raffaele fitto giancarlo giorgetti paolo gentiloni giorgia meloni

TRATTATIVA A PIÙ NON POS – LA RETROMARCIA DELLA MELONI SUL BANCOMAT È FIGLIA DI UN INCONTRO TRA RAFFAELE FITTO E PAOLO GENTILONI: IL COMMISSARIO EUROPEO HA FATTO CAPIRE CHE SI TRATTAVA DI UN IMPEGNO SOTTOSCRITTO SUL PNRR, E CHE CI SAREBBE STATO IL RISCHIO DI PERDERE I SOLDI DEL RECOVERY - SI SAPEVA DA TEMPO CHE L’UE AVREBBE STORTO IL NASO: ALLORA PERCHÉ LA MELONI CI HA PROVATO COMUNQUE? PER MOTIVI ELETTORALI, CERTO, MA ANCHE NEGOZIALI: CON L’IMPEGNO A FARE RETROMARCIA, LA DUCETTA OTTIENE ALTRE CONCESSIONI: DAL RIFINANZIAMENTO AL CREDITO D’IMPOSTA A UN OCCHIO CHIUSO SUI RITARDI DEI CANTIERI…

Alessandro Barbera e Ilario Lombardo per “La Stampa”

 

raffaele fitto giancarlo giorgetti paolo gentiloni

Se non fosse per la solennità del luogo, è apparso tale e quale al set del Secondo tragico Fantozzi. Uno dei testimoni sotto anonimato lo racconta ridendo poco dopo il match: «Eravamo riuniti con tutti i cellulari o quasi accesi su Francia-Argentina, come durante la proiezione della corazzata Potemkin». Roma, ieri.

 

L'alibi per distrarre i deputati della commissione Bilancio l'offre il governo su un piatto d'argento. Il clima fra i parlamentari è pessimo: tutti sanno che il tempo per la discussione non c'è, e per questo si attendono gli emendamenti decisi a Palazzo Chigi.

 

RAFFAELE FITTO GIORGIA MELONI

La difficoltà a definire le modifiche alla Finanziaria è testimoniata dalle voci sul presunto arrivo a Montecitorio di Giancarlo Giorgetti. Viene prima annunciato per le 18.30, poi scivola alle 21.30. All'ora di cena in Commissione appare anche Giuseppe Conte, poi tutte le opposizioni abbandonano l'aula per protesta. La maggioranza tarda a trovare un accordo al suo interno perché condizionata da una trattativa parallela, molto più delicata per il destino di Giorgia Meloni: quella con Bruxelles.

 

giorgia meloni con paolo gentiloni

Per la premier è un problema di sostanza politica prima che di forma. L'argomento più controverso, sul quale finge resistenza fino all'ultimo, è se ingranare fino in fondo la retromarcia sul limite all'uso del Pos per gli esercenti: si tornerà alla norma Draghi che vietava il rifiuto all'uso della moneta elettronica.

 

Nel frattempo di marce indietro ne vengono decise un altro paio: sulla rottamazione delle cartelle esattoriali fino a mille euro (sono escluse le multe dei Comuni) e sulla depenalizzazione dei reati fiscali. Il viceministro Maurizio Leo, l'uomo a cui Meloni ha affidato il ministero delle Finanze, aveva pronto un emendamento che Giorgetti ha rimesso nel cassetto.

 

Insomma, al netto dei toni roboanti, le correzioni di rotta della premier sono sempre più evidenti nel timore di perdere il sostegno della Commissione su molti altri dossier, a partire dalle modifiche chieste al piano nazionale delle riforme.

maurizio leo giorgia meloni

 

La trattativa si è consumata sottotraccia nell'ultima settimana, e si è resa necessaria per ottenere un giudizio almeno parzialmente positivo alla legge di Bilancio.

Giovedì scorso, mentre Meloni partecipa al vertice dei leader, il ministro degli Affari europei Raffaele Fitto si chiude in una stanza con il commissario italiano all'Economia Paolo Gentiloni.

 

Gli spiega che la misura sull'uso dei Pos, se necessaria, sarà ritirata. Gentiloni non ci gira intorno: «Premesso lo stupore per questa crociata, rischiate di compromettere uno degli impegni sottoscritti sul Pnrr».

 

Già a fine novembre fonti di Palazzo Chigi avevano assicurato che se il rischio fosse stato quello di perdere i soldi del Piano nazionale di ripresa, non ci sarebbero state resistenze. Meloni ci prova comunque. Chiede di verificare le reazioni di Bruxelles, lascia che il dibattito sul contante e il bancomat si alimenti, e tira la corda fino all'ultimo prima di cedere. Gli interlocutori europei ne erano consapevoli.

URSULA VON DER LEYEN E GIORGIA MELONI

 

Anche il sì alla manovra di bilancio - un via libera condizionato e colmo di rilievi proprio sulla lotta all'evasione - è comunque subordinato all'impegno del governo a tornare indietro dai suoi proclami. In ossequio al rispetto delle osservazioni di Bruxelles l'Italia ha ottenuto e otterrà molte concessioni: il sì al rifinanziamento del credito d'imposta per il Sud (votato ieri con rara unanimità in Parlamento), il sì a nove miliardi aggiuntivi per il Recovery plan, e più di un occhio chiuso sui ritardi dei cantieri finanziati coi sussidi comunitari. Sullo sfondo della trattativa resta ancora un grosso ostacolo: la mancata ratifica del Parlamento italiano alla riforma del fondo Salva-Stati. Molti però nei palazzi scommettono che la capitolazione di Meloni è solo questione di tempo.

RAFFAELE FITTO GIORGIA MELONI RAFFAELE FITTO GIORGIA MELONI raffaele fitto giancarlo giorgetti paolo gentiloni 1

Ultimi Dagoreport

elly schlein dario franceschini roberto speranza onorato renzi orlando

DAGOREPORT - ELLY SARÀ ANCHE LA "SEGRETARIA DI TUTTI", COME HA DETTO A MONTEPULCIANO, MA NON INTENDE ASCOLTARE NESSUNO - IL "CORRENTONE" DI FRANCESCHINI-SPERANZA-ORLANDO SI E' ROTTO IL CAZZO DEL "QUI, COMANDO IO!" DELLA DUCETTA DEL NAZARENO: CARA SCHLEIN, HAI UN MESE DI TEMPO PER CAMBIARE MUSICA, CONDIVIDENDO CON NOI LA LINEA DEL PARTITO, O ANDIAMO ALLA GUERRA - IN BALLO C'È SOPRATTUTTO LA COMPOSIZIONE DELLE LISTE ELETTORALI 2027, CHE LA SIGNORINA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA VUOLE RIEMPIRE DI CANDIDATI A SUA IMMAGINE E SOMIGLIANZA, LASCIANDO A TERRA DINOSAURI E CACICCHI D'ANTAN - ANCHE L'ALTRA FRONDA, QUELLA DEI RIFORMISTI GUIDATI DA GUERINI, GORI, SENSI ECC., E' SUL PIEDE DI GUERRA - MENTRE IL NASCENTE PARTITO DI CENTRO, FORMATO DAI CIVICI DI ONORATO-BETTINI E DAI CATTOLICI DI RUFFINI-PRODI, TEME L'ABILITA' MANOVRIERA DI RENZI – LA PROTERVIA DI ELLY, CON L'ASSEMBLEA DEL 14 DICEMBRE PER OTTENERE I "PIENI POTERI", RISCHIA DI FAR SALTARE IN ARIA UN CENTROSINISTRA UNITARIO... 

federica mogherini stefano sannino putin travaglio belpietro

DAGOREPORT – POSSIBILE CHE FEDERICA MOGHERINI E STEFANO SANNINO, SPECCHIATI ESPONENTI ITALIANI A BRUXELLES, SIANO DIVENTATI DI COLPO DUE MASCALZONI DA ARRESTARE PER "FRODE IN APPALTI PUBBLICI"? - VALE LA PENA SOTTOLINEARE LE PAROLE DELL'EURODEPUTATO DEL PD, DARIO NARDELLA: “NON VORREI CHE SI TRASFORMASSE IN UN FUOCO DI PAGLIA CON L'UNICO EFFETTO DI DANNEGGIARE ANCORA UNA VOLTA L'IMMAGINE DELL'ITALIA” - DEL RESTO, A CHI GIOVA SPUTTANARE L'EUROPA, IN UN MOMENTO IN CUI SI ERGE COME UNICO ARGINE ALLA RESA DELL’UCRAINA CHE STANNO APPARECCHIANDO TRUMP & PUTIN? - A GODERE SONO INFATTI "MAD VLAD" E I SUOI TROMBETTIERI, CHE HANNO ASSOCIATO LO “SCANDALO DI BRUXELLES'' AI CESSI D’ORO DI KIEV DELL'AMICO DI ZELENSKY - BASTA GUARDARE COSA SCRIVONO OGGI BELPIETRO SU "LA VERITA'" (''UE CORROTTA COME L'UCRAINA. FERMATA LA BIONDINA DEL PD") E TRAVAGLIO SU "IL FATTO QUOTIDIANO" ("BASSI RAPPRESENTATI... CI FACCIAMO SEMPRE RICONOSCERE")...

procuratore milano viola procura milano luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

FLASH! – MA GUARDA UN PO’... “EMERGE CHE IN AMBIENTI GIUDIZIARI SI È VALUTATO DI ESEGUIRE LE PERQUISIZIONI SOLO LA SCORSA SETTIMANA E NON A SETTEMBRE PER NON CONDIZIONARE L'ESITO DELL'OPS SU MEDIOBANCA ANCHE PERCHÉ LE INDAGINI NON SONO CHIUSE. ABBASTANZA PER IPOTIZZARE CHE IL RUOLO DELLA PROCURA POSSA DIVENTARE CRUCIALE NELLA FORMAZIONE DELLE LISTE PER IL RINNOVO DEI PROSSIMI CDA. IN PRIMAVERA TOCCHERÀ AI VERTICI DI BPM E DI MPS…” (BALESTRERI E SIRAVO PER “LA STAMPA”)

ignazio la russa matteo salvini giorgia meloni maurizio lupi

DAGOREPORT: HOMO HOMINI “LUPI” - DIVENTATO UN BRAVO SOLDATINO DELLA FIAMMA, PER LA SERIE "IN POLITICA NON SI SA MAI...", IL MODERATISSIMO CIELLINO MAURIZIO LUPI SI BARCAMENA TRA I FRATELLI LA RUSSA E I FRATELLI D'ITALIA - ALLE LUSINGHE DI CANDIDARLO NEL 2027 A SINDACO DI MILANO DI 'GNAZIO, ORA AGGIUNGONO LE COCCOLE DELLA DUCETTA CHE SI E' SCAPICOLLATA ALL’ASSEMBLEA DEL NANO-PARTITO FONDATO DAL SOSIA DELLA FIGLIA DI FANTOZZI - ESSI': SE PASSA LA NUOVA LEGGE ELETTORALE, CON SOGLIA DEL 40%, ANCHE L’1% DI “NOI MODERATI” POTREBBE SERVIRE ALLA MELONA PER DE-SALVINIZZARE LA MAGGIORANZA... - VIDEO

antonio tajani pier silvio berlusconi marina roberto occhiuto deborah bergamini pietro labriola alessandro cattaneo

DAGOREPORT – QUALCOSA DI GROSSO SI STA MUOVENDO IN FORZA ITALIA: STUFA DI ESSERE PRESA PER I FONDELLI DAL PARACULISMO POLITICO DI TAJANI E DEI SUOI COMPARI SETTANTENNI GASPARRI E BARELLI, MARINA BERLUSCONI DA' IL VIA LIBERA AL CAMBIO DI LEADERSHIP IN FORZA ITALIA: IL PRESCELTO E' ROBERTO OCCHIUTO, REDUCE DA UNA TRIONFALE RICONFERMA ALLA PRESIDENZA DELLA REGIONE CALABRIA - IL PROSSIMO 17 DICEMBRE IL 56ENNE GOVERNATORE LANCERÀ LA SUA CORRENTONA NAZIONALE IN UN LUOGO SIMBOLO DEL BERLUSCONISMO, PALAZZO GRAZIOLI, CONTORNATO DAI FEDELISSIMI DELLA CAVALIERA DI ARCORE, i "NORDISTI" DEBORAH BERGAMINI E ALESSANDRO CATTANEO - CHE C'AZZECCA ALL'EVENTO DI OCCHIUTO, LA PRESENZA DELL'AD DI TIM, PIETRO LABRIOLA? C'ENTRA LO SMANTELLAMENTO DEL SERVIZIO CLIENTI "TELECONTACT" DI TIM...