luigi di maio giuseppe conte nicola zingaretti

SI È MES DI TRAVERSO - CONTE APRE AL FONDO SALVA STATI E PROVA A SCARICARLO SUL PARLAMENTO, MA DI MAIO VUOLE CHE SIA IL PREMIER A INTESTARSI IL RICORSO ALLO STRUMENTO ODIATO DALLA BASE GRILLINA: ''NON C'È NESSUNA APERTURA SUL TEMA DA PARTE DEL M5S'' - ZINGARETTI INVECE INSISTE, ESSENDO IL COMPITO CHE GLI HA AFFIDATO BRUXELLES (SE NON LO PORTA A TERMINE, A CHE SERVE IL PD AL GOVERNO?): ''SAREBBE DAVVERO UNA CONTRADDIZIONE NON PRENDERE DEI SOLDI PER POI INDEBITARCI''

 

1. CONTE SUL MES: SE SERVIRÀ ALL'ITALIA ALLA FINE INTERPELLEREMO IL PARLAMENTO

Fabio Martini per ''La Stampa''

 

Per piacere, piace: subito e tanto. Alle 8 della sera, appena Giuseppe Conte scende dalla sua autoblu, i trecento cittadini, militanti, piccoli dirigenti del Pd in attesa pazientemente da mezz' ora lungo i vialetti della Festa dell'Unità, si abbandonano ad un applauso e poi ad un altro, culminati in un coro («bravo presidente») e in una raffica di «vai avanti», «sei una bella persona, Giuseppe!», «tieni botta!». Il presidente del Consiglio arriva in forte ritardo e dunque rinvia a più tardi il rituale giretto tra stand, cucine e volontari, che inizialmente era immaginato come parte decisiva dell'operazione politico-mediatica immaginata da palazzo Chigi, d'intesa col Pd: collocare Giuseppe Conte nello scenario affettuoso e plaudente della Festa nazionale dell'Unità, per dimostrare che il popolo democratico "ama" il presidente del Consiglio e viceversa.

ZINGARETTI - CONTE - DI MAIO

 

Ma alla fine la mission si è trasformata e, da operazione "bipartisan" di pacificazione tra le anime del governo, si è rivelata una riuscitissima operazione di auto-promozione. Durante l'intervista di Maria Latella (che ogni tanto con le sue domande ha sfidato una platea molto simpatetica con Conte), un presidente del Consiglio decisamente su di giri è riuscito a suscitare, ad ogni risposta, anche la più scontata, applausi a ripetizione. Naturalmente oltre agli effetti speciali c'era anche l'intervista pubblica e Conte ha dato diverse risposte interessanti.

 

Tre in particolare: su Mes, scuola e Recovery Fund. Sull'eterna questione del Mes, le parole di Conte, formalmente attestato su un no problematico, hanno lasciato trapelare novità: «Il mio atteggiamento è laico, non è per il sì o per il no. Elaboriamo i progetti, vediamo cosa serve alla sanità e agli altri settori, poi come un buon padre di famiglia valuteremo il da farsi. In questo momento io e il ministro Gualtieri non ci sentiamo di dire né sì né no. Quando sarà il momento interpelleremo ovviamente anche il Parlamento».

 

Concetto di volta in volta trapelato, ma dichiarate alla Festa dell'Unità, queste parole aprono uno squarcio: anche perché una volta affrontato il Parlamento, come accadde per la Tav, si apre la possibilità di maggioranze diverse da quella di governo. Il rialzo dei contagi sta aprendo un rischio del quale si stanno accorgendo anche i Cinque stelle: farsi trovare in una nuova emergenza, dopo aver rifiutato i fondi europei per la sanità pubblica. Interessante anche la riflessione sulla scuola. Conte si è chiesto: «Come mai negli anni scorsi non vi siete preoccupati per l'inizio dell'anno scolastico?».

 

NICOLA ZINGARETTI LUIGI DI MAIO

E a quel punto, rivolto a Maria Latella: «Le risulta che negli anni scorsi ha funzionato tutto come un orologio svizzero?». Una battuta che attinge da una realtà oggettiva, ma che è al tempo stesso anche un modo per mettere le mani avanti, rispetto ad un avvio di anno scolastico che presenta ancora diverse incognite. E ha promesso: «Entro la fine di ottobre avremo tutti i banchi singoli». Sul Recovery Fund, Conte ha detto chiaro un concetto: «Bisognerà evitare una parcellizzazione dei fondi, via ogni spesa corrente e concentrarsi sugli investimenti».

 

Sui rapporti all'interno della maggioranza, Conte ha glissato, volato più alto, con accenti trionfalistici: «Ci stiamo amalgamando sempre di più e stiamo lavorando sempre meglio. Stiamo vivendo un'esperienza di governo che sta ottenendo risultati mai raggiunti prima in un contesto internazionale difficile». Un'implicita critica ai Cinque stelle: «In vista delle Regionali c'era un centrodestra unito, presentarsi in maniera sparpagliata significava affrontare la sfida in maniera impari».

 

 Ma di questa intervista pubblica, che si è svolta davanti a 250 persone e non di più per rispettare le regole anti-Covid, un aspetto davvero significativo è stato il grande consenso, ben raccontato dall'incipit. Domanda di Latella: «È la prima volta che è qui alla Festa dell'Unità?». Risposta: «Intervistato? La prima volta in assoluto», ed è scattato un applauso di cinque secondi. Domanda: perché è venuto? Conte: «Per essere intervistato». Applausi. Quasi "fideistici", sicuramente ispirati da una simpatia senza riserve che farà pensare a lungo i capi del Pd.

giuseppe conte luigi di maio

 

 

2. MA DI MAIO GELA SUBITO IL PREMIER

Luca Monticelli per ''la Stampa''

 

Il Movimento 5 stelle gela ancora Nicola Zingaretti sul Mes. Al nuovo appello lanciato dal segretario Pd alla Direzione hanno risposto ieri con un doppio no Vito Crimi e Luigi Di Maio. La richiesta del Partito democratico è definire i programmi per rinnovare la sanità e attivare il finanziamento europeo da 36 miliardi, ma i vertici pentastellati hanno alzato un muro.

 

Il ministro degli Esteri ha risposto piccato spiegando che in questo momento «stiamo pensando al Recovery fund». Nel corso dell'incontro con la sua omologa spagnola, Arancha Gonzales Laya, in Prefettura a Milano, Di Maio ha ricordato che «nelle prossime settimane inizierà il confronto tra il governo e la Commissione europea sui progetti» legati agli oltre 200 miliardi dei fondi che spettano all'Italia.

 

E in serata, mentre il premier Giuseppe Conte sembra lasciare uno spiraglio, il numero uno della Farnesina ha riaffermato a Di Martedì su La7 che «non c'è alcuna apertura sul tema» da parte del M5s e che non ci sono «ammanchi di cassa» né «un'emergenza da qui a dicembre» visto che da Bruxelles i soldi arriveranno già a gennaio 2021. Insomma, ha tagliato corto Di Maio, il Fondo salva Stati «sta diventando un tema ideologico per dividere la maggioranza che invece è compatta e sta lavorando sul Recovery fund».

 

conte di maio -33

Il canovaccio è lo stesso da mesi e le dichiarazioni degli ultimi giorni dei democratici non hanno certo mutato lo scenario. Zingaretti vede «due buoni motivi per investire nel Meccanismo di stabilità: il primo è una linea di credito molto vantaggiosa che fa risparmiare miliardi», almeno cinque secondo il commissario Paolo Gentiloni. Il secondo perché «fa crescere il pil e crea lavoro». Ma per il capo politico dei 5 stelle, appunto, «non è cambiato nulla». Vito Crimi, infastidito dal rilancio del leader Pd, ha commentato così: «Per noi il Mes com' è adesso non va bene, punto. Si continua a ripetere la stessa cosa, la nostra posizione l'abbiamo detta e ribadita».

 

Il segretario democratico però non molla e da una iniziativa elettorale a Reggio Calabria replica a Di Maio e Crimi tirando in ballo il premier Conte, l'unico in grado di trovare un accordo: «È uno di quei compiti che riguarda il presidente del Consiglio. Continuo a pensare che noi dobbiamo lavorare per il bene degli italiani e questo coincide con gli investimenti nella sanità, ovviamente senza condizionalità. Sarebbe davvero una contraddizione - ha sottolineato il governatore del Lazio - non prendere dei soldi per poi indebitarci e pagare più interessi».

 

Proprio dal Mef arriva l'invito del vice ministro dem Antonio Misiani: «La vicenda va spoliticizzata, non deve diventare un braccio di ferro tra pro e contro, occorre essere pragmatici. Se si vuole rafforzare il servizio sanitario, il ricorso al Mes è inevitabile».

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni alberto stefani luca zaia matteo salvini sondaggio

DAGOREPORT – VENETO DI PASSIONI PER IL CENTRODESTRA: LA VITTORIA DI ALBERTO STEFANI È SCONTATA, MA A CONTARE DAVVERO SARANNO I NUMERI! SECONDO IL SONDAGGIO DI PAGNONCELLI, IL GIOVANE LEGHISTA CON CIUFFO GIAMBRUNESCO È AL 62,8%, CONTRO UN MISERO 26,9% DEL CANDIDATO DI SINISTRA, GIOVANNI MANILDO. UN OTTIMO RISULTATO, MA SOLO SE NON SI RICORDA COSA AVVENNE CINQUE ANNI FA: ZAIA VINSE CON IL 76,79% DEI VOTI, E BASTÒ LA SUA LISTA, INSIEME A QUELLA DELLA LEGA, PER OTTENERE IL 61,5%. OGGI CI VUOLE TUTTO IL CENTRODESTRA UNITO PER RAGGIUNGERE LA STESSA CIFRA – LO SPETTRO DEL SORPASSO DI FDI SUL CARROCCIO: SE LE TRUPPE MELONIANE OTTENESSERO PIÙ VOTI, CHE FINE FAREBBE LA GIÀ FRAGILE LEADERSHIP DI SALVINI?

giorgia meloni matteo salvini antonio tajani giancarlo giorgetti

DAGOREPORT - COME MAI LADY GIORGIA INFLIGGE ALLA “NAZIONE”, IN VISTA DEL 2026, UNA FINANZIARIA COSÌ MICRAGNOSA, CORRENDO IL RISCHIO DI PERDERE CONSENSI? - UNA MISERIA DI 18 MILIARDI CHE, AL DI LÀ DELL’OPPOSIZIONE, STA FACENDO SPUNTARE LE CORNA DEL TORO AGLI ALLEATI SALVINI E TAJANI, MENTRE RUMOREGGIANO I VAFFA DI CONFINDUSTRIA E DEI MINISTRI COSTRETTI AD USARE L’ACCETTA AL BILANCIO DEI LORO DICASTERI (TAGLIO DI 89 MILIONI ALLA DISASTRATA SANITÀ!) – LA DUCETTA HA UN OTTIMO MOTIVO PER LA MANOVRA MIGNON: FINENDO SOTTO IL 3% DEL PIL, IL GOVERNO ALLA FIAMMA USCIRÀ CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER CONFEZIONARE NEL 2026 UNA FINANZIARIA RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON I TEMPI DELLE POLITICHE DEL 2027 - E GLI ITALIANI NELLA CABINA ELETTORALE POTRANNO COSÌ RICOMPENSARE LA BONTÀ DELLA REGINA GIORGIA…

shooting calendario pirelli 2026

A PRAGA SI SVAGA! – UNA PARATA DI STELLE STA PER INVADERE LA CITTÀ DI FRANZ KAFKA: PER LA PRESENTAZIONE DEL CALENDARIO PIRELLI 2026 VENERDÌ 14, ALLA MUNICIPAL HOUSE, SONO ATTESI 500 ILLUSTRI OSPITI ACCOLTI DA MARCO TRONCHETTI PROVERA CHE AVRÀ AL SUO FIANCO TANTO BEL MONDO: DA TILDA SWINTON A GWENDOLINE CHRISTIE, GUERRIERA NEL ‘’TRONO DI SPADE’’, DALLE MODELLE IRINA SHAYK ED EVA HERZIGOVA, DALLA STILISTA SUSIE CAVE ALLA TENNISTA VENUS WILLIAMS, DA LUISA RANIERI A FAVINO – NON MANCHERÀ CHIARA FERRAGNI ALLACCIATA ALL’EREDE GIOVANNI TRONCHETTI PROVERA…

sigfrido ranucci giovambattista fazzolari

DAGOREPORT - UCCI UCCI, TUTTO SUL CASO RANUCCI: DAI PRESUNTI CONTATTI DI SIGFRIDO CON I SERVIZI SEGRETI PER L'INCHIESTA DI "REPORT" SUL PADRE DI GIORGIA MELONI AL PEDINAMENTO DI SIGFRIDO, CHE COINVOLGEREBBE FAZZOLARI, IL BRACCIO DESTRO (E TESO) DI LADY GIORGIA – RANUCCI, OSPITE IERI SERA DI BIANCA BERLINGUER, HA PRECISATO, MA CON SCARSA CHIAREZZA, COSA E' ACCADUTO NELLE DUE VICENDE: “NON SONO STATO SPIATO DA FAZZOLARI. SO CHE È STATO ATTIVATO UN MECCANISMO PER CAPIRE CHI FOSSE IL NOSTRO INFORMATORE. SI TEMEVA FOSSE QUALCUNO DEI SERVIZI, MA NON È ACCADUTO” - SULL'ALTRA VICENDA DEL PEDINAMENTO: "NON SO SE SONO STATO SEGUITO MATERIALMENTE" – RIGUARDO L'ATTENTATO: "NON HO MAI PENSATO CHE DIETRO CI FOSSE UNA MANO POLITICA" - DAGOSPIA CERCA DI FAR LUCE SUI FATTI E I FATTACCI... - VIDEO

giorgia meloni marina berlusconi antonio tajani

DAGOREPORT – IL DESIDERIO DI FARSI INCORONARE REGINA D'ITALIA, PER IL MOMENTO, LA MELONA LO DEVE RIPORRE NEL CASSETTO DEI SOGNI - L’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, BOCCIATA DA TUTTI I PARTITI CHE NON INTENDONO FINIRE CANNIBALIZZATI DALLA MELONI, STA MANDANDO IN PEZZI FORZA ITALIA - TAJANI FA IL POSSIBILISTA E GLI AZZURRI ESPLODONO. LASCIAMO POI PERDERE LA FAMIGLIA DI ARCORE CHE VEDREBBE SPARIRE IL NOME BERLUSCONI DAL SIMBOLO DEL PARTITO - A MILANO SI VOCIFERA DI UN TERRIBILE SCAZZO AL CALOR BIANCO TRA UN TAJANI IN MODALITA' RIBELLE E CRISTINA ROSSELLO, VICINISSIMA A MARINA - L'IDEONA DI FARSI INCORONARE "SUA MAESTA' GIORGIA I" FA STORCERE IL NASO ANCHE AI VARI POTENTATI SOTTERRANEI DEI FRATELLINI D’ITALIA (LOLLOBRIGIDA-LA RUSSA-RAMPELLI)...

zaia stefani salvini meloni fico schlein de luca

DAGOREPORT – L'ESITO DELLE REGIONALI IN VENETO, CAMPANIA E PUGLIA E' GIA’ SCRITTO MA SARA' IMPORTANTISSIMO PER “PESARE” OGNI PARTITO IN VISTA DELLE STRATEGIE PER LE POLITICHE DEL 2027 – I VOTI DELLE VARIE LISTE POTREBBERO CAMBIARE GLI EQUILIBRI INTERNI ALLE COALIZIONI: SE IN CAMPANIA E PUGLIA LE LISTE DI DECARO E DI DE LUCA FARANNO IL BOTTO, PER L'EX ROTTAMATRICE DI ''CACICCHI'' ELLY SCHLEIN SAREBBE UNO SMACCO CHE GALVANIZZEREBBE LA FRONDA RIFORMISTA DEL PD - ANCHE PER CONTE, UN FLOP DEL SUO CANDIDATO ALLA REGIONE CAMPANIA, ROBERTO FICO, SCATENEREBBE LA GUERRIGLIA DEI GRILLINI CHE DETESTANO L'ALLEANZA COL PD - LADY GIORGIA TIENE D’OCCHIO LA LEGA: SE PRECIPITA NEI CONSENSI IN VENETO, DOVE E' STATA FATTA FUORI LA LISTA ZAIA, PROVEREBBE A SOSTITUIRE IL MALCONCIO CARROCCIO CON AZIONE DI CARLETTO CALENDA...