george soros

SOROS SANTO SUBITO - LERNER SCAMBIA LO SPECULATORE PER UN ''BALUARDO DELLA DEMOCRAZIA'' E PUR AVENDO SCRITTO UN LIBRO BRUTTO E NON AGGIORNATO (LO AMMETTE LO STESSO GAD), MERITA UNA LENZUOLATA ADORANTE SU ''REPUBBLICA''. PECCATO CHE LA TEMPISTICA NON AIUTI: POCHI GIORNI FA, INTERVISTATO SUL ''CORRIERE'', SOROS HA TRIONFALMENTE RIVENDICATO L'ASSALTO ALLA LIRA

GEORGE SOROS A DAVOS

Dall'articolo di Gad Lerner su Soros, che poteva fermarsi qui:

 

"Il suo libro Democrazia! Elogio della società aperta, diciamolo subito, non è un granché. Raccoglie disordinatamente analisi di scenario in parte già superate. E questa, se volete, è la scusa non richiesta con cui neanche fingerò di dissimulare la curiosità e l'ammirazione che mi suscita un personaggio tanto controverso."

 

 

 

Daniele Capezzone per “la Verità

 

Più protettivo di un Alexandre Benalla per Emmanuel Macron, più adorante di un Oliviero Toscani per Luciano Benetton, Gad Lerner (per gli amici: «Oh my Gad!») ha gettato il cuore oltre l' ostacolo ieri su Repubblica, con una recensione agiografica dell' ultima fatica letteraria del finanziere George Soros, appena uscita per le edizioni Einaudi (se avete 17 euro da donare alla causa - quella di Soros -, è il libro che fa per voi).

 

gad lerner saluta umberto bossi al congresso della lega 1

Reduce dall' intervista-circonvenzione di qualche giorno fa, quella in cui contribuiva a scagliare Umberto Bossi contro Matteo Salvini, stavolta Lerner è flautato, delicato, lirico. Si commuove fin dal titolo: «Il capitalista riluttante». Chi è Soros? Un «filantropo», uno che «sposa ideali progressisti anche quando entrano in contraddizione con i suoi interessi materiali». Tirate fuori i fazzoletti: Lerner vi sta dicendo che Soros si sacrifica per voi, lo fa per il vostro bene, è una specie di nonno dal cuore d' oro.

 

Certo, pochissimi giorni fa (la tempistica non ha aiutato Gad), intervistato sul Corriere della Sera, Soros ha trionfalmente rivendicato l' assalto alla lira del 1992: «Nessun rimpianto, ho semplicemente anticipato gli eventi. Perciò lo considero un mio successo».

gad lerner carlo de benedetti

 

Ma cosa volete che importino questi dettagli al poetico Lerner, che semmai si preoccupa di mettere le mani avanti: «Pur non avendolo mai conosciuto, da alcuni anni vengo descritto come zelante portavoce dei suoi perfidi disegni. Quasi ogni giorno mi sento ripetere», singhiozza ancora Lerner, «che mettersi al suo servizio avrebbe garantito a me, come a tanti altri, una messe di privilegi materiali e professionali».

 

GAD LERNER LEGGE LA VERITA'

Diciamolo subito: non ci uniremo a questo coro. Diversamente da quanto accadde - secondo antiche leggende - con Gianni Agnelli e Carlo De Benedetti, stavolta Gad non ha avuto da Soros passaggi in elicottero o sullo yacht. È evidente che Lerner si presti spontaneamente, in base a una logica ferrea: detesta i nemici di Soros, gli odiatissimi sovranisti: «Non è un caso», scrive, «se per i populisti Soros diventa una specie di incarnazione del demonio. Sopportano volentieri, all' occorrenza, che dei miliardari si mettano alla testa dei loro movimenti reazionari. Ma considerano intollerabile che finanzino associazioni di segno opposto».

 

E qui occorre fare attenzione, perché Lerner, più in fase Brigate Rolex che Lotta continua, elabora un doppio standard da antologia: ci sono i miliardari buoni (quelli che piacciono a lui) e i miliardari cattivi (quelli che stanno a destra, 'sti zozzoni). Ecco qua: Soros «risulta speculare all' ambizione di altri plutocrati come Trump, e da noi prima ancora Berlusconi, che hanno utilizzato il loro patrimonio a fini di potere politico.

GEORGE SOROS EMMA BONINO

 

La differenza è che Soros rivendica una visione filosofica originale, applicando la quale il denaro potrebbe trasformarsi in carburante della società aperta e quindi in baluardo della democrazia minacciata dalle dittature e dagli Stati mafiosi». Avete capito bene: Trump e Berlusconi, che si sono candidati e hanno preso i voti nelle urne, non sarebbero veri democratici, mentre Soros, che agisce (si può dire?) in modo non sempre chiarissimo e comunque senza alcuno scrutinio popolare, è un «baluardo della democrazia». Fantastico.

 

Come sapete, il «baluardo», pur ottantanovenne, è in preda a un attivismo frenetico. Tra fine novembre e inizio dicembre 2018, destò imbarazzo a Bruxelles la visita riservata che Soros fece a Frans Timmermans, commissario Ue uscente e allora designato come spitzenkandidat del Pse. In quei giorni, si era nel pieno di un negoziato durissimo tra Bruxelles e Roma, e ci furono domande se anche il tema della manovra italiana fosse o meno stato affrontato dai due.

GEORGE SOROS E LA OPEN SOCIETY

 

Una portavoce della Commissione si limitò a dire (e non fu una gran risposta) che non poteva né confermare né smentire. Ma ciascuno può fare la propria ipotesi: erano i giorni in cui diversi commissari Ue sparavano ogni giorno a Borse aperte contro l' Italia, oggettivamente alimentando i rischi di un' aggressione politica via spread. E Soros andava a conversare (chissà di cosa: forse di questo, forse d' altro, chi può dirlo) con un commissario notoriamente attento alle cose italiane. Lo stesso Mario Monti, in una trasmissione tv da Lilli Gruber, rivelò di essere stato invitato da Soros nel 2012 a chiamare la Troika in Italia.

SOROS

 

Poi, a giugno scorso, dopo le europee, un articolone di Soros sul Sole 24 Ore: bordate contro «i partiti antieuropeisti», dai quali «non ci si può aspettare nulla di costruttivo». E due attacchi chirurgici contro Manfred Weber (allora candidato al vertice della Commissione Ue), detestato da Soros perché avrebbe potuto ottenere il sostegno di Viktor Orbán, e contro Jens Weidmann, guida della Bundesbank e candidato al vertice della Bce. Per la cronaca, non ce l' hanno fatta né Weber né Weidmann.

 

Adesso, il «filantropo» è concentrato sulla lotta al climate change («è il primo desiderio dei cittadini», assicura), e gli piacciono le sardine («un movimento dal basso che ha davvero fatto arrabbiare come si chiama? Ah sì, Salvini», aveva detto al Corriere). Roba da far sciogliere Gad di commozione.

GEORGE SOROS E TAMIKO BOLTON GEORGE SOROS E TAMIKO BOLTON

Ultimi Dagoreport

xi jinping vladimir putin donald trump

DAGOREPORT – L'INSOSTENIBILE PIANO DI PACE DI TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA UMILIANTE RESA DELL'UCRAINA, HA L'OBIETTIVO DI  STRAPPARE LA RUSSIA DALL’ABBRACCIO ALLA CINA, NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA - CIÒ CHE IL TYCOON NON RIESCE A CAPIRE È CHE PUTIN LO STA PRENDENDO PER IL CULO: "MAD VLAD" NON PUÒ NÉ VUOLE SFANCULARE XI JINPING - L’ALLEANZA MOSCA-PECHINO, INSIEME AI PAESI DEL BRICS E ALL'IRAN, È ANCHE “IDEOLOGICA”: COSTRUIRE UN NUOVO ORDINE MONDIALE ANTI-OCCIDENTE – IL CAMALEONTISMO MELONI SI INCRINA OGNI GIORNO DI PIÙ: MENTRE IL VICE-PREMIER SALVINI ACCUSA GLI UCRAINI DI ANDARE “A MIGNOTTE” COI NOSTRI SOLDI, LA MELONI, DAL PIENO SOSTEGNO A KIEV, ORA NEGA CHE IL PIANO DI TRUMP ACCOLGA PRATICAMENTE SOLO LE RICHIESTE RUSSE ("IL TEMA NON È LAVORARE SULLA CONTROPROPOSTA EUROPEA, HA SENSO LAVORARE SU QUELLA AMERICANA: CI SONO MOLTI PUNTI CHE RITENGO CONDIVISIBILI...")

donald trump volodymyr zelensky vladimir putin servizi segreti gru fsb cia

DAGOREPORT - L’OSCENO PIANO DI PACE SCODELLATO DA TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA CAPITOLAZIONE DELL’UCRAINA, ANDAVA CUCINATO BENE PER FARLO INGOIARE A ZELENSKY - E, GUARDA LA COINCIDENZA!, ALLA VIGILIA DELL’ANNUNCIO DEL PIANO TRUMPIANO SONO ESPLOSI GLI SCANDALI DI CORRUZIONE A KIEV, CHE VEDONO SEDUTO SU UN CESSO D’ORO TIMUR MINDICH, L’EX SOCIO DI ZELENSKY CHE LO LANCIÒ COME COMICO - PER OTTENERE ZELENSKY DIMEZZATO BASTAVA POCO: È STATO SUFFICIENTE APRIRE UN CASSETTO E DARE ALLA STAMPA IL GRAN LAVORIO DEI SERVIZI SEGRETI CHE “ATTENZIONANO” LE TRANSIZIONI DI DENARO CHE DA USA E EUROPA VENGONO DEPOSITATI AL GOVERNO DI KIEV PER FRONTEGGIARE LA GUERRA IN CORSO…

andrea orcel unicredit giorgiia meloni giovanbattista fazzolari giancarlo giorgetti francesco gaetano caltagirone lovaglio milleri

DAGOREPORT - SUL RISIKO BANCARIO, DI RIFFA O DI RAFFA, L’ARMATA BRANCA-MELONI HA FATTO L’ENNESIMA FIGURA DI MERDA - DI SICURO, NON POTRÀ PIÙ FAR RIDERE I POLLI BLATERANDO CHE UNICREDIT È UNA BANCA STRANIERA, QUINDI L’OPA SU BANCO BPM VA STOPPATA PERCHÉ È UNA MINACCIA PER LA ‘’SICUREZZA NAZIONALE’’ - PROSSIMAMENTE IL CEO DI UNICREDIT, ANDREA ORCEL, AVRÀ MANI LIBERE PER SCEGLIERE QUALE BANCA PAPPARSI, MENTRE NEI PROSSIMI DUE MESI I GENI DI ‘’PA-FAZZO” CHIGI AVRANNO I NEURONI MOLTO IMPEGNATI PER RISPONDERE CON UNA MODIFICA DELLA LEGGE (CHISSÀ SE AVRÀ EFFETTO RETROATTIVO) ALLA PROCEDURA D'INFRAZIONE DI BRUXELLES - SE POI ORCEL SARÀ COSTRETTO DAL GOVERNO DI BERLINO A VENDERE LA SUA PARTECIPAZIONE IN COMMERZBANK, UNA VOLTA INTASCATO IL RICCO BOTTINO, LE OPZIONI SULLA SUA SCRIVANIA PER EVENTUALI ACQUISIZIONI SAREBBERO SENZA FRONTIERE. E NULLA VIETEREBBE A UNICREDIT DI LANCIARE UNA RICCA OPA SU MPS DI LOVAGLIO-CALTAGIRONE-MEF, OBIETTIVO GENERALI: SAREBBE LA MASSIMA RIVINCITA DI ORCEL SUL GOVERNO SMANDRAPPATO DEL GOLDEN POWER…

beatrice venezi secolo d italia libero verita italo bochino fenice venezia

DAGOREPORT - DI PIÙ STUPEFACENTE DELLA DESTRA CI SONO SOLO I SUOI GIORNALI MALDESTRI. SULLA VICENDA VENEZI A VENEZIA, PRODUCONO PIÙ BUFALE CHE NELL’INTERA CAMPANIA - SI SORRIDE SULLA RINASCITA DEL TEATRO LA FENICE CON “LIBERO” E “LA VERITÀ” MA LA RISATA (PIU’ PERNACCHIO) ARRIVA COL “SECOLO D’ITALIA”: “BUONA LA PRIMA: 7 MINUTI DI APPLAUSI PER VENEZI”. PECCATO CHE NON DIRIGESSE AFFATTO LEI, LA “BACCHETTA NERA”, MA IVOR BOLTON, COME C’È SCRITTO PERFINO NEL PEZZO. INCREDIBILE MA VERO. PERÒ LÌ SOTTO C’È LA GERENZA DEL GIORNALE, DOVE SI SCOPRE CHE NE È DIRETTORE EDITORIALE TALE BOCCHINO ITALO. E ALLORA TUTTO SI SPIEGA

giuseppe conte rocco casalino marco travaglio roberto fic o todde paola taverna elly schlein

DAGOREPORT - DOVE STA ANDANDO A PARARE QUELL’AZZECCAGARBUGLI DI GIUSEPPE CONTE? ALL’INTERNO DEL M5S SI CONTRAPPONGONO DUE POSIZIONI: LA LINEA MOVIMENTISTA ED EUROSCETTICA SQUADERNATA DAGLI EDITORIALI DI MARCO TRAVAGLIO, CONVINTO COM'È CHE IL "CAMPOLARGO" SIA UNA DISGRAZIA PEGGIORE DELL'ARMATA BRANCA-MELONI; CHE HA UNA CERTA PRESA SULLA BASE DEGLI ELETTORI EX GRILLINI - DALL’ALTRA, LA LINEA DI TAVERNA, FICO, PATUANELLI E TODDE, IN SINTONIA CON LA BASE PARLAMENTARE DEI CINQUE STELLE, FAVOREVOLE A UN ACCORDO PROGRAMMATICO DI GOVERNO CON IL PD, ANCHE AL DI LÀ DEL FATTO CHE CONTE SIA, VIA PRIMARIE, IL CANDIDATO PREMIER DELLA COALIZIONE DI CENTROSINISTRA (GOVERNARE SIGNIFICA CONQUISTARE POTERE, POSTI E PREBENDE) – PERCHÉ CONTE ZIGZAGHEGGIA BARCAMENANDOSI CON SUPERCAZZOLE PRIMA DI STRINGERE UN APERTO ACCORDO PROGRAMMATICO COL PD? - COME MAI TA-ROCCO CASALINO, L’APPRENDISTA STREGONE RASPUTINIANO CHE HA CONFEZIONATO PER ANNI LE MASCHERE DEL CAMALEONTISMO DI “CONTE PREMIER”, HA MOLLATO ''LA POCHETTE DAL VOLTO UMANO'' PER FONDARE UN GIORNALE ONLINE?