SE NON LO SAI, SACE - ANCORA FERME LE NOMINE DI STATO IN POSTI CHIAVE COME AGCOM, GARANTE PRIVACY, ANSALDO ENERGIA E SACE, CONTROLLATA AL 100% DA CASSA DEPOSITI E PRESTITI E CHE SERVE A PROTEGGERE GLI INVESTIMENTI ALL'ESTERO - LE DIFFICOLTÀ STANNO TUTTE TRA PALERMO-TONONI E TRIA, CHE A SUA VOLTA NON SEMPRE (EUFEMISMO) È D'ACCORDO COI DUE VICEPREMIER

-

Condividi questo articolo


Alessandro Da Rold per “la Verità

 

In proroga e troppo spesso messi in discussione, in una fase delicata dove servono garanzie per le maxi commesse delle grandi partecipate statali come Fincantieri e Leonardo. Il rinnovo dei vertici di Sace - controllata al 100% da Cassa depositi e prestiti, azienda che insieme con Simest offre servizi di export per la protezione degli investimenti all' estero e garanzie finanziarie con 114 miliardi di euro di operazioni in 198 Paesi - inizia a farsi sentire sulle nostre aziende, piccole e medie imprese come per le più grandi.

GIOVANNI TRIA MATTEO SALVINI GIOVANNI TRIA MATTEO SALVINI

 

Certo, fino a oggi l' operatività sulle grandi commesse non si è mai fermata, tanto che lunedì andrà in approvazione nel consiglio di amministrazione di Sace un' operazione da 2 miliardi su quattro navi proprio di Fincantieri. Ma l' incertezza del governo sulle nomine - ancora ferme quelle di Ansaldo Energia come quelle per Agcom e Garante della privacy - non aiuta. Il rinnovo o la sostituzione del presidente, Beniamino Quinteri, e dell' amministratore delegato, nonché direttore generale, Alessandro Decio, sono ancora pendenti. Le indiscrezioni sui quotidiani che si susseguono da mesi non aiutano. Il mandato è scaduto.

 

Ieri c' è stata l' ennesima fumata nera. E le difficoltà nei rapporti tra Cassa depositi e prestiti e il ministero dell' Economia continuano a prolungare la scelta dei nuovi vertici. Ormai si va avanti così da almeno un mese, con un' operatività in proroga anche se gli amministratori devono essere in carica con pieni poteri.

MASSIMO TONONI FABRIZIO PALERMO MASSIMO TONONI FABRIZIO PALERMO

 

Del resto, non sono stati mesi facili quelli tra l' amministratore delegato, Fabrizio Palermo, e il ministro dell' Economia, Giovanni Tria. Le tensioni sono all' ordine del giorno. A quanto pare, Decio, sollecitato dal Mef e dalle fondazioni, avrebbe dato disponibilità a restare per completare il lavoro svolto da Sace in questi anni, ma solo a patto di poter continuare a lavorare con serenità, indipendenza e professionalità e in piena collaborazione con via XX Settembre.

 

Sempre secondo quanto risulta alla Verità, l' attuale amministratore delegato non sarà comunque disponibile a proroghe «interminabili» come nel caso di Simest. Il punto è che il rinnovo dei vertici di Sace rientra in una partita molto più complessa che riguarda gli stessi equilibri di via Goito.

LA SOLITUDINE DI GIOVANNI TRIA LA SOLITUDINE DI GIOVANNI TRIA

 

Da tempo si è parlato di un possibile addio del presidente, Massimo Tononi, forse per attriti con l' amministratore delegato o forse perché le competenze di questo manager cresciuto alla corte dell' ex presidente del Consiglio Romano Prodi potrebbero servire da altre parti. Ma questo non è accaduto, anzi all' epoca si parlava persino di un suo passaggio alla presidenza della società che dovrebbe sorgere dalla fusione di Open Fiber e Rete Tim. Ma non si è verificato. Anzi le voci sono state smentite.

Beniamino Quintieri Beniamino Quintieri

 

Da qualche giorno circola rumor secondo cui Tononi vorrebbe nominare Luca Manzoni come nuovo numero uno di Sace. È l' attuale responsabile della area corporate di Bpm, con un passato in Bnl e Unicredit. C' è però chi fa muro, in via Goito come al Mef, sostenendo che non abbia abbastanza esperienza internazionale.

Le solite voci che alla fine rimangono tali. Così si ritorna al punto di partenza.

 

L' impressione è che prima dell' estate non si troverà la quadra. Ci sarà ancora da aspettare, in attesa di capire anche cosa succederà a livello di governo tra luglio e settembre. Nel frattempo però a rimetterci potrebbero essere le nostre aziende che investono all' estero.

ANGELO CARDANI ANGELO CARDANI ALESSANDRO DECIO ALESSANDRO DECIO

Quindi il sistema Paese.

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT – JOE BIDEN VUOLE CHE GIORGIA MELONI METTA ALL’ORDINE DEL GIORNO DEL G7 L’USO DEI BENI RUSSI CONGELATI. PER CONVINCERE LA DUCETTA HA SPEDITO A ROMA LA SUA FEDELISSIMA, GINA RAIMONDO, SEGRETARIO AL COMMERCIO – GLI AMERICANI PRETENDONO DALL’EUROPA UN'ASSUNZIONE DI RESPONSABILITÀ DOPO TUTTI I MILIARDI CHE WASHINGTON HA POMPATO A ZELENSKY. MA METTERE MANO AI BENI RUSSI È UN ENORME RISCHIO PER L’UNIONE EUROPEA: POTREBBE SPINGERE ALTRI PAESI (CINA E INDIA SU TUTTI) A RIPENSARE AI LORO INVESTIMENTI NEL VECCHIO CONTINENTE…