renata polverini silvio berlusconi

TROMBATI E INCAZZATI – COME FRIGNANO GLI ESCLUSI DALLE LISTE DI FORZA ITALIA! DOPO IL POST AL VETRIOLO DI ANDREA RUGGIERI, ARRIVA PURE RENATA POLVERINI: “MI HANNO OFFERTO UNA CANDIDATURA DI PURA TESTIMONIANZA, HO RIFIUTATO PERCHÉ HO UNA DIGNITÀ DA DIFENDERE” – FUORI ANCHE SIMONE BALDELLI, IN BILICO SESTINO GIACOMONI E VALENTINO VALENTINI – SALVINI IMBARCA IL BALNEARE SALVATORE DI MATTINA E ANTONIO FELLONE, SINDACALISTA DELLA POLIZIA PENITENZIARIA

Francesco Moscatelli e Francesco Olivo per “la Stampa”

 

berlusconi marta fascina ferragosto

Chi c'è c'è. Chi non c'è speri in un incarico di sottogoverno oppure se ne faccia una ragione. Dopo settimane di vertici più o meno segreti fra spiagge della Versilia, camere d'albergo romane e ville sarde, anche Lega e Forza Italia hanno messo la parola fine all'elenco di aspiranti deputati e senatori per la prossima legislatura.

 

E, come d'uso quando le decisioni sono sofferte, lo hanno comunicato all'ultimo istante. I numeri, del resto, sono implacabili: la Lega potrebbe passare da oltre 190 parlamentari a 70-75, Forza Italia da circa 150 a meno della metà.

 

rita dalla chiesa foto di bacco

I nomi, dunque. Silvio Berlusconi rivendica la scelta di puntare su Rita Dalla Chiesa, «uno dei volti più amati della televisione, che è anche un nome simbolo della lotta alla mafia e del servizio alle istituzioni, per le quali suo padre diede la vita».

 

L'ex presentatrice di Forum, che rinuncerà al Grande Fratello Vip per diventare parlamentare, è schierata in un collegio in Puglia e nel plurinominale. Il Cavaliere si prepara al gran ritorno al Senato ed è capolista in Piemonte, Lazio, Campania e in Brianza. Schierata in Lombardia pure la sua compagna Marta Fascina alla Camera, mentre i suoi fedelissimi Antonio Tajani e Licia Ronzulli si dividono il Lazio e la Lombardia.

 

licia ronzulli antonio tajani

I due coordinatori di Forza Italia (nazionale e lombardo) sapevano che quello delle liste sarebbe stato un passaggio doloroso, ma i nomi degli esclusi sono tali da non poter destare allarme. Nel prossimo Parlamento non ci sarà Andrea Ruggieri, deputato uscente spesso ospite dei talk show, il quale non ha gradito, non solo l'esclusione ma la modalità: «Sono stato leale, molto leale, fino all'ultimo secondo al presidente Berlusconi, e alla bandiera di Forza Italia - scrive su un post -. Sia chiaro: non ho rifiutato proprio nulla. Le uniche offerte che ho rifiutato sono state quelle di altri partiti».

 

renata polverini foto di bacco

Molto critica anche Renata Polverini, «mi hanno offerto una candidatura di pura testimonianza - dice - ho rifiutato perché ho una dignità da difendere e quella della Regione che ho governato». Fuori anche Simone Baldelli, vicepresidente della Camera, a lungo delegato d'Aula del gruppo azzurro. Potrebbe non farcela nemmeno Sestino Giacomoni, lettiano, storico collaboratore di Berlusconi. Molto in bilico anche Valentino Valentini «ambasciatore» del Cavaliere, dirottato in posizione assai complicata in Emilia. Fuori il leader dei giovani azzurri Marco Bestetti.

 

anna falchi andrea ruggieri

Anche il partito guidato da Matteo Salvini ha completato il puzzle delle candidature con una selezione molto accurata di parlamentari uscenti e con alcune new entry provenienti dalla società civile. Tra i capilista della prima categoria schierati alla Camera ci sono, tra gli altri, Laura Ravetto (Milano), il coordinatore lombardo Fabrizio Cecchetti (Brianza), Alberto Stefani (Padova-Rovigo) e Gian Lorenzo Fontana (Verona).

 

Confermati, oltre al ministro Giancarlo Giorgetti che sarà candidato all'uninominale «a Sondrio, dove va in vacanza», anche i super big Umberto Bossi a Varese, sempre per Montecitorio, e Roberto Calderoli in Senato a Bergamo. Via libera anche alla «squadra economica» con il «No euro» Claudio Borghi (capolista per Palazzo Madama in Toscana) e Giulio Centemero (primo in lista a Bergamo per la Camera).

 

matteo salvini claudio borghi

È costretto a un inedito «salto del Ticino», invece, il ministro uscente Massimo Garavaglia, che sarà capolista per il Senato nel collegio Piemonte 2 anziché in Lombardia. Tra gli «esterni» - oltre ai già annunciati Antonio Angelucci (imprenditore della sanità ed editore di Libero), Giuseppe Valditara (docente universitario) e Luigi Mastrangelo (ex pallavolista) - i volti nuovi sono quelli di Salvatore Di Mattina (imprenditore balneare) e Antonio Fellone (sindacalista della polizia penitenziaria).

 

ANTONIO FELLONE

Confermata anche la presenza di Andrea Paganella, mantovano, socio, nonché compagno di liceo, del creatore della «Bestia» social salviniana Luca Morisi, da tempo una delle voci più ascoltate da Salvini: sarà candidato nel Lazio al Senato. Mentre ha detto no a Roma e alla Lega l'ex presidente della Sicilia Raffaele Lombardo, che preferisce continuare a fare politica nella sua isola. Ma la cosa forse più interessante, che si capirà quando sarà chiaro a chi sono stati assegnati i secondi e terzi posti dei listini, è quanto Salvini sia riuscito a «salvinizzare» ancora di più la Lega.

UMBERTO BOSSI E GIANCARLO GIORGETTI

 

«Molti lo criticano perché si è levato di torno chi remava contro e magari non aveva neppure i voti - ragiona un esponente lombardo del partito -. La verità è che il segretario ha mostrato i muscoli dimostrando che i suoi ipotetici avversarinon hanno mai toccato davvero palla». Il riferimento, neanche troppo velato, è a Giancarlo Giorgetti e al governatore veneto Luca Zaia.-

matteo salvini roberto calderoli

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”

xi jinping vladimir putin donald trump

DAGOREPORT – L'INSOSTENIBILE PIANO DI PACE DI TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA UMILIANTE RESA DELL'UCRAINA, HA L'OBIETTIVO DI  STRAPPARE LA RUSSIA DALL’ABBRACCIO ALLA CINA, NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA - CIÒ CHE IL TYCOON NON RIESCE A CAPIRE È CHE PUTIN LO STA PRENDENDO PER IL CULO: "MAD VLAD" NON PUÒ NÉ VUOLE SFANCULARE XI JINPING - L’ALLEANZA MOSCA-PECHINO, INSIEME AI PAESI DEL BRICS E ALL'IRAN, È ANCHE “IDEOLOGICA”: COSTRUIRE UN NUOVO ORDINE MONDIALE ANTI-OCCIDENTE – IL CAMALEONTISMO MELONI SI INCRINA OGNI GIORNO DI PIÙ: MENTRE IL VICE-PREMIER SALVINI ACCUSA GLI UCRAINI DI ANDARE “A MIGNOTTE” COI NOSTRI SOLDI, LA MELONI, DAL PIENO SOSTEGNO A KIEV, ORA NEGA CHE IL PIANO DI TRUMP ACCOLGA PRATICAMENTE SOLO LE RICHIESTE RUSSE ("IL TEMA NON È LAVORARE SULLA CONTROPROPOSTA EUROPEA, HA SENSO LAVORARE SU QUELLA AMERICANA: CI SONO MOLTI PUNTI CHE RITENGO CONDIVISIBILI...")

donald trump volodymyr zelensky vladimir putin servizi segreti gru fsb cia

DAGOREPORT - L’OSCENO PIANO DI PACE SCODELLATO DA TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA CAPITOLAZIONE DELL’UCRAINA, ANDAVA CUCINATO BENE PER FARLO INGOIARE A ZELENSKY - E, GUARDA LA COINCIDENZA!, ALLA VIGILIA DELL’ANNUNCIO DEL PIANO TRUMPIANO SONO ESPLOSI GLI SCANDALI DI CORRUZIONE A KIEV, CHE VEDONO SEDUTO SU UN CESSO D’ORO TIMUR MINDICH, L’EX SOCIO DI ZELENSKY CHE LO LANCIÒ COME COMICO - PER OTTENERE ZELENSKY DIMEZZATO BASTAVA POCO: È STATO SUFFICIENTE APRIRE UN CASSETTO E DARE ALLA STAMPA IL GRAN LAVORIO DEI SERVIZI SEGRETI CHE “ATTENZIONANO” LE TRANSIZIONI DI DENARO CHE DA USA E EUROPA VENGONO DEPOSITATI AL GOVERNO DI KIEV PER FRONTEGGIARE LA GUERRA IN CORSO…