rosella sensi

“QUANDO LA ROMA PERDEVA MIO PADRE ERA COSÌ TRISTE CHE CI OBBLIGAVA A STARE A CASA E A MANGIARE LA MINESTRINA” – ROSELLA SENSI RACCONTA IL PADRE FRANCO, PRESIDENTE DEL TERZO SCUDETTO GIALLOROSSO, E RICORDA GLI ANNI IN CUI LA SUA FAMIGLIA ERA PROPRIETARIA DELLA ROMA: “DOVEVO PASSARE IL TESTIMONE PER VEDERE IL CLUB SPLENDERE COME MERITA. DOVEVA ANDARE COSÌ, ANCHE SE CON MODALITÀ DIVERSE" – “FRIEDKIN? E’ PRESENTE E ORGANIZZA LA SOCIETÀ - TOTTI? SAREBBE IN GRADO DI DARE MOLTO COME DIRIGENTE” – E POI PARLA DEL SUO NUOVO INCARICO DA SINDACA DI VISSO…

Niccolò Zancan per “la Stampa” - Estratti

rosella sensi

 

Rosella Sensi, perché ha deciso di ricominciare come sindaca di un piccolo comune dell'Italia interna?

«Per tornare a un luogo che amo, dove mio nonno era stato sindaco negli Anni Sessanta e mio padre fra il 1985 e il 1995. Perché sento una profonda appartenenza per questa terra e per senso di responsabilità nei confronti dei cittadini. Ho deciso di fare questo passo perché Visso, benché piccola, ha una grande storia: vorrei che tornasse a essere la perla dei Monti Sibillini».

 

Visso per tutti è uno dei comuni colpiti dal terremoto del 2016. A che punto è la ricostruzione?

«È iniziata. Ma c'è molto da fare. Bisogna ricostruire in fretta e riportare le persone a vivere qui».

 

Ma lei ci sarà o farà la sindaco a distanza?

«Ci sono e ci sarò. Ho preso un impegno con i cittadini.Non si può fare il sindaco da lontano».

 

È vero che Silvio Sensi, suo nonno, già sindaco di Visso è stato fra i fondatori della Roma?

rosella sensi totti

«Verissimo. La Roma nasce nel 1927 dalla fusione di alcune società, mio nonno era dirigente nel Borgo Pio. Dirigente, ingegnere e appassionato, fornì anche il legname per costruire le tribune al Testaccio».

 

Lei è stata presidente di quella squadra dal 2008 al 2011. Soffre a stare lontano dal calcio?

«Come tutte le persone che amano quel mondo, mi dispiace molto. Ma è una circostanza di fatto: dovevo passare il testimone per vedere la Roma splendere come merita. Doveva andare così, anche se con modalità diverse».

 

Vuole dire qualcosa sulle modalità?

«Appartengono al passato».

 

(...)

 

Chi è rimasto?

rosella sensi totti

«Non voglio far torto a qualcuno. Ma se devo dire quattro nomi, solo quattro nomi, eccoli: Bruno Conti, Daniele Pradè, Gigi Di Biagio e Francesco Totti».

Suo padre considerava Totti alla stregua di un figlio. Oggi come lo vede? Non è facile uscire di scena.

«Io, scherzando, lo chiamo fratellone. Francesco era il figlio maschio che mio padre non ha mai avuto. Io credo che continui a essere il simbolo di un calcio più romantico, un mondo a cui si dovrebbero ispirare i bambini. Si può nascere a Roma, nel quartiere di Porta Metronia e diventare campione nella tua città, nella tua squadra, senza mai perdere i valori con cui sei stato cresciuto».

 

Lei non lo avrebbe mandato via?

«No, mai. Anche perché definirlo un simbolo è riduttivo. Francesco Totti sarebbe in grado di dare molto come dirigente, non solo per quello che ha fatto e per quello che rappresenta».

 

Dal calcio a conduzione famigliare al calcio degli americani. Dai padroni ai fondi di investimento. Cosa pensa della nuova era?

«Penso che la Roma sia una squadra fortunata. Perché sta nel mezzo. Coniuga entrambi i mondi. Anche se la proprietà è straniera, è ben definita. C'è qualcuno - adesso - che si fa vedere. La famiglia Friedkin è presente e organizza la società».

 

rosella sensi

Con Luciano Spalletti vi eravate lasciati male. E poi?

«No, non ci eravamo lasciati male. Anzi, quando è morta la mia mamma, venne a Roma per farmi un saluto. Ci siamo rivisti anche poco tempo fa, ci siamo salutati calorosamente».

 

Come definirebbe il ct della nazionale italiana dopo il disastro agli Europei?

«È un gradissimo professionista, e tale resta. È una persona molto seria».

 

Le piaceva Mourinho?

«Certo. Molto. A chi non piace uno così?».

 

Secondo alcuni sostituirlo con Daniele De Rossi, cioè con una bandiera, è stato solo un modo per tenere buoni i tifosi. Secondo lei?

«Lo so quello che dicevano all'inizio, ma Daniele ha dimostrato di essere un ottimo allenatore. Forse qualcuno non lo conosceva abbastanza».

 

Qual è il suo rimpianto più grande?

«Non avere fatto una buona comunicazione. Voglio dire: non essermi fatta conoscere. La comunicazione è fondamentale, l'ho capito troppo tardi. Forse al tempo della mia presidenza avrei dovuto spiegare meglio, raccontare quello che stavamo vivendo. È questo è il mio grande rimpianto».

 

Qual è la lezione più grande che ha imparato da suo padre Franco?

rosella franco sensi

«Mio padre non solo era un imprenditore unico, eccellente, lui era un'entusiasta della vita, una persona determinata. Aveva conservato lo spirito di un giovane anche quando non lo era più. Spero di aver preso qualcosa da lui».

 

(...)

Alla fine, a freddo, che bilancio fa della sua esperienza alla presidenza?

«È stata un'esperienza professionale e umana unica, pur con tutte le difficoltà e le sofferenze che ci sono state. Io sono diventata mamma nei giorni della contestazione. Mia figlia aveva un mese, non è stato facile. Sono stata contestata abbastanza ferocemente. Ma porto nel cuore quel tempo. Il bilancio è assolutamente positivo. I fatti e la storia sono inconfutabili».

 

Ma davvero quando la Roma perdeva suo padre vi obbligava a mangiare la minestrina per ragioni di tristezza?

«Tutti chiusi in casa, sì. A casa con la minestrina».

 

E adesso, nella sua nuova vita qual è il suo obiettivo per non doversi costringere a mangiare la minestrina?

rosella franco sensi

«Ci terrei a mettere le basi per il futuro di Visso: deve tornare a essere quello che merita. Ci sono frazioni incantevoli che vanno curate, qui c'è la sede del Parco dei Sibilini. A pochi chilometri abbiamo la fioritura della lenticchie di Castelluccio. Sono luoghi unici, magici. Vanno curati e valorizzati».

 

La Magica. Si può mettere qualcosa del tempo della Roma nel suo nuovo incarico politico?

«Certamente. La passione è un modo di stare al mondo».

 

Nel concreto quale sarà la sua prima mossa?

rosella franco sensi

«Le mosse non si annunciano, si fanno. Gli esempi valgono sempre molto di più delle parole. Anche se adesso lo so, perché l'ho imparato a mie spese, le parole sono molto importanti».

FRANCESCO TOTTI ROSELLA SENSI ANTONELLO VENDITTIroberto scarnecchia alberto faccini roberto pruzzo rosella sensi ettore viola maurizio turone e il dottore ernesto alicicco foto di baccorosella sensi con la figlia foto di baccorosella sensi bruno conti foto di baccoettore viola maurizio gasparri rosella sensi francesco cognetti foto di baccodiego nepi stefano mei rosella sensi foto di baccorosella sensirosella sensirosella sensiROSELLA SENSIPerrotta Rosella Sensi Totti e Cassetti

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni maurizio belpietro francesco saverio garofani sergio mattarella

DAGOREPORT - IL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE MELONI” NON ESISTE: LO “SCOOP” DELLA “VERITÀ” È STATO CONFEZIONATO CON L’OBIETTIVO DI PRENDERE DI MIRA SERGIO MATTARELLA, COME MASSIMA RAPPRESENTANZA DI QUEL "DEEP STATE" CHE I CAMERATI DI PALAZZO CHIGI HANNO SUL GOZZO – LA STATISTA DELLA SGARBATELLA SOGNA L’EGEMONIA ISTITUZIONALE: BOCCIATO IL PREMIERATO, VUOLE CAMBIARE CON LA FORZA IL SISTEMA MODIFICANDO LA LEGGE ELETTORALE E INSERENDO IL NOME DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO SULLA SCHEDA (COSI' DA BYPASSARE DI FATTO I POTERI DI NOMINA DEL PREMIER CHE SPETTANO AL COLLE) - MA NON TUTTO FILA LISCIO: LEGA E FORZA ITALIA SI OPPONGONO PERCHE' NON VOGLIONO ESSERE CANNIBALIZZATI DA FDI E IN CAMPANIA E PUGLIA SI PROSPETTA UNA BATOSTA PER IL CENTRODESTA - DA QUESTO DERIVA QUEL NERVOSISMO, CON VITTIMISMO PARACULO ANNESSO, CHE HA SPINTO GIORGIA MELONI A CAVALCARE IL “COMPLOTTO DEL COLLE” – E SE FDI, PER BOCCA DI BIGNAMI E MALAN, NON AVESSE RINCULATO, DAL QUIRINALE SAREBBE PARTITO UN SILURO A TESTATA MULTIPLA...

francesco saverio garofani sergio mattarella giorgia meloni maurizio belpietro

DAGOREPORT - MA QUALE “COMPLOTTO DEL QUIRINALE CONTRO GIORGIA MELONI”! DIETRO ALLA DIFFUSIONE DELLE PAROLE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI ALLA “VERITÀ” DI BELPIETRO C'E' UNA “GOLA PROFONDA” UN PO’ PASTICCIONA, CHE SI E' FATTA SGAMARE IN MEZZA GIORNATA - DAGOSPIA È IN GRADO DI AGGIUNGERE ALCUNI DETTAGLI SULLA CENA DI GIOVEDÌ 13 NOVEMBRE ALLA TERRAZZA BORROMINI. A TAVOLA C’ERANO SEDICI PERSONE: OLTRE ALL’ORGANIZZATORE, LUCA DI BARTOLOMEI E A FRANCESCO GAROFANI, C’ERANO MANAGER, CONSULENTI, UN AD DI UNA BANCA, DUE CRONISTI SPORTIVI E…UN GIORNALISTA CHE IN PASSATO HA LAVORATO IN UN QUOTIDIANO DI DESTRA, GIA' DIRETTO DA BELPIETRO. SARÀ UN CASO CHE LA MAIL A FIRMA “MARIO ROSSI”, DA CUI È NATO LO “SCANDALO”, SIA STATA INVIATA ANCHE AL MELONIANO "IL GIORNALE" (CHE PERO' L'HA IGNORATA)? - IL CONTESTO ERA CONVIVIALE, SI PARLAVA DI CALCIO E DEL PD, MA GAROFANI NON HA MAI PRONUNCIATO LA PAROLA “SCOSSONE”, CHE INFATTI NELLA MAIL ORIGINALE NON C’È - L’AUDIO? ANCHE SE CI FOSSE, BELPIETRO NON POTREBBE PUBBLICARLO PERCHÉ SAREBBE STATO CARPITO ILLEGALMENTE...

maurizio belpietro giorgia meloni la verita

DAGOREPORT - IL GIOCO DI PRESTIGIO DI MAURIZIO BELPIETRO: LO "SCOOP" SUL PRESUNTO “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È BASATO SULLE PAROLE “PROVVIDENZIALE SCOSSONE”, CHE IL CONSIGLIERE DEL COLLE, FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, AVREBBE PRONUNCIATO ALLA CENA DOPO L’EVENTO IN RICORDO DI AGOSTINO DI BARTOLOMEI. MA NELLA MAIL ANONIMA CHE SEGNALA LA VICENDA A "LA VERITA'" QUELLE DUE PAROLE NON SONO VIRGOLETTATE: SEMBRANO ESSERE UN RAGIONAMENTO DELL’AUTORE, IL MISTERIOSO "MARIO ROSSI" – “LINKIESTA”: “PER CAPIRE COSA PENSI MELONI BISOGNA LEGGERE ‘LA VERITÀ’, ESATTAMENTE COME PER CAPIRE COSA PENSI GIUSEPPE CONTE BISOGNA LEGGERE ‘IL FATTO’. QUANTI SI BEVONO OGGI LA FAVOLA DELLA SVOLTA ATLANTISTA ED EUROPEISTA DI MELONI, FAREBBERO BENE A LEGGERE ‘LA VERITÀ’, SMACCATAMENTE FILO-PUTINIANO, NO VAX E NO EURO. LA VERITÀ DEL GOVERNO MELONI STA LÌ”

tommaso cerno antonio giampaolo angelucci alessandro sallusti il giornale

FLASH! – COME PREVISTO, ANTONIO E GIAMPAOLO ANGELUCCI HANNO DECISO CHE, A PARTIRE DAL PRIMO DICEMBRE, AVVERRÀ IL CAMBIO DI DIREZIONE DE “IL GIORNALE” CON L’ARRIVO DI TOMMASO CERNO CHE, A SUA VOLTA, VERRÀ RIMPIAZZATO A “IL TEMPO” DA DANIELE CAPEZZONE – MALGRADO LA PROPOSTA DI ANDARE ALLA DIREZIONE EDITORIALE DE “IL GIORNALE”, AL POSTO DI VITTORIO FELTRI, CHE PASSEREBBE A QUELLA DI “LIBERO”, ALESSANDRO SALLUSTI NON L’HA PRESA BENE: IL BIOGRAFO DI GIORGIA MELONI LO CONSIDERA UNA DIMINUTIO PER IL SUO PRESTIGIO E MIREREBBE A DARE VITA A UN PROGETTO MEDIATICO CON NICOLA PORRO…