lucio caracciolo biden trump stati uniti

STATI DISUNITI D’AMERICA – LUCIO CARACCIOLO: OGGI IL 40% DEGLI AMERICANI APPROVEREBBE UN COLPO DI STATO MILITARE PER STRONCARE LA "CORRUZIONE DIFFUSA" - IN AMERICA LE DIVISIONI POLITICHE SONO COSÌ PROFONDE DA COLPIRE PURE I MATRIMONI: DOPO TRUMP LE UNIONI TRA COPPIE “MISTE” DI REPUBBLICANI E DEMOCRATICI SONO CROLLATE AL 3,6% (DAL 30%) - “I DUE PARTITI CLASSICI, AL MEGLIO CARTELLI ELETTORALI, SONO PUNTI DI CONDENSAZIONE DI DUE NAZIONI, PEGGIO DI DUE RAZZE"

Lucio Caracciolo per “la Stampa”

 

donald trump

Gli Stati Uniti d'America sono impero di tre imperi. Il primo è il nucleo statale dilagato nel continente nordamericano dall'Atlantico al Pacifico. Il secondo è l'Occidente: the West. Trofeo conquistato nella Seconda guerra mondiale, congiunge al magnete statunitense Nord America ed Europa atlantica mentre variamente si estende a Oceania, Giappone, Corea del Sud e minori Asie per affinità strategiche, economiche e istituzionali (liberaldemocrazia più rule of law). Il terzo è metafisico: la missione che Dio ha affidato all'eletta "Comunità altruistica" – 

 

l'"unselfish Commonwealth" cantata nel 1916 da Woodrow Wilson, presidente e sacerdote dell'America in uscita - affinché redimesse l'umanità dai suoi peccati. Insieme, innervano l'intero pianeta e lo Spazio circumterrestre in tutte le dimensioni fisiche, virtuali e spirituali. Né escludono un quarto impero, l'immensità del cosmo, verso cui s' indirizzano le ambizioni di disinibiti pionieri connessi alle agenzie imperiali.

manifestanti pro trump a brayton

 

Questa entità suprema si sente in pericolo di vita. Non solo per classica sovraesposizione territoriale, malattia professionale degli imperi. Né tanto per minaccia di sfidanti, nessuno dei quali - Cina inclusa - avvicina l'America. No. Il pericolo è la fusione del nocciolo. Dentro gli Stati Uniti d'America la temperatura sale fino a eroderne legature morali, sociali e istituzionali. Investe e dilania il fattore umano, alfa e omega del convivere. 

 

Eccitate dai media asociali, le pulsioni apocalittiche impresse nel genoma americano dal fondamentalismo protestante delle origini e replicate nella corrente deriva nichilista intaccano l'impero interno. Fiorisce una letteratura da ultimo giorno che ricama ossessiva sulla guerra civile all'orizzonte, se non già in corso.

 

JOE BIDEN DONALD TRUMP BY PAT LUDO

L'America dubita di essere ancora America. I trumpiani sono certi che non lo sia. Make America Great Again significa Make America America Again. Quando la nazione che non si vuole impero smette di riconoscersi una, s' avvia a perdere sé stessa e il suo mondo. La crisi del primo impero investe il secondo - tra cui noi, affezionata provincia - e oscura il marchio. L'impero non è indispensabile alla nazione. La nazione sì è indispensabile all'impero. Senza marchio ambedue periscono. Gli Stati Uniti sono l'unico Stato al mondo che al nome plurale accorda il verbo singolare. Efficacissimo modo di evocare il latino del motto "e pluribus unum" ("dai molti l'uno") che campeggia nello stemma nazionale.

 

Strategia semantica adottata per dirimere nei simbolismi e nella pedagogia ufficiale la frizione tra Stati federati e Stato centrale. Esorcismo contro il separatismo latente che da sempre percorre gli Stati Uniti, cifra segreta della loro (sua) costituzione materiale.

 

joe biden donald trump

Durante la guerra civile (1861-65) il presidente Lincoln amava ripetere che sudisti e nordisti pregavano lo stesso Dio. E onoravano gli stessi Padri fondatori. Americani con due diverse idee d'America. Comunque esseri umani. Non così oggi, dove le fazioni in contrasto bollano il nemico come "l'altro", forse nemmeno umano. Tanto è l'odio tra blu e rossi, democratici e repubblicani - le due macrotribù in collisione nell'impero interno - da indurli a reprimere il più alto dei sentimenti, l'amore, se questo si applica a persona dell'altro colore. I matrimoni misti - o dovremmo battezzarli inter-razziali? - fra rossi e blu sono precipitati al 3,6% dal 30% precedente all'avvento di Trump (2016), detonatore della tempesta. I due partiti classici, al meglio cartelli elettorali, sono punti di condensazione di due nazioni, peggio di due razze (il termine race, da noi proscritto o malamente reso in "etnia", permane nella neolingua burocratica americana oltre che nel parlar comune).

 

un manifestante pro trump vestito da biden incarcerato

Il discorso pubblico americano è fragore di due camere dell'eco. Nelle quali rimbombano, compresse e irriducibili, istanze locali e corporative, lobby religiose e sessuali, vocazioni eversive o bigotte. Il catalogo delle faglie domestiche è impressionante per quantità e qualità. Solo le principali, con precedenza alle istanze rosse: campagne/metropoli; nativisti/multiculturalisti; credenti/atei o agnostici (già un terzo della fu nazione iperreligiosa); bianchi/neri o variamente colorati; armi per tutti/per autorizzati; aborto vietato/libero; tasse lasche (nulle)/incisive. 

 

Sullo sfondo, demografie divergenti: nel Sud trumpista crescono in massima i giovani, nel Nord-Est del venerando establishment liberal proliferano riserve di anziani. Sull'arcipelago delle faglie incombe il macigno che rischia di franare sull'architettura a stelle e strisce: il rancore della classe media impoverita e umiliata da élite che percepisce transnazionali, dunque non americane, e consapevole che in un paio di decenni scadrà al rango di minoranza fra le altre.

trump biden

 

Il punto di flesso da cui potrebbe derivare la fine dell'ordine costituzionale sarebbe il tradimento delle Forze armate. Di gran lunga la più rispettata delle istituzioni. Se reparti militari contestassero l'insediamento del presidente eletto perché supposto fraudolento, scatterebbe la crisi di regime. La rivoluzione colorata, tattica americana, si ritorcerebbe contro i suoi inventori. Ipotesi per niente peregrina. Oggi il 40% degli americani approverebbe un colpo di Stato militare per stroncare la "corruzione diffusa". 

 

trump biden

In maggioranza repubblicani (54%), insieme a un terzo dei democratici (31%). L'impero dei tre imperi resta in vantaggio sui presunti rivali. Non è affatto condannato alla disgregazione. Purché stabilisca una gerarchia: salvare il primo impero delimitando il secondo e applicando la sordina al terzo. Parola di Platone: «Accrescere lo Stato finché possa, crescendo, rimanere uno; ma oltre questo limite, no».

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni kirk renzi salvini tajani

DAGOREPORT - LA STRATEGIA DELLA DISTRAZIONE DI GIORGIA MELONI: PER LA DESTRA DE’ NOANTRI, IL DELITTO KIRK NON È UNA STORIA AMERICANA DEFLAGRATA ALL’INTERNO DEL MONDO DEI “MAGA” TRUMPIANI. NO, È ROBA DA BRIGATE ROSSE IN VIAGGIO PREMIO NEGLI USA - ECCO: IL CADAVERE DI UN ATTIVISTA DI UN PAESE DOVE LE ARMI LE COMPRI DAL TABACCAIO È GIUNTO AL MOMENTO GIUSTO PER ESSERE SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO AD ARTE DALLA PROPAGANDA DI PALAZZO CHIGI, COPRENDO CON DICHIARAZIONI FUORI DI SENNO LE PROPRIE DIFFICOLTÀ - CHE LA DESTRA DI GOVERNO SIA IN PIENA CAMPAGNA ELETTORALE, INQUIETA (EUFEMISMO) PER L’ESITO DELLE REGIONALI D’AUTUNNO, IL CUI VOTO SARÀ DIRIMENTE IN VISTA DELLE POLITICHE 2027, ALLE PRESE CON UN PAESE CHE SENZA LA FORTUNA DEI 200 MILIARDI DEL PNRR SAREBBE IN RECESSIONE COME LA FRANCIA E LA GERMANIA, NE È CONSAPEVOLE LO STESSO ESECUTIVO, IN PIENO AFFANNO PER TROVARE LE RISORSE NECESSARIE ALLA FINANZIARIA DI FINE D’ANNO - RENZI: “LA PREMIER SEMINA ZIZZANIA E CREA TENSIONE PER EVITARE DI PARLARE DI STIPENDI E SICUREZZA. MA SOPRATTUTTO PER EVITARE CHE NASCA UN VERO MOVIMENTO A DESTRA. OCCHIO: SE VANNACCI FA COME FARAGE, LA MELONI VA A CASA. LA POLITICA È PIÙ SEMPLICE DI QUELLO CHE SI CREDA. GIORGIA MELONI ALIMENTA LA PAURA PERCHÉ LEI HA PAURA…” - VIDEO

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...

rai giampaolo rossi gianmarco chiocci giorgia meloni bruno vespa scurti fazzolari

DAGOREPORT - RIUSCIRÀ GIAMPAOLO ROSSI A DIVENTARE IL CENTRO DI GRAVITÀ DELL’INDOMABILE BARACCONE RAI? - IL “FILOSOFO” DEL MELONISMO HA TENUTO DURO PER NON ESSERE FATTO FUORI DAL FUOCO AMICO DEL DUPLEX SERGIO-CHIOCCI. A “SALVARE” IL MITE ROSSI ARRIVÒ IL PRONTO SOCCORSO Di BRUNO VESPA, CON IL SUO CARICO DI MEZZO SECOLO DI VITA VISSUTA NEL FAR WEST DI MAMMA RAI - A RAFFORZARE LA SUA LEADERSHIP, INDEBOLENDO QUELLA DI CHIOCCI, È INTERVENUTA POI LA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI, “BRUCIANDO” IN PIAZZA IL DESIDERIO DI GIORGIA DI ARRUOLARLO COME PORTAVOCE - L’OPERAZIONE DI ROSSI DI ESSERE IL BARICENTRO IDEOLOGO E PUNTO DI RIFERIMENTO DI TELE-MELONI, SI STA SPOSTANDO SUI TALK-SHOW E L’INTRATTENIMENTO, A PARTIRE DALLA PROBABILE USCITA DI PAOLO DEL BROCCO, DA UNA DOZZINA DI ANNI ALLA GUIDA “AUTONOMA” DELLA CONSOCIATA RAI CINEMA, IN SCADENZA AD APRILE 2026 - IL NOME CHE SCALPITA PER ANDARLO A SOSTITUIRE, È UN AMICO FIDATO DI ROSSI, L’ATTUALE DIRETTORE DEL DAY-TIME, LO SCRITTORE-POETA-CANTANTE-SHOWMAN ANGELO MELLONE - MENTRE A RAI FICTION...

roberto vannacci matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - UNO SPETTRO SI AGGIRA MINACCIOSO PER L'ARMATA BRANCA-MELONI: ROBERTINO VANNACCI - L’EX GENERALE DELLA FOLGORE STA TERREMOTANDO NON SOLO LA LEGA (SE LA VANNACCIZZAZIONE CONTINUA, ZAIA ESCE DAL PARTITO) MA STA PREOCCUPANDO ANCHE FRATELLI D’ITALIA - IL RICHIAMO DEL GENERALISSIMO ALLA DECIMA MAS E ALLA PACCOTTIGLIA DEL VENTENNIO MUSSOLINIANO (“IO FASCISTA? NON MI OFFENDO”)  ABBAGLIA LO “ZOCCOLO FASCIO” DELLA FIAMMA, INGANNATO DA TRE ANNI DI POTERE MELONIANO IN CUI LE RADICI POST-MISSINE SONO STATE VIA VIA DEMOCRISTIANAMENTE “PETTINATE”, SE NON DEL TUTTO SOTTERRATE - IL PROGETTO CHE FRULLA NELLA MENTE DI VANNACCI HA COME TRAGUARDO LE POLITICHE DEL 2027, QUANDO IMPORRÀ A SALVINI I SUOI UOMINI IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. ALTRIMENTI, CARO MATTEO, SCENDO DAL CARROCCIO E DO VITA AL MIO PARTITO - INTANTO, SI È GIÀ APERTO UN ALTRO FRONTE DEL DUELLO TRA LEGA E FRATELLI D’ITALIA: LA PRESIDENZA DEL PIRELLONE…

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…