giorgia meloni daniela santanche

SORA GIORGIA SI GIOCHERA’ LA CARTA DEL RIMPASTO? – LA MELONI, ALLE PRESE CON LA GRANA SANTANCHÉ, CHE NON INTENDE MOLLARE LA POLTRONA NONOSTANTE I GUAI GIUDIZIARI, VUOLE SPARIGLIARE: SOSTITUIRE SETTE MINISTRI SUBITO DOPO LE EUROPEE – NE HA PARLATO CON ALCUNI LEADER DI PARTITO. E AVREBBE ANCHE SONDATO IL QUIRINALE, RICEVENDO DA MATTARELLA UN’INDICAZIONE SEMPLICE: PER UN’OPERAZIONE DI PORTATA POLITICA AMPIA SERVE UNA NUOVA FIDUCIA DELLE CAMERE – A RISCHIO, OLTRE ALLA PITONESSA, NORDIO, ZANGRILLO E… – IL DAGOREPORT

Articoli correlati

DAGOREPORT - \'SANTA\' E VOLUBILE: LE MILLE VERSIONI DI DANIELA SANTANCHE SULLE SUE DIMISSIONI...

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Estratto dell’articolo di Emanuele Lauria per “la Repubblica”

 

matteo salvini giorgia meloni. antonio tajani

Andare oltre un semplice ritocco chirurgico e varare un rimpasto più corposo. Un bis, una seconda fase del governo. Con la sostituzione di sette ministri dopo le Europee. Ora è decisamente più di una tentazione. Giorgia Meloni ne ha parlato nei giorni scorsi con alcuni leader di partito. E avrebbe anche sondato il Quirinale.

 

Ricevendo un’indicazione semplice: per un’operazione di portata politica ampia serve una nuova fiducia delle Camere. Dal Colle non giunge alcuna conferma ma la posizione, in linea generale, è chiara: una cosa è il cambio di un ministro dimissionario, un’altra una modifica più sostanziosa della squadra. Servirebbe un passaggio parlamentare. [...]

 

daniela santanche giorgia meloni

La certezza è che dopo il voto l’esecutivo non sarà più lo stesso. Ci sono, anzitutto, due eventi ritenuti probabili. Primo: la necessità di rimpiazzare un ministro che secondo voci molto insistenti andrà a fare il commissario europeo.

 

Tre i nomi più gettonati. Innanzitutto quello di Raffaele Fitto, l’uomo che cura i dossier che riguardano l’Ue, la soluzione più naturale ma con una controindicazione: il deputato pugliese ha sulle spalle il Pnrr che è ancora in piena fase di attuazione. Altre strade, per il ruolo di commissario, portano a Giancarlo Giorgetti e Adolfo Urso.

 

raffaele fitto giorgia meloni

Il secondo evento che ormai in molti danno per inevitabile anche dentro Fratelli d’Italia riguarda le dimissioni della ministra del Turismo Daniela Santanché, alle prese con diverse inchieste giudiziarie. Ad adiuvandum, l’esigenza di nominare due nuovi sottosegretari, alla Cultura e all’Istruzione, due caselle lasciate vuote da Vittorio Sgarbi, che ha lasciato a febbraio, e Augusta Montaruli, che nello stesso periodo dell’anno scorso si è dimessa per l’uso improprio dei fondi dei gruppi consiliari del Piemonte dal 2010 al 2014.

 

SALVINI - TAJANI - MELONI - SANTANCHE - MEME BY EMILIANO CARLI

Ma Meloni è pronta a fare una manovra più ampia. Come conseguenza del voto per il rinnovo dell’europarlamento. Non come conseguenza diretta: nessun ministro sarà candidato alle Europee, fatta eccezione probabilmente per Antonio Tajani, che in queste ore avrebbe deciso di gareggiare in alcune circoscrizioni proprio per bilanciare la discesa in campo di Meloni. Ma in caso di elezione il vicepremier forzista non si dimetterebbe.

 

Il nodo vero riguarda gli equilibri dentro la maggioranza e cosa accadrà dopo una campagna elettorale già infuocata. I sondaggi danno il sorpasso di Forza Italia nei confronti della Lega, circostanza neppure ipotizzabile fino a qualche tempo fa. Se il Carroccio dovesse avere un forte contraccolpo che mettesse in discussione la leadership di Matteo Salvini, ancor più un avvicendamento in via Bellerio, la premier sarebbe quasi costretta a cambiare la rappresentanza leghista. Altrimenti attenderà qualche mese per conoscere l’esito di un congresso leghista annunciato per l’autunno. [...]

 

CARLO NORDIO

E poi c’è appunto Forza Italia: alcuni dei ministri azzurri non sono al top del gradimento di Palazzo Chigi e la premier, d’intesa con Tajani, potrebbe anche procedere a una sostituzione: maggiori indiziati Gilberto Pichetto Fratin e Alberto Zangrillo.

 

Ultima variabile, ma non meno rilevante delle altre, concerne il risultato di FdI e quello complessivo della coalizione. Meloni ha indicato pubblicamente nel 26 per cento il traguardo minimo per il suo partito. Scendere sotto quella soglia, o sbattere contro un esito non soddisfacente per l’alleanza di governo, potrebbe spingere Meloni a rivedere la sua squadra per dare nuova linfa all’azione di governo. Cambiando anche ministri di peso mai troppo in sintonia come Carlo Nordio. Una varietà di scenari ben chiara nella mente della presidente del Consiglio. E che corrobora una decisione, quella del rimpasto, ormai presa.

giorgia meloni difende daniela santanche meme by edoardo baraldi CARLO NORDIO GIORGIA MELONI matteo salvini giorgia meloni antonio tajani atreju

Ultimi Dagoreport

procuratore milano viola procura milano luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

FLASH! – MA GUARDA UN PO’... “EMERGE CHE IN AMBIENTI GIUDIZIARI SI È VALUTATO DI ESEGUIRE LE PERQUISIZIONI SOLO LA SCORSA SETTIMANA E NON A SETTEMBRE PER NON CONDIZIONARE L'ESITO DELL'OPS SU MEDIOBANCA ANCHE PERCHÉ LE INDAGINI NON SONO CHIUSE. ABBASTANZA PER IPOTIZZARE CHE IL RUOLO DELLA PROCURA POSSA DIVENTARE CRUCIALE NELLA FORMAZIONE DELLE LISTE PER IL RINNOVO DEI PROSSIMI CDA. IN PRIMAVERA TOCCHERÀ AI VERTICI DI BPM E DI MPS…” (BALESTRERI E SIRAVO PER “LA STAMPA”)

ignazio la russa matteo salvini giorgia meloni maurizio lupi

DAGOREPORT: HOMO HOMINI “LUPI” - DIVENTATO UN BRAVO SOLDATINO DELLA FIAMMA, PER LA SERIE "IN POLITICA NON SI SA MAI...", IL MODERATISSIMO CIELLINO MAURIZIO LUPI SI BARCAMENA TRA I FRATELLI LA RUSSA E I FRATELLI D'ITALIA - ALLE LUSINGHE DI CANDIDARLO NEL 2027 A SINDACO DI MILANO DI 'GNAZIO, ORA AGGIUNGONO LE COCCOLE DELLA DUCETTA CHE SI E' SCAPICOLLATA ALL’ASSEMBLEA DEL NANO-PARTITO FONDATO DAL SOSIA DELLA FIGLIA DI FANTOZZI - ESSI': SE PASSA LA NUOVA LEGGE ELETTORALE, CON SOGLIA DEL 40%, ANCHE L’1% DI “NOI MODERATI” POTREBBE SERVIRE ALLA MELONA PER DE-SALVINIZZARE LA MAGGIORANZA... - VIDEO

antonio tajani pier silvio berlusconi marina roberto occhiuto deborah bergamini pietro labriola alessandro cattaneo

DAGOREPORT – QUALCOSA DI GROSSO SI STA MUOVENDO IN FORZA ITALIA: STUFA DI ESSERE PRESA PER I FONDELLI DAL PARACULISMO POLITICO DI TAJANI E DEI SUOI COMPARI SETTANTENNI GASPARRI E BARELLI, MARINA BERLUSCONI DA' IL VIA LIBERA AL CAMBIO DI LEADERSHIP IN FORZA ITALIA: IL PRESCELTO E' ROBERTO OCCHIUTO, REDUCE DA UNA TRIONFALE RICONFERMA ALLA PRESIDENZA DELLA REGIONE CALABRIA - IL PROSSIMO 17 DICEMBRE IL 56ENNE GOVERNATORE LANCERÀ LA SUA CORRENTONA NAZIONALE IN UN LUOGO SIMBOLO DEL BERLUSCONISMO, PALAZZO GRAZIOLI, CONTORNATO DAI FEDELISSIMI DELLA CAVALIERA DI ARCORE, i "NORDISTI" DEBORAH BERGAMINI E ALESSANDRO CATTANEO - CHE C'AZZECCA ALL'EVENTO DI OCCHIUTO, LA PRESENZA DELL'AD DI TIM, PIETRO LABRIOLA? C'ENTRA LO SMANTELLAMENTO DEL SERVIZIO CLIENTI "TELECONTACT" DI TIM...

antonio angelucci tommaso cerno alessandro sallusti

FLASH – UCCI UCCI, QUANTI SCAZZI NEL “GIORNALE” DEGLI ANGELUCCI! NON SI PLACA L’IRA DELLA REDAZIONE CONTRO L’EDITORE E I POCHI COLLEGHI CHE VENERDÌ SI SONO ZERBINATI ALL'AZIENDA, LAVORANDO NONOSTANTE LO SCIOPERO CONTRO IL MANCATO RINNOVO DEL CONTRATTO NAZIONALE E PER CHIEDERE ADEGUAMENTI DEGLI STIPENDI (ANCHE I LORO). DOPO LO SCAMBIO DI MAIL INFUOCATE TRA CDR E PROPRIETÀ, C’È UN CLIMA DA GUERRA CIVILE. L’ULTIMO CADEAU DI ALESSANDRO SALLUSTI, IN USCITA COATTA (OGGI È IL SUO ULTIMO GIORNO A CAPO DEL QUOTIDIANO). AL NUOVO DIRETTORE, TOMMASO CERNO, CONVIENE PRESENTARSI CON L'ELMETTO DOMANI MATTINA...

elly schlein giuseppe conte giorgia meloni rocco casalino

DAGOREPORT - QUESTA VOLTA, ROCCO CASALINO HA RAGIONE: ELLY SCHLEIN SULLA QUESTIONE ATREJU “HA SBAGLIATO TUTTO” - LA GRUPPETTARA DEL NAZARENO, CHIEDENDO UN FACCIA A FACCIA CON GIORGIA MELONI, HA DIMOSTRATO DI ESSERE ANCORA UNA VOLTA UN’ABUSIVA DELLA POLITICA. HA SERVITO SUL PIATTO D’ARGENTO ALLA DUCETTA L’OCCASIONE DI FREGARLA, INVITANDO ANCHE GIUSEPPE CONTE PER UN “THREESOME” IN CUI LA PREMIER AVREBBE SPADRONEGGIATO – IN UN CONFRONTO A TRE, CON ELLY E PEPPINIELLO CHE SI SFANCULANO SULLA POLITICA INTERNAZIONALE, DAL RIARMO ALL’UCRAINA, E FANNO A GARA A CHI SPARA LA “PUTINATA” O LA “GAZATA” PIÙ GROSSA, LA DUCETTA AVREBBE VINTO A MANI BASSE – QUEL FURBACCHIONE DI CONTE NON SI TIRA INDIETRO: NONOSTANTE LA DEM SI SIA SFILATA, LUI CONFERMA LA SUA PRESENZA AL DIBATTITO: "MI DISPIACE DEL FORFAIT DI ELLY, PER ME È IMPORTANTE CHE CI SIA UN CONFRONTO E POTEVAMO FARLO ANCHE INSIEME. POTEVAMO INCALZARE LA PREMIER..."