dago popgiornalismo

E VOI L’AVETE RICONOSCIUTA LA “LEGGEREZZA PESANTE” DI DAGOSPIA? - LA RECENSIONE DEL “MESSAGGERO” AL LIBRO “POPGIORNALISMO, IL CASO DAGOSPIA” DI SALVATORE PATRIARCA: “IL SITO DI D’AGOSTINO È UN'OPERA APERTA, DISINTERMEDIA L'INFORMAZIONE AL PUNTO DA RESTITUIRLA, RISPETTO ALLA NOTIZIA DI PARTENZA, IN FORME IN CUI IL CONTRIBUTO DEI LETTORI E' DETERMINANTE” - FURIO COLOMBO: “DAGOSPIA È LA GAZZETTA DI UNA NUOVA ITALIA O HA CONTRIBUITO A CREARE UNA NUOVA ITALIA PER LE MASSE IN ARRIVO?”

1 - LE METAMORFOSI DELL'INFORMAZIONE E LA LEGGEREZZA PESANTE DI DAGOSPIA

Massimo Arcangeli per “il Messaggero”

 

Popgiornalismo - Salvatore Patriarca

Se la Rete non ha sostituito i media tradizionali, con i quali ancora convive, nel giornalismo è in corso una rivoluzione: i contenuti dell'informazione sono sempre meno soggetti ai filtri, ai controlli, all'intermediazione del reale e sempre più aperti alla disintermediazione prodotta dall'apporto personale alla ricostruzione, al commento, all'approfondimento dei fatti. I giornali, per reggere alla competizione, fanno così quel possono per adattarsi.

 

salvatore patriarca foto di bacco

In particolare con l'interdiscorsività che in una stessa pagina può far dialogare tra loro più pezzi ed è spesso supportata dall'abbandono dell'impaginazione verticale (a libro) per una più dinamica impaginazione a raggiera, del tipo a stella o a schermo: il primo modello è satellitare (una notizia principale, attorno alla quale ruota un certo numero di testi), il secondo è galattico (una notizia centrale, circondata da una complessa costellazione di articoli, box, immagini, infografici che possono arrivare a occupare due pagine).

 

roberto d agostino e salvatore patriarca foto di bacco

Tentativi di dialogo interno che mimano un possibile approccio cognitivo, oltreché visivo alla Rete. Prove di sopravvivenza perché tutto questo (insieme a molto altro), se ci trasferiamo nell'ambiente virtuale, può essere di ben altra portata. Così è stato per Dagospia, cui Salvatore Patriarca ha dedicato un denso volumetto (Popgiornalismo. Il caso Dagospia e la post-notizia, Castelvecchi) mettendone in risalto, fra le altre cose, un aspetto: Dagospia è un'opera aperta, disintermedia l'informazione al punto da restituirla, rispetto alla notizia di partenza, in forme in cui il contributo dei lettori può risultare alla fine determinante.

 

CONVERGENZA

salvatore patriarca foto di bacco (2)

Il sito creato da Roberto D'Agostino, così facendo, opera per una convergenza delle persone, per un'interdiscorsività collettiva che induce a riflettere su quel che oggi dovrebbe davvero accomunarci, un sapere realmente partecipato che ci faccia ripartire, in qualche modo, tutti insieme (un sapere di cui conosciamo così bene la veste social, che talvolta è solo una sfolgorante o appariscente maschera, da dimenticare chi siamo quando torniamo a indossare i nostri panni sociali).

 

A guadagnarne è una coscienza critica che lavora per un modello di (ri)trasmissione dell'informazione nel quale un pezzo, di passaggio in passaggio, incorpora commenti, riflessioni, integrazioni a profitto di chi leggerà successivamente, in un processo di complessificazione dei contenuti che approfitta di Dagospia solo per un momentaneo approdo e può non aver fine.

 

Patriarca chiama «leggerezza pesante» il modello di complessità relativa del sito di D'Agostino. È il modello di un'intelligenza condivisa che senza abdicare del tutto alla complessità, e senza arrendersi incondizionatamente alla semplificazione, ha imboccato virtuosamente una strada intermedia.

furio colombo foto di bacco

 

2 - DAGOSPIA: GIORNALISMO POP. IN RETE, IL LETTORE È L' AUTORE

Furio Colombo per “il Fatto quotidiano”

 

Un autore competente sul giornalismo digitale, Salvatore Patriarca, affronta Dagospia, il celebre marchio inventato e gestito da Roberto D' Agostino in rete, con lo stesso spirito di esploratori che è stato tipico di Oreste Del Buono e Umberto Eco quando hanno aperto per i lettori giovani del loro tempo la scatola dei fumetti, e hanno mostrato la qualità innovativa del nuovo strumento, una diversa vocazione a narrare, e hanno chiesto che venissero trattati come seri compagni di viaggio.

 

Patriarca (in Popgiornalismo, il caso Dagospia e la post-notizia, Castelvecchi Editore) prende in mano il groviglio di fatti nuovi della comunicazione digitale e nota il sito chiamato Dagospia come "lo strumento più efficace per la transizione nell' epoca della contemporaneità digitale".

roberto d agostino salvatore patriarca andrea minuz foto di bacco (2)

 

Ci dice subito che una prima ragione è il successo "che ne fa un unicum nel panorama informativo italiano". Tutto vero, e stiamo per iniziare un viaggio interessante, in un vasto retrogiardino, molto goduto ma poco spiegato, di un modo diverso di comunicare. Manca a Patriarca, occorre notare, l'allegra chiarezza con cui Del Buono ed Eco hanno portato i fumetti nei templi della letteratura e della saggistica.

 

Per esempio, il nostro autore scrive: "In particolare gli aspetti essenziali che fanno di Dagospia un esempio da studiare per provare a scovare le modalità di una produzione informativa che sappia essere a suo agio nell' attualità dell' oggi (ovvero, ndr) l' esclusività digitale, la dimensione popolare e, rivoluzionando un concetto tradizionale, una linea editoriale polimorfa"; ci sta portando a un seminario in cui loda Dagospia per ciò che l'autore del testo su Dagospia non fa.

 

roberto d agostino salvatore patriarca andrea minuz foto di bacco (1)

Sta per dire che la grande trovata di Dagospia è una sorta di educazione informativa all' "opera aperta" dove il lettore diventa autore. Ma lo fa con un linguaggio specialistico che, se non fosse per l' argomento, ti tiene a distanza. Patriarca nota che Dagospia spinge il lettore verso il popgiornalismo, in cui ogni frequentatore diventa professionista di una sua edizione delle notizie del mondo.

 

E diventa più chiaro e più utile quando, nel capitolo "Nuova via dell' informazione", elenca e spiega quelle che, secondo lui, sono le tre direttrici della struttura informativa di Dagospia: il "modello di fruizione" ( che definisce "al passo con il proprio tempo"), il "modello contenutistico" ( "non c' è un preventivo riconoscimento di importanza" di un argomento su un altro), e "il flusso" (un preciso intento di de-gerarchizzazione della notizia").

 

In altre parole, l'argomento salva il professore e il tema conta. Patriarca ha aperto il dibattito mancante sul fenomeno Dagospia: è la gazzetta di una nuova Italia, che la racconta e la esprime, o ha contribuito a creare una nuova Italia (certo molto diversa ) con la forza di un riuscito strumento di informazione-formazione per le masse in arrivo?

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa

DAGOREPORT - LA RISSA CONTINUA DI LA RUSSA - L’ORGOGLIOSA  CELEBRAZIONE DELL’ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE DEL MOVIMENTO SOCIALE, NUME TUTELARE DEI DELLE RADICI POST-FASCISTE DEI FRATELLINI D'ITALIA, DI SICURO NON AVRÀ FATTO UN GRANCHÉ PIACERE A SUA ALTEZZA, LA REGINA GIORGIA, CHE SI SBATTE COME UN MOULINEX IN EUROPA PER ENTRARE UN SANTO GIORNO NELLE GRAZIE DEMOCRISTIANE DI MERZ E URSULA VON DER LEYEN - DA MESI 'GNAZIO INTIGNA A FAR DISPETTI ALLE SORELLE MELONI CHE NON VOGLIONO METTERSI IN TESTA CHE A MILANO NON COMANDANO I FRATELLI D'ITALIA BENSI' I FRATELLI ROMANO E IGNAZIO LA RUSSA – DALLA SCALATA A MEDIOBANCA ALLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA, DAL CASO GAROFANI-QUIRINALE ALLO SVUOTA-CARCERI NATALIZIO, FINO A PROPORSI COME INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI DI ‘’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ E IL MAGNATE GRECO IN NOME DELLA LIBERTÀ D’INFORMAZIONE – L’ULTIMO DISPETTUCCIO DI ‘GNAZIO-STRAZIO ALLA LADY MACBETH DEL COLLE OPPIO… - VIDEO

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…