marattin boschi

LO SMEMORATO DEL WEB – MARATTIN A “CIRCO MASSIMO”: “LA TASSA SULLE AUTO AZIENDALI? L’HA PROPOSTA LA CASTELLI. È STATA UN TRUCCO STRANO. IL PD È UN RISPETTABILISSIMO PARTITO SOCIALDEMOCRATICO. CARFAGNA E POLVERINI? PORTE APERTE A CHIUNQUE CONDIVIDA LE NOSTRE IDEE” - IL RITRATTO DEL MASTINO RENZIANO BY RONCONE: “QUANDO UNO HA TALENTO, LO RICONOSCI SUBITO. ARIA SVEGLIA, MOLTO TELEVISIVO, MOLTO…”

1 - MARATTIN, LO SMEMORATO DEL WEB

Fabrizio Roncone per “Sette - Corriere della sera”

 

marattin

Quando hanno talento, lo capisci subito. Eccone un altro di quelli destinati a lasciare un segno dalle parti di Montecitorio: Luigi Marattin da Napoli, un quarantenne barbuto con l’aria sveglia, molto televisivo, molto sicuro di sé Marattin, lo smemorato del web con un curriculum da economista di tutto rispetto e una passionaccia per la politica che inizia a coltivare già ai tempi dei Ds.

 

Prima di piazzare la zampata che ne avrebbe svelato le enormi potenzialità, dal 2004 al 2014 se ne sta accucciato al Comune di Ferrara, prima come consigliere e dopo come assessore al Bilancio. Poi, siccome tenere tanta bravura in provincia sembrava proprio uno spreco, Matteo Renzi – che ha fiuto – se lo porta a Palazzo Chigi, lo nomina consulente economico e, da lì, gli garantisce uno scranno da deputato. Marattin ricambia in fedeltà: lascia il Pd e passa con Italia viva (che sarebbe il nuovo partito di Renzi: bisogna spiegarlo, perché questo partitino ha un nome che proprio non buca, non resta).

i tweet da bullo di marattin 5

 

Comunque: che ti fa adesso Marattin? Piazza, appunto, la zampata. E propone di rendere obbligatoria la carta d’identità per l’uso dei social network. Perché – spiega con tono indignato e sguardo drammatico – il web è diventato ormai un pozzo di odio, dove si tuffa gente violenta, che usa le parole come clave. Oggettivamente, il tema c’è, l’argomento è davvero attuale. Ma, appena se ne inizia a parlare, dal pozzo nero tirano fuori un tweet proprio di Marattin.

i tweet da bullo di marattin 3

 

È del 2012, ed è indirizzato a Nichi Vendola. C’è scritto: «Nichi, per usare il tuo linguaggio, ma va’ a elargire prosaicamente il tuo orifizio anale in maniera totale e indiscriminata». Testuale. Tra imbarazzi e stupore. Ma non basta. Perché i leghisti, a ruota, mostrano uno screenshot dell’anno scorso in cui Marattin auspica che «gli italiani, con il proprio voto, rimandino nella fogna quelle miserabili teste di cazzo che hanno il coraggio di sparare fesserie su spread e austerità» (una delle teste in questione appartiene al senatore del Carroccio Alberto Bagnai).

marattin

 

Aveva proprio ragione Marattin: il web è frequentato da trogloditi. Niente da dire: ha avuto un’intuizione geniale. E siccome il merito va premiato, Renzi l’ha subito promosso, facendolo diventare vicecapogruppo alla Camera del suo partito. Che è piccolo, sì, ma pieno di giovani talentuosi.

 

i tweet da bullo di marattin

2 - MARATTIN A CIRCO MASSIMO: "TASSA AUTO AZIENDALI PROPOSTA DA CASTELLI, NON DA ME: QUELL'OPERAZIONE È STATA TRUCCO STRANO DI CHI VOLEVA METTERE ZIZZANIA, SAREBBE MEGLIO EVITARE PROVOCAZIONI. CARFAGNA E POLVERINI? PORTE APERTE PER CHI CONDIVIDE IDEE DI IV"

Da “Circo Massimo - Radio Capital”

 

i tweet da bullo di marattin

Chi ha proposto la tassa sulle auto aziendali? Fra i più contrari alla norma c'è Italia Viva, ma a lanciarla, secondo alcuni retroscena, sarebbe stato il deputato renziano Luigi Marattin: è così? "L'idea è stata della viceministra Castelli", smentisce Marattin a Circo Massimo, su Radio Capital, "Gualtieri aveva semplicemente detto che al tavolo c'ero anch'io. Quell'operazione è stata un trucco strano di qualcuno che voleva mettere zizzania. Chi era? Diciamo che sarebbe meglio se si evitasse di provocare...".

LAURA CASTELLI

 

A chi accusa Iv di voler "terremotare il governo", l'economista ribatte: "Noi abbiamo provato a parlare di come far partire gli investimenti e cambiare il sistema fiscale. Se tutto questo diviene terremotare, allora sono io a non capire più come si fa dibattito politico in questo paese. C'è un modulo da riempire per poter avanzare un'idea senza essere accusati di voler affossare o ricattare?". Il piano shock proposto da Renzi è stato presentato a Torino in contemporanea con la prima giornata della convention dem a Bologna: nella riunione del Pd Marattin dice di aver visto "un rispettabilissimo partito socialdemocratico.

 

marattin boschipolverini ravetto carfagna all ufficio di presidenza forza italia

Ho visto Corbyn, ho visto Alexandra Ocasio Cortez, ho visto una sinistra innestata da un movimentismo in senso positivo, un'offerta politica che c'è in tutto il mondo e che fa le ovazioni a Landini, un'offerta politica rispettabilissima ma che non è la mia, né quella di ItaliaViva". Il nuovo partito renziano ha "porte aperte", si parla dei prossimi ingressi di Carfagna e Polverini: "Porte aperte vuol dire che chiunque non si rassegni al fatto che l'Italia debba avere due offerte politiche, i populisti-sovranisti e i socialdemocratici 4.0, può venire da noi", spiega Marattin, "ma deve condividere l'idea che sta alla base di Italia Viva, cioè che l'Italia non ha bisogno né del populismo di destra né delle ricette tradizionali del Novecento. Chi è convinto che a scuola bisogna pagare di più tutti gli insegnanti ma bisogna pagare di più quelli bravi e meno quelli che non fanno nulla, può venire da noi; chi è convinto che il mercato del lavoro italiano funzioni diversamente dal secolo scorso e abbia bisogno di istituzioni e politiche diverse, può venire da noi".

renzi zingarettimaria elena boschi e luigi marattinalessandro cattaneo luigi marattin luigi mor matteo perego

 

 

matteo renzi luigi marattin maria elena boschiluigi marattin maria elena boschiluigi marattin maria elena boschiluigi marattin maria elena boschiluigi marattinmarattin boschi

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – LE REGIONALI SONO ANDATE A FINIRE COME NON VOLEVA, SALTELLANDO FUNICULÌ-FUNICULÀ, GIORGIA MELONI: LA "STATISTA DELLA SGARBATELLA", CHE RISCHIA DI NON TORNARE A PALAZZO CHIGI TRA DUE ANNI, ACCELERA SULLA DOPPIETTA PREMIERATO-LEGGE ELETTORALE, MA NON TUTTO FILA LISCIO A PALAZZO CHIGI: SALVINI E TAJANI SPUTERANNO SANGUE PUR DI OPPORSI ALL’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, CHE FINIREBBE PER CANNIBALIZZARLI - LA LEGA È CONTRARISSIMA ANCHE AL PREMIO DI MAGGIORANZA ALLA COALIZIONE (CON LA SOGLIA AL 40%, LA LEGA DIVENTEREBBE SACRIFICABILE) – ALTRA ROGNA: IGNAZIO LA RUSSA SCENDE IN CAMPO IN MODALITÀ SCASSA-MELONI: HA RINFOCOLATO LA POLEMICA SU GAROFANI E SE NE FOTTE DEI DIKTAT DELLA DUCETTA (FIDANZA SINDACO DI MILANO? NO, MEJO LUPI; PRANDINI GOVERNATORE DELLA LOMBARDIA? NO, QUELLA È ROBA MIA)

francesco de tommasi marcello viola daniela santanche ignazio leonardo apache la russa davide lacerenza pazzali

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE INCHIESTE MILANESI SULLA SANTANCHE', SUL VISPO FIGLIO DI LA RUSSA, SUL BORDELLO DELLA "GINTONERIA" AFFOLLATA DI POLITICI, IMPRENDITORI E MAGISTRATI, OPPURE SULL'OSCURA VENDITA DELLA QUOTA DI MPS DA PARTE DEL GOVERNO A CALTAGIRONE E COMPAGNI? - A TALI ESPLOSIVE INDAGINI, LE CUI SENTENZE DI CONDANNA AVREBBERO AVUTO UN IMMEDIATO E DEVASTANTE RIMBALZO NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ORA SI AGGIUNGE IL CASO DEL PM FRANCESCO DE TOMMASI, BOCCIATO DAL CONSIGLIO GIUDIZIARIO MILANESE PER “DIFETTO DEL PREREQUISITO DELL’EQUILIBRIO” NELL’INDAGINE SUL CASO DI ALESSIA PIFFERI – MA GUARDA IL CASO! DE TOMMASI È IL PM DELL’INCHIESTA SUI DOSSIERAGGI DELL’AGENZIA EQUALIZE DI ENRICO PAZZALI, DELICATISSIMA ANCHE PER I RAPPORTI DI PAZZALI CON VERTICI GDF, DIRIGENTI DEL PALAZZO DI GIUSTIZIA MILANESE E 007 DI ROMA - SE IL CSM SPOSASSE IL PARERE NEGATIVO DEL CONSIGLIO GIUDIZIARIO, LA CARRIERA DEL PM SAREBBE FINITA E LE SUE INDAGINI SUGLI SPIONI FINIREBBERO NEL CESTINO - LA PROCURA DI MILANO RETTA DA MARCELLO VIOLA, CON L'ARRIVO DELL'ARMATA BRANCA-MELONI, E' DIVENTATA IL NUOVO ''PORTO DELLE NEBBIE''?

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”