agnelli elkann

AGNELLI COLTELLI - GIGI MONCALVO PARLA DI “COLPO DI STATO” DI JOHN ELKANN. ANDREA AGNELLI "FORMALMENTE COMANDAVA, MA IL CDA NON ERA NELLE SUE MANI O SOTTO IL SUO CONTROLLO. NON È PASSATA LA SUA LINEA DI PROSEGUIRE IL BRACCIO DI FERRO CON PROCURA E CONSOB"  - E ORA? “ALLA JUVE NON PENSA NESSUNO. LO SCONQUASSO È GIGANTESCO. L’ULTIMA VOLTA CHE ELKANN CI HA MESSO MANO…” – IL CASO DANIELA MARILUNGO, NOMINATA SU VOLERE DI ELKANN NEL CDA, CHE HA LANCIATO BORDATE NELLA MOTIVAZIONE DELLE SUE DIMISSIONI...

Da mowmag.com

 

AGNELLI JOHN ELKANN

Il tempismo è tutto. Meno di un mese fa Gigi Moncalvo, già firma del Corriere della Sera, caporedattore dei Tg Fininvest, direttore del quotidiano La Padania e capostruttura informazione di Rai2, è uscito per Vallecchi con Agnelli coltelli, libro nel quale dedica un capitolo alla resa dei conti tra John Elkann e Andrea Agnelli. Dopo la notte che ha consegnato le dimissioni del Consiglio di Amministrazione della Juventus, proprio a Moncalvo – piemontese e juventino, che negli anni ha pubblicato anche I lupi e gli agnelli. Ombre e misteri della famiglia più potente d’Italia e Agnelli segreti – abbiamo chiesto di tradurre la notte che ha azzerato il CdA del club, chiudendo la storia di Andrea Agnelli alla presidenza, nel bel mezzo di una bufera che coinvolge la Juventus a causa delle accuse di Procura e Consob sulla “manovra stipendi” e le plusvalenze.

 

Come si può leggere ciò che è accaduto lunedì sera nel CdA straordinario della Juventus?

Si tratta di un’autentica rivoluzione, un vero e proprio colpo di Stato fatto in maniera subdola e portato avanti dagli uomini e dalle donne di John Elkann. Ci sono le sue impronte digitali, si intravedono i suoi metodi di comportamento.

john elkann foto mezzelani gmt (c)1792

 

Da cosa lo evince?

Due aspetti lo confermano. Il primo è la nomina del nuovo direttore generale, Maurizio Scanavino, che non sa nulla di calcio ed è ora amministratore delegato e direttore generale del gruppo editoriale Gedi, gruppo che si trova in crisi finanziaria e continua a perdere copie. Il secondo è in queste righe del comunicato: “Il Consiglio ha, tuttavia, richiesto a Maurizio Arrivabene di mantenere la carica di amministratore delegato”, insomma la richiesta ad Arrivabene, che fu voluto da Elkann, di rimanere al suo posto.

 

john elkann foto mezzelani gmt (c)1793

Chi comanda alla Juventus?

Il CdA uscente rappresenta in tutto e per tutto, per l’80%, John Elkann. La cosa strana è che, nel silenzio e nell’omertà dei media, Andrea Agnelli formalmente comandava, ma il CdA non era nelle sue mani o sotto suo controllo e ieri stato messo in minoranza. Ha dovuto rassegnarsi alle dimissioni.

 

Perché?

Perché non è passata la sua linea di proseguire il braccio di ferro con Procura e Consob, senza tenere conto peraltro dei grossi rilievi sollevati anche dalla società di revisione pagata dalla Juventus, Deloitte & Touche.

 

Gigi Moncalvo - Agnelli

Ricapitoliamo: qual è l’accusa della Procura contro la quale Agnelli avrebbe proseguito la linea dura?

L’accusa principale della Procura è quella di avere alterato i bilanci. La Procura stessa ritiene di poterlo provare attraverso la famosa carta segreta di Ronaldo, che ha fatto saltare il coperchio pretendendo le quattro mensilità rimanenti, attraverso la mail con cui Chiellini scrive ai compagni di squadra sui pagamenti differiti e nella quale si dice che il denaro ai calciatori sarebbe comunque stato saldato, infine attraverso quello che potremmo chiamare il libro nero di Cherubini, nel quale elencava come promemoria interno una serie di appunti nei confronti delle mosse di Paratici.

 

Cosa si evince traducendo il comunicato dal burocratese?

GIGI MONCALVO

Qualcosa la Juventus lo dice. Parla di successive “integrazioni salariali” e “loyalty bonus”, sostiene insomma che quei denari siano stati versati e si sa che verrà fatta una correzione di bilancio in merito alla “manovra stipendi”.

 

Nel CdA dimissionario figura anche il nome di Daniela Marilungo, alla quale viene dedicata una nota specifica. Si legge: “La dott.ssa Marilungo ha motivato le sue dimissioni sostenendo l’impossibilità di esercitare il proprio mandato con la dovuta serenità e indipendenza anche, ma non solo, per il fatto di ritenere di non essere stata messa nella posizione di poter pienamente ‘agire informata’ a fronte di temi di sicura complessità. Il Consiglio di Amministrazione ha preso nota dei commenti della dott.ssa Marilungo, non condividendoli”.

AGNELLI JOHN ELKANN

Quello di Marilungo è un nome di prestigio, basta guardare il suo curriculum e la sua esperienza. Venne nominata su volere di Elkann e quanto si legge, messo per iscritto, è particolarmente sintomatico della situazione.

 

In definitiva, qual è la colpa di Andrea Agnelli?

Avere accentrato i poteri nelle sue mani, con risultati catastrofici sotto l’aspetto contabile. Elkann era stato costretto a chiamare Andrea Agnelli alla guida della Juventus dopo quei cinque anni fallimentari successivi a Calciopoli, che ci mandò dove ricordiamo. Avrebbe dovuto chiamarlo cinque anni prima però, ma allora quel cognome era troppo ingombrante. Andrea ha ottenuto grandissimi risultati sportivi ed economici, poi si è montato la testa e non ha tenuto conto degli equilibri e della vaselina da utilizzare nei rapporti con il cugino, uno che ha il volto angelico ma gli artigli da lupo.

 

E la Juventus, in tutto questo?

Alla Juventus non pensa nessuno, lo sconquasso è gigantesco. L’ultima volta che Elkann vi ha messo mano sono stati cinque anni all’inferno.

ANDREA AGNELLI E JOHN ELKANNelkann agnelli foto mezzelani gmt201Daniela Marilungoelkann agnelli foto mezzelani gmt202

 

Ultimi Dagoreport

al thani bin salman zayed donald trump netanyahu saudita sauditi

DAGOREPORT – DOMANI TRUMP VOLA NEL GOLFO PERSICO, AD ATTENDERLO MILIARDI DI DOLLARI E UNA GRANA - PER CAPIRE QUANTI AFFARI SIANO IN BALLO, BASTA APRIRE IL PROGRAMMA DEL FORUM DI INVESTIMENTI USA-ARABIA SAUDITA. CI SARANNO TUTTI I BIG DELL’ECONOMIA USA: MUSK, ZUCKERBERG, ALTMAN, BLACKROCK, CITIGROUP, ETC. (OLTRE AL GENERO LOBBISTA DI TRUMP) - SAUDITI, EMIRATINI E QATARIOTI SONO PRONTI A FAR FELICE L'AMERICA "MAGA". MA PER INCASSARE LA CUCCAGNA, TRUMP QUALCOSA DEVE CONCEDERE: I REGNI MUSULMANI ARABI PERDEREBBERO LA FACCIA SENZA OTTENERE IL RICONOSCIMENTO DI UNO STATO PALESTINESE - L'INCONTRO DEI MINISTRI DEGLI ESTERI SAUDITA E IRANIANO PER UNA PACE TRA SCIITI E SUNNITI - PRESO PER IL NASO DA PUTIN SULL’UCRAINA E COSTRETTO DA XI JINPING A RINCULARE SUI DAZI, IL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA HA DISPERATAMENTE BISOGNO DI UN SUCCESSO INTERNAZIONALE, ANCHE A COSTO DI FAR INGOIARE IL ROSPONE PALESTINESE A NETANYAHU…

starmer - zelensky - macron - tusk - merz - a kiev giorgia meloni fico putin

DAGOREPORT – DOVEVA ESSERE UNA “PONTIERA”, GIORGIA MELONI ORMAI È UNA “PORTIERA”. NEL SENSO CHE APRE E CHIUDE IL PORTONE AGLI OSPITI IN ARRIVO A PALAZZO CHIGI: L’ULTIMO CHE SAREBBE DOVUTO ARRIVARE TRA FRIZZI E LAZZI È ROBERT FICO, IL PREMIER SLOVACCO UNICO LEADER EUROPEO PRESENTE ALLA PARATA MILITARE, A MOSCA, SCAMBIANDOSI SMANCERIE CON PUTIN - PER NON PERDERE LA FACCIA, LA DUCETTA HA DOVUTO RIMANDARE LA VISITA DI FICO A ROMA AL 3 GIUGNO - QUESTI SONO I FATTI: L’AUTOPROCLAMATASI “PONTIERA”, TOLTA LA PROPAGANDA RILANCIATA DAI TROMBETTIERI DI ''PA-FAZZO'' CHIGI, NON CONTA NIENTE SULLO SCENA INTERNAZIONALE (LA PROVA? IL VIAGGIO DI MACRON, MERZ, STARMER E TUSK A KIEV E IL LORO ACCORDO CON TRUMP) - RUMORS: IL TEDESCO MERZ PERPLESSO SUL VIAGGIO IN ITALIA DI LUGLIO. E MELONI PUNTA A INTORTARLO DOMENICA ALLA MESSA DI INIZIO PONTIFICATO DI LEONE XIV, IN PIAZZA SAN PIETRO...

orchesta la scala milano daniele gatti myung whun chung myung-whun ortombina fortunato

DAGOREPORT: CHE GUEVARA VIVE ALLA SCALA – ALLA FINE DEL 2026, SARÀ IL DIRETTORE D’ORCHESTRA COREANO MYUNG-WHUN CHUNG IL SUCCESSORE DI RICCARDO CHAILLY - IL CONIGLIO (CONIGLIO, NON CONSIGLIO) DI AMMINISTRAZIONE DELLA SCALA AVEVA SUGGERITO IL NOME DEL MILANESE DI FAMA MONDIALE DANIELE GATTI. MA LA CGIL DELL’ORCHESTRA, SOTTOTRACCIA, HA SUBITO FATTO CAPIRE CHE NON ERA DI SUO GRADIMENTO: A GATTI VENIVA “RIMPROVERATO” UN ATTEGGIAMENTO UN PO’ SEVERO VERSO GLI ORCHESTRALI (POCO INCLINI A NON FARE QUEL CHE VOGLIONO) – ORA I SINDACATI RECLAMANO L’AUMENTO DI PERSONALE (DEL RESTO, LA SCALA, HA SOLO MILLE DIPENDENTI!), AUMENTI RETRIBUTIVI, SCELTA DELL’UFFICIO STAMPA ALL’INTERNO DEL TEATRO, FINANCO LA RICHIESTA DI PARCHEGGIARE I MONOPATTINI NEL CORTILETTO INTERNO…

orcel giorgetti nagel castagna bpm unicredit

DAGOREPORT - RISIKO INDIGESTO: LA PROTERVIA DI GIORGETTI A DIFESA DI BPM DALLE GRINFIE DI UNICREDIT, INDISPETTISCE FORZA ITALIA E I FONDI CHE HANNO INVESTITO MILIARDI IN ITALIA - GLI SCAZZI SUL DECISIONISMO DI ORCEL NEL BOARD DI UNICREDIT: IL CDA PRENDE TEMPO SULL'OFFERTA DI SCAMBIO SU BPM, CHE LA LEGA CONSIDERA LA "SUA" BANCA - LA STILETTATA DI NAGEL A LOVAGLIO ("PER BUON GUSTO NON RIPERCORRO LA STORIA DEL MONTE DEI PASCHI") E L'INSOFFERENZA DI CALTAGIRONE PER IL CEO DI BPM, CASTAGNA...

keir starmer emmanuel macron e friedrich merz sul treno verso kiev giorgia meloni mario draghi olaf scholz ucraina donald trump

DAGOREPORT - IL SABATO BESTIALE DI GIORGIA MELONI: IL SUO VELLEITARISMO GEOPOLITICO CON LA GIORNATA DI IERI FINISCE NEL GIRONE DELL'IRRILEVANZA. LA PREMIER ITALIANA OGGI CONTA QUANTO IL DUE DI PICCHE. NIENTE! SUL TRENO DIRETTO IN UCRAINA PER INCONTRARE ZELENSKY CI SONO MACRON, STARMER, MERZ. AD ATTENDERLI, IL PRIMO MINISTRO POLACCO TUSK. NON C'È PIÙ, COME TRE ANNI FA, L’ITALIA DI MARIO DRAGHI. DOVE È FINITA L’AUTOCELEBRATOSI “PONTIERA” TRA USA E UE QUANDO, INSIEME CON ZELENSKY, I QUATTRO CABALLEROS HANNO CHIAMATO DIRETTAMENTE IL ‘’SUO CARO AMICO” TRUMP? E COME HA INCASSATO L’ENNESIMA GIRAVOLTA DEL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA CHE SI È DICHIARATO D’ACCORDO CON I VOLENTEROSI CHE DA LUNEDÌ DOVRÀ INIZIARE UNA TREGUA DI UN MESE, FUNZIONALE AD AVVIARE NEGOZIATI DI PACE DIRETTI TRA UCRAINA E RUSSIA? IN QUALE INFOSFERA SARANNO FINITI I SUOI OTOLITI QUANDO HA RICEVUTO LA NOTIZIA CHE TRUMP FA SCOPA NON PIÙ CON IL “FENOMENO” MELONI MA CON...

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - LA CAPITALE DEGLI AFFARI A MISURA DUOMO, A CUI IL GOVERNO MELONI HA LANCIATO L’ANATEMA “BASTA CON I BANCHIERI DEL PD”, È IN TREPIDA ATTESA DI COSA DELIBERERÀ UNICREDIT DOMENICA PROSSIMA, A MERCATI CHIUSI - SI RINCORRONO VOCI SULLA POSSIBILITÀ CHE ANDREA ORCEL ANNUNCI L’ADDIO NON SOLO ALL’OPS SU BPM MA ANCHE ALLA SCALATA DI COMMERZBANK, PER PUNTARE TUTTA LA POTENZA DI FUOCO DI UNICREDIT LANCIANDO UN’OPS SU GENERALI - DOPO LE GOLDEN MANGANELLATE PRESE SU BPM, ORCEL AVRÀ DI CERTO COMPRESO CHE SENZA IL SEMAFORO VERDE DI PALAZZO CHIGI UN’OPERAZIONE DI TALE PORTATA NON VA DA NESSUNA PARTE, E UN’ALLEANZA CON I FILO-GOVERNATIVI ALL’INTERNO DI GENERALI COME MILLERI (10%) E CALTAGIRONE (7%) È A DIR POCO FONDAMENTALE PER AVVOLGERLA DI “ITALIANITÀ” - CHISSÀ CHE COSA ARCHITETTERÀ IL CEO DI BANCA INTESA-SANPAOLO, CARLO MESSINA, QUANDO DOMENICA IL SUO COMPETITOR ORCEL ANNUNCERÀ IL SUO RISIKO DI RIVINCITA…