1. IL DRIBBLING DI MAROTTA LA CARICA DI INZAGHI: «NON CI NASCONDIAMO»
Paolo Tomaselli per il Corriere della Sera
Agrodolce. Come il sapore della stagione scorsa per l'Inter, secondo la definizione dell'a.d. Beppe Marotta. Ma anche come la sensazione lasciata dall'uso dei tempi verbali sulla questione Dybala: «Rappresenta - rappresentava - una opportunità, ma siamo a posto in attacco. Rimane il rispetto verso un giocatore al quale mi lega un particolare affetto», sottolinea l'a.d. nel battesimo ufficiale della stagione nerazzurra che inizia oggi ad Appiano .
Tutto finito e la Joya messa in soffitta? È sbagliato pensarlo con due mesi di tatticismi di mercato davanti, anche se l'argentino è malamente assistito (non certo da oggi) dall'amico di famiglia Jorge Antun: le offerte per lui non mancano (compresa quella del Napoli), ma per ora non alle cifre che potrebbe garantirgli l'Inter. Ci vuole tempo insomma. E quella nerazzurra resta una pista calda.
Rinunciare a un talento 28enne a parametro zero può essere un errore, soprattutto se Dybala dovesse andare alla concorrenza diretta, ma prima l'Inter deve sfoltire l'attacco e anche per quello ci vorranno tempo, opportunità e volontà, in un mercato che sta cambiando pelle: «Gli attaccanti saranno quattro, il quinto sarà un giovane» conferma Simone Inzaghi, che nell'attesa di capire se Dybala suonerà nel quartetto si gode la notevole differenza rispetto a un anno fa, quella tra Lukaku in sala partenze e Lukaku tornato a Milano: «Un grandissimo colpo, nonostante il nostro attacco sia stato il migliore della passata stagione: lui ci darà molte più soluzioni».
simone inzaghi foto mezzelani gmt146
Quanto basta per pensare solo al dolce e non più all'agrodolce, anche se questo strano sapore lasciato dallo scudetto perso in volata crea senz' altro la fame giusta, quella per fare un ulteriore passo, «alzare molto l'asticella» (sempre Marotta) ovvero vincere il campionato, perché le due coppe nazionali l'Inter le ha portate a casa, lasciando la Juve senza trofei dopo dieci anni. «Scudetto perso dall'Inter? Non lo so - chiosa Inzaghi, con un ghigno abbastanza eloquente - so che siamo molto orgogliosi di quanto fatto e cercheremo di migliorarci: siamo l'Inter e abbiamo il dovere di vincere».
«Non si deve aver paura di perdere, ma coraggio di vincere» rilancia Marotta, che fa un altro inciso importante: «Non dobbiamo farci spaventare da una parola quasi abusata e cioè sostenibilità finanziaria: è necessaria per dare continuità al club ma non vuol dire non essere competitivo». E quindi a maggiore ragione nessun timore a dichiarare l'obiettivo. Inzaghi, fresco di rinnovo, non si tira indietro: «Non ci nascondiamo, anche se il primo favorito resta il Milan. L'anno scorso il nostro lavoro ci ha portato a farci considerare favoriti, ma all'inizio non era così - ricorda Simone -. Quest' anno partiamo per vincere, non ci vogliamo nascondere e lotteremo con altre 3-4 squadre».
Uno dei possibili nodi, appurato che il modulo di riferimento sarà sempre il 3-5-2, è rappresentato dalla scelta del portiere: «Onana è il futuro dell'Inter e avrà l'occasione di mettersi in mostra, perché crediamo in lui e farà vedere quanto vale - spiega Inzaghi - . Ma Handanovic è ancora il nostro numero uno, perché ha dimostrato di meritarselo». Una transizione comunque delicata, da gestire con attenzione: cambiare i tempi verbali a volte è un attimo.
2. SKRINIAR, IL PSG RILANCIA A 70 MILIONI PINAMONTI GIOIELLO NON IN SVENDITA
Andrea Sereni per il Corriere della Sera
L'Inter che riparte ha il sorriso sornione di Beppe Marotta e lo sguardo concentrato di Simone Inzaghi. Il tecnico è sempre più milanese, a suo agio in una realtà che solo un anno fa sembrava così grande e difficile. Conosce bene i meccanismi del club, sa che nell'estate che gli ha riportato Lukaku bisogna anche vendere. La sostenibilità finanziaria «è fondamentale per dare continuità - spiega l'a.d. nella conferenza stampa di inizio stagione -. Con Ausilio e Baccin abbiamo questo obiettivo da raggiungere».
Va venduto un big, il sacrificato sarà Skriniar. Discorsi aperti con il Psg, la trattativa procede. Senza fretta, anche perché il club parigino deve piazzare diversi esuberi. Ma ha individuato nello slovacco il centrale con cui blindare la difesa. Il Psg è pronto a salire a 70 milioni di euro, cifra vicina alla richiesta iniziale dell'Inter (80 milioni). Si può chiudere con l'inserimento di alcuni bonus, magari legati a determinati risultati dei campioni di Francia. «Skriniar il 10 si presenterà in ritiro, poi si vedrà - spiega Inzaghi -.
Ad agosto avremo tutte le carte in regola per competere con le migliori e provare a vincere». Meglio se con Bremer, il difensore del Torino con cui si continua a trattare. Non ci saranno altre cessioni pesanti in difesa: dovesse andar via (cosa molto probabile) Skriniar, De Vrij resterà a Milano, anche se col contratto in scadenza tra un anno (del rinnovo se ne parlerà dopo l'inizio del campionato). Vanheusden, 22 anni, verrà invece mandato a giocare in Olanda, all'Az Alkmaar.
Non basta Skriniar. Da qui al prossimo giugno l'Inter deve registrare un attivo nel mercato di 60 milioni. In tal senso aiuterà alleggerire il monte ingaggi con l'addio di Arturo Vidal, che ha un accordo con il Flamengo: firmerà con il club brasiliano dopo aver ricevuto 4 milioni di buonuscita dall'Inter. Più complesso il caso Sanchez. Il cileno, 33 anni, si sente ancora un campione, è sicuro di poter fare la differenza in campionati importanti. Per questo non ascolta offerte che arrivano da Turchia e Giappone.
Si lavora per trovare una soluzione: contratto in scadenza il prossimo giugno, potrebbe essere liquidato con altri 4 milioni. Marotta ha un ultimo tesoretto da piazzare, quel Pinamonti che tanto bene ha fatto all'Empoli. L'Atalanta lo ha scelto, il ragazzo andrebbe volentieri a Bergamo, ma c'è ancora distanza tra i club. L'Inter difficilmente accetterà meno di 18-20 milioni, l'Atalanta è ferma a 12. A metà strada possono essere tutti contenti.
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