giuseppe conte luigi di maio nicola zingaretti

CON-TE RIPARTIRO’ – DI MAIO LIQUIDA L’IPOTESI FICO (“PURA PROVOCAZIONE”) E AVVISA ZINGARETTI DELLA RIVOLTA DELLA BASE M5s SUI SOCIAL: “SENZA CONTE, SU ROUSSEAU IL PATTO NON PASSA” - NELLE PROSSIME ORE POTREBBE ATTIVARSI UN'ALTRA TRIANGOLAZIONE, CON IL VICESEGRETARIO PD ANDREA ORLANDO, SOSTENUTO DAL MENTORE DEL PREMIER, L'AVVOCATO ALPA, AI TEMPI DELLE PRIMARIE DEM CONTRO RENZI….

Emanuele Buzzi per il Corriere della Sera

 

giuseppe conte luigi di maio 2

«Vi prego, fermatevi». «Spero vivamente nella coerenza», «Non ce la posso fare». L' accordo con i dem lacera a dir poco la base Cinque Stelle. I profili social dei big del Movimento e il blog vivono di fatto una rivolta dei militanti che chiedono a gran voce uno stop alla trattativa con il Pd.

 

L' incontro tra Luigi Di Maio e Nicola Zingaretti ha accelerato il processo e sul web i commenti dei militanti contro l' intesa si sono moltiplicati. «Una polveriera di cui non possiamo non tener conto», assicura un importante esponente Cinque Stelle. E infatti il voto di ratifica della base su Rousseau, dato per certo dai vertici del Movimento fino a qualche ora prima dei summit con il Pd, inizia a essere messo in discussione. «Dobbiamo valutare tempi e modi», assicura un pentastellato.

 

Come a dire: nulla è scontato.

fico conte

E probabilmente il malessere della base sarà al centro anche dell' ultimissima riunione tra i big del Movimento (da Luigi Di Maio ad Alessandro Di Battista, da Roberto Fico a Paola Taverna e, forse, a Davide Casaleggio), in programma domani, prima delle consultazioni. Un summit che servirà per delineare una strategia e una linea comune in vista dell' incontro con il capo dello Stato, Sergio Mattarella.

 

Intanto, i mal di pancia dalla Rete si fanno reali. Il partito interno dei dubbiosi si sta allargando. C' è chi lancia anche una stilettata: «Se non fossero in gioco molte poltrone sarebbe più consistente». Dopo le perplessità espresse da Alessandro Di Battista e Gianluigi Paragone per un nuovo accordo, ieri è stata la volta di Massimo Bugani.

 

Il socio di Rousseau è intervenuto con un duro post su Facebook (prontamente condiviso da Paragone). «Il Pd vuole fare un governo per via della paura e non con il coraggio. Lo vuole fare per paura che Salvini governi da solo, lo vuole fare per paura di andare tutti a casa, lo vuole fare per paura di pentirsi di non averlo fatto», attacca Bugani, che poi analizza: «Nessuna di queste è per me una ragione in grado di garantire solidità ad un eventuale governo M5S-Pd».

giuseppe conte luigi di maio 1

 

E conclude: «Noi del voto non dobbiamo avere paura e non avremo mai paura». Anche Stefano Buffagni è più o meno dello stesso avviso: «Andiamo al voto dopo che per colpa del Pd salta l' accordo perché rifiuta un candidato forte come Conte contro Salvini», commenta con la sua cerchia.

 

Secondo il sottosegretario lombardo, «questo è il preludio della campagna elettorale di ottobre dove Conte sarà il candidato premier in contrapposizione a Salvini e noi punteremo sul voto utile».

 

fico

Uno scenario ipotizzato al suo entourage che si scontra con la visione dell' ala ortodossa, che spinge per un' intesa e che vorrebbe Roberto Fico a Palazzo Chigi. Le sortite di alcuni pentastellati hanno riaperto un botta e risposta interno. E c' è chi come Giuseppe Brescia, fichiano doc e presidente della Commissione Affari costituzionali alla Camera replica: «I vari Bugani, Paragone potrebbero fare silenzio e rispettare il lavoro che sta facendo Di Maio in questa fase così delicata. Il mandato dell' assemblea è chiaro, rassegnatevi».

 

CONTE

Ilario Lombardo per la Stampa

 

meme sulla crisi di governo di maio e fico

 Il palcoscenico internazionale è il più prestigioso: perfetto per rilanciare se stesso come premier. Biarritz, G7. L' umidità atlantica non sgualcisce l' aspetto di Giuseppe Conte. Arriva a un appuntamento con la stampa che non era previsto per fissare all' ultimo chiodo della trattativa la sua immagine. È la stessa di quattro giorni fa, della requisitoria contro Salvini, ma sembra passata un' eternità. Da quel giorno Conte è stato affossato, elevato, bruciato, difeso, in un adrenalinico gioco dialettico di depistaggi e verità. Gli chiedono del Conte bis, dell' addio alla Lega. «Una stagione politica chiusa che non si potrà riaprire mai più». Fissa dei punti, che sono un messaggio a Zingaretti.

 

consultazioni roberto fico

Parla di «cambiamenti climatici», «protezione della biodiversità», «lotta alla diseguaglianza a tutti i livelli». Risponde alla sfida del «governo di svolta» dei Dem con l' esigenza di «un grande progetto riformatore». «È una questione di programmi - sostiene - Gli uomini sono secondari». Ma sa che non è così. E che lui resta lo scoglio contro il quale potrebbe naufragare ogni cosa. Beppe Grillo è irremovibile: «Per me c' è solo lui», e allontana ogni indiscrezione che lo vedrebbe convinto a puntare su Cantone in cambio di Conte a Bruxelles. I contatti con il Colle sono continui e anche Renzi, il più favorevole all' intesa sul suo nome nel Pd, lo cerca. Nelle prossime ore potrebbe attivarsi un' altra triangolazione, con il vicesegretario Andrea Orlando, sostenuto dal mentore del premier, l' avvocato Alpa, ai tempi delle primarie Dem proprio contro Renzi.

 

giuseppe conte luigi di maio

Vista dalla Francia, il pomeriggio ha una trama diversa dal mattino, quando sente Di Maio e sembra deciso a tirarsi indietro. Conte trattiene a stento l' amarezza di aver letto senza smentite che Di Maio è tentato dall' offerta leghista della premiership. Si sentono, Di Maio lo rassicura: «Non ci sono secondi fini, al tavolo con il Pd tu resterai l' unico nome». Il messaggio lo aveva fatto già arrivare in altri termini: «Non faccio come D' Alema con Prodi». Conte fatica a credergli, sa che i canali con Salvini sono apertissimi. Così gli chiarisce: «Non mi presto a giochetti con la Lega».

orlando zingaretti

 

Il nome di Conte è riemerso all' inizio di una trattativa che ha tempi strettissimi. E questo lo ha insospettito. Ma il M5S è in ebollizione e Di Maio sotto assedio.

 

I parlamentari spingono per chiudere con Zingaretti. Ma ci sono i militanti che vomitano sul web tutta la rabbia contro il Pd. Gli uomini della Casaleggio studiano i sentiment dei social. Ieri "Conte bis" era trend topic su Twitter. Di Maio lo dice al telefono a Zingaretti: «Solo con Conte riusciamo a reggere il patto». In altri termini, rivela il capo politico, «metteremo in votazione sulla piattaforma Rousseau l' accordo. Senza Conte, non passa».

 

giuseppe conte luigi di maio 3

Ma la risposta di Zingaretti è la stessa che a Biarritz arriva dall' Italia. Un martellante pressing del Pd per costringerlo al passo indietro. La contromossa, attesa, del Pd è proporre Roberto Fico, eterno antagonista di Di Maio, punto di congiunzione con il movimentismo più a sinistra. Fico viene subito subissato di messaggi, per chiudere ogni spiraglio.

andrea orlando e nicola zingaretti

 

«Faccio il presidente della Camera e voglio continuare a farlo » fa sapere lui, mentre Di Maio liquida la mossa come «pura provocazione» C' è ancora speranza? Attorno al capo politico è un vespaio impazzito. Anche i fedelissimi sono divisi. Spadafora continua a mandarsi messaggi con gli ambasciatori Pd. Di Battista spinge per il voto. Lo stesso fa Pietro Dettori, l' uomo social della Casaleggio. È lui a registrare la valanga contraria ai Dem sulla rete, ed è il bersaglio di un sospetto feroce: che abbia sollecitato a fare il nome di Conte per costringere il Pd a dire no e andare al voto. Qualcuno gli suggerisce di spiazzarli e candidarsi lui stesso.

 

guido alpa

E farlo alla scadenza fissata da Mattarella. Lunedì sera. Tra chi invece continua a insistere su Conte premier, circola già un possibile schema di compromesso. Fuori tutti i ministri del M5S, solo Di Maio dentro. Interno, Esteri e Difesa ai Dem. Vicepremier Franceschini. Resta il nodo del ministro dell' Economia. Tria rassicura che i conti sono a posto e si autocandida a restare.

 

il discorso di giuseppe conte al senato tra matteo salvini e luigi di maio 2

 

Ultimi Dagoreport

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…

giorgia e arianna meloni come le gemelle di shining - fotomontaggio del fatto quotidiano

DAGOREPORT – VI RICORDATE QUANDO GIORGIA MELONI DEFINIVA LA SORELLA ARIANNA UNA “PRIVATA CITTADINA SENZA INCARICHI”? DIMENTICATELO: È IN CORSO UN TENTATIVO DI TRASFORMARE LA PRIMOGENITA DI ANNA PARATORE IN UNA POLITICA NAVIGATA. ECCO COME NASCE L’IMBARAZZANTE NTERVISTA RILASCIATA OGGI DALL'EX MOGLIE DI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA AL “CORRIERE DELLA SERA”, IN CUI ARIANNA RICORDA QUANDO “GUIDAVA IL CAMION NEI VICOLI DI ROMA” PER IL PARTITO, E RIVENDICA: “DA 30 ANNI SIAMO IN POLITICA” – LA FIAMMA MAGICA VUOLE TOGLIERLE L’ETICHETTA DI “SORELLA D’ITALIA”. IL GUAIO È CHE ‘GNA FA: L’UNICO PREGIO CHE ANCHE I COLLEGHI DI PARTITO LE RICONOSCONO È… LA SOMIGLIANZA ALLA SORELLA

del vecchio la stampa angelucci elkann

DAGOREPORT - NON SI STA MAI TRANQUILLI: AL RISIKO FINANZIARIO (MPS-MEDIOBANCA) FINITO TRA LE CARTE DELLA PROCURA DI MILANO, ORA SI AGGIUNGE IL RISIKO EDITORIALE: LA VENDITA DI ‘’’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ AL GRECO KYRIAKOU DIVENTA, GIORNO DOPO GIORNO, UN BORDELLO DI VOCI E RUMORS - C’È CHI ASSICURA CHE LO SBARCO DEL GRECO NON VADA ASSOLUTAMENTE A GENIO AL BOSS DELL’IMPERO MEDIASET, PIER SILVIO BERLUSCONI – CHI SPIFFERA DI UN PRESUNTO INTERESSAMENTO DELLA FAMIGLIA ANGELUCCI, EDITORE DE “IL GIORNALE” E DI “LIBERO”, ALL’ACQUISIZIONE DEL QUOTIDIANO “LA STAMPA”, CHE ELKANN HA MESSO IN VENDITA PER LA SOMMETTA DI 65 MILIONI DI EURO, CHE NON RIENTREREBBE NEL PERIMETRO DEL GRECO CON L’ANTENNA. MA PER IL BOSS DELLA SANITÀ CARO AL GOVERNO L’UNICO MODO DI COMPRARI ''LA STAMPA'' È ALL’EDICOLA: ELKANN NON GLIELO VENDERÀ MAI - A PROPOSITO DI EDITORIA COME ULTIMA UMANA VOLUTTÀ, SI VOCIFERA CHE LEONARDINO DEL VECCHIO VOGLIA COMPRARSI NIENTEMENO CHE “IL FATTO QUOTIDIANO” (DAVVERO URGE LA RIAPERTURA DEI MANICOMI…)

giancarlo giorgetti luigi lovaglio milleri francesco gaetano caltagirone

SUL CASO MPS-MEDIOBANCA, L'ARTICOLO-BOMBA DEL GIORNO È SUL "CORRIERE", DA CUI SI EVINCE CHE LE DICHIARAZIONI RILASCIATE ALLA CONSOB DA CALTAGIRONE E DAL MINISTRO GIORGETTI SONO IN APERTO CONTRASTO - E’ LO STESSO IMPRENDITORE ROMANO AD AMMETTERE CHE IL MINISTRO LEGHISTA SONDÒ ALCUNI POTENZIALI INVESTITORI NELLE SETTIMANE PRECEDENTI ALLA OSCURA “GARA” CHE FECE INTASCARE IL 15% DI MPS, IN MANO AL TESORO, AL QUARTETTO DELFIN-CALTAGIRONE-ANIMA-BPM - UNA VERSIONE IN APERTO CONFLITTO CON QUELLA DI GIORGETTI, CHE IL 29 LUGLIO 2025 ALLA CONSOB DISSE: “NON C’È STATA ALCUNA INTERLOCUZIONE, CONTATTO O SCAMBIO” - A QUESTO PUNTO, CHI RISCHIA DI FINIRE NEI GUAI CON LA PROCURA DI MILANO NON SONO SOLO I “FURBETTI DEL CONCERTINO”, MA LA STESSA CONSOB GUIDATA DA PAOLO SAVONA CHE, COME AUTORITÀ DI VIGILANZA DEL MERCATO FINANZIARIO, NON HA RILEVATO NEL SUO DOCUMENTO DI “ASSOLUZIONE” SULLA PRESUNTA CONCERTAZIONE DEI CALTA-MELONI, NESSUNA DISCORDANZA TRA LE DICHIARAZIONI DI CALTAGIRONE E DI GIORGETTI…

la scala opera attilio fontana ignazio la russa daniela santanche santanchè matteo salvini

A PROPOSITO DI… QUANTO PIACE LA MATRICIANA ROMANA - IL FORFAIT DELLE ISTITUZIONI ALLA PRIMA DELLA SCALA, IVI COMPRESO LA SECONDA CARICA DELLO STATO, IL SICULO-MILANESE IGNAZIO LA RUSSA, HA SPINTO IL GOVERNATORE DEL PIRELLONE LOMBARDO, ATTILIO FONTANA, INDOSSATI I PANNI DI NOVELLO ALBERTO DA GIUSSANO A DICHIARARE: “ANCHE SE TUTTI APPREZZIAMO LA MATRICIANA, IL NORD DÀ FASTIDIO” – DÀ COSÌ FASTIDIO CHE NEL GOVERNO DELLA “PULZELLA” DELLA GARBATELLA, SIEDONO BEN 6 MINISTRI “LUMBARD” SU 24. E BEN 5 SONO DELLA LEGA – A RISPONDERE A FONTANA, CI HA PENSATO IL RODOMONTE DEL CARROCCIO, SALVINI: “TRA UNA MATRICIANA E UNA CARBONARA TROVI I SOLDI PER SISTEMARE LE CASE POPOLARI”…