“C’E’ POCO DA STARE ALLEGRI” – “LA STAMPA” DEGLI ELKANN SPARA A PALLE INCATENATE SU MAX ALLEGRI CHE ANDREA AGNELLI HA RIVOLUTO SULLA PANCHINA DELLA JUVE – “NELLO SPOGLIATOIO NON MANCANO MALUMORI E RISCHIA DI ESPLODERE UN CASO BONUCCI, VISTO CHE IL CAPITANO È STATO LASCIATO IN PANCHINA PER SCELTA TECNICA. ALLEGRI SEMBRA SEMPRE PIÙ SOLO, ANCHE SE…”

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Gianluca Oddenino per la Stampa

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C'è da stare poco Allegri. La faccia con cui il tecnico livornese ha lasciato la tribuna di Monza dopo la storica sconfitta, tra gli applausi ironici dei tifosi di casa e gli insulti feroci dei sostenitori juventini, era tutto un programma. Ha sofferto come un leone in gabbia nel box n°57, urlando e sfogandosi per gli errori dei suoi giocatori, poi è salito direttamente sul bus della squadra senza passare dallo spogliatoio causa squalifica.

 

La situazione è delicata e complessa, ma il tecnico bianconero ha incassato l'appoggio del club prima della partita. «Cambiare l'allenatore sarebbe una follia», ha detto l'ad Maurizio Arrivabene. Solo che Allegri, in cambio, ha offerto la peggiore risposta possibile: non solo ai suoi dirigenti, ma anche ad un ambiente che sta gonfiando la protesta tra stadi e social.

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"AllegriOut" è ormai un hashtag di tendenza mondiale, mentre i 2.197 tifosi bianconeri presenti in Brianza si sono sfogati con fischi e insulti («Andate a lavorare», il più moderato) nei confronti dell'allenatore e dei giocatori. Che per la seconda volta consecutiva, dopo la contestazione allo Stadium con il Benfica, hanno dovuto chiedere scusa e abbassare il capo sotto la curva. Questa volta nessun calciatore ha parlato e anche i tre dirigenti presenti a Monza (oltre ad Arrivabene c'erano il vice presidente Nedved e il ds Cherubini, mentre il presidente Agnelli era assente) hanno optato per un pesante silenzio.

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Saranno giorni di riflessioni e tensioni, in attesa del ritorno al lavoro tra mercoledì e giovedì. «C'è poco da dire - commenta Marco Landucci, il vice di Allegri -: noi non molliamo e ne verremo fuori. Dobbiamo remare tutti dalla stessa parte: oggi sembra tutto nero, bisogna ritrovare l'azzurro». Anche se bisognerà fare chiarezza in uno spogliatoio dove non mancano malumori e rischia di esplodere un caso Bonucci, visto che il capitano è stato lasciato in panchina per scelta tecnica. Il difensore si è scaldato per tutto il secondo tempo, mentre Gatti faceva fatica a blindare il reparto, e poi non è entrato.

 

Allegri sembra sempre più solo, anche se le indicazioni pubbliche della società sul suo futuro sono state chiare.

 

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«Fare dei processi sommari o indicare immediatamente un colpevole non aiuta la società - aveva detto Arrivabene prima del fischio d'inizio, anche per correggere la battuta fatta prima della Champions sul costo di un esonero -: una società come la Juventus lavora con disciplina su quello che è il programma. Max non ha solo un contratto, ha un programma che deve sviluppare nell'arco di 4 anni».

 

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Monza non ha mai portato bene all'ex team principal della Ferrari, zero vittorie nel vicino autodromo, e ora la maledizione sembra allargarsi anche nel calcio. «Se si cerca un colpevole - aveva provato a sorridere prima dell'inaspettato e doloroso ko -, allora sono io: compito dell'amministratore è anche compito mio fare funzionare le cose. Ma guardando avanti credo ci siano tre elementi molto importanti: l'umiltà, la chiarezza e la determinazione. Bisogna lavorare insieme e guardare avanti, dalla Juve si pretende azione e in ogni partita si deve dimostrare che si porta questa maglia con dignità e onore».

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