marine le pen emmanuel macron jean luc melenchon

LA SCOMESSA DI MACRON NON È ANCORA PERDUTA, MA IL SUO ASCENDENTE SUI FRANCESI SÌ – MARINE LE PEN È LONTANA DALLA MAGGIORANZA ASSOLUTA, ALLE ELEZIONI LEGISLATIVE IN FRANCIA, MA IL PARTITO DEL TOYBOY DELL’ELISEO DIMEZZA I SUOI SEGGI - IL PRESIDENTE PENSAVA DI PORSI COME UNICO VERO BALUARDO CONTRO L’ESTREMA DESTRA, PUNTANDO SULL’IMPOSSIBILITÀ DEI SOCIALISTI DI FARE ASSE CON L’ESTREMISTA MELENCHON. E INVECE, MACRON SI È RITROVATO TERZO E IN MOLTI SEGGI SARÀ COSTRETTO ALLA DESISTENZA… - ERIC JOZSEF, CANDIDATO DI STATI UNITI D'EUROPA, SCARICA IL "SUO" LEADER: "HA PERSO..."

 

 

 

 

 

MACRON SCONFITTO: DIMEZZA I SEGGI L’AZZARDO FINALE PER RESTARE IN SELLA

Estratto dell’articolo di Anais Ginori per “la Repubblica”

 

emmanuel macron vota

A chi gli ha parlato nelle ultime ore, non ha dato segni di essersi pentito. Anche se la sua scommessa si è rivelata perdente, e tra una settimana potrebbe avere meno della metà dei suoi attuali deputati mentre l’estrema destra rincorre la maggioranza assoluta, Emmanuel Macron continua a mostrarsi convinto di aver fatto la scelta giusta nell’indire elezioni politiche anticipate.

 

«Una delle decisioni più difficili che ho preso», aveva confidato a proposito del suo annuncio a sorpresa del 9 giugno. All’ora di pranzo, il capo dello Stato appare con la moglie Brigitte al Touquet, la località balneare a Nord di Parigi dove ha la casa di famiglia. «Grazie a tutti coloro che consentono lo svolgimento regolare delle elezioni, fate vivere la democrazia », twitta Macron. Qualche selfie, un piccolo bagno di folla, prima di ripartire verso la capitale.

 

Brigitte ed Emmanuel Macron in abiti casual a Le Touquet dopo il voto per le legislative

«Quando si ridà la parola al popolo non si sbaglia mai», ripetono nel suo entourage. «C’era un ascesso nel Paese e bisognava farlo scoppiare », chiosa il centrista François Bayrou […].

 

[…] Il vertice convocato nel palazzo presidenziale dura appena un’ora. Non c’è tempo per rallegrarsi per la timida ripresa della lista Ensemble della maggioranza, arrivata al 22 per cento rispetto al misero 14,5 delle europee. Bisogna evitare in extremis a una coabitazione con un governo di estrema destra. C’è da definire una strategia ora che il duello che si annuncia nelle urne domenica prossima sarà soprattutto tra candidati dell’estrema destra e quelli del Nouveau Front Populaire. Un dilemma che i macronisti hanno rifiutato fino all’ultimo, credendo o mostrando di credere che potevano essere loro nella posizione di sfidanti.

 

proteste contro il rassemblement national

Alle 20 Macron fa diramare un comunicato per indicare la linea. «È giunto il momento di un grande blocco chiaramente democratico e repubblicano per il secondo turno», dice il capo dello Stato che si congratula per la prova democratica di ieri.

 

«L’elevata partecipazione al primo turno testimonia l’importanza di questo voto per tutti i nostri compatrioti e il desiderio di chiarire la situazione politica che ci obbliga a scegliere». È tempo di scelte, appunto. «Neppure un voto deve andare al Rn», spiega Gabriel Attal, mandato in prima linea in questa folle campagna elettorale.

 

proteste contro il rassemblement national

Il premier uscente appare intorno alle dieci di sera, annunciando la desistenza di tutti i candidati della maggioranza uscente che saranno presenti in terza posizione al secondo turno. Attal però non indica una preferenza di voto laddove i candidati sono eliminati al primo turno, e non cita la coalizione delle sinistre Nouveau Front Populaire, di cui ha denunciato in campagna le contraddizioni e le “proposte pericolose”. Dietro le quinte, Macron invita però a trovare accordi caso per caso, includendo anche candidati della France Insoumise di Jean-Luc Mélenchon.

 

EMMANUEL MACRON - ILLUSTRAZIONE DI FRANCESCO FRANK FEDERIGHI

È una desistenza […] che comincia a dividersi, dove molti già si proiettano nell’epoca post-Macron. «Non dirò mai di votare per un candidato della France Insoumise», spiega in diretta la ministra Aurore Bergé. All’opposto, l’ex ministro Clément Beaune, invita «a votare per il candidato antagonista al Rn qualunque esso sia». Edouard Philippe chiama a votare per la sinistra «socialdemocratica, ecologica e comunista » ma non per i candidati della France Insoumise […].

 

MACRON HA PERSO COL SUO GIOCO D’AZZARDO, IL FRONTE REPUBBLICANO È QUASI IMPOSSIBILE

Estratto dell'articolo di Eric Jozsef per “La Stampa”

 

Pochi giorni dopo aver sciolto la camera dei deputati, il 9 giugno scorso, Emmanuel Macron si era vantato di aver lanciato una «granata senza sicura» tra le gambe del sistema politica. Tempo una settimana e l’ordigno è sul punto di esplodere per consegnare la democrazia francese all’estrema destra di Marine Le Pen.

 

marine le pen dopo la vittoria al primo turno delle elezioni legislative

[…] Ieri sera, due minuti dopo le 20 e la chiusura delle cabine elettorali, l’Eliseo ha mandato un comunicato per richiamare a un fronte «chiaramente democratico e repubblicano contro il Rassemblement National» in previsione del secondo turno, domenica prossima. Il presidente, poi, ha aggiunto in serata che per bloccare Le Pen valuterà «alleanze caso per caso» anche con la France Insoumise.

 

Eppure, fino a pochi giorni fa, il campo Macronista aveva cercato di mobilitare l’elettorato moderato mettendo quasi sullo stesso piano il «rischio delle frange estreme», quella del Rassemblement National con quella della France Insoumise, cioè la sinistra radicale di Jean-Luc Mélenchon (alleato per le elezioni con i verdi, i comunisti e i socialisti nel Nouveau Front Populaire).

 

proteste contro bardella a parigi

Difficile, in queste condizioni, ipotizzare che la settimana prossima l’elettorato moderato preferirà votare per un candidato della sinistra piuttosto che astenersi o scegliere il candidato di Rn rimasto in lizza. Già ieri sera, una parte della destra moderata ha escluso questo scenario. L’eurodeputato neo-gollista (Les Républicains) François-Xavier Bellamy ha affermato che «il pericolo che oggi minaccia il nostro paese, è l’estrema sinistra». L’ex-primo ministro di Emmanuel Macron, Edouard Philippe, ha anche lui escluso di sostenere candidati della France Insoumise (sinistra radicale) nel caso di duello contro candidati del Rassemblement National.

 

JEAN LUC MELENCHON CON L EURO DEPUTATA FRANCO PALESTINESE RIMA HASSAN DOPO LE ELEZIONI LEGISLATIVE

Da parte sua, Jean-Luc Mélenchon – come hanno fatto i suoi alleati socialisti, verdi, comunisti – ha invitato i candidati di sinistra arrivati in terza posizione a non presentarsi domenica prossima per evitare di dividersi contro Jordan Bardella: «Nessun voto, nessun seggio in più per il Rn» .

 

Ma dietro questo appello al fronte repubblicano, Jean-Luc Mélenchon ha inviato anche messaggi di divisioni, paragonando la politica di Emmanuel Macron alle proposte del Rassemblement National e offrendosi alle telecamere con al suo fianco l’eurodeputato franco-palestinese Rima Hassan. Accusata da suoi avversari di sostenere Hamas, la giovane avvocatessa con la keffiah incarna per una buona parte dell’elettorato moderato il volto estremista e radicale della France Insoumise.

supporter del rassemblement national

 

[…] A risultati del primo turno noti, Emmanuel Macron dovrebbe rapidamente riprendere la parola durante l’ultima settimana di campagna elettorale. Ma dopo aver fallito nel proposito di annientare il Rassemblement National, come si era impegnato a fare all’inizio della sua avventura politica nel 2017, con un partito presidenziale che dovrebbe essere fortemente ridimensionato e deputati Renaissance che non nascondono più il loro disappunto, appare come un capo dello Stato indebolito e isolato.

 

MACRON E LA DURA LEGGE DE GAULLE - MEME BY EMILIANO CARLI - IL GIORNALONE - LA STAMPA

Nella sua decisione di sciogliere la Camera dei deputati, Emmanuel Macron pensava di riunire attorno a sé un fronte dei repubblicani per porsi come l’unico vero baluardo contro l’estrema destra e vincere di nuovo, come nel 2017 e 2022, la scommessa politica. Per questo, alla vigilia dello scioglimento e sulla base delle numerose divisioni tra la sinistra moderata e quella radicale di Jean-Luc Mélenchon, contava sull’impossibilità di queste forze di compattarsi elettoralmente nella forma del Nouveau Front Populaire.

 

Emmanuel Macron ha perso questa partita. Il presidente si ritrova di fronte a un Paese diviso in tre schieramenti, con la possibilità molto concreta che per la prima volta, la destra e la sinistra repubblicane non riescano ad allearsi per impedire l’accesso al potere dell’estrema destra.

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…

andrea orcel francesco milleri giuseppe castagna gaetano caltagirone giancarlo giorgetti matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - IL RISIKONE È IN ARRIVO: DOMANI MATTINA INIZIERÀ L’ASSALTO DI CALTA-MILLERI-GOVERNO AL FORZIERE DELLE GENERALI. MA I TRE PARTITI DI GOVERNO NON VIAGGIANO SULLO STESSO BINARIO. L’INTENTO DI SALVINI & GIORGETTI È UNO SOLO: SALVARE LA “LORO” BPM DALLE UNGHIE DI UNICREDIT. E LA VOLONTÀ DEL MEF DI MANTENERE L’11% DI MPS, È UNA SPIA DEL RAPPORTO SALDO DELLA LEGA CON IL CEO LUIGI LOVAGLIO - DIFATTI IL VIOLENTISSIMO GOLDEN POWER DEL GOVERNO SULL’OPERAZIONE DI UNICREDIT SU BPM, NON CONVENIVA CERTO AL DUO CALTA-FAZZO, BENSÌ SOLO ALLA LEGA DI GIORGETTI E SALVINI PER LEGNARE ORCEL – I DUE GRANDI VECCHI DELLA FINANZA MENEGHINA, GUZZETTI E BAZOLI, HANNO PRESO MALISSIMO L’INVASIONE DEI CALTAGIRONESI ALLA FIAMMA E HANNO SUBITO IMPARTITO UNA “MORAL SUASION” A COLUI CHE HANNO POSTO AL VERTICE DI INTESA, CARLO MESSINA: "ROMA DELENDA EST"…