SI FA PRESTO A DIRE “SCUDO ANTI SPREAD”: QUALI CONDIZIONI DEVE SODDISFARE UN PAESE PERCHÉ POSSANO SCATTARE GLI INTERVENTI SUI SUOI TITOLI? ALLA BCE ANCORA NON L’HANNO CAPITO - SICURAMENTE NON TOCCHERÀ AL GOVERNO IN DIFFICOLTÀ FARNE RICHIESTA. GLI ACQUISTI PER CONTENERE GLI SPREAD, IN TEORIA, SONO PARTE DELL’AUTONOMA POLITICA MONETARIA DELLA BANCA CENTRALE - ACQUISTI DI TITOLI MIRATI E TEMPORANEI, ECCO COME L'EUROTOWER POTRÀ SOSTENERE L'ITALIA...

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1 - LA SVOLTA DI LAGARDE ORA SI APRE LA PARTITA SULLE CONDIZIONI PER GLI INTERVENTI

Federico Fubini per il “Corriere della Sera”

 

BCE BCE

Che nella Banca centrale europea ci sia consapevolezza di essere in ritardo, emerge dalla dichiarazione con la quale si è chiuso il vertice di emergenza convocato ieri. «Il Consiglio direttivo - si legge - ha deciso di dare mandato» ai gruppi di lavoro tecnici «di accelerare il completamento del disegno di un nuovo strumento anti-frammentazione». Decidere spetterà poi allo stesso Consiglio direttivo della Bce, composto dai sei banchieri centrali dell'esecutivo di Francoforte e dai diciannove al vertice degli istituti nazionali.

l'esordio di christine lagarde alla guida della bce 4 l'esordio di christine lagarde alla guida della bce 4

 

Naturalmente dietro l'espressione astratta («frammentazione») c'è una realtà concreta: quel 2,4% di differenza di martedì sera fra i rendimenti dei titoli di Stato decennali tedeschi e italiani comporta che la politica monetaria di fatto non sia più la stessa per i due Paesi - benché la banca centrale lo sia - perché un'impresa italiana oggi paga molto di più per ricevere credito. Ma non è per distrazione che la Bce è in ritardo e ora chiede a se stessa di «accelerare», dopo aver varato una stretta dei tassi che ha fatto esplodere gli spread.

È perché i banchieri centrali sono divisi su alcuni dettagli vitali dello «strumento anti-frammentazione».

 

bce bce

Ciò che li ha indotti a muoversi ieri è probabilmente quella che sembra una soglia del dolore oltre la quale la Bce reagisce: l'area attorno a 250 punti base (2,5%) di differenziali di rendimento, o spread, fra titoli decennali italiani e tedeschi. Nel marzo del 2020 la presidente Christine Lagarde lanciò il maxi-piano pandemico di interventi dopo che lo spread varcò quella soglia, fino a 280 punti.

 

E anche martedì la convocazione del vertice di emergenza è scattata quando lo spread fra Germania e Italia ha varcato quota 240. Chiaramente si tratta di un grado di stress e minaccia per l'architettura dell'euro che il sistema fatica a sopportare. Ora gli investitori potrebbero vedere proprio in questi livelli la soglia - che non sarà mai dichiarata - alla quale la Bce può decidere di entrare in campo con acquisti a favore dell'Italia con il suo «nuovo strumento».

 

fabio panetta della bce fabio panetta della bce

Ma, appunto, esso non è pronto proprio perché nella Bce si cerca ancora l'accordo sull'aspetto più politico: quali condizioni deve soddisfare un Paese perché possano scattare gli interventi sui suoi titoli. Sicuramente non toccherà al governo in difficoltà farne richiesta. Gli acquisti per contenere gli spread sono visti dalla Bce come parte della propria autonoma politica monetaria perché le economie dell'area euro possano tutte operare con costi di finanziamento simili, anche mentre i tassi salgono.

 

Lo strumento anti-frammentazione - ha detto ieri Fabio Panetta dell'esecutivo Bce all'Europarlamento - «è condizione necessaria per riportare l'inflazione al 2%». In altri termini, quest' arma contro gli spread eccessivi è un corollario dell'aumento dei tassi per ridurre il carovita. Resta da capire a quali condizioni per i governi beneficiati e su questo ancora ieri le idee nel Consiglio dei governatori erano diverse.

 

bce bce

Alcuni pensano che la Bce possa intervenire a favore di un Paese, purché questo sia in linea con il piano di riforme previsto dal Recovery e purché non sia in procedura per deficit eccessivo. Chi è più vicino alla visione della Bundesbank pensa invece che queste condizioni non bastino anche perché il patto di Stabilità resta sospeso e da rivedere, dunque le procedure per deficit eccessivo di fatto non esistono.

 

Per ora lo stress è stato sedato, dopo un crollo dello spread di 30 punti alla notizia riportata dal Corriere sul vertice di ieri. Ma l'accordo sulle condizioni a cui sottoporre ogni Paese protetto dalla Bce andrà trovato in poche settimane o le tensioni torneranno. Dopo aver sottovalutato le conseguenze dei suoi stessi annunci sull'aumento dei tassi, Lagarde ieri ha guadagnato tempo. Ma, come l'Italia, resta sotto esame sui mercati.

 

draghi euro draghi euro

2 - ACQUISTI DI TITOLI MIRATI E TEMPORANEI ECCO COME L'EUROTOWER POTRÀ SOSTENERE L'ITALIA

Vittoria Puledda per “la Repubblica”

 

Quali strumenti possiede al momento la Bce contro lo spread?

Si tratta del Pepp (Pandemic Emergency Purchase Programme): è un piano di emergenza di acquisto titoli dell'eurozona, varato a marzo 2020 per contrastare gli effetti della pandemia sui mercati. In pratica la Bce (direttamente e attraverso le Banche centrali nazionali) ha acquistato titoli pubblici (in larghissima parte) ma anche altre categorie di bond, per sostenere le quotazioni e ridurre le oscillazioni di tassi e spread. Il programma è terminato a marzo, ma non del tutto: le autorità continuano a reinvestire i titoli che vanno in scadenza. E quindi possono ancora utilizzarlo per moderare gli spread.

 

Qual è la novità ?

SPREAD ITALIANO 1 SPREAD ITALIANO 1

La Bce ha sottolineato che applicherà "flessibilità" nei reinvestimenti dei titoli in scadenza del Pepp. Per esempio: a fronte di bond tedeschi, potrebbe rinnovare lo stesso importo solo con titoli italiani, o comunque con più titoli italiani di quanti scadano. Il Pepp è sempre stato flessibile nella ripartizione geografica degli acquisti e in quella per categorie (titoli pubblici, titoli societari etc). Ora questa flessibilità è stata ancor di più sottolineata, ma senza dettagli quantitativi. Al 10 giugno, il Pepp aveva in pancia 1.697 miliardi di bond (di cui circa 279 titoli di Stato italiani).

Si stima che nel prossimo anno scadranno - complessivamente - 200 miliardi di bond.

 

Quali possono essere le altre misure allo studio?

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La Bce sta ora studiando un nuovo piano di intervento. Potrebbe avere caratteristiche simili al Next Generation Eu, quindi con vincoli (condizionalità) ma niente a che vedere con l'Omt, talmente invasivo da non essere mai stato utilizzato. È probabile comunque che abbia alcune caratteristiche del "vecchio" Pepp. Dunque, un piano temporaneo, con una data di scadenza precisa, e soprattutto con un obiettivo comune all'eurozona (anche se magari non a tutta).

All'epoca era stata la pandemia, in questo caso sarebbe la lotta alla "fragmentazione" dei mercati; il famoso scudo-antispread che gli operatori si attendono. Questo nuovo fondo potrebbe consentire alla Bce di intervenire sui mercati, dove serve e per quanto serve, con grande flessibilità, così come è avvenuto a suo tempo con il Pepp.

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Basteranno gli annunci?

Per chi guarda il bicchiere mezzo pieno, c'è di positivo la fermezza della comunicazione (confermata anche dal "falco" Klaas Knot: «Se i reinvestimenti non dovessero bastare, state tranquilli che saremmo pronti ad agire»). Il tallone d'Achille è che molti aspetti non sono stati quantificati e le misure allo studio restano oggetto di illazioni, fino a quando non saranno approvate. È possibile che la data che ha in mente ora la Bce sia il consiglio del 21 luglio. Abbastanza in là per la speculazione, ma non è escluso che faccia prima.

 

 

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