elena del pozzo

“ELENA HA VISTO I CARTONI ANIMATI, POI L’HO COLPITA CON FORZA COME FOSSI UN’ALTRA PERSONA” – L’AGGHIACCIANTE CONFESSIONE DI MARTINA PATTI CHE HA UCCISO LA FIGLIA DI 5 ANNI CON 7 COLTELLATE ALLA SCHIENA: “RICORDO SOLO DI AVERE PIANTO TANTO” – DIETRO IL MASSACRO LA FOLLE GELOSIA PER IL RAPPORTO TRA LA BIMBA E LA NUOVA COMPAGNA DEL PADRE – LA COGNATA: “HA FINTO CHE FOSSE STATA RAPITA DA PERSONE NEMICHE DI MIO FRATELLO” - LA SUOCERA: “VOLEVA INCASTRARE MIO FIGLIO CHE UN ANNO FA FU ACCUSATO INGIUSTAMENTE DI...” – L’ABBRACCIO ALL’ASILO PRIMA DELL’ORRORE: VIDEO

L'ULTIMO ABBRACCIO-VIDEO

https://video.corriere.it/cronaca/catania-ultimo-abbraccio-asilo-la-mamma-omicida-piccola-elena/27c83696-ec04-11ec-bc3d-65cd45fb31f1?vclk=video3CHP%7Ccatania-ultimo-abbraccio-asilo-la-mamma-omicida-piccola-elena

 

 

 

LA CONFESSIONE

Alfio Sciacca per corriere.it

 

ELENA DEL POZZO

«Quando ho colpito Elena avevo una forza che non avevo mai percepito prima. Non ricordo la reazione della bambina mentre la colpivo, forse era ferma, ma ho un ricordo molto annebbiato». È una donna gelida quella che alle 12.50 di ieri, nella caserma del comando provinciale dei carabinieri di Catania, assistita dall’avvocato Gabriele Celesti, confessa di aver ucciso la figlia Elena. Una mamma totalmente diversa da quella che meno di 24 ore prima si era presentata in lacrime ai carabinieri del suo paese, Mascalucia, per denunciare che la figlia era stata sequestrata da tre uomini armati e incappucciati.

 

L’inizio della confessione di Martina Patti, 23 anni, sembra un normale quadretto familiare. Quella donna minuta, mamma-bambina che frequentava la facoltà di Scienze Infermieristiche a Messina, descrive in maniera piana il rientro a casa con la figlia, dopo l’asilo. Prima dell’orrore di sette coltellate al collo e alla schiena e poi il corpo riposto in cinque diversi sacchetti di plastica, uno dentro l’altro, come una macabra matrioska. E poi il terriccio buttato sopra per nascondere tutto.

martina patti la madre di elena del pozzo

 

«Quando ho preso mia figlia all’asilo siamo andate a casa mia — racconta —, Elena ha voluto mangiare un budino poi ha guardato i cartoni animati dal mio cellulare. Io intanto stiravo... in serata saremmo dovute andare da un mio amico per il suo compleanno ed Elena era contenta... poi siamo uscite per andare a casa di mia madre, ma poi ho rimosso tutto». Il piano per uccidere la bambina, però, è già in atto.

 

«Non ricordo se ho portato con me qualche oggetto da casa. All’incirca erano le 14.30, siamo andate nel campo che ho indicato ai carabinieri». E poi aggiunge: «Era la prima volta che portavo la bambina in quel campo... ho l’immagine del coltello, ma non ricordo dove l’ho preso. Non ricordo di aver fatto del male alla bambina, ricordo solo di aver pianto tanto».

 

 

 

il campo dove e stato ritrovato il cadavere di elena del pozzo

Quasi assente, ricostruisce la fase successiva al delitto e la messinscena del rapimento. «...forse ho capito che la bambina era morta e non sapevo che cosa fare. Subito dopo ho chiamato il padre di Elena, ma ero così agitata che non capivo cosa dicessi... quindi sono andata a casa dei miei genitori, ero molto confusa e quello che era successo non mi sembrava reale».

 

Gli inquirenti la incalzano ma lei è evasiva: «Non ricordo dove ho messo il coltello... prima di andare dai miei genitori mi sono cambiata, ma i vestiti che indossavo quando ero con la bambina non erano sporchi di sangue, ero macchiata solo nelle braccia e ricordo che piangevo forte... quando ho incontrato i miei genitori e Alessandro (l’ex compagno, ndr) ho inventato la storia che ci avevano fermato e che avevano rapito la bambina sfruttando la storia delle minacce ad Alessandro». Il riferimento è ad un particolare vero. Tempo fa il compagno aveva ricevuto un biglietto di minacce a lui e alla bambina. Un dettaglio che nella mente di Martina avrebbe reso credibile la storia del sequestro, da collegare però ai vecchi precedenti penali del padre di Elena.

 

il campo dove e stato ritrovato il cadavere di elena del pozzo

La donna è molto evasiva sull’occultamento del cadavere: «Non ricordo di aver sotterrato la bambina, ma sicuramente sono stata io». E poi la parte più agghiacciante: «Non ricordo cosa sia passato per la mia mente quando ho colpito mia figlia, anzi posso dire che non mi è passato nessun pensiero, era come se in quel momento fossi stata una persona diversa». La voglia di confessare sarebbe maturata dopo l’interrogatorio della notte. «Stamattina (ieri, ndr) all’uscita dalla caserma mentre salivamo a casa ho cominciato a raccontare la verità a mio padre, anche se con difficoltà e con il timore che potesse sentirsi male».

 

 

L'ABBRACCIO ALL'ASILO

Michela Allegri per il Messaggero

 

ELENA DEL POZZO

Un amore finito, che ha lasciato spazio a liti e veleni, accuse, vendette. Una bimba meravigliosa, i genitori che si sono rifatti una vita con nuove relazioni, ma non sono riusciti a risolvere il loro rapporto. Gelosia folle, contrasti tra ex e anche tra le loro famiglie.

 

Martina Patti non riusciva ad accettare che Alessandro Del Pozzo, padre della sua bimba, abitasse con la nuova compagna e, soprattutto, che la figlia Elena si fosse affezionata a quella donna. Ha ucciso la bambina per gelosia, perché temeva di venire messa da parte. Non poteva accettare che Del Pozzo fosse di nuovo felice, senza di lei. Martina avrebbe fatto di tutto per tenere Elena solo per sé. Avrebbe anche cercato di ostacolare gli incontri con i nonni paterni, che la accusavano di picchiare la piccola e di tentare in ogni modo di incastrare l'ex. Ci avrebbe provato anche dopo avere ucciso la bambina, raccontando che Elena era stata rapita da uomini che avevano minacciato Del Pozzo in passato.

IL PADRE DI ELENA DEL POZZO

 

I FAMILIARI Quando ha confessato l'omicidio, Martina non ha fornito un movente: «L'ho fatto, non so perché». Ma i parenti del papà di Elena non le credono. La cognata, Vanessa Del Pozzo, non ha dubbi: «Voleva incastrare mio fratello». Ha raccontato le minacce passate: «Un anno fa lui fu accusato ingiustamente di una rapina, ma fortunatamente fu scagionato. Quando dal carcere passò ai domiciliari, sotto casa trovammo un biglietto di minacce: Non fare lo sbirro, attento a quello che fai. Martina ha fatto riferimento a quel biglietto con i carabinieri».

 

I nonni paterni ieri sono stati i primi ad arrivare nel campo abbandonato dove è stato trovato il corpicino devastato dalle coltellate. «Non credevamo possibile una cosa del genere», ha detto Giovanni Del Pozzo, in lacrime, mentre la nipotina veniva portata via rinchiusa in una bara. E ancora: «Mi sembra tutto così strano, assurdo.

 

martina patti la madre di elena del pozzo

La madre di Elena era una ragazza molto chiusa, ma non riesco a spiegarmi il motivo di quello che è accaduto. Adesso deve pagare lei, e anche chi l'ha eventualmente aiutata». La nonna, Rosaria Testa, non si dà pace: «Elena era meravigliosa, sua madre aveva un atteggiamento autoritario e aristocratico, non mostrava segni di affetto e non era empatica, nemmeno nei confronti della bambina. Non rispondeva mai al telefono alle mie chiamate e decideva lei quando portarci la bambina. Quando litigavano, Elena non voleva andare via da casa nostra. Un giorno la mamma le stava dando botte e gliela abbiamo dovuta togliere dalle mani.

 

L'abbiamo accompagnata a scuola e le ho detto: Nessuno ti vuole bene più di me. Lei mi ha guardata e mi ha fatto capire che aveva capito».

 

Nessuno di loro pensava che Martina fosse capace di un gesto così crudele: «In un primo momento abbiamo creduto alla storia degli incappucciati, non abbiamo mai pensato che potesse essere stata lei. Quando ha chiamato mio figlio gridava e ha raccontato che qualcuno le aveva puntato una pistola».

il campo dove e stato ritrovato il cadavere di elena del pozzo

 

LA SERATA È proprio con la famiglia del padre che Elena aveva trascorso la sera prima dell'omicidio. Aveva dormito a casa dei nonni. Era contenta e sorridente, si divertiva insieme alla nuova fidanzata di papà. Martina lo sapeva e non riusciva ad accettarlo. Così ha iniziato a pensare a come vendicarsi, a come impedire alla nuova coppia di essere felice. Il giorno dopo, è andata a prendere la bambina all'asilo, l'ha sentita raccontare della bella serata trascorsa con la famiglia del padre.

 

E l'ha uccisa. L'ha colpita con un coltello da cucina, ha nascosto il cadavere e, due ore dopo, ha dato l'allarme. Ha cercato di fare ricadere la colpa sull'ex, ma i carabinieri non le hanno creduto. Ora, l'intero paese di Mascalucia, a pochi chilometri da Catania, è sconvolto. Il sindaco, Enzo Magra, ha annullato i festeggiamenti per il patrono: si farà solo una giornata di preghiera per la bimba. «Quando mi hanno detto quello che era successo sono scoppiato a piangere. È una notizia di una drammaticità unica»,

RAPIMENTO DI ELENA DEL POZZO - LA MAPPA un fotogramma delle telecamere di videosorveglianza con elena del pozzo

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