giuseppe conte lashki mittal arcelormittal ilva

CON LO SGUARDO RIVOLTO ARCELOR – L’UDIENZA SUL CASO ILVA È STATA RINVIATA AL 6 MARZO: ORA SI TRATTA A OLTRANZA PER RAGGIUNGERE UN ACCORDO. SE SI TROVERÀ LA QUADRA I DUE CONTENDENTI REVOCHERANNO IL CONTENZIOSO - LA TRATTATIVA È APERTA E POSSIBILE, MA RESTA SEMPRE IL SOLITO DETTAGLIUCCIO: GLI ESUBERI. L’AZIENDA VUOLE MANDARE A CASA 3MILA PERSONE. IL GOVERNO POTREBBE DARE L’OK A 2MILA…

 

 

 

Da www.ansa.it

 

ILVA DI TARANTO

E' stata rinviata al 6 marzo l'udienza sul caso ArcelorMittal-ex Ilva. Lo ha deciso il giudice civile Claudio Marangoni, titolare del procedimento che riguarda l'ipotesi di addio avanzata lo scorso 4 novembre dal gruppo franco-indiano. Il giudice ha concesso di differire l'udienza su richiesta concorde delle parti, nel presupposto che entro febbraio si arrivi a un accordo.

 

lucia morselli 1

Se ciò avverrà, come annunciato stamane, i due contendenti revocheranno i rispettivi atti con cui hanno dato il via al contenzioso e la causa verrà di fatto cancellata dopo il passaggio formale in aula. Se dovesse saltare l'accordo, invece, non ci sarà alcuna proroga e si andrà alla discussione.

 

OPERAIO ILVA

L'udienza di oggi è durata solo una decina di minuti in tutto. "Abbiamo mantenuto l'impegno a continuare la produzione", ha spiegato l'avvocato Bonsignore con a fianco l'ad Morselli. "In queste settimane - ha aggiunto con riferimento alla fase del negoziato coi commissari dell'ex Ilva - abbiamo fatto un lavoro importante e molto costruttivo, un bene perché ci consente di passare alla fase legale per la messa a punto della fase contrattuale".

 

Ossia, le modifiche al contratto di affitto e acquisizione degli stabilimenti, concordate tra le parti, che dovrebbero essere effettuate dopo l'accordo definitivo. Accordo che le due parti vorrebbero trovare entro febbraio, prima della prossima udienza del 6 marzo.

STEFANO PATUANELLI GIUSEPPE CONTE ROBERTO GUALTIERI CON LAKSHMI E ADITYA MITTALGIUSEPPE CONTE CON LAKSHMI MITTAL

 

"Ci sono le basi per arrivare ad un accordo - ha chiarito il legale - Mittal resta a Taranto, mantenendo la produzione". Nel caso le due parti arrivassero all'intesa definitiva, poi, da un lato, Mittal ritirerebbe il suo atto di citazione con cui ha chiesto l'accertamento del recesso dal contratto, annunciato a novembre, e dall'altro i commissari ritirerebbero il ricorso cautelare d'urgenza contro l'addio del gruppo. E la causa in corso di fatto verrebbe cancellata. "In pendenza di questo ricorso cautelare - ha precisato l'avvocato Ferdinando Emanuele, altro legale del gruppo - ArcelorMittal ha continuato a mantenere in funzionamento gli impianti e a produrre in ossequio a un invito del presidente del Tribunale e del presidente del Consiglio. ArcelorMittal ha grande rispetto del Governo e del presidente del Consiglio come lo abbiamo noi avvocati. Pur avendo esercitato il diritto di recesso, Mittal ritiene che la soluzione transattiva, bonaria e industriale sia la migliore per tutti".

 

LUCIA MORSELLI

Il destino dell'ex Ilva di Taranto resta dunque appeso al filo della trattativa tra governo e Arcelor Mittal. Trattativa che sta proseguendo a oltranza ma ancora non ha portato a una intesa sui dettagli e, soprattutto, non ha ancora superato lo scoglio degli esuberi. Si va avanti a piccoli tappe, in un percorso che rimane ancora molto difficile, tanto che i più pessimisti temono che alla fine saranno i giudici a doversi esprimere, anche perché, ancora in queste ultime ore, il negoziato avrebbe fatto qualche passo avanti ma anche diversi passi indietro. Con l'azienda che resterebbe ferma sui 3mila esuberi strutturali, indigeribili per il governo, prima ancora che per i sindacati. Il nodo è anche quello delle risorse che saranno previste dal nuovo piano industriale, al quale gli esuberi - inutile dirlo - sono strettamente legati. Ma ufficialmente le parti continuano a ostentare ottimismo: il premier, Giuseppe Conte, si è detto fiducioso dopo l'incontro a Londra che anche i vertici del colosso dell'acciaio hanno definito positivo.

lakshmi narayan mittal 5

 

giuseppe conte contratto ilva

"Ci sono stati dei progressi e confidiamo che si possano fare ulteriori passi avanti", ha detto Aditya Mittal, presidente e direttore finanziario di Am, parlando agli analisti durante la presentazione dei conti. Il gruppo ha chiuso il 2019 con un rosso di 2,5 miliardi di dollari ma un Ebitda di 925 milioni di dollari, migliore delle stime, e prospettive di miglioramento per il 2020 che sono piaciute ai mercati (ieri il titolo ha toccato anche un rialzo dell'11% sui listini di Parigi, Madrid e Amsterdam). I segnali di "rallentamento della domanda che inizia a stabilizzarsi", con l'attesa di un "aumento nei mercati core", indicati nella confernce call, potrebbero giovare anche alla partita che si gioca in Italia.

ILVA E TUMORI

 

Lo scetticismo dei sindacati

 

incendio all'ilva di taranto 2

Con il rinvio al 6 marzo dell'udienza, "si apre un'ulteriore fase di incertezza e di preoccupazione sulle prospettive del gruppo in Italia", commenta la Fiom con una nota della segretaria generale Francesca Re David e del segretario nazionale responsabile per la siderurgia Gianni Venturi. E riferendosi al rialzo del titolo ieri in Borsa dopo la diffusione dei conti 2019, al dividendo annunciato, ed ai "2.331

lakshmi narayan mittal 3

lavoratori" in cig in Italia, la Fiom commenta: "Gli azionisti festeggiano, i lavoratori pagano". Ritiene "quindi urgente" che il ministero dello Sviluppo convochi il tavolo con i sindacati "per conoscere l'effettivo stato della trattativa, gli assetti proprietari e le prospettive tecnologiche e industriali. Non intendiamo - sottolineano Re David e Venturi - delegare al nostro ruolo ed alla nostra funzione di rappresentanza, né siamo disponibili a gestire gli effetti di possibili accordi che mettano in discussione gli impegni e i vincoli occupazionali già definiti nell'accordo del 2018. Se il tavolo non sarà convocato nelle prossime ore, sarà necessario ricorrere alla mobilitazione generale del gruppo".

incendio all'ilva di taranto 3incendio all'ilva di taranto 5di maio ilva

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni marina berlusconi antonio tajani

DAGOREPORT – IL DESIDERIO DI FARSI INCORONARE REGINA D'ITALIA, PER IL MOMENTO, LA MELONA LO DEVE RIPORRE NEL CASSETTO DEI SOGNI - L’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, BOCCIATA DA TUTTI I PARTITI CHE NON INTENDONO FINIRE CANNIBALIZZATI DALLA MELONI, STA MANDANDO IN PEZZI FORZA ITALIA - TAJANI FA IL POSSIBILISTA E GLI AZZURRI ESPLODONO. LASCIAMO POI PERDERE LA FAMIGLIA DI ARCORE CHE VEDREBBE SPARIRE IL NOME BERLUSCONI DAL SIMBOLO DEL PARTITO - A MILANO SI VOCIFERA DI UN TERRIBILE SCAZZO AL CALOR BIANCO TRA UN TAJANI IN MODALITA' RIBELLE E CRISTINA ROSSELLO, VICINISSIMA A MARINA - L'IDEONA DI FARSI INCORONARE "SUA MAESTA' GIORGIA I" FA STORCERE IL NASO ANCHE AI VARI POTENTATI SOTTERRANEI DEI FRATELLINI D’ITALIA (LOLLOBRIGIDA-LA RUSSA-RAMPELLI)...

zaia stefani salvini meloni fico schlein de luca

DAGOREPORT – L'ESITO DELLE REGIONALI IN VENETO, CAMPANIA E PUGLIA E' GIA’ SCRITTO MA SARA' IMPORTANTISSIMO PER “PESARE” OGNI PARTITO IN VISTA DELLE STRATEGIE PER LE POLITICHE DEL 2027 – I VOTI DELLE VARIE LISTE POTREBBERO CAMBIARE GLI EQUILIBRI INTERNI ALLE COALIZIONI: SE IN CAMPANIA E PUGLIA LE LISTE DI DECARO E DI DE LUCA FARANNO IL BOTTO, PER L'EX ROTTAMATRICE DI ''CACICCHI'' ELLY SCHLEIN SAREBBE UNO SMACCO CHE GALVANIZZEREBBE LA FRONDA RIFORMISTA DEL PD - ANCHE PER CONTE, UN FLOP DEL SUO CANDIDATO ALLA REGIONE CAMPANIA, ROBERTO FICO, SCATENEREBBE LA GUERRIGLIA DEI GRILLINI CHE DETESTANO L'ALLEANZA COL PD - LADY GIORGIA TIENE D’OCCHIO LA LEGA: SE PRECIPITA NEI CONSENSI IN VENETO, DOVE E' STATA FATTA FUORI LA LISTA ZAIA, PROVEREBBE A SOSTITUIRE IL MALCONCIO CARROCCIO CON AZIONE DI CARLETTO CALENDA...

villa casa giorgia meloni antonio tajani matteo salvini

DAGOREPORT - AH, CHE STREGONERIA È IL POTERE: TRAFIGGE TUTTI. SOPRATTUTTO I PARVENU. E COSÌ, DA PALAZZO GRAZIOLI, CHE FU LA SEDE INFORMALE DI GOVERNO E DI BUNGA-BUNGA DI BERLUSCONI PREMIER, SIAMO PASSATI A "VILLA GRAZIOLI" CON LA NUOVA DOVIZIOSA DIMORA DELL’EX ABITANTE DELLA GARBATELLA, DOVE OCCUPAVA CON MADRE E SORELLA DUE DISGRAZIATE CAMERE E CUCINA - UN IMMOBILE CHE STA SOLLEVANDO UN POLVERONE DI POLEMICHE: VILLA O VILLINO? COL SOLITO AGOSTINO GHIGLIA CHE AVREBBE SOLLECITATO GLI UFFICI DELLA PRIVACY DI TROVARE UN MODO PER LIMITARE LE INFORMAZIONI DA RENDERE PUBBLICHE ALLA CAMERA, IN RISPOSTA A UN’INTERROGAZIONE DELLA BOSCHI SULLA RISTRUTTURAZIONE DELLA VILLA – LA SINDROME DI "IO SO' GIORGIA E NUN ME FIDO DE NESSUNO!" HA POI TRASFORMATO LA MAGIONE NEL SUO BUNKER PERSONALE, LONTANO DAGLI SGUARDI E ORECCHIE INDISCRETE CHE INFESTANO PALAZZO CHIGI - TUTTO BENE QUANDO VENGONO CHIAMATI A RAPPORTO I SUOI FEDELISSIMI, MOLTO MENO BENE QUANDO TOCCA AGLI ALTRI, AGLI “ESTRANEI” DELLA CONVENTICOLA MELONIANA. DAL CENTRO DI ROMA PER RAGGIUNGERE “VILLA GRAZIOLI” CI VOGLIONO, IN LINEA D’ARIA, BEN 40 MINUTI DI MACCHINA. ANCHE DOTATI DI SIRENE E LAMPEGGIANTI, È “UN VIAGGIO”…. - VIDEO

simone canettieri giorgia arianna meloni

DAGOREPORT - MASSÌ, CON I NEURONI SPROFONDATI NELLA IRRITABILITÀ PIÙ SCOSSA, ARIANNA MELONI AVEVA URGENTE BISOGNO, A MO’ DI SOLLIEVO, DELL’ARTICOLO DI DEBUTTO SUL “CORRIERONE” DI SIMONE CANETTIERI - MESSA DALLA SORELLA GIORGIA A CAPO DELLA SEGRETERIA DI FDI, ARIANNA NON NE HA AZZECCATA UNA - ALLA PARI DI QUALSIASI ALTRO PARTITO DI MASSA, OGGI FDI SI RITROVA ATTRAVERSATO DA UNA GUERRIGLIA INTESTINA FATTA DI COLPI BASSI, RIPICCHE E SPUTTANAMENTI, INTRIGHI E COMPLOTTI – DALLA SICILIA (CASINO CANNATA-MESSINA) A MILANO (AFFAIRE MASSARI-LA RUSSA), FINO AL CASO GHIGLIA-RANUCCI, DOVE IL FILO DI ARIANNA SI È ATTORCIGLIATO PERICOLOSAMENTE INTORNO AL COLLO - CHE LA SORELLINA NON POSSIEDA LA ‘’CAZZIMMA’’ DEL POTERE, FATTA DI SCALTREZZA E ESPERIENZA, SE N'E' AMARAMENTE ACCORTA ANCHE LA PREMIER. E PUR AMANDOLA PIÙ DI SE STESSA, GIORGIA L’AVREBBE CHIAMATA A RAPPORTO PER LE SCELTE SBAGLIATE: SE IL PARTITO VA AVANTI COSÌ, RISCHIA DI IMPLODERE… - VIDEO

carlotta vagnoli flavia carlini

COME SIAMO POTUTI PASSARE DA ELSA MORANTE E MATILDE SERAO A CARLOTTA VAGNOLI? È POSSIBILE CHE SI SIA FATTO PASSARE PER INTELLETTUALI DELLE FEMMINISTE INVASATE CHE VERGAVANO LISTE DI PROSCRIZIONE ED EVOCAVANO METODI VIOLENTI E LA GOGNA PUBBLICA DIGITALE PER “FARE GIUSTIZIA” DEI PROPRI NEMICI? LA CHIAMATA IN CORREITÀ DEL SISTEMA EDITORIALE CHE HA UTILIZZATO QUESTE “VEDETTE” LETTERARIE SOCIAL DA MILIONI DI FOLLOWER PER VENDERE QUALCHE COPIA IN PIÙ – VAGNOLI PUBBLICA PER EINAUDI, FLAVIA CARLINI HA VERGATO UN ROMANZO INCHIESTA SULL’ITALIA DEL GOLPE INFINITO PER SEM (FELTRINELLI) . MA SULLA BASE DI COSA? BASTA AVERE UN MINIMO SEGUITO SOCIAL PER ESSERE ACCREDITATI COME SCRITTORI O DIVULGATORI?