bersani draghi

IL TORCI-COLLE DEI BERSANIANI: DRAGHI MANCA DI TATTO ISTITUZIONALE, IL NONNO D'ITALIA SBAGLIA METODO - TRA IL POSSIBILISMO DI LETTA DI ELEGGERE L'ATTUALE PREMIER AL COLLE E LA CONTRARIETÀ GRILLINA, I BERSANIANI DI LEU FANNO ASSE CON CONTE - IL "J'ACCUSE": "NON SPETTA A CHI DIRIGE UN GOVERNO SENZA UNA FORMULA POLITICA INDICARE LA STRADA PER IL COLLE". DI PIU': "SEPARARE I DESTINI DI PALAZZO CHIGI E DI QUIRINALE È UN FATTO DI IGIENE POLITICA. NON MESCOLIAMO CIÒ CHE LA COSTITUZIONE VUOLE SI TENGA SEPARATO"

Giovanna Casadio per “la Repubblica”

bersani speranza

 

Bersani per ora non commenta, ma sulla pagina web di Articolo 1 campeggia un editoriale scritto dal coordinatore del partito della sinistra di governo, Arturo Scotto, che rimprovera Draghi di avere fatto uno svarione sul Quirinale nella conferenza stampa di fine anno. E "non è un semplice incidente di percorso".  

 

Perché si è autocandidato alla presidenza della Repubblica? "Non si è candidato al Colle, non è un analfabeta istituzionale. Ma si è limitato a dire che il suo compito è praticamente finito, avendo messo tutte le carte a posto dal Pnrr alle vaccinazoni. E chi arriverà a Palazzo Chigi deve semplicemente stare in quel solco. Il pilota automatico è in azione". Commenta Scotto. 

ROBERTO SPERANZA MARIO DRAGHI

 

Tra i bersaniani l'irritazione è tanta, appena trattenuta dal fatto che avendo al governo nel ministero più delicato, alla Salute, uno dei leader del partito, cioè Roberto Speranza, un po' di cautela nella contestazione di Draghi è d'obbligo. 

 

Però il "j'accuse" è politico. "Non spetta a chi dirige un governo senza una formula politica indicare la strada per il Colle. Tanto più se è legittimamente un potenziale 'quirinabile"'. Separare i destini di Palazzo Chigi e di Quirinale è un fatto di igiene politica", dice sempre Scotto. 

 

arturo scotto

Ancora più duro l'editoriale: "Mettere il Quirinale nell'agone politico, al centro di una delicata operazione di spostamento di caselle per fare posto a qualcun altro, persino se quel qualcuno fosse il "Nonno d'Italia" rischia di farci rimbalzare fuori dallo spirito della Costituzione. Non è consigliabile, il tatto talvolta è sostanza". Insomma per i bersanini Draghi, a niente a niente, ha mancato di tatto. 

 

Ma se anche alla fine i giallo-rossi finissero per appoggiare Draghi, "non può essere questo il metodo, perché occorre separare Quirinale e presidenza del Consiglio: simul stabunt, simul cadent non vale. La presidenza della Repubblica va messa al riparo. Non mescoliamo ciò che la Costituzione vuole si tenga separato". 

 

House of Crucci - Berlusconi, Meloni, Salvini, Renzi, Mattarella

Non è vero inoltre che ci sia "un automatismo tra maggioranza parlamentare che sostiene il governo e maggioranza parlamentare che dovrà votare il presidente della Repubblica a gennaio". La stessa osservazione l'ha fatta Renzi nell'intervista a Repubblica, per una volta la sinistra condivide l'analisi con il leader di Italia Viva? "Renzi lancia questo messaggio alla destra, che ritiene debba dare le carte, e pensa che il centro, benché affollato di vari narcisismi, possa pesare. Noi puntiamo all'unità dei giallo-rossi anche per il Quirinale".  

 

Bersani ha ammesso più volte di preferire "un percorso normale piuttosto che un inedito assoluto", ovvero un premier che si dimetta nelle sue stesse mani per passare dalla guida del governo al ruolo di garante e arbitro al Quirinale. Tuttavia, i bersaniani dopo Natale cominceranno un giro di riunioni per decidere la via da prendere e soprattutto come fare squadra con Enrico Letta, il segretario del Pd, e con il capo dei 5Stelle, Giuseppe Conte. 

 

letta conte

Per ora, dopo il discorso di Draghi che ha aperto ufficialmente la partita quirinalizia, tra il possibilismo di Letta di eleggere l'attuale premier al Colle e la contrarietà grillina, i bersaniani fanno asse con Conte. Lo ammettono. 

 

E hanno un metodo tutto loro, numerico, che Nico Stumpo, tesoriere di Articolo 1, e una lunga esperienza anche come responsabile dell'organizzazione quando era nel Pd, spiega. Non un algoritmo, ma lo "stumpum", una sorta di calcolo algebrico per capire chi ha più peso e più possibilità dalla sua. 

nico stumpo

 

Date una "X" e una "Y", e ipotizzato che uno sia sostenuto dal centrodestra e l'altro dal centrosinistra, si tratta di vedere chi ha più chance. Come dire, servono all'inizio dei carotaggi. A patto però che il centrosinistra non si divida. La prima scommessa è che l'incontro dell'altro giorno tra Letta, Speranza e Conte non si faccia mettere in crisi dalla prima mossa di Draghi. 

 

Ultimi Dagoreport

procuratore milano viola procura milano luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

FLASH! – MA GUARDA UN PO’... “EMERGE CHE IN AMBIENTI GIUDIZIARI SI È VALUTATO DI ESEGUIRE LE PERQUISIZIONI SOLO LA SCORSA SETTIMANA E NON A SETTEMBRE PER NON CONDIZIONARE L'ESITO DELL'OPS SU MEDIOBANCA ANCHE PERCHÉ LE INDAGINI NON SONO CHIUSE. ABBASTANZA PER IPOTIZZARE CHE IL RUOLO DELLA PROCURA POSSA DIVENTARE CRUCIALE NELLA FORMAZIONE DELLE LISTE PER IL RINNOVO DEI PROSSIMI CDA. IN PRIMAVERA TOCCHERÀ AI VERTICI DI BPM E DI MPS…” (BALESTRERI E SIRAVO PER “LA STAMPA”)

ignazio la russa matteo salvini giorgia meloni maurizio lupi

DAGOREPORT: HOMO HOMINI “LUPI” - DIVENTATO UN BRAVO SOLDATINO DELLA FIAMMA, PER LA SERIE "IN POLITICA NON SI SA MAI...", IL MODERATISSIMO CIELLINO MAURIZIO LUPI SI BARCAMENA TRA I FRATELLI LA RUSSA E I FRATELLI D'ITALIA - ALLE LUSINGHE DI CANDIDARLO NEL 2027 A SINDACO DI MILANO DI 'GNAZIO, ORA AGGIUNGONO LE COCCOLE DELLA DUCETTA CHE SI E' SCAPICOLLATA ALL’ASSEMBLEA DEL NANO-PARTITO FONDATO DAL SOSIA DELLA FIGLIA DI FANTOZZI - ESSI': SE PASSA LA NUOVA LEGGE ELETTORALE, CON SOGLIA DEL 40%, ANCHE L’1% DI “NOI MODERATI” POTREBBE SERVIRE ALLA MELONA PER DE-SALVINIZZARE LA MAGGIORANZA... - VIDEO

antonio tajani pier silvio berlusconi marina roberto occhiuto deborah bergamini pietro labriola alessandro cattaneo

DAGOREPORT – QUALCOSA DI GROSSO SI STA MUOVENDO IN FORZA ITALIA: STUFA DI ESSERE PRESA PER I FONDELLI DAL PARACULISMO POLITICO DI TAJANI E DEI SUOI COMPARI SETTANTENNI GASPARRI E BARELLI, MARINA BERLUSCONI DA' IL VIA LIBERA AL CAMBIO DI LEADERSHIP IN FORZA ITALIA: IL PRESCELTO E' ROBERTO OCCHIUTO, REDUCE DA UNA TRIONFALE RICONFERMA ALLA PRESIDENZA DELLA REGIONE CALABRIA - IL PROSSIMO 17 DICEMBRE IL 56ENNE GOVERNATORE LANCERÀ LA SUA CORRENTONA NAZIONALE IN UN LUOGO SIMBOLO DEL BERLUSCONISMO, PALAZZO GRAZIOLI, CONTORNATO DAI FEDELISSIMI DELLA CAVALIERA DI ARCORE, i "NORDISTI" DEBORAH BERGAMINI E ALESSANDRO CATTANEO - CHE C'AZZECCA ALL'EVENTO DI OCCHIUTO, LA PRESENZA DELL'AD DI TIM, PIETRO LABRIOLA? C'ENTRA LO SMANTELLAMENTO DEL SERVIZIO CLIENTI "TELECONTACT" DI TIM...

antonio angelucci tommaso cerno alessandro sallusti

FLASH – UCCI UCCI, QUANTI SCAZZI NEL “GIORNALE” DEGLI ANGELUCCI! NON SI PLACA L’IRA DELLA REDAZIONE CONTRO L’EDITORE E I POCHI COLLEGHI CHE VENERDÌ SI SONO ZERBINATI ALL'AZIENDA, LAVORANDO NONOSTANTE LO SCIOPERO CONTRO IL MANCATO RINNOVO DEL CONTRATTO NAZIONALE E PER CHIEDERE ADEGUAMENTI DEGLI STIPENDI (ANCHE I LORO). DOPO LO SCAMBIO DI MAIL INFUOCATE TRA CDR E PROPRIETÀ, C’È UN CLIMA DA GUERRA CIVILE. L’ULTIMO CADEAU DI ALESSANDRO SALLUSTI, IN USCITA COATTA (OGGI È IL SUO ULTIMO GIORNO A CAPO DEL QUOTIDIANO). AL NUOVO DIRETTORE, TOMMASO CERNO, CONVIENE PRESENTARSI CON L'ELMETTO DOMANI MATTINA...

elly schlein giuseppe conte giorgia meloni rocco casalino

DAGOREPORT - QUESTA VOLTA, ROCCO CASALINO HA RAGIONE: ELLY SCHLEIN SULLA QUESTIONE ATREJU “HA SBAGLIATO TUTTO” - LA GRUPPETTARA DEL NAZARENO, CHIEDENDO UN FACCIA A FACCIA CON GIORGIA MELONI, HA DIMOSTRATO DI ESSERE ANCORA UNA VOLTA UN’ABUSIVA DELLA POLITICA. HA SERVITO SUL PIATTO D’ARGENTO ALLA DUCETTA L’OCCASIONE DI FREGARLA, INVITANDO ANCHE GIUSEPPE CONTE PER UN “THREESOME” IN CUI LA PREMIER AVREBBE SPADRONEGGIATO – IN UN CONFRONTO A TRE, CON ELLY E PEPPINIELLO CHE SI SFANCULANO SULLA POLITICA INTERNAZIONALE, DAL RIARMO ALL’UCRAINA, E FANNO A GARA A CHI SPARA LA “PUTINATA” O LA “GAZATA” PIÙ GROSSA, LA DUCETTA AVREBBE VINTO A MANI BASSE – QUEL FURBACCHIONE DI CONTE NON SI TIRA INDIETRO: NONOSTANTE LA DEM SI SIA SFILATA, LUI CONFERMA LA SUA PRESENZA AL DIBATTITO: "MI DISPIACE DEL FORFAIT DI ELLY, PER ME È IMPORTANTE CHE CI SIA UN CONFRONTO E POTEVAMO FARLO ANCHE INSIEME. POTEVAMO INCALZARE LA PREMIER..."