conte agnelli barella

DIETRO AGLI INSULTI FRA CONTE E AGNELLI, NON C’E’ SOLO IL CLAMOROSO VOLTAFACCIA DELL’EX CT DEL 2014 ALLA JUVE MA ANCHE TANTO VELENO PER UN’OFFERTA A BARELLA. LA DIRIGENZA INTERISTA È INFURIATA CON I BIANCONERI PERCHÉ PARATICI AVREBBE PIÙ VOLTE PROVATO A CONVINCERE IL CENTROCAMPISTA A MOLLARE L'INTER PER ANDARE ALLA JUVENTUS - IL GIUDICE DECIDE OGGI SULLA LITE CONTE-AGNELLI - VIDEO

 

Emanuela Gamba per "la Repubblica"

 

ANTONIO CONTE

Quanto ancora durerà la faida tra Agnelli e Conte, vale a dire tra la Juventus e l' Inter, i due club di riferimento del nostro calcio, quelli che potrebbero giocarsi lo scudetto alla penultima giornata e chissà se sarebbe meglio in uno stadio vuoto, dove l' insulto personale arriva precisamente a destinazione, oppure pieno, dove addosso a Conte s' abbatterebbe un coro di malanimo? È stato per quindici anni lo juventino più amato, la figura di riferimento del popolo bianconero.

 

AGNELLI

Oggi invece è il nemico più odiato ed è stata rilanciata una petizione per togliere la sua stella dallo Stadium, dove sono incastonati i nomi di chi ha fatto la storia della Juve. Soprattutto, è stato documentato in video e in voce tutto il livore che separa Agnelli e Conte dall' estate del 2014, quella del voltafaccia di Antonio a ritiro estivo già cominciato e delle frasi sui ristoranti da cento euro che la società non poteva permettersi: i due mai più si riunificheranno, anche se nel 2019 l' allenatore ha fatto di tutto per tornare alla Juve facendo leva sul rapporto d' amicizia con Nedved e Paratici, quello sì sopravvissuto a tutti questi gradi di separazione.

 

fiorentina inter barella

Il giorno dopo la semifinale il quadro delle risse da bar dello Stadium ha preso forma: dopo il dito medio di Conte, l' invito di Agnelli (senza la mascherina che almeno avrebbe oscurato il labiale) a ficcarselo là dove non batte il sole, e la lite tra l' allenatore e Bonucci (che ha detto al suo ex capo: «Devi portare rispetto all' arbitro») documentati dalle telecamere, sono arrivate le testimonianze di parte.

 

Secondo la versione dell' Inter, Conte sarebbe stato insultato per tutto il primo tempo («Cogli.., pagliaccio, pensa ad allenare ») da una voce che arrivava dalla zona della tribuna dov' erano sistemati i dirigenti bianconeri: ce l' avevano con le sue continue lamentele nei confronti dell' arbitro, in particolare quella per l' ammonizione di Darmian nel primo tempo. Ma Conte ha sempre fatto così, è la sua cifra stilistica, lo era anche quando allenava la Juve e chiedeva che lo Stadium diventasse una bolgia. Lui si è risentito e ha accusato gli juventini di mancanza d' educazione.

 

Lo Stadium è spesso incandescente: in questa stagione Nedved, Paratici, Baronio e Pinsoglio sono stati sanzionati perché, a vario titolo, insultavano l' arbitro dalla panchina o dalla tribuna.

 

barella

Nell' intervallo, poi, ci sarebbe stata una lita tra Oriali e Paratici, con l' interista che avrebbe intimato al collega di girare alla larga dai suoi giocatori e lo juventino che l' avrebbe minacciato: «Stai buono, sennò è la volta che ti picchio». Qui c' è un retroscena: a Milano circola una voce, non confermata, secondo cui la dirigenza interista sia infuriata con Paratici perché costui avrebbe più volte provato a convincere Barella a mollare l' Inter per la Juve.

 

Dopo il 90', un Conte sempre più nervoso avrebbe inalberato il dito medio una seconda volta, venendo poi a contatto con Agnelli, sceso dalla tribune agli spogliatoi. Lì sarebbe partito un secondo "cogl..", con l' allenatore che avrebbe invitato il presidente a un incontro più ravvicinato: «Vieni a dirmelo in faccia».

 

CONTE AGNELLI

Gli interisti assicurano che il quarto uomo, Chiffi, abbia visto, sentito e garantito una relazione dettagliata: oggi il giudice sportivo si occuperà del caso ed esaminerà il rapporto anche degli ispettori federali.

 

Nei giorni scorsi, per la precisione a fine gennaio, Agnelli ha invece avuto a che fare con un' altra Procura, quella di Perugia: è stato sentito come testimone nell' inchiesta Suarez, ma la sua deposizione non è stata giudicata significativa: in sostanza, ha spiegato di non essersi mai occupato della vicenda e di averla delegata, come fa sempre per le questioni di mercato, a Paratici e al suo staff.

agnelli cr7 paraticiconte oriali marescaparatici nedved JUVE INTER CONTE BONUCCI

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”

xi jinping vladimir putin donald trump

DAGOREPORT – L'INSOSTENIBILE PIANO DI PACE DI TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA UMILIANTE RESA DELL'UCRAINA, HA L'OBIETTIVO DI  STRAPPARE LA RUSSIA DALL’ABBRACCIO ALLA CINA, NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA - CIÒ CHE IL TYCOON NON RIESCE A CAPIRE È CHE PUTIN LO STA PRENDENDO PER IL CULO: "MAD VLAD" NON PUÒ NÉ VUOLE SFANCULARE XI JINPING - L’ALLEANZA MOSCA-PECHINO, INSIEME AI PAESI DEL BRICS E ALL'IRAN, È ANCHE “IDEOLOGICA”: COSTRUIRE UN NUOVO ORDINE MONDIALE ANTI-OCCIDENTE – IL CAMALEONTISMO MELONI SI INCRINA OGNI GIORNO DI PIÙ: MENTRE IL VICE-PREMIER SALVINI ACCUSA GLI UCRAINI DI ANDARE “A MIGNOTTE” COI NOSTRI SOLDI, LA MELONI, DAL PIENO SOSTEGNO A KIEV, ORA NEGA CHE IL PIANO DI TRUMP ACCOLGA PRATICAMENTE SOLO LE RICHIESTE RUSSE ("IL TEMA NON È LAVORARE SULLA CONTROPROPOSTA EUROPEA, HA SENSO LAVORARE SU QUELLA AMERICANA: CI SONO MOLTI PUNTI CHE RITENGO CONDIVISIBILI...")

donald trump volodymyr zelensky vladimir putin servizi segreti gru fsb cia

DAGOREPORT - L’OSCENO PIANO DI PACE SCODELLATO DA TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA CAPITOLAZIONE DELL’UCRAINA, ANDAVA CUCINATO BENE PER FARLO INGOIARE A ZELENSKY - E, GUARDA LA COINCIDENZA!, ALLA VIGILIA DELL’ANNUNCIO DEL PIANO TRUMPIANO SONO ESPLOSI GLI SCANDALI DI CORRUZIONE A KIEV, CHE VEDONO SEDUTO SU UN CESSO D’ORO TIMUR MINDICH, L’EX SOCIO DI ZELENSKY CHE LO LANCIÒ COME COMICO - PER OTTENERE ZELENSKY DIMEZZATO BASTAVA POCO: È STATO SUFFICIENTE APRIRE UN CASSETTO E DARE ALLA STAMPA IL GRAN LAVORIO DEI SERVIZI SEGRETI CHE “ATTENZIONANO” LE TRANSIZIONI DI DENARO CHE DA USA E EUROPA VENGONO DEPOSITATI AL GOVERNO DI KIEV PER FRONTEGGIARE LA GUERRA IN CORSO…