTE. PER ACCEDERE ALLA SALA BISOGNERÀ SBORSARE 8 EURO. E COSÌ SIA - CAROCCI E LA NOTA STAMPA DEL "PICCOLO AMERICA" CHE RILANCIA LE PAROLE DEL PAPA...

pier silvio marina berlusconi marta fascina arcore

FLASH! - COL PRETESTO DI DARE UNA RIVERNICIATINA A VILLA SAN MARTINO (CHE HA SPESE DI MANUTENZIONE E SERVITU’ DI 220 MILA EURO ALL’ANNO), MARINA & PIER SILVIO SONO FINALMENTE RIUSCITI A FAR SLOGGIARE MARTA FASCINA E IL SUO PAPA’ ORAZIO, CHE NON L’ABBANDONA MAI, DALLA REGGIA DI ARCORE - ORA LA VEDOVA MORGANATICA E’ CONFINATA IN UNA DÉPENDANCE DEL VILLONE DI 130 METRI QUADRATI, DOVE PROBABILMENTE ALLA FINE RESTERÀ IMPEGNATISSIMA A CONTARE I 100 MILIONI DI EREDITA’ OTTENUTI DALLA BUONANIMA DI PAPI SILVIO…

ignazio la russa sergio mattarella

FLASH! – PER SOSTENERE I FRATELLINI D’ITALIA CIRIELLI E SANGIULIANO ALLE REGIONALI CAMPANE, SI È SCOMODATO PERSINO IL PRESIDENTE DEL SENATO, IGNAZIO LA RUSSA – CHE LA SECONDA CARICA DELLO STATO FACCIA CAMPAGNA ELETTORALE, FOTTENDOSENE DEL SUO RUOLO ISTITUZIONALE,  NON AVRÀ FATTO PIACERE PER NULLA A SERGIO MATTARELLA – D’ALTRONDE, IL PRESIDENTE LEGHISTA DELLA CAMERA DEI DEPUTATI, LORENZO FONTANA, NON CI PENSA ASSOLUTAMENTE DI SCAPICOLLARSI IN VENETO A SUPPORTO DEL CANDIDATO DEL CARROCCIO, ALBERTO STEFANI…

emanuele filberto di savoia - consulta dei senatori del regno

MONARCHIA UNICA VIA! – SABATO PROSSIMO A PALAZZO BORGHESE DI FIRENZE SI RIUNISCE QUEL CHE RESTA DEI MONARCHICI DE’ NOANTRI, PER LA SERATA DI GALA DELL’ORGANIZZAZIONE “CONSULTA DEI SENATORI DEL REGNO”. OSPITE D’ONORE “SUA ALTEZZA REALE” EMANUELE FILIBERTO DI SAVOIA – NELL’INVITO SONO BEN EVIDENZIALE LE “NOTE DI ETICHETTA”: “È CONSUETUDINE FARE L'INCHINO (C.D. CURTSY) AD UN'ALTEZZA REALE, DINANZI ALLA SUA PERSONA”, “NON È CONSUETUDINE (POICHÉ NON ELEGANTE) UTILIZZARE COSTANTEMENTE I TELEFONI CELLULARI” – AGLI UOMINI È “RICHIESTO IL COSIDDETTO ‘WHITE TIE-CRAVATTA BIANCA’ VALE A DIRE IL ‘FRAC’”. E PER LE DONNE? "È D’UOPO L’ABITO LUNGO. NON SONO AMMESSI..."