conte hakimi

APRIRE UN CICLO ALL’INTER O ANDARSENE DA TRIONFATORE? I DUBBI DI ANTONIO CONTE SUL FUTURO: “PER UN MESE VOGLIO GODERMI LO SCUDETTO E NON PENSARE AL PROSSIMO ANNO” -  IN OGNI AVVENTURA DI CONTE C'È IL MOMENTO IN CUI LUI VINCE E IL MOMENTO IN CUI HA BISOGNO DI CARICARSI - MORATTI SOSTIENE CHE SIA "DEJUVENTINIZZATO", LUI GLISSA QUANDO GLI CHIEDONO SE STRINGERÀ LA MANO AD AGNELLI IL 15 MAGGIO, GIORNO DI JUVE-INTER

Giulia Zonca per “La Stampa”

 

ANTONIO CONTE

Quando Antonio Conte ha smesso di sentire il rumore dei nemici non ha più avuto rivali. Questa Inter è sua, prepotentemente sua, ma è frutto anche di cambi di rotta accettati e meditati senza chiedersi a quale ristorante mangiare perché stavolta aveva davanti un menù fisso. E sarebbe stato assurdo contestarlo. In ogni avventura di Conte c'è il momento in cui lui vince e il momento in cui ha bisogno di caricarsi o non sa smettere di autosabotarsi, ancora non si è capito.

 

 Forse è un nodo che non si scioglierà mai perché dietro ogni uscita che suona come un lamento, a ogni commento rinfacciato e fantasma inseguito c'è un successo che porta la sua firma quindi è impossibile scindere i due lati della formula. O forse lo era perché adesso Conte sa che può arrivare al risultato senza innescare conflitti.

antonio conte

 

Ha protestato in un paio di occasioni però questa non era stagione da faide: non si potevano trovare detonatori in un campionato silenziato, con gli stadi vuoti, il pubblico a casa, a tratti chiuso in casa, la società in rosso e gli stipendi congelati. Conte ha sempre saputo trascinare ma quest' anno si è messo a guidare. È stato leader, a lungo silenzioso. A novembre malessere a fior di pelle, poi fine delle uscite da gladiatore e un fastidio sfuggito in febbraio.

 

antonio conte

Nei mesi più complicati ha stabilito un legame con i giocatori. Si è lasciato massaggiare la grinta ossessiva da Lele Oriali, che in una vita da mediano ha levigato diversi spigoli e si prende la dedica di Conte, l'unico citato extra famiglia: «Mi ha aiutato tantissimo. La settimana in cui siamo usciti dalla Champions è stata difficile per questi ragazzi che non erano abituati a essere competitivi.

Ci siamo compattati su critiche eccessive».

 

Ha buttato giù l'amara uscita dalle coppe senza compromettere il progetto ed è stato bravo a cambiare idea per trovare le soluzioni necessarie. Ha reintegrato Eriksen quando ha capito che l'Inter non lo avrebbe mai ceduto e in altri tempi questo intoppo avrebbe fatto scattare la frustrazione, invece niente. Impossibile esprimere dubbi se devi essere il faro di un gruppo che ogni giorno sente parlare di un presidente alla ricerca di fondi, di un sindaco che vuole sicurezza per approvare i piani del nuovo stadio, di finanze da mettere in sicurezza.

antonio conte foto mezzelani gmt28

 

Un'altra Inter sarebbe saltata per aria, quella di Conte no perché, che sia stato lui a chiedere di cambiare l'inno oppure no, non l'ha mai voluta pazza. Ha chiesto rigore e ne ha anche dato, non solo nei regolamenti severi che lo accompagnano su ogni panchina, anche nei modi che ha vestito.

 

ANTONIO CONTE

Difficile stabilire se sia una tregua o una svolta, di certo ha interrotto la striscia di successi juventini iniziati proprio con lui: «Un'impresa far cadere un regno che durava da nove anni». Ci riesce con il suo quarto titolo italiano, solo Trapattoni (7), Allegri (6), Capello (5) e Lippi (5) hanno fatto meglio. Lo fa alla seconda annata nerazzurra, con l'Inter, un'entità che lui stesso ha definito «complicata, la mia scelta più difficile». Perdona i tifosi che lo hanno contestato, «era normale», anche se non è ancora chiaro a che punto sia la storia d'amore.

 

antonio conte

 È stato al riparo dai fischi che gli sarebbero arrivati dopo l'eliminazione in Europa e senza le feste che lo avrebbero accompagnato a questo trionfo. Moratti sostiene che sia «dejuventinizzato», lui glissa quando gli chiedono se stringerà la mano ad Agnelli il 15 maggio, giorno di Juventus-Inter e si limita a dire: «È sempre un piacere tornare allo Stadium».

 

 Ha riportato la Juve ai vertici e ora traina l'Inter nel posto che le mancava da 11 anni, non è una coincidenza, lui sa come accorciare i tempi, come spingere in salita. Deve scoprire se intende aprire un ciclo o passare alla prossima missione, «per un mese voglio godermi lo scudetto e non pensare al futuro».

 

ZHANG CONTE

Stavolta dipende anche dalle intenzioni della società cinese, dalla stabilità che sapranno dare e dalle intese che saranno in grado di trovare con un allenatore che di certo adesso pretenderà. Non che fino a qui si sia dovuto accontentare: l'Inter ha speso, ha investito, ha assecondato anche le fissazioni di Conte, a parametro zero, vedi Vidal, ma non a richieste zero. Conte è un ribelle, uno che spesso per difendere la sua visione fa scattare l'allarme in anticipo: ogni passaggio della carriera è figlio di un corto circuito. Nel 2021 ha dovuto tenere più basso il voltaggio e magari ora sa come dosare l'energia e diventare ancora più determinante. 

LITE TRA ANTONIO CONTE E ANDREA AGNELLIsteven zhang conte

 

Ultimi Dagoreport

donald trump volodymyr zelensky vladimir putin servizi segreti gru fsb cia

DAGOREPORT - L’OSCENO PIANO DI PACE SCODELLATO DA TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA CAPITOLAZIONE DELL’UCRAINA, ANDAVA CUCINATO BENE PER FARLO INGOIARE A ZELENSKY - E, GUARDA LA COINCIDENZA!, ALLA VIGILIA DELL’ANNUNCIO DEL PIANO TRUMPIANO SONO ESPLOSI GLI SCANDALI DI CORRUZIONE A KIEV, CHE VEDONO SEDUTO SU UN CESSO D’ORO TIMUR MINDICH, L’EX SOCIO DI ZELENSKY CHE LO LANCIÒ COME COMICO - PER OTTENERE ZELENSKY DIMEZZATO BASTAVA POCO: È STATO SUFFICIENTE APRIRE UN CASSETTO E DARE ALLA STAMPA IL GRAN LAVORIO DEI SERVIZI SEGRETI CHE “ATTENZIONANO” LE TRANSIZIONI DI DENARO CHE DA USA E EUROPA VENGONO DEPOSITATI AL GOVERNO DI KIEV PER FRONTEGGIARE LA GUERRA IN CORSO…

andrea orcel unicredit giorgiia meloni giovanbattista fazzolari giancarlo giorgetti francesco gaetano caltagirone lovaglio milleri

DAGOREPORT - SUL RISIKO BANCARIO, DI RIFFA O DI RAFFA, L’ARMATA BRANCA-MELONI HA FATTO L’ENNESIMA FIGURA DI MERDA - DI SICURO, NON POTRÀ PIÙ FAR RIDERE I POLLI BLATERANDO CHE UNICREDIT È UNA BANCA STRANIERA, QUINDI L’OPA SU BANCO BPM VA STOPPATA PERCHÉ È UNA MINACCIA PER LA ‘’SICUREZZA NAZIONALE’’ - PROSSIMAMENTE IL CEO DI UNICREDIT, ANDREA ORCEL, AVRÀ MANI LIBERE PER SCEGLIERE QUALE BANCA PAPPARSI, MENTRE NEI PROSSIMI DUE MESI I GENI DI ‘’PA-FAZZO” CHIGI AVRANNO I NEURONI MOLTO IMPEGNATI PER RISPONDERE CON UNA MODIFICA DELLA LEGGE (CHISSÀ SE AVRÀ EFFETTO RETROATTIVO) ALLA PROCEDURA D'INFRAZIONE DI BRUXELLES - SE POI ORCEL SARÀ COSTRETTO DAL GOVERNO DI BERLINO A VENDERE LA SUA PARTECIPAZIONE IN COMMERZBANK, UNA VOLTA INTASCATO IL RICCO BOTTINO, LE OPZIONI SULLA SUA SCRIVANIA PER EVENTUALI ACQUISIZIONI SAREBBERO SENZA FRONTIERE. E NULLA VIETEREBBE A UNICREDIT DI LANCIARE UNA RICCA OPA SU MPS DI LOVAGLIO-CALTAGIRONE-MEF, OBIETTIVO GENERALI: SAREBBE LA MASSIMA RIVINCITA DI ORCEL SUL GOVERNO SMANDRAPPATO DEL GOLDEN POWER…

beatrice venezi secolo d italia libero verita italo bochino fenice venezia

DAGOREPORT - DI PIÙ STUPEFACENTE DELLA DESTRA CI SONO SOLO I SUOI GIORNALI MALDESTRI. SULLA VICENDA VENEZI A VENEZIA, PRODUCONO PIÙ BUFALE CHE NELL’INTERA CAMPANIA - SI SORRIDE SULLA RINASCITA DEL TEATRO LA FENICE CON “LIBERO” E “LA VERITÀ” MA LA RISATA (PIU’ PERNACCHIO) ARRIVA COL “SECOLO D’ITALIA”: “BUONA LA PRIMA: 7 MINUTI DI APPLAUSI PER VENEZI”. PECCATO CHE NON DIRIGESSE AFFATTO LEI, LA “BACCHETTA NERA”, MA IVOR BOLTON, COME C’È SCRITTO PERFINO NEL PEZZO. INCREDIBILE MA VERO. PERÒ LÌ SOTTO C’È LA GERENZA DEL GIORNALE, DOVE SI SCOPRE CHE NE È DIRETTORE EDITORIALE TALE BOCCHINO ITALO. E ALLORA TUTTO SI SPIEGA

giuseppe conte rocco casalino marco travaglio roberto fic o todde paola taverna elly schlein

DAGOREPORT - DOVE STA ANDANDO A PARARE QUELL’AZZECCAGARBUGLI DI GIUSEPPE CONTE? ALL’INTERNO DEL M5S SI CONTRAPPONGONO DUE POSIZIONI: LA LINEA MOVIMENTISTA ED EUROSCETTICA SQUADERNATA DAGLI EDITORIALI DI MARCO TRAVAGLIO, CONVINTO COM'È CHE IL "CAMPOLARGO" SIA UNA DISGRAZIA PEGGIORE DELL'ARMATA BRANCA-MELONI; CHE HA UNA CERTA PRESA SULLA BASE DEGLI ELETTORI EX GRILLINI - DALL’ALTRA, LA LINEA DI TAVERNA, FICO, PATUANELLI E TODDE, IN SINTONIA CON LA BASE PARLAMENTARE DEI CINQUE STELLE, FAVOREVOLE A UN ACCORDO PROGRAMMATICO DI GOVERNO CON IL PD, ANCHE AL DI LÀ DEL FATTO CHE CONTE SIA, VIA PRIMARIE, IL CANDIDATO PREMIER DELLA COALIZIONE DI CENTROSINISTRA (GOVERNARE SIGNIFICA CONQUISTARE POTERE, POSTI E PREBENDE) – PERCHÉ CONTE ZIGZAGHEGGIA BARCAMENANDOSI CON SUPERCAZZOLE PRIMA DI STRINGERE UN APERTO ACCORDO PROGRAMMATICO COL PD? - COME MAI TA-ROCCO CASALINO, L’APPRENDISTA STREGONE RASPUTINIANO CHE HA CONFEZIONATO PER ANNI LE MASCHERE DEL CAMALEONTISMO DI “CONTE PREMIER”, HA MOLLATO ''LA POCHETTE DAL VOLTO UMANO'' PER FONDARE UN GIORNALE ONLINE?

giorgia meloni maurizio belpietro francesco saverio garofani sergio mattarella

DAGOREPORT - IL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE MELONI” NON ESISTE: LO “SCOOP” DELLA “VERITÀ” È STATO CONFEZIONATO CON L’OBIETTIVO DI PRENDERE DI MIRA SERGIO MATTARELLA, COME MASSIMA RAPPRESENTANZA DI QUEL "DEEP STATE" CHE I CAMERATI DI PALAZZO CHIGI HANNO SUL GOZZO – LA STATISTA DELLA SGARBATELLA SOGNA L’EGEMONIA ISTITUZIONALE: BOCCIATO IL PREMIERATO, VUOLE CAMBIARE CON LA FORZA IL SISTEMA MODIFICANDO LA LEGGE ELETTORALE E INSERENDO IL NOME DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO SULLA SCHEDA (COSI' DA BYPASSARE DI FATTO I POTERI DI NOMINA DEL PREMIER CHE SPETTANO AL COLLE) - MA NON TUTTO FILA LISCIO: LEGA E FORZA ITALIA SI OPPONGONO PERCHE' NON VOGLIONO ESSERE CANNIBALIZZATI DA FDI E IN CAMPANIA E PUGLIA SI PROSPETTA UNA BATOSTA PER IL CENTRODESTA - DA QUESTO DERIVA QUEL NERVOSISMO, CON VITTIMISMO PARACULO ANNESSO, CHE HA SPINTO GIORGIA MELONI A CAVALCARE IL “COMPLOTTO DEL COLLE” – E SE FDI, PER BOCCA DI BIGNAMI E MALAN, NON AVESSE RINCULATO, DAL QUIRINALE SAREBBE PARTITO UN SILURO A TESTATA MULTIPLA...