luigi di maio nicola zingaretti giuseppe conte

SIC TRANSIT GLORIA PREMIER! IL “CONTISMO SENZA LIMITISMO” HA ROTTO IL CAZZO AL PD E 5S - MANIFESTAZIONE DI NON FIDUCIA VERSO CONTE (E IL MINISTRO ECONOMIA) DI FRANCESCHINI E ZINGARETTI - ANCHE PER I 5S ‘’CONTE BALLA TROPPO DA SOLO” -  INTANTO SUL COLLE PREPARANO IL BENSERVITO...

francesco verderami (3)

Francesco Verderami per corriere.it

 

Il governo Conte regge al momento perché tutti dicono che «non è il momento»: da Zingaretti a Berlusconi, passando per Renzi, l’intercalare è diventato una parola d’ordine, quasi un modo per darsi appuntamento.

 

E Conte, che non viene dalla politica ma ha imparato a conoscerla, esorcizza ogni dichiarazione scommettendo su se stesso e sull’incapacità altrui di costruire un’alternativa: «Vedrete che in autunno sarò ancora qui».

 

dario franceschini e nicola zingaretti alla finestra dell'abbazia di contigliano 5

Ma per quanto non perda mai l'aplomb, come racconta chi partecipa ai Consigli dei ministri, è chiaro che la pressione per l’emergenza da Coronavirus e insieme la tensione per i giochi di potere che «si fanno alle mie spalle», gli abbiano fatto smarrire la lucidità. Conte ritiene che la sua presenza costante sulla scena impedisca agli avversari di tendergli l’agguato.

conte meme

 

Però, siccome l’arma è a doppio taglio, rischia di finire vittima di questa tattica, avviluppato nell’«ansia dell’annuncio», secondo la definizione di uno dei maggiori esponenti del grillismo.

 

giuseppe conte a bergamo con mascherina

Domenica pomeriggio, al vertice di palazzo Chigi, Franceschini aveva più volte pregato il premier di rinviare la conferenza stampa al giorno dopo. Dalla burrascosa riunione sul Mes il titolare della Cultura, che si definisce «teorico della riduzione del danno», non passa giorno senza litigare con Conte, siccome teme l’accumulo di passi falsi. In questo senso gli aveva chiesto di spostare l’annuncio della «Fase 2» al lunedì, «per prepararlo meglio visto che non c’è urgenza».

conte ponte genova

 

Niente da fare: e tra «congiunti» e congiuntivi è andata com’è andata. Cioè male, perché — a sentire i sondaggisti — il combinato disposto tra le aspettative alte dell’opinione pubblica e la scarsa chiarezza di Conte nell’esposizione delle disposizioni, ha provocato la reazione dei cittadini. Che a sua volta ha provocato la reazione di Conte: «Si sono già dimenticati dell’emergenza sanitaria?».

 

giuseppe conte lorenza bonaccorsi riccardo fraccaro

Sic transit gloria premier, che pure vanta ancora numeri considerevoli negli indici di gradimento, e che però dovrebbe far tesoro di certi suggerimenti elargitigli dai colleghi di governo democristiani: «Dopo un picco c’è sempre un calo».

 

Non vale solo per il virus. È vero, come dice un rappresentante dei Cinquestelle, che «sparare su Conte è l’alibi di chi non ha da assumersi la responsabilità di decidere», ma persino i ministri del Movimento più vicini al premier si sono resi conto che «Giuseppe balla troppo da solo».

BUFFAGNI CONTE

 

Questo tipo di gestione non va bene al Pd, che chiede «maggiore collegialità», e neppure ai 5S che più brutalmente la collegialità se la vanno a prendere: quando l’altra settimana il presidente del Consiglio ha tentato di far da solo su certe nomine, per esempio, Fraccaro e Buffagni hanno alzato a tal punto la voce da spettinargli il ciuffo e scombinargli la pochette.

 

TASK FORCE COLAO

Lo stesso problema metodologico si pone con le task force per l’emergenza, che palazzo Chigi tratta come suppellettili, vista la confusione registrata con la stesura dell’ultimo Dpcm. Ce n’è la prova nello studio svolto dal direttore per i servizi informatici dell’Università di Verona, che — venuto in possesso del testo — ha scoperto non si sa come «quarantatrè revisioni della bozza elaborate in sette ore e mezza, su un testo di diecimila parole».

VITTORIO COLAO

 

Una babele di imposizioni su cui ancora oggi l’interpretazione non è chiara, tanto che il Pd ieri ha annunciato di volerle cambiare. Di più, stufo di norme varate che non vengono poi applicate e messo sotto pressione dal partito, Zingaretti ha chiesto formalmente a Conte (e Gualtieri) un decreto di accompagnamento al decreto Aprile che arriverà a maggio.

 

Se non è una mozione di sfiducia è una manifestazione di non fiducia verso il premier (e il ministro dell’Economia). E come non bastassero i problemi di merito, ci sono anche i problemi di metodo sulla gestione dell’emergenza da Covid 19.

Gualtieri

 

In Francia il premier Philippe si è presentato davanti all’Assemblea nazionale per chiedere il voto sulla «Fase 2» decisa dal governo. In Germania la cancelliera Merkel riunisce regolarmente il Coordinamento nazionale con i Land ai quali spetta di assumere i provvedimenti.

 

In Italia Conte è andato finora avanti per Dpcm e conferenze stampa, e la reiterazione del «ballo solitario» ha compattato in Parlamento maggioranza e opposizione, stanche di essere «travalicati da palazzo Chigi».

Gualtieri Conte

 

Nel centro-destra l’atteggiamento del premier inizia a destare sospetti: «Ma Conte in un momento come questo si è messo a fare campagna elettorale?», ha domandato Berlusconi. Il senatore Quagliariello l’interrogativo non se lo pone, e ha iniziato a pubblicare sull’Occidentale la storia della rivoluzione napoletana del 1799 scritta dal giurista Vincenzo Cuoco, secondo il quale le rivolte «scoppiano quando la gente muore di fame».

sergio mattarella da solo all'altare della patria meme

 

«Da accademico propongo ai colleghi di occupare il tempo con lo studio, in attesa che le Camere tornino a svolgere il loro ruolo», si giustifica Quagliariello: «E tra i ruoli c’è il voto di fiducia ai governi. Ma non è chiaro quando sarà il momento».

Ultimi Dagoreport

dagospia 25 anni

DAGOSPIA, 25 ANNI A FIL DI RETE - “UNA MATTINA DEL 22 MAGGIO 2000, ALL’ALBA DEL NUOVO SECOLO, SI È AFFACCIATO SUI COMPUTER QUESTO SITO SANTO E DANNATO - FINALMENTE LIBERO DA PADRONI E PADRINI, TRA MASSACRO E PROFANO, SENZA OGNI CONFORMISMO, HAI POTUTO RAGGIUNGERE IL NIRVANA DIGITALE CON LA TITOLAZIONE, BEFFARDA, IRRIDENTE A VOLTE SFACCIATA AL LIMITE DELLA TRASH. ADDIO AL “POLITICHESE”, ALLA RETORICA DEL PALAZZO VOLUTAMENTE INCOMPRENSIBILE MA ANCORA DI MODA NEGLI EX GIORNALONI - “ET VOILÀ”, OSSERVAVA IL VENERATO MAESTRO, EDMONDO BERSELLI: “IL SITO SI TRASFORMA IN UN NETWORK DOVE NEL GIOCO DURO FINISCONO MANAGER, BANCHIERI, DIRETTORI DI GIORNALI. SBOCCIANO I POTERI MARCI. D’INCANTO TUTTI I PROTAGONISTI DELLA NOSTRA SOCIETÀ CONTEMPORANEA ESISTONO IN QUANTO FIGURINE DI DAGOSPIA. UN GIOCO DI PRESTIGIO…”

nando pagnoncelli elly schlein giorgia meloni

DAGOREPORT - SE GIORGIA MELONI  HA UN GRADIMENTO COSÌ STABILE, DOPO TRE ANNI DI GOVERNO, NONOSTANTE L'INFLAZIONE E LE MOLTE PROMESSE NON MANTENUTE, È TUTTO MERITO DELLO SCARSISSIMO APPEAL DI ELLY SCHLEIN - IL SONDAGGIONE DI PAGNONCELLI CERTIFICA: MENTRE FRATELLI D'ITALIA TIENE, IL PD, PRINCIPALE PARTITO DI OPPOSIZIONE, CALA AL 21,3% - CON I SUOI BALLI SUL CARRO DEL GAYPRIDE E GLI SCIOPERI A TRAINO DELLA CGIL PER LA PALESTINA, LA MIRACOLATA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA FA SCAPPARE L'ELETTORATO MODERATO (IL 28,4% DI ITALIANI CHE VOTA FRATELLI D'ITALIA NON È FATTO SOLO DI NOSTALGICI DELLA FIAMMA COME LA RUSSA) - IN UN MONDO DOMINATO DALLA COMUNICAZIONE, "IO SO' GIORGIA", CHE CITA IL MERCANTE IN FIERA E INDOSSA MAGLIONI SIMPATICI PER NATALE, SEMBRA UNA "DER POPOLO", MENTRE ELLY RISULTA INDIGESTA COME UNA PEPERONATA - A PROPOSITO DI POPOLO: IL 41,8% DI CITTADINI CHE NON VA A VOTARE, COME SI COMPORTEREBBE CON UN LEADER DIVERSO ALL'OPPOSIZIONE?

giorgia meloni ignazio la russa

DAGOREPORT - LA RISSA CONTINUA DI LA RUSSA - L’ORGOGLIOSA  CELEBRAZIONE DELL’ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE DEL MOVIMENTO SOCIALE, NUME TUTELARE DEI DELLE RADICI POST-FASCISTE DEI FRATELLINI D'ITALIA, DI SICURO NON AVRÀ FATTO UN GRANCHÉ PIACERE A SUA ALTEZZA, LA REGINA GIORGIA, CHE SI SBATTE COME UN MOULINEX IN EUROPA PER ENTRARE UN SANTO GIORNO NELLE GRAZIE DEMOCRISTIANE DI MERZ E URSULA VON DER LEYEN - DA MESI 'GNAZIO INTIGNA A FAR DISPETTI ALLE SORELLE MELONI CHE NON VOGLIONO METTERSI IN TESTA CHE A MILANO NON COMANDANO I FRATELLI D'ITALIA BENSI' I FRATELLI ROMANO E IGNAZIO LA RUSSA – DALLA SCALATA A MEDIOBANCA ALLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA, DAL CASO GAROFANI-QUIRINALE ALLO SVUOTA-CARCERI NATALIZIO, FINO A PROPORSI COME INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI DI ‘’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ E IL MAGNATE GRECO IN NOME DELLA LIBERTÀ D’INFORMAZIONE – L’ULTIMO DISPETTUCCIO DI ‘GNAZIO-STRAZIO ALLA LADY MACBETH DEL COLLE OPPIO… - VIDEO

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…