salvini bergoglio

CON TANTI SALUTI A BERGOGLIO E ALLO SPIRITO SANTO: CRESCE IL PESO DEI CATTOLICI CHE VOTANO LEGA - ALLA VIGILIA DELLE EUROPEE, IL 27 PER CENTO SI DICEVA INTENZIONATO A DARE IL PROPRIO CONSENSO AL MINISTRO LEGHISTA, CHE ESIBISCE SIMBOLI RELIGIOSI MA E’ IN CONFLITTO PERMANENTE CON PRETI, VESCOVI E VERTICI ECCLESIASTICI...

Ilvo Diamanti per “la Repubblica"

 

salvini rosario

Negli ultimi mesi, Matteo Salvini, leader della Lega (e del governo), ha esibito in più occasioni atteggiamenti e simboli religiosi. Ha baciato la corona del Rosario, invocato la Madonna. Mentre in alcune foto, sulle mensole di librerie, dietro a lui, si scorge un'icona di Gesù, sotto al santino di Putin e al cappellino di Trump. Accanto alla foto di Baresi e al berretto dei carabinieri. Le passioni del vice(?) premier.

 

Che combinano sacro e profano. In modo apparentemente casuale. Perché, così, sacro e profano si contaminano reciprocamente. E non ci sorprenderebbe se, prossimamente, i personaggi religiosi venissero abbigliati con la maglietta rossonera e il berretto dei carabinieri. Salvini, d' altronde, è attento alla comunicazione. Assistito da uno staff di consulenti di grande competenza.

 

Così, non sorprende la combinazione di sacro e profano. Perché evoca sentimenti diversi. Espressi da pubblici diversi. In particolare: la domanda di sicurezza. Di rassicurazione. Ma anche di "fede". In fondo, come abbiamo sostenuto in altre occasioni, la maglia e la bandiera della squadra di football attraggono più di altri soggetti e ambienti. Politici, territorialireligiosi. Generano "fedeltà". Cioè: "fede". Per questo Salvini li ostenta e li propone insieme. In "dis-ordine" apparentemente "casuale". Ma, a mio avviso, ben "organizzato". Perché "dialogano" con diversi pubblici. Con diversi settori di mercato elettorale. Altrettante componenti di un popolo "fedele". Animato dalla "fede".

SALVINI ROSARIO

 

D' altra parte, il collegamento fra religione e politica, in Italia, ha una storia lunga. Il partito che ha governato in Italia per quarant' anni si chiamava Democrazia "Cristiana". Appunto. Il suo simbolo era lo Scudo-Crociato. Dunque: la Croce. Un vero partito "nazionale". Ma radicato e forte, soprattutto, nel Nord Est. E nelle province del Nord. Territorio di piccole città e di piccole imprese. Dove ha (stra)vinto la Lega, alle Europee.

 

Ma anche alle Politiche di un anno fa. La Pedemontania, assai più della Padania, è la vera patria originaria della Lega. Dagli anni Ottanta, il tempo delle Leghe regionaliste, per proseguire, nei decenni successivi, quando si è imposta la Lega Nord. la Lega Padana di Umberto Bossi e, in seguito, di Maroni. Fino alla crisi profonda dell' ultimo decennio, quando Matteo Salvini ha superato l' identità politica marcata dal territorio. Salvini: ha scavalcato il Po. Verso Sud. E oltre le Alpi. Ha incontrato Marine Le Pen. A destra. La sua Lega è "Nazionale".

 

LA VIGNETTA DI CHARLIE HEBDO SU SALVINI E IL ROSARIO

Non solo perché ha allargato il suo territorio all' Italia. Ma perché, guardando anzitutto alla Francia (poi agli altri partiti sovranisti dell' Europa post-sovietica) ha costruito una vera "Ligue Nationale". L' ho definita così nel 2014. Per assonanza, non solo lessicale, con il "Front (oggi Rassemblement) National". Guidato da Marine Le Pen.

 

Il richiamo alla religione, ai cattolici, dunque, appare un tentativo di radicarsi in un terreno dove le Leghe, che hanno preceduto la Lega di Salvini, sono sorte e cresciute. Sulle tracce della DC. La Lega di Salvini: è ripartita dal "Forza-leghismo" degli anni Novanta. Ma è andata molto oltre. Tuttavia, le radici sono importanti. Perché forniscono una base di valori. Fondata sulla tradizione. Così, nell' iconografia e nel discorso di Salvini sono apparsi la Madonna e Gesù. Al di là di valutazioni politiche e, prima ancora, etiche, già espresse dagli ambienti della Chiesa e del mondo cattolico, in modo talora aspro, questa scelta strategica e comunicativa ha prodotto effetti visibili.

 

Nel corso dell' ultimo anno, infatti, il peso elettorale della Lega presso l' elettorato "cattolico" è cresciuto notevolmente. Com' è avvenuto fra gli elettori nell' insieme. Ma in misura superiore. (Lo ha rilevato anche Nando Pagnoncelli).

 

MATTEO SALVINI CON IL ROSARIO

Fra i praticanti assidui - che dichiarano di andare a messa regolarmente tutte le domeniche (o quasi) - alla vigilia delle ultime Europee, il 27% si diceva intenzionato a votare per la Lega di Salvini. Un dato di poco inferiore alla "media" del partito, che a due settimane dalla consultazione si fermava intorno al 32% (nel sondaggio di Demos per Repubblica). E sarebbe salito di due punti al momento del voto.

 

Va, tuttavia, considerato che, poco più di un anno prima, alle Politiche 2018, solo i1 12% dei cattolici affermava di votare per la Lega, contro una media del 17%, tra gli elettori in generale. Il voto dei cattolici praticanti, dunque, nel corso degli ultimi mesi, appare cresciuto nell' elettorato leghista. Mentre, parallelamente, è diminuito tra gli elettori degli altri partiti principali.

 

salvini rosario

In particolare, fra quelli hanno ceduto maggiormente consensi verso la Lega: Forza Italia e Movimento 5 stelle. Per contro, il voto al PD alle Europee, tra i cattolici praticanti è sceso di poco rispetto alle Politiche: dal 26 al 24%. In una certa misura, si tratta di un allineamento demografico, visto che la base del PD, come quella dei cattolici praticanti, appare sempre più anziana. Il peso di FI, fra i cattolici, invece, è calato sensibilmente: dal 17 al 12%. Ma il M5s è "caduto": dal 28 al 17%. (Un partito, peraltro, particolarmente penalizzato dal voto europeo).

 

Tuttavia, fra gli italiani, leghisti e no, solo il 20% ritiene "importante" l' insegnamento della Chiesa, sul piano etico e personale. La maggioranza (relativa: il 41%) lo valuta "utile".

Ma poi "ciascuno si deve poi regolare secondo coscienza". Tutti gli altri lo guardano con distacco. La Chiesa, dunque, oggi più di ieri, fornisce un sistema di riferimenti. Un retro- terra. Che i cittadini utilizzano "a modo loro". Secondo una logica "bricolage". Coerente con questi tempi di "voto liquido". Veicolato dai leader, più che dai partiti. L' altro ieri, Berlusconi. Ieri, Renzi. Oggi, Salvini. Domani: chissà.

MATTEO SALVINI CON IL ROSARIO

Ultimi Dagoreport

maurizio belpietro giorgia meloni francesco saverio garofani

A CIASCUNO LA SUA “VERITÀ” - L’ARTICOLO PUBBLICATO DAL QUOTIDIANO DI BELPIETRO SUL "PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È PRATICAMENTE IDENTICO ALLA MAIL RICEVUTA DA MOLTI ALTRI QUOTIDIANI, DA UN ANONIMO CHE SI FIRMAVA "MARIO ROSSI", CHE HANNO DECISO DI IGNORARE LA VICENDA PERCHÉ NON VERIFICABILE - PERCHE' BELPIETRO HA DECISO DI DARE SPAZIO E RISALTO A UNA STORIA COSI' AMBIGUA? HA IN MANO ANCHE UN AUDIO O CI SONO ALTRE RAGIONI? DI CERTO, L'EX ALLIEVO DI VITTORIO FELTRI È UN PO' IN DIFFICOLTÀ: LE COPIE VENDUTE DAL SUO GIORNALE CALANO E "LA VERITÀ" STA DIVENTANDO POST-VERITÀ, CON LO SPAZIO CONCESSO A COMPLOTTISTI, NO VAX E PUTINIANI - FORSE CREARE UN PO’ DI CACIARA CON IL GAROFANI-GATE SERVE A RIPORTARE IL QUOTIDIANO SOTTO I RIFLETTORI - DI SICURO HA FATTO UN FAVORE A GIORGIA MELONI. DEL RESTO, FU LEI NEL 2023 A OPPORSI ALLA VENDITA DEL GIORNALE AD ANGELUCCI, E A TROVARE IN FEDERICO VECCHIONI, AD DI "BONIFICHE FERRARESI" E CARO A LOLLOBRIGIDA, IL "SALVATORE" PRONTO A RILEVARE IL 25% DELLA SOCIETA' EDITRICE BY BELPIETRO - DA ALLORA FIOCCANO INSERZIONI DELLE PARTECIPATE E PEZZI PRO-GIORGIA...

matteo salvini giorgia meloni donald trump vladimir putin sergio mattarella

DAGOREPORT - COME MAI GLI ARTICOLI DELLA “VERITÀ” SUL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” ARRIVANO IL GIORNO DOPO LA RIUNIONE DEL CONSIGLIO SUPREMO DI DIFESA, DI CUI GAROFANI È SEGRETARIO, IN CUI SI È RIBADITA LA LINEA DI “PIENO SOSTEGNO ITALIANO ALL’UCRAINA”? - LA LINEA PRO-KIEV DI GIORGIA MELONI SI E' AFFIEVOLITA DA TEMPO (HA MESSO IN “PAUSA” L'ADESIONE DELL'ITALIA AL PIANO PURL PER LE ARMI USA A KIEV) E SALVINI E' IL SOLITO "FIGLIO DI PUTIN" CHE SI OPPONE A OGNI SOSTEGNO A ZELENSKY - NON SOLO: MATTARELLA, ORMAI DA ANNI, INFIOCINA I SOVRANISMI DI MEZZO MONDO, HA PIU' VOLTE CRITICATO TRUMP, PUTIN, ORBAN, NETANYAHU E AFD (GUARDA CASO TUTTI AMICI DI MELONI E SALVINI) - SE L'AUDIO DI GAROFANI ESISTE, E CERTIFICA UN "COMPLOTTO" E NON UN SEMPLICE RAGIONAMENTO POLITICO, PERCHÉ BELPIETRO NON LO PUBBLICA? IL COLLOQUIO DELL'EX DEPUTATO DEL PD È STATO CARPITO AL RISTORANTE IN UNA "CHIACCHERATA TRA AMICI". SE ESISTE L'AUDIO, CHI LO HA REGISTRATO? UN AMICO? UN PRIVATO CITTADINO CHE HA RICONOSCIUTO GAROFANI, NONOSTANTE FOSSE UN VOLTO POCO NOTO? O IL CONSIGLIERE DI MATTARELLA ERA "ATTENZIONATO"? DA CHI?

tommaso foti galeazzo bignami

CHIAGNI E FOTI – A VOLERE QUEL FENOMENO DI GALEAZZO BIGNAMI COME CAPOGRUPPO DI FDI ALLA CAMERA FU TOMMASO FOTI, CHE SCELSE IL CAMERATA BOLOGNESE COME SUO SUCCESSORE. QUANDO CI FU IL PASSAGGIO DI CONSEGNE, FOTI ASSICURÒ CHE NON AVREBBE POTUTO SCEGLIERE UN SUCCESSORE MIGLIORE (PENSA COM'ERANO GLI ALTRI PRETENDENTI) - DI SICURO BIGNAMI NON È MAI STATO TROPPO ISTITUZIONALE NEGLI INTERVENTI IN AULA: SPESSO PROVOCATORIO, OGNI VOLTA CHE PARLA IRRITA L'OPPOSIZIONE. PARE CHE UNA TELEFONATA DA PALAZZO CHIGI E UN CONSIGLIO “PATERNO” BY FOTI LO AVESSERO INDOTTO A MAGGIOR EQUILIBRIO. SINO A IERI…

sergio mattarella guido crosetto galeazzo bignami adolfo urso giorgia meloni

FLASH! - SULLA QUESTIONE GAROFANI-BELPIETRO, RIMBOMBA IL SILENZIO ASSORDANTE DI GUIDO CROSETTO. CHE LA LINEA DEL MINISTRO DELLA DIFESA E COFONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA SIA PIÙ IN SINTONIA CON IL COLLE CHE CON I CAMERATI DI “PA-FAZZO” CHIGI DI VIA DELLA SCROFA, NON È UNA NOVITÀ. D’ALTRONDE, NEL 2022 FU MATTARELLA A VOLERE CROSETTO ALLA DIFESA, DOPO AVER BOCCIATO IL NOME DI ADOLFO URSO PROPOSTO DA MELONI. ED È SEMPRE STATO CONSIDERATO UN “INTERLOCUTORE” DEL COLLE, TANT’È CHE GUIDONE SMISE DI PARTECIPARE  AI CONSIGLIO DEI MINISTRI POICHÉ TUTTI DAVANTI A LUI TENEVANO LA BOCCUCCIA CHIUSA…

maurizio belpietro giorgia meloni galeazzo bignami francesco saverio garofani sergio mattarella

GIORGIA MELONI NON ARRETRA! DOPO L'INCONTRO AL QUIRINALE CON MATTARELLA, LA DUCETTA HA RIBADITO LA VERSIONE DEL CAMERATA GALEAZZO BIGNAMI: “RAMMARICO PER LE PAROLE ISTITUZIONALMENTE E POLITICAMENTE INOPPORTUNE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI” – AL CONSIGLIERE DI MATTARELLA SARÀ SFUGGITA UNA PAROLA DI TROPPO, MA DA UNA BANALE OSSERVAZIONE POLITICA SUL CENTROSINISTRA AL GOLPE QUIRINALIZIO, CI PASSA UN OCEANO – PERCHÉ BELPIETRO NON PUBBLICA L'AUDIO IN CUI GAROFANI EVOCAVA UN “PROVVIDENZIALE SCOSSONE” (AMMESSO CHE LO "SCOSSONE" NON SI RIFERISSE AL CENTROSINISTRA)? SE LO FACESSE, LA QUESTIONE SAREBBE CHIUSA: PER GAROFANI SAREBBE DIFFICILE RESTARE AL SUO POSTO – IL QUIRINALE AVEVA FATTO SAPERE CHE DOPO L’INCONTRO CI SAREBBE STATO UN COMUNICATO. PER ORA L’HA FATTO LA MELONI: CI SARÀ UN’ALTRA NOTA DAL COLLE? - BIGNAMI INSISTE: "CI HA SORPRESO LA REAZIONE SCOMPOSTA DEL PD, GAROFANI HA CONFERMATO I CONTENUTI E NON HO VISTO PIATTI VOLARE DAL QUIRINALE..."