gabanelli ucraina

SI FA PRESTO A DIRE L'UCRAINA NELL'UE - PER L'INGRESSO IN EUROPA ZELENSKY HA CHIESTO A STRASBURGO UNA PROCEDURA ACCELERATA, MA NON BASTA BUSSARE PER ENTRARE E I NEGOZIATI POTRANNO DURARE DECENNI - MILENA GABANELLI: "PRIMA DI TUTTO SI DEVE ARRIVARE ALLA PACE E KIEV DOVRÀ DEFINIRE LA SICUREZZA DEI SUOI CONFINI. DOVRANNO SEGUIRE GLI AIUTI PER UNA RICOSTRUZIONE CHE LA COMMISSIONE HA VALUTATO IN 500 MILIARDI DI DOLLARI. POI C'È MACRON CHE FRENA…" - VIDEO

Guarda il video su:

https://www.corriere.it/dataroom-milena-gabanelli/ingresso-ucraina-ue-perche-ci-vorranno-decenni/51fd055e-d9c1-11ec-9a18-b6cbe92a1c56-va.shtml

 

Francesco Battistini e Milena Gabanelli per il “Corriere della Sera

 

motivi della prudenza

Il primo di marzo, una settimana dopo l’inizio dell’invasione russa, Volodymyr Zelensky s’è collegato dal suo bunker di Kiev col Parlamento europeo, riunito in sessione straordinaria. È stata una giornata a suo modo storica: poche ore prima il presidente ucraino aveva firmato la richiesta d’aderire all’Unione Europea.

 

E Strasburgo – con 637 sì, 13 no e 26 astenuti – in quella data ha esortato i 27 Paesi dell’Unione a concedere a Kiev «lo status di candidato membro dell’Ue». Tutti nell’aula si sono trovati d’accordo. Dopo tre mesi di trincea contro l’invasore Putin, che non vuole l’Ucraina nella Nato e neppure in Europa, Kiev ha ormai acquisito il diritto d’entrare nell’Unione.

 

milena gabanelli su ucraina e ue 8

È il caso di ricordare che, nel 2013, il governo filorusso di Viktor Yanukovich rifiutò d’approvare un accordo d’associazione economica all’Ue – che impegnava l’Ucraina a fare riforme in cambio d’assistenza finanziaria e d’aperture sul mercato europeo – e bastò quel no a scatenare la rivolta di Maidan, la fuga di Yanukovich in Russia, l’annessione della Crimea da parte di Putin, l’inizio della guerra nel Donbass.

 

Quell’accordo (richiesto dall’Ucraina e rimangiato da Yanukovich) approvato dal governo filo-occidentale di Porosenko è poi entrato in vigore nel 2017. Ed è una delle ragioni che hanno spinto il Cremlino all’invasione.

 

La richiesta di scorciatoia

milena gabanelli su ucraina e ue 7

Zelensky ha chiesto al Parlamento di Strasburgo anche una «nuova procedura speciale», cioè una scorciatoia per l’ingresso nell’Ue. Un’eccezione che nei trattati costitutivi dell’Europa, quello di Roma del 1958 e quello di Maastricht del 1993, non è mai esistita. «È una cosa giusta e ce la meritiamo» ha spiegato il presidente. Non si discutono i meriti.

 

procedura

Ma quant’è reale la possibilità che l’Ucraina diventi, in tempi brevi, un membro dell’Europa? E com’è possibile che possa prendere scorciatoie un Paese attualmente in guerra, che non ha il controllo del suo territorio e dov’è impossibile stabilire in via definitiva se la Crimea sia Ucraina oppure no, o se il Donbass sia una regione autonoma?

 

Intanto fiutando la possibilità d’una procedura accelerata, alla richiesta di Zelensky si sono accodate anche la Georgia (il 3 marzo) e la Moldova (il 5 maggio). Non basta però bussare, per essere accolti.

 

I tempi di ingresso nella Ue

Il passaggio successivo è dunque quello di ottenere lo status di candidato. Il Trattato di Maastricht, all’articolo 2, prevede che alla base dell’accesso ci sia la condivisione dei «valori comuni».

milena gabanelli su ucraina e ue 6

 

A valutare è la Commissione, che normalmente impiega anche un anno e mezzo. La Bosnia ha presentato la domanda di adesione nel 2016, ma ancora oggi non ha ottenuto lo status di candidato.

 

milena gabanelli su ucraina e ue 5

La commissaria Ursula von der Leyen ha detto però che gli ucraini «ci appartengono e condividono i nostri valori», per questo si è impegnata a pronunciarsi entro giugno. Ma dopo la Commissione, a esprimersi all’unanimità dev’essere il Consiglio europeo che, a sua volta, informa i parlamenti nazionali dei 27 Paesi membri.

 

allargamento

A quel punto è il Parlamento europeo, con un voto a maggioranza, a conferire lo status di candidato. Che ancora non significa l’ingresso automatico in Europa: la Turchia è candidata dal 1999, ma è ferma là, perché l’Ue ha preso tempo e perché il presidente Erdogan – tra violazioni dei diritti umani e islamizzazione di Stato – non ha mai fatto un solo passo per andare verso i requisiti richiesti. Entrare nell’Ue richiede una procedura lunghissima. Vediamo.

 

I negoziati

Ottenuto lo status di candidato, seguono i negoziati su 35 materie, poiché le leggi del Paese candidato devono armonizzarsi a quelle comunitarie. Dal fisco alla giustizia, istruzione, sanità, sistema bancario, politiche energetiche e agricole, dogane, trasporti, diritti umani, ambiente, regole sugli alimenti e sulla veterinaria.

 

milena gabanelli su ucraina e ue 2

Quando tutta la trafila e le verifiche sono terminate, il trattato d’adesione dev’essere approvato all’unanimità dal Consiglio Ue e a maggioranza dal Parlamento europeo. Infine, sul via libera definitivo all’ingresso in Europa, si devono pronunciare i Parlamenti nazionali dei 27 Stati membri che sono chiamati a ratificare con le solenni procedure richieste per qualsiasi trattato internazionale.

 

le tappe

Questi negoziati durano anni perché, sui 35 capitoli, il Paese candidato deve spesso confrontarsi in trattative bilaterali coi singoli Stati membri, quindi riferire alla Commissione europea che, di volta in volta, fissa i parametri per ogni capitolo e le date per il raggiungimento degli obbiettivi in ciascuna delle 35 materie. Alla Croazia per esempio, che dalle guerre balcaniche degli anni Novanta era uscita da un bel pezzo, è servito un intero decennio.

 

I casi Albania e Macedonia

La via dell’allargamento dell’Unione europea è a volte così tortuosa che sono le stesse istituzioni comunitarie a stupirsene: il 22 aprile la commissione Esteri del Parlamento europeo s’è «rammaricata» perché l’Albania e la Macedonia del Nord siano ancora così lontane dal traguardo.

 

milena gabanelli su ucraina e ue 1

Le loro risposte al questionario per il riconoscimento dello status di membro, che Zelensky svela d’avere «completato in poco più d’una settimana», hanno richiesto anni e han riempito decine di volumi: da Tirana e da Skopje ci vollero diverse persone per trasportare tutto quel materiale a Bruxelles. «Qualche giorno fa – racconta il presidente della commissione Esteri della Camera, Piero Fassino – l’ambasciatore macedone mi ha chiesto: scusate, ma per entrare in Europa dobbiamo farci invadere anche noi da Putin?».

 

Chi spinge e chi frena

milena gabanelli su ucraina e ue 4

Sulla procedura rapida per dare all’Ucraina lo status di candidato tutti sembrano d’accordo. «Anche a costo di lavorare 24 ore al giorno per sette giorni alla settimana» dice Ursula von der Leyen. Ma le cose cambiano quando s’ipotizzano le tappe successive, quelle dei negoziati. Ed è il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, ad ammettere che sulla faccenda «ci sono opinioni e sensibilità diverse. A favore di un ingresso accelerato dell’Ucraina spingono l’Estonia, la Lettonia, la Lituania, la Bulgaria, la Repubblica Ceca, la Slovacchia e la Slovenia. Protestano apertamente quei Paesi che da anni stanno negoziando ma non sono ancora riusciti ad entrare: la Macedonia del Nord ha ottenuto lo status nel 2005, il Montenegro nel 2010, la Serbia nel 2012 e l’Albania nel 2014.

 

milena gabanelli su ucraina e ue 3

Sono più invece freddi invece sulla reale possibilità di ingresso dell’Ucraina in tempi rapidi la Germania, il Belgio, l’Olanda, il Lussemburgo e la Francia. Il presidente francese Macron ha ricordato che «dobbiamo essere chiari: anche se concediamo domani lo status di candidato, sappiamo tutti perfettamente che il processo durerà decenni».

 

Le ragioni della prudenza

Prima di tutto si deve arrivare alla pace e l’Ucraina dovrà definire la sicurezza dei suoi confini. Dovranno seguire gli aiuti per una ricostruzione che la Commissione ha valutato in 500 miliardi di dollari.

 

C’è una risoluzione del Parlamento europeo che riguarda l’enorme gravità della corruzione nelle istituzioni ucraine. C’è il capitolo dati personali: l’Ucraina cede banche dati a Paesi che non hanno una legislazione sulla privacy.

 

i capitoli

E oggi è fra i pochi Paesi al mondo dove la legge permette l’utero in affitto a fini esclusivamente commerciali. Entrando nell’Unione si trascinerebbe dietro Georgia e Moldova e l’esperienza già fatta dell’allargamento ad est, soprattutto con l’Ungheria e la Polonia, dimostra la difficile gestione della macchina burocratica e politica europea. Ma soprattutto, con i suoi 44 milioni di abitanti, diventerebbe per dimensioni e peso il quinto Paese dell’Ue.

 

E, di fronte a una nuova aggressione russa, avremmo l’obbligo di «aiuto e assistenza» che c’impone l’articolo 42 del Trattato europeo. Però l’Ue un esercito non ce l’ha. Insomma, oltre le dichiarazioni e le buone intenzioni, la strada da fare è lunga.

Ultimi Dagoreport

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…

giorgia e arianna meloni come le gemelle di shining - fotomontaggio del fatto quotidiano

DAGOREPORT – VI RICORDATE QUANDO GIORGIA MELONI DEFINIVA LA SORELLA ARIANNA UNA “PRIVATA CITTADINA SENZA INCARICHI”? DIMENTICATELO: È IN CORSO UN TENTATIVO DI TRASFORMARE LA PRIMOGENITA DI ANNA PARATORE IN UNA POLITICA NAVIGATA. ECCO COME NASCE L’IMBARAZZANTE NTERVISTA RILASCIATA OGGI DALL'EX MOGLIE DI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA AL “CORRIERE DELLA SERA”, IN CUI ARIANNA RICORDA QUANDO “GUIDAVA IL CAMION NEI VICOLI DI ROMA” PER IL PARTITO, E RIVENDICA: “DA 30 ANNI SIAMO IN POLITICA” – LA FIAMMA MAGICA VUOLE TOGLIERLE L’ETICHETTA DI “SORELLA D’ITALIA”. IL GUAIO È CHE ‘GNA FA: L’UNICO PREGIO CHE ANCHE I COLLEGHI DI PARTITO LE RICONOSCONO È… LA SOMIGLIANZA ALLA SORELLA

del vecchio la stampa angelucci elkann

DAGOREPORT - NON SI STA MAI TRANQUILLI: AL RISIKO FINANZIARIO (MPS-MEDIOBANCA) FINITO TRA LE CARTE DELLA PROCURA DI MILANO, ORA SI AGGIUNGE IL RISIKO EDITORIALE: LA VENDITA DI ‘’’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ AL GRECO KYRIAKOU DIVENTA, GIORNO DOPO GIORNO, UN BORDELLO DI VOCI E RUMORS - C’È CHI ASSICURA CHE LO SBARCO DEL GRECO NON VADA ASSOLUTAMENTE A GENIO AL BOSS DELL’IMPERO MEDIASET, PIER SILVIO BERLUSCONI – CHI SPIFFERA DI UN PRESUNTO INTERESSAMENTO DELLA FAMIGLIA ANGELUCCI, EDITORE DE “IL GIORNALE” E DI “LIBERO”, ALL’ACQUISIZIONE DEL QUOTIDIANO “LA STAMPA”, CHE ELKANN HA MESSO IN VENDITA PER LA SOMMETTA DI 65 MILIONI DI EURO, CHE NON RIENTREREBBE NEL PERIMETRO DEL GRECO CON L’ANTENNA. MA PER IL BOSS DELLA SANITÀ CARO AL GOVERNO L’UNICO MODO DI COMPRARI ''LA STAMPA'' È ALL’EDICOLA: ELKANN NON GLIELO VENDERÀ MAI - A PROPOSITO DI EDITORIA COME ULTIMA UMANA VOLUTTÀ, SI VOCIFERA CHE LEONARDINO DEL VECCHIO VOGLIA COMPRARSI NIENTEMENO CHE “IL FATTO QUOTIDIANO” (DAVVERO URGE LA RIAPERTURA DEI MANICOMI…)