ANCHE ALTAN SI E’ ROTTO I COGLIONI: "QUELLI CHE NON SI VACCINANO NON LI CAPISCO. PER NON PARLARE DEI POLITICI. UNA COSA DI BASSISSIMA LEGA” –  IL DISEGNATORE CHE HA CREATO IL MITOLOGICO CIPPUTI, L’OPERAIO METALMECCANICO COMUNISTA, BASTONATO DALLA STORIA E DALLA VITA: "CONFINDUSTRIA PROPONE DI NEGARE LO STIPENDIO AI LAVORATORI NON VACCINATI? SU QUESTE DECISIONI È LO STATO AD ESSERE COMPETENTE. NON CERTO UN'ASSOCIAZIONE DI INDUSTRIALI” - "IL BLOCCO DEI LICENZIAMENTI? ORMAI TUTTI HANNO LE MANI LIBERE..."

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Maria Berlinguer per “La Stampa”

 

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Francesco Tullio Altan, in arte Altan, sta scrivendo in queste ore le nuove storie di Pimpa, la cagnetta a pallini che da 45 anni convive con Cipputi, il mitico operaio metalmeccanico comunista, bastonato dalla Storia e dalla vita, che non ha perso la dignità del suo lavoro e la capacità di smussare le asperità con battute taglienti. Sono nati entrambi a Milano nel '75. Personaggi diversissimi che da 45 anni tengono compagnia a generazioni diverse. Pimpa resistendo all'assalto dei manga giapponesi.

 

Perché Pimpa è così longeva?

«È sempre difficile sapere perché le cose funzionano. Forse perché è un personaggio nato dall'osservazione di mia figlia. Cipputi invece è figlio degli anni in cui il movimento operaio era protagonista, era in prima pagina tutti i giorni. A parte l'età non hanno altre affinità, ma convivono da sempre».

 

Con una circolare Confindustria propone di negare lo stipendio ai lavoratori non vaccinati. Che ne pensa il Cipputi sopravvissuto al Covid?

«Cipputi se l'è passata male come tutti noi durante la pandemia. Forse peggio. Francamente non credo che queste decisioni spettino a Confindustria, è lo Stato ad essere competente in materia. Non certo un'associazione di industriali».

 

L'aria che tira non è delle migliori. Multinazionali che spostano la produzione altrove, aziende che licenziano, smart working che lascia i lavoratori isolati. Stiamo andando indietro nel tempo?

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«Indietro o troppo avanti. È talmente cambiato il sistema della produzione e delle tutele sindacali che ormai si ha l'impressione che tutti abbiamo la mano libera».

 

Quando è cominciata la pandemia lo slogan era "andrà tutto bene" e "ne usciremo più buoni". È andata così?

«È stato un bene dirlo in quel periodo perché ha aiutato la gente a convivere con questo incubo con un po' meno paura. Per un po' ha funzionato ma quando si riprende, si riprende da dove eravamo».

 

Ci siamo incattiviti?

«È una tendenza che arriva da lontano, non credo che sia colpa del Covid».

 

È stato più difficile fare satira in questo anno e mezzo?

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«Per il mio lavoro è cambiato poco, l'argomento Covid ovviamente è stato per me come per tutti importante, le prime pagine dei giornali non hanno parlato che di questo».

 

 Continua a ispirarsi dai quotidiani per le sue vignette?

 «Io sfrutto tutte le fonti, guardo la tv, leggo i giornali e mi ispiro anche a qualche esperienza personale anche se nell'ultimo anno i rapporti con le persone sono stati molto diradati. Per me come per tutti».

 

È andato come sempre in Brasile quest' anno?

«Non ci vado da tre anni e il Brasile è purtroppo ancora infrequentabile. Abito ad Aquileia, una piccola cittadina alle porte di Udine, in una casa in campagna. Essere chiusi qui non è stato un sacrificio troppo grande, avevo spazio, potevo uscire. Il problema è stato comunicare con la gente».

 

Si è vaccinato? È favorevole all'obbligo vaccinale?

«Non saprei, però certo ci vuole una forte, forte pressione. Quelli che non si vaccinano non li capisco proprio. Per non parlare dei politici. È una cosa irritante, non riesco a capire. Non si vaccinano non perché credano alle teorie complottiste, ma perché pensano di guadagnarsi il favore di coloro che non vogliono vaccinarsi. Non si vaccinano per ottenere un piccolo vantaggio politico, una cosa di bassissima lega».

 

Ha sempre disegnato poco i politici. Rare eccezioni per Berlusconi, Andreotti, Spadolini, Salvini e poco altro. Non li trova soggetti interessanti?

«Mi hanno sempre interessato più gli elettori degli eletti perché se si comportano così qualcuno ce l'ha messi».

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E i nuovi? Meloni la ispira?

«Non mi viene voglia neanche di parlarne».

 

Cipputi è la preistoria?

«Forse come figura simbolo, per come poi è stato definito un po' dai giornali, un emblema della classe operaia e dei metalmeccanici. È cambiato tantissimo da allora. Però come emblema di un personaggio che fa bene il suo lavoro credo sia ancora attuale. Cipputi è orgoglioso del suo lavoro.

 

E' consapevole della sua dignità di lavoratore. Una volta Vittorio Foa ha fatto una recensione di un libro su Cipputi e ha scritto che non è un metalmeccanico ma uno che fa bene il suo lavoro. C'è ancora tanta gente che fa bene il suo lavoro. Lo abbiamo visto anche in questo periodo negli ospedali. È stato un grande esempio».

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Cosa augura all'Italia.

«Mi piacerebbe che acquisisse il senso di comunità, una struttura politico burocratica come comunità di persone. Purtroppo sono malattie dalle quali è molto difficile guarire».

 

Ha una nipote di 15 anni. È giusto vaccinare i docenti per consentire la scuola in presenza, dopo i danni della dad?

«Penso che sia giusto vaccinare i professori e lo stesso vale per tutti quelli che sono a contatto con il pubblico».

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