urbano cairo ivan juric

“QUI REGNA L’AUSTERITY” – IVAN JURIC HA SCOPERTO IL “METODO CAIRO” E VA ALL’ATTACCO DI URBANETTO: “SI TAGLIANO I COSTI AD OGNI MODO, A PRESCINDERE DALLA FORZA DELLA SQUADRA CHE COMUNQUE È ARRIVATA NEGLI ULTIMI DUE ANNI A SALVARSI ALLA FINE. IL TORO È DIVENTATA LA SFIDA PIÙ STIMOLANTE, MA ANCHE LA PIÙ ALLUCINANTE DELLA MIA CARRIERA…” – DICHIARAZIONI CHE SU “CORRIERE” E “GAZZETTA” SI TRASFORMANO IN: “L’AUSTERITY È LEGITTIMA”, “SARÀ UNA GRANDE SFIDA”

1 - URBANO CAIRO E IL "METODO PYONGYANG": JURIC LO ATTACCA? E LUI FA SPARIRE TUTTO DAI SUOI GIORNALI

Da www.liberoquotidiano.it

 

urbano cairo ivan juric

"La mia società ha preso la strada dell’austerity. È legittimo, perché il club ha perso molti soldi negli ultimi anni: io e il mio staff non ne eravamo a conoscenza. Ma sarà una sfida ancora più stimolante".

 

Scrive così il Corriere della Sera dell'editore Urbano Cairo riportando le parole di Ivan Juric, tecnico del Torino società presieduta sempre da Urbano Cairo.

 

La Gazzetta dello Sport, editore Urbano Cairo, sulla sfida Fiorentina-Torino, in programma stasera sabato 28 agosto, fa un titolo ottimista: "C’è austerity, ma sarà una grande sfida".

 

ivan juric urbano cairo

Ma a rileggere le intere dichiarazioni dell'allenatore granata, riportate per esempio da Repubblica, si coglie un animo leggermente diverse nelle parole del tecnico che attacca duramente la società di Cairo.

 

"Torino e Fiorentina sono su due strade completamente diverse, loro hanno tanti soldi, comprano e tengono i migliori, da noi invece regna l’austerity, si tagliano i costi ad ogni modo, a prescindere dalla forza della squadra che comunque è arrivata negli ultimi due anni a salvarsi alla fine.

urbano cairo

 

Tutto ciò è legittimo visto che il Toro ha perso molti soldi a causa di investimenti sbagliati, risultati e mancati introiti per il Covid. Il problema è che nessuno me l’ha mai detto, accetto la situazione ma sono rimasto sorpreso per il modo di fare. È la sfida più stimolante ma anche più allucinante della mia carriera", declama Juric.

 

Un attacco ad alzo zero nei confronti del suo datore di lavoro che sui giornali di proprietà dello stesso viene si riportato, ma in maniera del tutto edulcorata senza cogliere la frattura ampia che si è creata tra il settore tecnico e quello dirigenziale. Tanto che Il Napolista parla di "metodo Pyongyang". Una questione che che potrebbe esplodere ancora di più se stasera il Torino dovesse andare ko.

 

2 - ATTACCO FRONTALE

Francesco Manassero per “La Stampa”

 

Un po' di elettricità non guasta, ma quella che arriva da Ivan Juric è un scossa che rischia di generare un cortocircuito. Il patron Urbano Cairo ha ingaggiato il croato apposta per risvegliare il Toro, blindandolo per tre stagioni affinché andasse a fondo del problema e riportasse i granata su piani più consoni.

 

urbano cairo ivan juric

Ma mai avrebbe immaginato che dopo una giornata di campionato fosse lui - e il ds Vagnati - il destinatario dei messaggi del nuovo allenatore. Il quale scaglia bordate senza filtro alla proprietà, trasformando la vigilia della sfida di questa sera al Franchi in un ring senza possibilità di risposta immediata. Ma oggi è un altro giorno, si attende la replica di una società rimasta spiazzata dall'affondo.

 

gallo belotti foto mezzelani gmt17

«Torino e Fiorentina sono su due strade completamente diverse - la scintilla che ha innescato Juric -, loro hanno tanti soldi, comprano e tengono i migliori, da noi invece regna l'austerity, si tagliano i costi ad ogni modo, a prescindere dalla forza della squadra che comunque è arrivata negli ultimi due anni a salvarsi alla fine».

 

Ma è solo l'antipasto, prima della portata principale: piccantissima. «Tutto ciò è legittimo - continua - visto che il Toro ha perso molti soldi a causa di investimenti sbagliati, risultati e mancati introiti per il Covid. Il problema è che nessuno me l'ha mai detto, accetto la situazione ma sono rimasto sorpreso per il modo di fare».

 

Juric elenca anche gli ingredienti che gli hanno messo a disposizione. «Devo provare a fare meglio degli ultimi campionati con un gruppo che ha perso elementi importanti - l'allarme - cercando di far rendere giocatori reduci da annate negative e con una campagna acquisti fatta solo di prestiti. Pobega? Serviva uno con tali caratteristiche, ma siamo scesi a compromessi: non è bello lavorare per altre società. ll Toro è diventata la sfida più stimolante, ma anche la più allucinante della mia carriera».

 

juric

Juric si aggrappa a un gruppo con cui è scattato subito il feeling, in attesa che gli ultimi giorni di trattative possano tranquillizzarlo.

 

Adesso è tutt' altro, anche per colpa di una squadra che i pezzi migliori continua a ritrovarseli in infermeria. Bremer è di nuovo indisponibile perché in uno scontro di gioco si è girato la solita caviglia destra che l'ha tormentato per tutta l'estate e forse anche per questo si registra un'accelerata per Kabak, difensore centrale dello Schalke 04.

 

belotti

Ma destano preoccupazione anche le condizioni di Pjaca, che negli ultimi due giorni si sarebbe allenato male e poco a causa di un problema al ginocchio che lo tiene in forte dubbio. Pobega, ieri diventato ufficiale, può essere già utile. «L'assenza di Bremer è un grosso problema perché è l'unico centrale che ho, mi devo arrangiare - ancora Juric -, gli ostacoli sono tanti, ma mi dà molta forza l'atteggiamento della squadra, la disponibilità è totale, contro l'Atalanta ha disputato una grandissima partita».

 

E Belotti ha confermato di essere imprescindibile. «Si era allenato con una caviglia dolorante: il suo atteggiamento è impressionante - continua a scoprirlo Juric -. Non se ne sarebbe andato neanche se il Toro si fosse messo d'accordo per cederlo. Mi ha dato la parola, è il nostro capitano: resta al cento per cento».

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”

xi jinping vladimir putin donald trump

DAGOREPORT – L'INSOSTENIBILE PIANO DI PACE DI TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA UMILIANTE RESA DELL'UCRAINA, HA L'OBIETTIVO DI  STRAPPARE LA RUSSIA DALL’ABBRACCIO ALLA CINA, NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA - CIÒ CHE IL TYCOON NON RIESCE A CAPIRE È CHE PUTIN LO STA PRENDENDO PER IL CULO: "MAD VLAD" NON PUÒ NÉ VUOLE SFANCULARE XI JINPING - L’ALLEANZA MOSCA-PECHINO, INSIEME AI PAESI DEL BRICS E ALL'IRAN, È ANCHE “IDEOLOGICA”: COSTRUIRE UN NUOVO ORDINE MONDIALE ANTI-OCCIDENTE – IL CAMALEONTISMO MELONI SI INCRINA OGNI GIORNO DI PIÙ: MENTRE IL VICE-PREMIER SALVINI ACCUSA GLI UCRAINI DI ANDARE “A MIGNOTTE” COI NOSTRI SOLDI, LA MELONI, DAL PIENO SOSTEGNO A KIEV, ORA NEGA CHE IL PIANO DI TRUMP ACCOLGA PRATICAMENTE SOLO LE RICHIESTE RUSSE ("IL TEMA NON È LAVORARE SULLA CONTROPROPOSTA EUROPEA, HA SENSO LAVORARE SU QUELLA AMERICANA: CI SONO MOLTI PUNTI CHE RITENGO CONDIVISIBILI...")

donald trump volodymyr zelensky vladimir putin servizi segreti gru fsb cia

DAGOREPORT - L’OSCENO PIANO DI PACE SCODELLATO DA TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA CAPITOLAZIONE DELL’UCRAINA, ANDAVA CUCINATO BENE PER FARLO INGOIARE A ZELENSKY - E, GUARDA LA COINCIDENZA!, ALLA VIGILIA DELL’ANNUNCIO DEL PIANO TRUMPIANO SONO ESPLOSI GLI SCANDALI DI CORRUZIONE A KIEV, CHE VEDONO SEDUTO SU UN CESSO D’ORO TIMUR MINDICH, L’EX SOCIO DI ZELENSKY CHE LO LANCIÒ COME COMICO - PER OTTENERE ZELENSKY DIMEZZATO BASTAVA POCO: È STATO SUFFICIENTE APRIRE UN CASSETTO E DARE ALLA STAMPA IL GRAN LAVORIO DEI SERVIZI SEGRETI CHE “ATTENZIONANO” LE TRANSIZIONI DI DENARO CHE DA USA E EUROPA VENGONO DEPOSITATI AL GOVERNO DI KIEV PER FRONTEGGIARE LA GUERRA IN CORSO…