giorgia meloni silvio berlusconi matteo salvini

LA SPINA NEL FIANCO DI MELONI-SALVINI SI CHIAMA BERLUSCONI - DAL DECRETO RAVE ALLA SPAZZACORROTTI, GLI EMENDAMENTI PRESENTATI DA FORZA ITALIA FANNO INCAZZARE LA LEGA - LA CONTROMOSSA DI PALAZZO CHIGI CHE BLOCCA LE 90 RICHIESTE DI MODIFICA GIÀ PRESENTATE TRA CUI LE 14 DEL FORZISTA ZANETTIN. LA PROPOSTA DI DEPOTENZIAMENTO DELLA "SPAZZACORROTTI", LEGGE BANDIERA DEL M5S VOLUTA DALL'EX GUARDASIGILLI BONAFEDE…

Estratto dell'articolo di Francesco Bechis per “il Messaggero”

 

berlusconi meloni salvini alle consultazioni

Si scrive decreto rave. Si legge? Dipende. Nel pacchetto di emendamenti presentati da Forza Italia al Senato - il primo decreto del governo Meloni è all'esame della Commissione Giustizia - c'è di tutto. Riforma del sistema penale, abolizione de-facto della legge Spazzacorrotti, riduzione delle pene per i raduni illegali. Sono alcune delle proposte depositate dal senatore azzurro Pierantonio Zanettin.

 

IL NODO INTERCETTAZIONI

Non tutte mettono d'accordo la maggioranza. È il caso delle norme contro i rave illegali. FI chiede di diminuire la pena per chi organizza i raduni: non più dai 3 ai 6 anni come previsto nel testo iniziale ma «dai due ai quattro anni». Tradotto: niente intercettazioni, che per legge la magistratura può utilizzare solo per reati puniti con una pena dai cinque anni in su.

 

meloni berlusconi salvini al quirinale

Lo sconto però non convince affatto la Lega. E infatti un emendamento presentato da Giulia Bongiorno, presidente della Commissione e relatrice del decreto, ripropone la sanzione tale e quale: pena minima 3 anni, pena massima sei. Dunque, le intercettazioni restano.

 

«Non possiamo snaturare il decreto» spiega una prima linea del Carroccio garantendo l'«assoluto allineamento» sul punto con FdI. Si vedrà se nell'esame in commissione, al via oggi alle 15, le distanze resteranno. Anche se i forzisti si dicono pronti a dare battaglia per rendere più soft la norma. Convergenze si trovano invece sulla tipizzazione del reato. Un emendamento di Zanettin propone di alzare la soglia minima dei partecipanti da 50 a 100 e di inserire un riferimento esplicito allo «spaccio di sostanze stupefacenti» per distinguere un rave da una qualsiasi manifestazione nelle scuole e nelle università.

 

Un cruccio già emerso all'indomani dello sgombero del rave nel modenese a fine ottobre.

Quanto alle multe per chi partecipa ai party illegali - dai 1000 ai 10mila euro - l'idea è dividere i proventi: metà allo Stato, metà al «comune sul cui territorio si è accertata la violazione, anche al fine di far fronte alle spese di ripristino dei luoghi».

 

berlusconi meloni salvini al quirinale

Novità in arrivo anche sul fronte Giustizia. Ancora una volta è FI a lanciare il sasso. Chiedendo di abolire il ricorso del pubblico ministero contro le sentenze di assoluzione (art. 593 del codice di procedura penale). Fatta eccezione per il ricorso in cassazione per «manifesto travisamento od omesso esame dei fatti o documenti decisivi per il giudizio che hanno formato oggetto di un punto controverso sul quale la sentenza si è pronunciata».

 

(...)

 

Fra le pieghe degli emendamenti spunta infatti una proposta forzista su un altro dei pilastri del provvedimento: l'ergastolo ostativo. E cioè depennare dai reati ostativi - quelli che impediscono al detenuto di accedere ai benefici alternativi al carcere - i reati contro la Pubblica amministrazione, corruzione inclusa. Una retromarcia che di fatto annullerebbe lo Spazzacorrotti, la legge bandiera del Movimento Cinque Stelle approvata nel 2019 con il governo Conte 1. Zanettin, firmatario, la mette così: «Vogliamo ripristinare la situazione precedente a una legge manettara e giustizialista». Dubbi in area Lega. Che firma invece un'altra proposta: il Pm che deve partecipare alle udienze del Tribunale di Sorveglianza in cui si decide la concessione dei benefici «potrà farlo anche da remoto».

meloni salvini berlusconi al quirinale silvio berlusconi e matteo salvini si guardano mentre giorgia meloni parla di unanimita' nella coalizione

Ultimi Dagoreport

nando pagnoncelli elly schlein giorgia meloni

DAGOREPORT - SE GIORGIA MELONI  HA UN GRADIMENTO COSÌ STABILE, DOPO TRE ANNI DI GOVERNO, NONOSTANTE L'INFLAZIONE E LE MOLTE PROMESSE NON MANTENUTE, È TUTTO MERITO DELLO SCARSISSIMO APPEAL DI ELLY SCHLEIN - IL SONDAGGIONE DI PAGNONCELLI CERTIFICA: MENTRE FRATELLI D'ITALIA TIENE, IL PD, PRINCIPALE PARTITO DI OPPOSIZIONE, CALA AL 21,3% - CON I SUOI BALLI SUL CARRO DEL GAYPRIDE E GLI SCIOPERI A TRAINO DELLA CGIL PER LA PALESTINA, LA MIRACOLATA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA FA SCAPPARE L'ELETTORATO MODERATO (IL 28,4% DI ITALIANI CHE VOTA FRATELLI D'ITALIA NON È FATTO SOLO DI NOSTALGICI DELLA FIAMMA COME LA RUSSA) - IN UN MONDO DOMINATO DALLA COMUNICAZIONE, "IO SO' GIORGIA", CHE CITA IL MERCANTE IN FIERA E INDOSSA MAGLIONI SIMPATICI PER NATALE, SEMBRA UNA "DER POPOLO", MENTRE ELLY RISULTA INDIGESTA COME UNA PEPERONATA - A PROPOSITO DI POPOLO: IL 41,8% DI CITTADINI CHE NON VA A VOTARE, COME SI COMPORTEREBBE CON UN LEADER DIVERSO ALL'OPPOSIZIONE?

giorgia meloni ignazio la russa

DAGOREPORT - LA RISSA CONTINUA DI LA RUSSA - L’ORGOGLIOSA  CELEBRAZIONE DELL’ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE DEL MOVIMENTO SOCIALE, NUME TUTELARE DEI DELLE RADICI POST-FASCISTE DEI FRATELLINI D'ITALIA, DI SICURO NON AVRÀ FATTO UN GRANCHÉ PIACERE A SUA ALTEZZA, LA REGINA GIORGIA, CHE SI SBATTE COME UN MOULINEX IN EUROPA PER ENTRARE UN SANTO GIORNO NELLE GRAZIE DEMOCRISTIANE DI MERZ E URSULA VON DER LEYEN - DA MESI 'GNAZIO INTIGNA A FAR DISPETTI ALLE SORELLE MELONI CHE NON VOGLIONO METTERSI IN TESTA CHE A MILANO NON COMANDANO I FRATELLI D'ITALIA BENSI' I FRATELLI ROMANO E IGNAZIO LA RUSSA – DALLA SCALATA A MEDIOBANCA ALLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA, DAL CASO GAROFANI-QUIRINALE ALLO SVUOTA-CARCERI NATALIZIO, FINO A PROPORSI COME INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI DI ‘’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ E IL MAGNATE GRECO IN NOME DELLA LIBERTÀ D’INFORMAZIONE – L’ULTIMO DISPETTUCCIO DI ‘GNAZIO-STRAZIO ALLA LADY MACBETH DEL COLLE OPPIO… - VIDEO

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...