paolo gentiloni roberto gualtieri

TOCCHEREMO IL FONDO PRIMA DI TOCCARE I FONDI? - I COMMISSARI BORRELL E GENTILONI CI AVVERTONO CHE I FONDI DEL RECOVERY NON ARRIVERANNO PRIMA DI GIUGNO 2021 E NON POTRANNO ESSERE SPESI PER TAGLI DI TASSE O ALTRO SCOPO CHE NON SIA STATO APPROVATO DAI PARLAMENTI DEI 27. MA I PROGETTI DI GIUSEPPI SONO IN ALTO MARE

 

Maurizio Belpietro per ''La Verità''

 

Incurante di ciò che sta accadendo all' economia del Paese, la maggioranza che sostiene il governo discute di referendum e legge elettorale, come se le aziende e i lavoratori si nutrissero di sistemi maggioritari o proporzionali, di soglie di sbarramento e collegi uninominali. Che il Pil sprofondi, facendo toccare livelli raggiunti 25 anni fa, non smuove di un millimetro i nervi di Giuseppe Conte, il quale continua a fare ciò che gli riesce meglio: gli affari suoi.

 

PAOLO GENTILONI GIUSEPPE CONTE ROBERTO GUALTIERI

Ieri, cercando di spacciarle per buone notizie, Paolo Gentiloni, commissario europeo ed ex premier, ha lanciato un paio di avvertimenti dritti dritti nei confronti di Palazzo Chigi. Il primo riguarda i tempi in cui i soldi di Bruxelles arriveranno e ha confermato che non si vedrà un euro prima di giugno dell' anno prossimo. La seconda attiene invece all' utilizzo dei denari che, secondo Gentiloni, non potranno essere spesi per tagliare le tasse o per altri cosiddetti usi «impropri»: traduzione del messaggio spedito dall' ex presidente del Consiglio, i fondi dovranno essere investiti come dirà l' Europa.

 

A dire il vero, anche l' Alto rappresentante Ue per gli esteri ha deciso di dare un altolà a chi pensava di usare a proprio piacimento i miliardi del Recovery fund. Josep Borrell ha voluto infatti ricordare che perché Bruxelles apra il portafogli non basta il semaforo verde della Commissione europea, ma è necessaria l' approvazione di tutti e 27 i Parlamenti nazionali. In pratica, quella che secondo il governo doveva essere una semplice passeggiata, rischia di trasformarsi in una sfilata davanti al plotone d' esecuzione. Ottenere il denaro rischia dunque di essere più complicato di quanto si credeva.

Luigi Di Maio e Ettore Sequi incontrano l'alto rappresentante Ue Josep Borrell

 

Tuttavia, i segnali che arrivano dalla Ue non paiono suscitare particolare attenzione nei ministri che hanno in mano i cordoni della borsa. Infatti, Roberto Gualtieri e Stefano Patuanelli, rispettivamente capi dell' Economia e dello Sviluppo economico, procedono tranquilli nella loro navigazione, sulla scia dello stesso Conte. Al punto che da più parti cominciano a sentirsi i primi segni di preoccupazione.

 

Se il governo non si affretta a preparare i piani da sottoporre a Bruxelles per ottenere il via libera all' erogazione dei fondi, potremmo essere costretti a dire addio ai finanziamenti. Il presidente del Consiglio, a quanto pare, ha voluto concentrare nelle sue mani e in quelle di pochi fedelissimi le decisioni. Ma l' accentramento ha fatto in modo che tutte le strutture tecniche competenti siano state tagliate fuori. Il coordinamento è stato attribuito al Comitato interministeriale per gli Affari europei, invece che a quello per la programmazione economica.

 

Una decisione giudicata bizzarra, secondo la ricostruzione che ne ha fornito il quotidiano Il Tempo. Così come sorprendente è stata ritenuta la mossa di mettere a capo del gruppo che deve selezionare i programmi da finanziare il ministro Enzo Amendola, ossia colui che tiene i rapporti con l' Europa, invece del ministro dell' Economia. Alle riunioni, poi, al posto dei numeri uno, parteciperebbero i funzionari di seconda fila, con il risultato che al momento nessuno sa dire con esattezza quali piani saranno davvero portati a Bruxelles per la valutazione.

 

JOSEP BORRELL

Il risultato è che i soldi europei si rischia di vederli con il binocolo, perché dopo aver a lungo parlato del successo conseguito dal premier durante la trattativa con l' Europa (successo di cui per vari aspetti tecnici che non staremo qui a ricordare ci siamo permessi di dubitare), a Palazzo Chigi sembrano essersi dimenticati che senza progetti dettagliati il rubinetto dei denari potrebbe non essere aperto.

 

Finora il Comitato interministeriale guidato da Amendola avrebbe visto affluire 500 piani da finanziare, ma i dossier sarebbero stati impilati senza capo né coda. Sono lontani i tempi degli Stati generali, quando Conte diceva di voler raccogliere le migliori idee per il Paese. Oggi le idee appaiono numerose e confuse, senza una visione organica di crescita. A parte i soliti slogan, il premier e i suoi compagni di viaggio sembrano copiare male i progetti del passato. Il presidente del Consiglio ha rispolverato l' idea di Berlusconi di congiungere la Sicilia all' Italia, non con un ponte, ma con un più avveniristico tunnel sotto lo stretto. Di Maio, che non vuole essere da meno, le opere pubbliche le va a fare in Libia.

stati generali amendola

In attesa, naturalmente, che a fare qualche cosa ce li mandino gli italiani.

Ultimi Dagoreport

gender club degrado roma pina bausch matteo garrone

25 ANNI FA SPUNTÒ A ROMA UN CLUB IN MODALITÀ DARK-ROOM: AL "DEGRADO", IMMERSO NEL BUIO, SI FACEVA SESSO SENZA IL SENSO DEL PECCATO, IN MEZZO A TUTTI. UNO ‘’SBORRIFICIO” CHE NON HA AVUTO EGUALI E CHE DEMOLÌ I MURI DIVISORI TRA ETERO-BI-GAY-LESBO-TRANS-VATTELAPESCA - PER 9 ANNI, “CARNE ALLEGRA” PER TUTTI. OGNUNO VENIVA E SI FACEVA I CAZZI SUOI, E QUELLI DEGLI ALTRI. IL "DEGRADO'' POTEVA ESSERE RIASSUNTO IN UNA DOMANDA: CHI È NORMALE? - DAGO-INTERVISTA ALL’ARTEFICE DEL BORDELLO: “SCORTATA DA MATTEO GARRONE, UNA NOTTE È APPARSA PINA BAUSCH IMPEGNATA AL TEATRO ARGENTINA. SI ACCENDONO LE LUCI E UNA TRAVESTITA URLO': “AO' SPEGNETELE! IO STAVO A FA’ UN BOCCHINO. NUN ME NE FREGA ‘N CAZZO DE 'STA PINA!”

giorgia meloni alberto stefani luca zaia matteo salvini sondaggio

DAGOREPORT – VENETO DI PASSIONI PER IL CENTRODESTRA: LA VITTORIA DI ALBERTO STEFANI È SCONTATA, MA A CONTARE DAVVERO SARANNO I NUMERI! SECONDO IL SONDAGGIO DI PAGNONCELLI, IL GIOVANE LEGHISTA CON CIUFFO GIAMBRUNESCO È AL 62,8%, CONTRO UN MISERO 26,9% DEL CANDIDATO DI SINISTRA, GIOVANNI MANILDO. UN OTTIMO RISULTATO, MA SOLO SE NON SI RICORDA COSA AVVENNE CINQUE ANNI FA: ZAIA VINSE CON IL 76,79% DEI VOTI, E BASTÒ LA SUA LISTA, INSIEME A QUELLA DELLA LEGA, PER OTTENERE IL 61,5%. OGGI CI VUOLE TUTTO IL CENTRODESTRA UNITO PER RAGGIUNGERE LA STESSA CIFRA – LO SPETTRO DEL SORPASSO DI FDI SUL CARROCCIO: SE LE TRUPPE MELONIANE OTTENESSERO PIÙ VOTI, CHE FINE FAREBBE LA GIÀ FRAGILE LEADERSHIP DI SALVINI?

giorgia meloni matteo salvini antonio tajani giancarlo giorgetti

DAGOREPORT - COME MAI LADY GIORGIA INFLIGGE ALLA “NAZIONE”, IN VISTA DEL 2026, UNA FINANZIARIA COSÌ MICRAGNOSA, CORRENDO IL RISCHIO DI PERDERE CONSENSI? - UNA MISERIA DI 18 MILIARDI CHE, AL DI LÀ DELL’OPPOSIZIONE, STA FACENDO SPUNTARE LE CORNA DEL TORO AGLI ALLEATI SALVINI E TAJANI, MENTRE RUMOREGGIANO I VAFFA DI CONFINDUSTRIA E DEI MINISTRI COSTRETTI AD USARE L’ACCETTA AL BILANCIO DEI LORO DICASTERI (TAGLIO DI 89 MILIONI ALLA DISASTRATA SANITÀ!) – LA DUCETTA HA UN OTTIMO MOTIVO PER LA MANOVRA MIGNON: FINENDO SOTTO IL 3% DEL PIL, IL GOVERNO ALLA FIAMMA USCIRÀ CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER CONFEZIONARE NEL 2026 UNA FINANZIARIA RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON I TEMPI DELLE POLITICHE DEL 2027 - E GLI ITALIANI NELLA CABINA ELETTORALE POTRANNO COSÌ RICOMPENSARE LA BONTÀ DELLA REGINA GIORGIA…

shooting calendario pirelli 2026

A PRAGA SI SVAGA! – UNA PARATA DI STELLE STA PER INVADERE LA CITTÀ DI FRANZ KAFKA: PER LA PRESENTAZIONE DEL CALENDARIO PIRELLI 2026 VENERDÌ 14, ALLA MUNICIPAL HOUSE, SONO ATTESI 500 ILLUSTRI OSPITI ACCOLTI DA MARCO TRONCHETTI PROVERA CHE AVRÀ AL SUO FIANCO TANTO BEL MONDO: DA TILDA SWINTON A GWENDOLINE CHRISTIE, GUERRIERA NEL ‘’TRONO DI SPADE’’, DALLE MODELLE IRINA SHAYK ED EVA HERZIGOVA, DALLA STILISTA SUSIE CAVE ALLA TENNISTA VENUS WILLIAMS, DA LUISA RANIERI A FAVINO – NON MANCHERÀ CHIARA FERRAGNI ALLACCIATA ALL’EREDE GIOVANNI TRONCHETTI PROVERA…

sigfrido ranucci giovambattista fazzolari

DAGOREPORT - UCCI UCCI, TUTTO SUL CASO RANUCCI: DAI PRESUNTI CONTATTI DI SIGFRIDO CON I SERVIZI SEGRETI PER L'INCHIESTA DI "REPORT" SUL PADRE DI GIORGIA MELONI AL PEDINAMENTO DI SIGFRIDO, CHE COINVOLGEREBBE FAZZOLARI, IL BRACCIO DESTRO (E TESO) DI LADY GIORGIA – RANUCCI, OSPITE IERI SERA DI BIANCA BERLINGUER, HA PRECISATO, MA CON SCARSA CHIAREZZA, COSA E' ACCADUTO NELLE DUE VICENDE: “NON SONO STATO SPIATO DA FAZZOLARI. SO CHE È STATO ATTIVATO UN MECCANISMO PER CAPIRE CHI FOSSE IL NOSTRO INFORMATORE. SI TEMEVA FOSSE QUALCUNO DEI SERVIZI, MA NON È ACCADUTO” - SULL'ALTRA VICENDA DEL PEDINAMENTO: "NON SO SE SONO STATO SEGUITO MATERIALMENTE" – RIGUARDO L'ATTENTATO: "NON HO MAI PENSATO CHE DIETRO CI FOSSE UNA MANO POLITICA" - DAGOSPIA CERCA DI FAR LUCE SUI FATTI E I FATTACCI... - VIDEO

giorgia meloni marina berlusconi antonio tajani

DAGOREPORT – IL DESIDERIO DI FARSI INCORONARE REGINA D'ITALIA, PER IL MOMENTO, LA MELONA LO DEVE RIPORRE NEL CASSETTO DEI SOGNI - L’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, BOCCIATA DA TUTTI I PARTITI CHE NON INTENDONO FINIRE CANNIBALIZZATI DALLA MELONI, STA MANDANDO IN PEZZI FORZA ITALIA - TAJANI FA IL POSSIBILISTA E GLI AZZURRI ESPLODONO. LASCIAMO POI PERDERE LA FAMIGLIA DI ARCORE CHE VEDREBBE SPARIRE IL NOME BERLUSCONI DAL SIMBOLO DEL PARTITO - A MILANO SI VOCIFERA DI UN TERRIBILE SCAZZO AL CALOR BIANCO TRA UN TAJANI IN MODALITA' RIBELLE E CRISTINA ROSSELLO, VICINISSIMA A MARINA - L'IDEONA DI FARSI INCORONARE "SUA MAESTA' GIORGIA I" FA STORCERE IL NASO ANCHE AI VARI POTENTATI SOTTERRANEI DEI FRATELLINI D’ITALIA (LOLLOBRIGIDA-LA RUSSA-RAMPELLI)...