putin gas

E SE CI FOSSE LA RUSSIA DIETRO L'IMPENNATA DEL PREZZO DEL GAS? 40 EURODEPUTATI SI SONO RIVOLTI ALLA COMMISSIONE UE CHIEDENDO UN'INCHIESTA SULLA POSSIBILE MANIPOLAZIONE DEL MERCATO DA PARTE DI GAZPROM, ACCUSATO DI AVER DELIBERATAMENTE RISTRETTO LE FORNITURE E SPINTO I PREZZI DEL GAS ALLE STELLE - LA MOSSA DI MOSCA SERVIREBBE A SPINGERE BERLINO E BRUXELLES A RIMUOVERE GLI ULTIMI OSTACOLI BUROCRATICI PER L'AVVIO DEL CONTESTATO GASDOTTO NORD STREAM 2…

sede gazprom

Gabriele Rosana per "il Messaggero"

 

La mano invisibile del Cremlino dietro l'impennata dei prezzi del gas e dei consumi energetici in Europa. Al Parlamento europeo ne sono convinti, tanto che almeno 40 eurodeputati di varia estrazione politica (dal centrodestra al centrosinistra, passando per verdi, liberali e nazionalisti) si sono rivolti alla Commissione chiedendo con forza un'inchiesta sulla possibile manipolazione del mercato da parte di Gazprom.

 

LA RETE DEL GAS VERSO L EUROPA

Il monopolista di Stato russo è accusato di aver deliberatamente ristretto le forniture e spinto i prezzi del gas alle stelle: più che triplicati da inizio anno, potrebbero continuare a salire ancora per mesi, è l'allarme Agenzia internazionale dell'energia. La mossa di Mosca, secondo vari osservatori, avrebbe come obiettivo immediato il pressing su Berlino e Bruxelles per la rimozione degli ultimi ostacoli burocratici per l'avvio del contestato gasdotto Nord Stream 2, la rotta appena ultimata che bypassa l'Ucraina passando dal mare del Baltico e con cui la Russia di Putin vuole raddoppiare i volumi diretti al Vecchio Continente.

 

GAZPROMBANK

IL DOCUMENTO

«La Commissione apra urgentemente un'indagine sulla possibile distorsione del mercato dell'energia e sull'eventuale violazione delle regole della concorrenza Ue da parte di Gazprom», si legge nella nota indirizzata alla titolare dell'Antitrust Margrethe Vestager e a quella dell'Energia Kadri Simson.

 

angela merkel vladimir putin

La condotta russa - dal freno alla produzione fino al mancato rifornimento in estate delle riserve europee, che si trovano al livello più basso in quasi dieci anni - ha prodotto «bollette molto più alte per i consumatori europei», continuano gli europarlamentari. Tra questi c'è anche l'ex presidente dell'Eurocamera Jerzy Buzek, popolare polacco, per il quale, oltre all'indagine, l'esecutivo avrebbe la possibilità di «adottare misure provvisorie contro Gazprom nel caso in cui il colosso decidesse di iniziare a operare attraverso Nord Stream 2 prima di aver ricevuto le dovute autorizzazioni».

margrethe vestager

 

 Se la crisi delle forniture e i rincari nei consumi hanno una dimensione internazionale, la partita rimane però tutta europea nella ricerca di una soluzione strutturale. Lo ha ricordato ancora ieri il ministro dello Sviluppo Giancarlo Giorgetti: «Quello del caro bollette è un problema dell'oggi, ma lo sarà soprattutto per il futuro, perché la transizione ambientale ed energetica avrà un suo prezzo. Vogliamo un mondo più pulito, è giusto che sia così; poi però qualcuno dovrà pagarne i costi».

 

da south stream a turkish stream

Che la transizione ecologica non sarà un pranzo di gala lo sanno bene anche a Bruxelles, tanto che la Commissione ricorda sempre che il Green Deal è accompagnato da un Fondo sociale per il clima di 72,2 miliardi: uno strumento che punta a sostenere le famiglie più vulnerabili e calmierare i prezzi in bolletta effetto dell'estensione anche al riscaldamento domestico del sistema chi inquina paga.

 

Sulle tempistiche per una rapida adozione del Fondo sociale, però, cala la consueta litania della procedura legislativa Ue: la proposta della Commissione è sul tavolo, adesso tocca a governi e Parlamento negoziare e decidere. Ed entra nel dibattito pure la riforma del Patto di Stabilità, visto che una delle opzioni per il futuro, elaborata dall'istituto di ricerca Bruegel e che suscita interesse fra le colombe (Francia e Italia in primis) prevede lo scomputo degli investimenti verdi dal calcolo del debito. Insomma, mentre le capitali corrono ai ripari per evitare la stangata, Bruxelles non distoglie lo sguardo dalle soluzioni di lungo termine.

 

gasdotto south stream

Per la commissaria Simson, la via maestra sono «gli investimenti in rinnovabili, che stanno producendo elettricità a prezzi più bassi», ma anche «una maggiore integrazione del mercato europeo». Un'opzione forte, che riporta al centro dell'agenda il tema della sicurezze energetica e pure gli acquisti comuni auspicati due giorni fa dal premier Mario Draghi al vertice di Atene.

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – LE REGIONALI SONO ANDATE A FINIRE COME NON VOLEVA, SALTELLANDO FUNICULÌ-FUNICULÀ, GIORGIA MELONI: LA "STATISTA DELLA SGARBATELLA", CHE RISCHIA DI NON TORNARE A PALAZZO CHIGI TRA DUE ANNI, ACCELERA SULLA DOPPIETTA PREMIERATO-LEGGE ELETTORALE, MA NON TUTTO FILA LISCIO A PALAZZO CHIGI: SALVINI E TAJANI SPUTERANNO SANGUE PUR DI OPPORSI ALL’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, CHE FINIREBBE PER CANNIBALIZZARLI - LA LEGA È CONTRARISSIMA ANCHE AL PREMIO DI MAGGIORANZA ALLA COALIZIONE (CON LA SOGLIA AL 40%, LA LEGA DIVENTEREBBE SACRIFICABILE) – ALTRA ROGNA: IGNAZIO LA RUSSA SCENDE IN CAMPO IN MODALITÀ SCASSA-MELONI: HA RINFOCOLATO LA POLEMICA SU GAROFANI E SE NE FOTTE DEI DIKTAT DELLA DUCETTA (FIDANZA SINDACO DI MILANO? NO, MEJO LUPI; PRANDINI GOVERNATORE DELLA LOMBARDIA? NO, QUELLA È ROBA MIA)

francesco de tommasi marcello viola daniela santanche ignazio leonardo apache la russa davide lacerenza pazzali

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE INCHIESTE MILANESI SULLA SANTANCHE', SUL VISPO FIGLIO DI LA RUSSA, SUL BORDELLO DELLA "GINTONERIA" AFFOLLATA DI POLITICI, IMPRENDITORI E MAGISTRATI, OPPURE SULL'OSCURA VENDITA DELLA QUOTA DI MPS DA PARTE DEL GOVERNO A CALTAGIRONE E COMPAGNI? - A TALI ESPLOSIVE INDAGINI, LE CUI SENTENZE DI CONDANNA AVREBBERO AVUTO UN IMMEDIATO E DEVASTANTE RIMBALZO NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ORA SI AGGIUNGE IL CASO DEL PM FRANCESCO DE TOMMASI, BOCCIATO DAL CONSIGLIO GIUDIZIARIO MILANESE PER “DIFETTO DEL PREREQUISITO DELL’EQUILIBRIO” NELL’INDAGINE SUL CASO DI ALESSIA PIFFERI – MA GUARDA IL CASO! DE TOMMASI È IL PM DELL’INCHIESTA SUI DOSSIERAGGI DELL’AGENZIA EQUALIZE DI ENRICO PAZZALI, DELICATISSIMA ANCHE PER I RAPPORTI DI PAZZALI CON VERTICI GDF, DIRIGENTI DEL PALAZZO DI GIUSTIZIA MILANESE E 007 DI ROMA - SE IL CSM SPOSASSE IL PARERE NEGATIVO DEL CONSIGLIO GIUDIZIARIO, LA CARRIERA DEL PM SAREBBE FINITA E LE SUE INDAGINI SUGLI SPIONI FINIREBBERO NEL CESTINO - LA PROCURA DI MILANO RETTA DA MARCELLO VIOLA, CON L'ARRIVO DELL'ARMATA BRANCA-MELONI, E' DIVENTATA IL NUOVO ''PORTO DELLE NEBBIE''?

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”