blatter sarkozy platini

CHI HA VENDUTO LA COPPA DEL MONDO AL QATAR? L’EX CAPO DELLA FIFA BLATTER: “IL MONDIALE IN QATAR COMPRATO GRAZIE A SARKOZY E PLATINI” - IN UN DOCUMENTARIO IL COLONNELLO RACCONTA LA SUA VERITÀ SULLA CORRUZIONE NEL PALAZZO DEL CALCIO E PUNTA IL DITO SUI FRANCESI – L’INCHIESTA FBI: IL SUDAFRICA AVREBBE PAGATO 10 MILIONI DI DOLLARI PER I MONDIALI 2010, LA GERMANIA, QUATTRO ANNI PRIMA, AVREBBE SMOSSO UN CARICO D'ARMI PUR DI AGGIUDICARSI LA COMPETIZIONE – IL DOC SU DISCOVERY+ - VIDEO

 

 

https://www.dagospia.com/rubrica-30/sport/suburra-calcio-fifa-gate-platini-non-molla-maradona-report-110342.htm

 

 

Claudia Casiraghi per "la Verità"

 

blatter 1

«Nel calcio, per aggiudicarsi la Coppa del Mondo, tutto è possibile». Sepp Blatter, per 17 lunghi anni capo assoluto della Fifa, lo ripete una volta di più: «Tutto è possibile». La questione è spinosissima: «Io non so se hanno pagato, perché non li ho visti farlo», risponde a chi gli chieda quanto il Qatar abbia fatto per aggiudicarsi i Mondiali del 2022.

 

Poi, di fronte alle telecamere di Morgan Pehme, si lascia andare a una sfilza di ammissioni sconfortanti: le tangenti, la corruzione, cifre esorbitanti volte a spostare i voti in favore della nazione che può pagare di più per intestarsi la kermesse iridata. «Che cosa si può fare quando la stampa internazionale dice che la Fifa è corrotta?», chiede poi l'ex numero uno della Fédération International de Football Association, protagonista di un documentario volto a ripercorrere lo scandalo qatariota. Chi ha venduto la Coppa del Mondo?, inchiesta in due parti disponibile su Discovery+, è un percorso a ritroso nella genesi dei prossimi Mondiali.

blatter valcke 5

 

Perché si terranno in Qatar, una terra desertica, dove gli stadi non hanno alcun fascino internazionale né il pubblico una così profonda affezione per il gioco del pallone? Una domanda precisa apre lo speciale. Poi sono interviste e testimonianze inedite, nuove confessioni, a riavvolgere il nastro per trovare il peccato originale.

 

SARKOZY PLATINI

È un viaggio di quasi 20 anni. Un'inchiesta dell'Fbi - col fascicolo che ha dato inizio al Fifagate - è stata aperta nel 2015. Allora, la Federazione ha incaricato l'avvocato Michael Garcia, a capo dell'Ufficio Investigativo della Commissione Etica, di indagare sull'ipotesi che potessero essere state pagate tangenti affinché i Mondiali del 2018 e del 2022 venissero assegnati, rispettivamente, a Russia e Qatar. Garcia avrebbe potuto lasciar correre. Invece quell'uomo, un passato da procuratore distrettuale di New York, ha promesso di «indagare su ogni funzionario» perché «nessuno è al di sopra del codice etico». I risultati del suo lavoro sono finiti in un dossier mai reso pubblico. Garcia lo ha portato personalmente all'Fbi, accendendo la miccia di uno scandalo la cui portata, ancora, sembra non essersi esaurita. Quarantadue persone sono state incriminate, 26 giudicate colpevoli di corruzione aggravata, frode, riciclaggio, associazione a delinquere.

 

Sepp Blatter, a soli quattro giorni dalla sua rielezione come presidente della Fifa, si è dimesso. Mesi più tardi, sarebbe stato giudicato colpevole di corruzione e condannato ad una squalifica cui, a giugno 2021, sarebbero stati aggiunti altri sei anni e otto mesi per «violazioni del codice etico della Fifa».

BLATTER PLATINI 4

 

Una bomba sportiva e politica: «La camera giudicante ha disposto la sanzione massima […] il divieto di partecipare a tutte le attività legate al calcio (amministrative, sport o altro) sia a livello nazionale che internazionale», si è letto in un comunicato della Fifa, che condannò il suo ex presidente anche al pagamento di un'ammenda da 1 milione di franchi svizzeri. Blatter - che al calcio potrà tornare nel 2027, a 91 anni - è stato considerato architetto e governatore di un sistema di illeciti, volto a garantire le manifestazioni della Fifa al miglior offerente. Il Sudafrica avrebbe pagato 10 milioni di dollari per i Mondiali 2010, la Germania, quattro anni prima, avrebbe smosso un carico d'armi pur di aggiudicarsi la competizione.

 

michel platini sepp blatter 4

«La Fifa non è corrotta. La gente che c'è al suo interno lo è. Ma, dato che si tratta di una federazione, la colpa ricade naturalmente sul presidente», sbotta Blatter nel documentario in onda su Discovery+, spiegando di aver solo «cercato di servire il mondo di questo splendido sport. Dovrei essere ricordato come l'architetto del calcio. La gente dovrebbe rendersi conto che ho dato 41anni della mia vita (17 da presidente, carica ottenuta dopo esserne stato segretario, ndr) alla Fifa. Dovrebbero apprezzare quello che ho fatto per il calcio. Si possono convincere gli altri di qualunque cosa, ma non ci si può convincere da soli di essere ciò che non si è.

 

Perciò io non posso convincermi a dirvi che sono un criminale, perché non lo sono», continua l'ex presidente, dando la colpa delle assegnazioni illecite ad altri. «Quelli che dicono che ho lasciato correre per mantenere il mio potere si sbagliano di grosso. Noi abbiamo cercato di fermarli, ma non era possibile», è l'ammissione di Blatter, che nel documentario torna più volte sull'affaire Qatar.

michel platini sepp blatter 3

 

«Una settimana prima della decisione, ho ricevuto una telefonata da Michael Platini, il quale mi diceva che era successo qualcosa e che sarebbero sopraggiunte delle difficoltà. Lui all'epoca era il presidente della Uefa e mi ha detto che al suo gruppo era stato chiesto di votare in favore del Qatar.

 

Erano quattro voti, comprati dal Qatar. Era impossibile che gli Stati Uniti vincessero. Platini non ha avuto il coraggio, avrebbe dovuto dire di no al presidente (all'epoca Nicolas Sarkozy), che doveva pensare al mondo intero e non a un solo Paese», spiega, dando corpo e forma ad una vicenda complessa, al cui interno si alternano personaggi discutibili: Chuck Blazer, Mohamed Bin Hammam, fotografati (anche) dalle testimonianze di grandi nomi del calcio ed ex collaboratori di Blatter.

BLATTER PLATINI DALLA BACHECA DI MARADONA

Ultimi Dagoreport

igor taruffi elly schlein

DAGOREPORT - QUALCUNO DICA A ELLY SCHLEIN CHE STA AFFONDANDO IL PD! - NON SOLO TOSCANA E UMBRIA, DALLA CAMPANIA ALLA SICILIA FINO ALLA PUGLIA, SI MOLTIPLICANO I PROBLEMI SUI “TERRITORI” - A FINIRE NEL MIRINO LO “SPICCIAFACCENDE” DI ELLY, IGOR TARUFFI, RESPONSABILE ORGANIZZAZIONE DEL NAZARENO. DOVE C’È LUI, C’È CASINO, VISTA LA SUA PROPENSIONE A SALVAGUARDARE I CACICCHI FEDELI ALLA MIGLIORE ALLEATA DEL GOVERNO MELONI - IN SUO SOCCORSO È ARRIVATO ANCHE IL BERSANIANO NICO STUMPO CHE NON RIESCE AD EVITARE I PASTICCI CHE "LO STRATEGA IN VERSIONE PIZZICAGNOLO" TARUFFI COMBINA A CAUSA DELLA SCARSA CONOSCENZA DELLE REGOLE E DELLE DIVERSE REALTA’ LOCALI. E PER LA PRIMA VOLTA…

giorgia meloni ursula von der leyen donald trump dazi matteo salvini

DAGOREPORT – LA LETTERINA DELL’AL CAFONE DELLA CASA BIANCA È UNA PISTOLA PUNTATA ALLA TEMPIA DEI LEADER EUROPEI, CUI È RIMASTA UNA SOLA VIA DI USCITA, QUELLA COSIDDETTA “OMEOPATICA”: RISPONDERE AL MALE CON IL MALE. LINEA DURA, DURISSIMA, ALTRIMENTI, ALLE LEGNATE DI TRUMP, DOMANI, ALL’APERTURA DELLE BORSE, SI AGGIUNGERANNO I CALCI IN CULO DEI MERCATI. LA CINA HA DIMOSTRATO CHE, QUANDO RISPONDI CON LA FORZA, TRUMP FA MARCIA INDIETRO - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” ORMAI È RIMASTA L’UNICA A IMPLORARE, SCODINZOLANTE, “IL DIALOGO” COL DAZISTA IN CHIEF, NEMMENO LE CIFRE CATASTROFICHE SULLE RIPERCUSSIONI DELLE TARIFFE USA SULLE  AZIENDE ITALIANE, TANTO CARE ALLA LEGA, HA FERMATO I DEMENZIALI APPLAUSI ALLA LETTERA-RAPINA DA PARTE DI MATTEO SALVINI – ASCOLTATE JOSEPH STIGLITZ, PREMIO NOBEL PER L’ECONOMIA: “TRUMP NON AGISCE SECONDO ALCUN PRINCIPIO ECONOMICO, NON CONOSCE LO STATO DI DIRITTO, È SEMPLICEMENTE UN BULLO CHE USA IL POTERE ECONOMICO COME UNICA LEVA. SE POTESSE, USEREBBE QUELLO MILITARE’’

steve witkoff marco rubio sergei lavrov

RUBIO, IL TAJANI STARS AND STRIPES – IL SEGRETARIO DI STATO AMERICANO NON TOCCA PALLA E SOFFRE IL POTERE DI STEVE WITKOFF, INVIATO DI TRUMP IN MEDIO ORIENTE CHE SE LA COMANDA ANCHE IN UCRAINA. IL MINISTRO DEGLI ESTERI USA PROVA A USCIRE DALL’ANGOLO PARLANDO DI “NUOVA IDEA” DELLA RUSSIA SUI NEGOZIATI IN UCRAINA. MA IL MINISTRO DEGLI ESTERI DI PUTIN, LAVROV, SUBITO VEDE IL BLUFF: “CONFERMIAMO LA NOSTRA POSIZIONE” – TRUMP AVEVA OFFERTO DI TUTTO A WITKOFF, MA L’IMMOBILIARISTA NON HA VOLUTO RUOLI UFFICIALI NELL’AMMINISTRAZIONE. E TE CREDO: HA UN CONFLITTO DI INTERESSE GRANDE QUANTO UN GRATTACIELO...

diletta leotta ilary blasi stefano sala pier silvio berlusconi

FLASH – IL BRUTALE AFFONDO DI PIER SILVIO BERLUSCONI SU ILARY BLASI E DILETTA LEOTTA (“I LORO REALITY TRA I PIÙ BRUTTI MAI VISTI”), COSÌ COME IL SILURAMENTO DI MYRTA MERLINO, NASCE DAI DATI HORROR SULLA PUBBLICITÀ MOSTRATI A “PIER DUDI” DA STEFANO SALA, AD DI PUBLITALIA (LA CONCESSIONARIA DI MEDIASET): UNA DISAMINA SPIETATA CHE HA PORTATO ALLA “DISBOSCATA” DI TRASMISSIONI DEBOLI. UN METODO DA TAGLIATORE DI TESTE BEN DIVERSO DA QUELLO DI BABBO SILVIO, PIÙ INDULGENTE VERSO I SUOI DIPENDENTI – A DARE UNA MANO A MEDIASET NON È LA SCURE DI BERLUSCONI JR, MA LA RAI: NON SI ERA MAI VISTA UNA CONTROPROGRAMMAZIONE PIÙ SCARSA DI QUELLA CHE VIALE MAZZINI, IN VERSIONE TELE-MELONI, HA OFFERTO IN QUESTI TRE ANNI…

giorgia meloni elly schlein luca zaia vincenzo de luca eugenio giani elly schlein elezioni regionali

PER UNA VOLTA, VA ASCOLTATA GIORGIA MELONI, CHE DA MESI RIPETE AI SUOI: LE REGIONALI NON VANNO PRESE SOTTOGAMBA PERCHÉ SARANNO UN TEST STRADECISIVO PER LA MAGGIORANZA – UNA SPIA CHE IL VENTO NON SPIRI A FAVORE DELLE MAGNIFICHE SORTI DELL’ARMATA BRANCA-MELONI È IL TENTATIVO DI ANTICIPARE AL 20 SETTEMBRE IL VOTO NELLE MARCHE, DOVE IL DESTRORSO ACQUAROLI RISCHIA DI TORNARE A PASCOLARE (IL PIDDINO MATTEO RICCI È IN LEGGERO VANTAGGIO) – IL FANTASMA DI LUCA ZAIA IN VENETO E LE ROGNE DI ELLY SCHLEIN: JE RODE AMMETTERE CHE I CANDIDATI DEL PD VINCENTI SIANO TUTTI DOTATI DI UN SANO PEDIGREE RIFORMISTA E CATTO-DEM. E IN CAMPANIA RISCHIA LO SCHIAFFONE: SI È IMPUNTATA SU ROBERTO FICO, IMPIPANDOSENE DI VINCENZO DE LUCA, E SOLO UNA CHIAMATA DEL SAGGIO GAETANO MANFREDI LE HA FATTO CAPIRE CHE SENZA LO “SCERIFFO” DI SALERNO NON SI VINCE…