trump putin assad erdogan

TRUMP ACCENDE LA MICCIA IN SIRIA - IL PRESIDENTE USA RITIRA LE TRUPPE E LASCIA CAMPO LIBERO A ERDOGAN - PER GLI AMERICANI, LA PRESENZA MILITARE DELLA TURCHIA E' UTILE A CONTENERE L'IRAN - I RUSSI HANNO OTTENUTO DA ANKARA LA GARANZIA CHE ASSAD RESTI AL SUO POSTO. ANCHE L'IRAN INGOIA IL BOCCONE AMARO PUR DI VEDERE GLI USA FUORI DALLA SIRIA - ERDOGAN VUOLE ANNETTERE UN'AREA GRANDE COME IL PIEMONTE. E I CURDI ORA RISCHIANO UNA PULIZIA ETNICA - I DUBBI DEGLI ANALISTI E GLI SCENARI...

trump erdogan

1 - TRUMP IMPONE LA SUA LINEA AL PENTAGONO: L'AVANZATA DI ANKARA PER INDEBOLIRE L'IRAN

Flavio Pompetti per “il Messaggero”

 

La telefonata fra Trump ed Erdogan ha colto di sorpresa l'intero spettro politico a Washington. Ancora una volta si ha il sospetto che la decisione di ritirare, seppure parzialmente, le truppe statunitensi dai punti di monitoraggio del Nord Est della Siria sia maturata durante la conversazione notturna, ben consapevoli delle conseguenze, e dello spettro più ampio delle tensioni che agitano il medioriente.

putin erdogan

 

LA SCELTA

Persino il senatore Lindsay Graham, uno degli alleati più stretti di Trump in campo repubblicano, e veterano delle commissioni Difesa ed Esteri, è caduto dalle nuvole: «Devo ancora verificare se la notizia è vera ha detto subito dopo aver appreso quanto era accaduto ma se lo è, questo è un pieno disastro in via di formazione». Non è la prima volta che sulla Siria il presidente volta le spalle alle opinioni dei suoi consiglieri militari.

 

Jim Mattis

A dicembre del 2018, quando Trump annunciò il ritiro delle truppe Usa, perse d'un colpo il segretario della Difesa Jim Mattis e l'inviato speciale per la campagna contro l'Isis Brett McGurk, entrambi dimissionari per protesta. Nei mesi successivi era tornato parzialmente sui suoi passi, e lo scorso gennaio aveva anche promesso che i marines avrebbero presidiato stabilmente una striscia di 35 km alla frontiera tra Turchia e Siria. Soltanto una settimana fa il suo attuale ministro per la Difesa Mark Esper aveva parlato dei progressi compiuti dalle rappresentanze militari Usa e di quelle turche nel pattugliare insieme il confine, e garantirne la viabilità.

 

ERDOGAN TRUMP

È di nuovo McGurk oggi a dare voce allo spiazzamento dei ranghi dell'esecutivo: «Trump non è un comandante in capo ha scritto ieri l'ex collaboratore della Casa Bianca Prende decisioni impulsive senza conoscere la materia, e senza una previa discussione. Fa la voce grossa, poi di fronte alla fermezza di un suo interlocutore è pronto a cedere, e a lasciare indifesi i suoi alleati».

 

Brett McGurk

E ancora: «Lui non attribuisce nessun valore strategico alla Siria, e teme di alienare la Turchia in un momento in cui la politica di contenimento dell'Iran attraversa un momento critico. Erdogan l'ha costretto a scegliere tra La Turchia e l'Iran, e Trump ha scelto la Turchia». Questa chiave di lettura è condivisa da fonti interne alla Casa Bianca, che raccontano di un Trump determinato ad attirare l'esercito di Erdogan ben all'interno del confine siriano, verso la valle dell'Eufrate dove ci sono focolai dell'Isis ancora vivi e mai estirpati, nonostante la vittoria militare ad Afrin un anno e mezzo fa. La presenza militare della Turchia in Siria costringerebbe un confronto più deciso del governo di Ankara con l'Iran, alleato di Assad.

 

ERDOGAN TRUMP

Trump avrebbe quindi deciso di abbandonare il ruolo storico degli Usa come gendarme del mondo, come da tempo aveva annunciato, per concentrarsi sul fronte che considera primario per la sua politica mediorientale: l'assedio all'Iran. Il timore dell'establishment alle sue spalle è che l'accordo con Erdogan possa distruggere la reputazione del paese presso gli alleati ai quali ha promesso supporto militare e strategico, come sta accadendo con i curdi, lasciati soli di fronte all'Operazione Sorgente di pace che l'esercito turco sta lanciando.

 

TEHERAN

putin erdogan rouhani

Non a caso la protesta più vibrata è venuta da Teheran, dove il ministro degli Esteri Javad Zarif ha denunciato la violazione dei confini siriani in arrivo dal fronte settentrionale. «Noi abbiamo espresso la nostra posizione con chiarezza nel recente summit tripartito di Istanbul ha detto Zarf non c'è modo di difendere la sicurezza della Siria, se si attacca la sua integrità territoriale».

 

2 - IL PIANO DEL SULTANO DEL BOSFORO PER ANNETTERE I TERRITORI AL CONFINE

Giordano Stabile per “la Stampa”

 

trump putin

All'inizio di settembre Recep Tayyip Erdogan ha annunciato che sarebbe entrato «nel giro di un mese» nel Nord-Est della Siria. Sembrava una spacconata, un bluff, ma il leader turco ha giocato le sue carte senza sbavature. E ha messo Washington con le spalle al muro. Erdogan ha imparato la lezione del 2015, quando l'intervento russo a fianco di Bashar al-Assad ha mandato all'aria i suoi piani in Siria.

 

In un anno ha ribaltato la sua strategia. Da nemico acerrimo Vladimir Putin è diventato suo alleato. L'idea di rovesciare il raiss siriano è stata accantonata. Erdogan si è concentrato su un altro obiettivo. Annettere il più possibile della Siria settentrionale, da trasformare in un'altra Cipro Nord, a spese dei curdi.

putin assad

 

Il leader turco ha stretto un patto con Russia e Iran per isolare l'America. In cambio ha chiesto il via libera nella sua «zona d'influenza». Nel settembre del 2016 si è preso la prima fetta di territorio, Al-Bab, allora in mano all' Isis. Poi ha attaccato il cantone curdo di Afrin e ha sconfitto i guerriglieri delle Ypg. Quella era però una zona nell'orbita russa e il conflitto di interessi meno evidente.

 

Dall' inizio del 2018 in poi Erdogan ha cominciato a martellare la Casa Bianca con la richiesta di mano libera nel Nord-Est. Un proposta imbarazzante perché sono territori strappati dai curdi ai jihadisti al prezzo di 11 mila caduti. Erdogan ha interpretato in maniera corretta il desiderio di Trump di ritirarsi dalla Siria, così come dall' Afghanistan, in vista delle presidenziali del 2020.

 

ERDOGAN ASSAD

Ha ottenuto un primo sì lo scorso dicembre ma l'entourage del leader Usa lo ha stoppato. Finché l' ex segretario alla Difesa James Mattis e il consigliere alla Sicurezza John Bolton sono stati liquidati. Il presidente turco ha nel frattempo risolto con Putin e l'iraniano Hassan Rohani la questione della provincia di Idlib, ultima roccaforte dei ribelli. Sarà spartita a metà fra il regime siriano e la Turchia. A questo punto è passato al «Rojava», il Kurdistan siriano. Ha strappato al nuovo segretario alla Difesa Mark Esper una «fascia di sicurezza». Alla fine ha convinto Trump a lasciarlo fare. Lancerà nei prossimi giorni l'operazione dal nome orwelliano «Sorgente di Pace» per distruggere le Ypg.

truppe turche in siria

 

Per Aaron Stein, direttore del Middle East Program a Washington, a questo punto c'è poco da fare. «Da anni gli Usa non hanno una politica consona ai loro interessi in Siria - spiega -. Ho parlato con molti funzionari negli ultimi mesi: nonostante conoscessero le intenzioni di Trump hanno elaborato strategie che presupponevano la permanenza delle truppe americane, per sempre. Un errore. Per i curdi la migliore opzione, ora, è un'intesa con Assad».

 

erdogan annette la siria del nord

Un punto condiviso anche dall'analista Joshua Landis che teme una «pulizia etnica» da parte dei turchi. È un rischio da non sottovalutare. Erdogan punta ad annettere 10 mila chilometri quadrati nel Nord-Est della Siria e 15 mila nel Nord-Ovest, in tutto un' area come il Piemonte. Nella zona ci sono minoranze turkmene propense a essere turchizzate.

 

I curdi saranno diluiti dall'arrivo di masse arabo-sunnite riconoscenti al leader turco, come sta già avvenendo nel cantone di Afrin. Erdogan ha annunciato la creazione di città e villaggi dove spostare un milione di rifugiati. Ha mostrato una mappa con la sua «zona di sicurezza», lunga 350 chilometri e profonda 30, e i nuovi insediamenti.

 

militari turchi e americani

La politica di annessione strisciante alla Turchia marcia già a pieno regime nel Nord-Ovest, dove apriranno tre facoltà dipendenti dall' università di Gaziantep. Per la Russia è un precedente che le fa comodo in Crimea e nell' Est dell' Ucraina. Mentre l' Iran è disposto a far digerire l' amara pillola all' alleato Assad pur di vedere gli americani fuori dalla Siria e dalla Mesopotamia. Se ha bluffato, Erdogan lo ha fatto con parecchi assi in mano.

Ultimi Dagoreport

2025scala la russa

DAGOREPORT - LA DOMANDA CHE SERPEGGIAVA NEL FOYER DELLA SCALA, IERI SERA, ERA: “E ‘GNAZIO? DOVE STA LA RUSSA?”. COME MAI LA SECONDA CARICA DELLO STATO NON HA OCCUPATO LA POLTRONA DEL PALCO REALE, DOVE SI È SEMPRE DISTINTO NELLO STRAZIARE L’INNO DI MAMELI CON I SUOI SICULI ACUTI? IL PRESIDENTE DEL SENATO, TRA LA PRIMA DELLA SCALA SANTA E IL FESTIVAL DI SAN ATREJU, HA PREFERITO ATTOVAGLIARSI AL RISTORANTE “EL CAMINETO”, DIMORA DELLA SODALE SANTANCHÈ A CORTINA D’AMPEZZO...

john elkann theodore kyriakou repubblica

DAGOREPORT - DOMANI, FINALMENTE, GLI EMISSARI DI JOHN ELKANN SI DEGNERANNO DI INCONTRARE I CDR DI “REPUBBLICA” E “LA STAMPA” PER CHIARIRE LO STATO DELLA VENDITA DEL GRUPPO GEDI AL GRUPPO ANTENNA DI THEODORE KYRIAKOU. PER IL MAGNATE GRECO, I QUOTIDIANI SONO SOLO UN ANTIPASTO: IL SUO VERO OBIETTIVO SAREBBE ACQUISIRE UN'EMITTENTE TELEVISIVA - YAKI NON VEDE L'ORA DI LIQUIDARE IL GRUPPO EDITORIALE, PER FARE SEMPRE PIÙ AFFARI CON EXOR: LA CARTA RAPPRESENTA NEMMENO L'UN PER CENTO DELLA HOLDING, NON DÀ ALCUN GUADAGNO MA SOLO ROTTURE DI COJONI (E LA LINEA ANTI-TRUMP DEI DUE QUOTIDIANI È UNA ROGNA PER IL SEMPRE PIÙ AMERICANO JOHN) - KYRIAKOU HA SUBITO INIZIATO CON IL PIEDINO SBAGLIATO LA CAMPAGNA D’ITALIA: AVREBBE SCELTO COME ADVISOR NIENTEMENO CHE MIRJA CARTIA D’ASERO, EX AD DEL “SOLE 24 ORE” - RETTIFICA! CARTIA D'ASERO: "NON SONO ADVISOR DI ANTENNA O DI KYRIAKOU E NON MI OCCUPO DI EDITORIA DALL'USCITA DAL 'SOLE'"

francesca albanese carlotta vagnoli valeria fonte

DAGOREPORT - COS’HANNO IN COMUNE L’INDECENTE ASSALTO DEI PRO-PAL ALLA REDAZIONE DELLA “STAMPA” E IL "FEMMINISMO" BY CARLOTTA VAGNOLI E VALERIA FONTE? MOLTISSIMO: LA VIOLENZA, L’IDEOLOGIA TOSSICA, L’ACCONDISCENDENZA DI UNA CERTA STAMPA E DI QUEL MONDO EDITORIAL-GIORNALISTICO CHE HA TOLLERATO E SOSTENUTO, CON IMBARAZZANTE CONFORMISMO, QUALUNQUE NEFANDEZZA - E' UNA SVEGLIA PER CHI HA ALLISCIATO E POMPATO ACRITICAMENTE LA GALASSIA MOVIMENTISTA, CONVINTO CHE FOSSE LA PARTE GIUSTA DELLA STORIA - NON ERA NECESSARIO ARRIVARE ALL’IRRUZIONE DEI PRO-PAL E ALL’INCHIESTA DELLA PROCURA DI MONZA SU VAGNOLI-FONTE, PER CAPIRE QUANTA VIOLENZA SI NASCONDESSE DIETRO CERTI “ATTIVISTI” E I LORO METODI...

caltagirone milleri donnet nagel lovaglio giorgetti generali

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DEI “FURBETTI DEL CONCERTINO”? IL PRIMARIO OBIETTIVO DI ESPUGNARE IL “FORZIERE D’ITALIA”, ASSICURAZIONI GENERALI, ATTRAVERSO L’OPERAZIONE MPS-MEDIOBANCA, SI ALLONTANA SEMPRE PIÙ - L’ISCRIZIONE NEL REGISTRO DEGLI INDAGATI DI LOVAGLIO, CALTAGIRONE E MILLERI HA INTERROTTO LA TRATTATIVA CHE ERA IN CORSO PER CONVINCERE L’AD DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, IL CUI MANDATO SCADE FRA DUE ANNI, A RASSEGNARE LE DIMISSIONI. E L’IPOTESI CHE POSSANO IN CDA SFIDUCIARLO SEMBRA APPARIRE LONTANISSIMA - NEL MIRINO GIUDIZIARIO È FINITO ANCHE IL RUOLO DETERMINANTE DELLE CASSE DI PREVIDENZA, ENPAM (MEDICI), ENASARCO (AGENTI DI COMMERCIO), FORENSE (AVVOCATI), PER LEGGE VIGILATE DAL GOVERNO - ANCHE SE I “CONCERTI OCCULTATI” NON SONO CERTO UNA NOVITÀ PER IL MERCATO, LA SCALATA MEDIOBANCA COLPISCE IN QUANTO È LA PRIMA VOLTA CHE, A SUPPORTO DI PRIVATI, C’È DI MEZZO IL SOSTEGNO DELL'ARMATA BRACAMELONI CHE DOVREBBE OCCUPARSI DELL’INTERESSE PUBBLICO ANZICHÉ RIBALTARE I POTERI DELLA FINANZA ITALIANA...

giorgia meloni matteo salvini vladimir putin

DAGOREPORT - A CHE SERVE QUEL FIGLIO DI PUTIN DI SALVINI? SERVE ECCOME A GIORGIA MELONI PER APPARECCHIARE, AL DI LÀ DELLE FRONTIERE, IL MIRACOLO DEL SUO CAMALEONTISMO - SE, IN CASA, LADY MACBETH DE’ NOANTRI GETTEREBBE QUEL ROMPICAZZO DELLA LEGA OGNI GIORNO DAL BALCONE DI PALAZZO CHIGI, IN POLITICA ESTERA IL COPIONE CAMBIA E IL SUO DISPREZZO SI TRASFORMA IN AMORE - C’È DA VOTARE IN PARLAMENTO IL DECRETO SULLA FORNITURA DI ARMI A KIEV? MANCA SOLO L’ITALIA PER RATIFICARE IL MES PER GARANTIRE I PAESI EUROPEI DAI RISCHI CHE POTREBBERO DERIVARE DALL'UTILIZZO DEGLI ASSET RUSSI CONGELATI? VOILÀ, FIATO ALLE TROMBE! ECCO FARSI AVANTI L’ ANTI-EUROPEISMO DEL ‘’PATRIOTA’’ ORBANIANO SALVINI CHE SI RIVELA UN OTTIMO SCHERMO PER LA MELONA PER PIAGNUCOLARE SULLA SPALLA DI URSULA VON DER LEYEN: ‘’NON È COLPA MIA… PURTROPPO HO UN ALLEATO DI GOVERNO CHE È UN PAZZO IRRIDUCIBILE E NON POSSO CORRERE IL RISCHIO DI FAR CADERE IL GOVERNO…BLA-BLA-BLA…”