antonella palmisano

“IL SUCCESSO? 90 PER CENTO È TESTA, IL 9 LAVORO, L'UNO PER CENTO È SEDERE - ANTONELLA PALMISANO, VINCITRICE DELLA 20 KM AI GIOCHI OLIMPICI: “ALLENO LA TESTA OGNI GIORNO. QUANDO SERVE MI RIVOLGO AI PROFESSIONISTI DEL SETTORE, PERÒ FOCALIZZO GLI OBIETTIVI ANCHE PER CONTO MIO, TESTO LA CONCENTRAZIONE. NON MI LASCIO TREGUA - LA MOSSA SEGRETA PER L’ORO? ALLENARMI A TOKYO DAL 2018 - ALLA PARTENZA HO DETTO, "QUI IL CAPO SONO IO, NON MI INCHINO AL CAMPIONE OLIMPICO"”

Giulia Zonca Per “la Stampa”

 

Ora che Antonella Palmisano gioca a beach volley su una spiaggia della Sardegna, l'oro di Tokyo sembra ancora più vero. Più importante. Dopo averlo vinto la marciatrice è stata a Mottola, il posto dove è nata, ed è dovuta subito scappare in un luogo del cuore perché è stata travolta. «Sommersa dalle feste di benvenuto». Un'accoglienza che le ha dato la dimensione del traguardo. E non solo di quello della 20 km olimpica.

antonella palmisano

 

Il primo km che porta a questo oro a che punto della carriera lo mette?

«Risale al passo immediatamente dopo Rio. Fino a lì, fino al 2016, tanti bei risultati senza una vera fiducia, dopo quel quarto posto, arrivato praticamente da infortunata, il mio allenatore mi ha guardata e ha detto: "Adesso lavoriamo per vincere la medaglia che vuoi».

 

Dove l'ha vinta?

«A Roccaraso, in Abruzzo, dove non c'è altitudine, sopra un percorso muscolare che mi dà tanta forza; a Castelporziano, a casa delle Fiamme Gialle che è diventata casa mia; alla Pineta con la gente che cammina per stare in salute. E dal 2018, a Tokyo. La mossa segreta».

 

Avete provato un percorso che poi non sarebbe stato quello olimpico.

«Già, non sapevamo che avremmo marciato a Sapporo, ma le condizioni si sono rivelate simili. Abbiamo capito che non avrebbe mai vinto l'interprete della gara perfetta, anche se io ho realizzato davvero che approccio usare solo quando ho visto Massimo Stano. Guardando lui ho speso un sacco di energia che mi sarei dovuta tenere».

 

antonella palmisano

Tifo per il compagno di allenamento?

«Vita in comune che ti scorre nelle vene. Tra me e lui c'è sempre stata competizione, io cerco di stare al passo dei maschi fino ad andare persino fuori ritmo. Il mio tecnico si arrabbia però è colpa sua, non si sa quante volte mi ha detto "ragiona da uomo"».

 

Si è mai offesa?

«No, perché una donna italiana i Giochi non li aveva mai vinti ed era un modo per dirmi di andare oltre. Un fatto su cui Massimo ha sempre giocato, "tu sfigata non mi supererai mai". E io di rimando "adesso questa donna ti straccia". Anni così. E quando lo vedo nel gruppo di testa alle olimpiadi impazzisco: negli ultimi 5 km ero sudata persa, urlavo, saltavo».

ANTONELLA PALMISANO A TOKYO 2020

 

Sfumata l'idea di conservare energie.

«Alla sera non riuscivo ad alzare le gambe, ero prosciugata e per un attimo ho pensato "Ecco, me la sono giocata". Poi è arrivato Massimo mi ha abbracciato e mi ha detto "se l'ho fatto io puoi farlo anche tu" ed è stato come se mi avesse restituito la forza. Ho sognato la sua gara che si mescolava alla mia, ho sognato di vincere proprio nel modo in cui poi l'ho fatto».

 

Premonizione o determinazione?

«È uscito il lavoro di questi 5 anni. Alla partenza ho detto, "qui il capo sono io, non mi inchino al campione olimpico". C'era un solo modo per riuscirci».

 

Questi due ori si somigliano?

«Hanno le stesse radici. Entrambi cresciuti al sole del Sud, io e Massimo veniamo da piccoli paesi della Puglia, entrambi li abbiamo lasciati e ce li siamo portati dietro».

antonella palmisano

 

Palo del Colle, provincia di Bari per Stano e Mottola, Taranto, per lei. Come è stato crescere lì?

«Per usare una parola oggi abusata, in una bolla. Non c'è nulla fuori o almeno non sai che c'è e allora puoi solo fantasticare. Io immaginavo di giocare a pallavolo in grandi tornei, ma ero bassa, minuta, mi hanno detto: "Corri". Sono partita. Un giorno non potevo iscrivermi a una gara e ho virato su quella di marcia, avevo 14 anni. Dopo pochissimo la mia terra che tanto amo non era più abbastanza. Mi sono dovuta separare da tutto quello che conoscevo. Dalla fattoria alla capitale».

 

Quando è riuscita a gestire la nuova vita?

«Ci ho messo parecchio. Con fatica, grazie al gruppo sportivo che mi ha tracciato la strada e sono arrivata fino alle Fiamme Gialle che mi hanno consegnata a Patrizio Percesepe, la mia fortuna. All'inizio è stata dura, mi mancavano i nonni che per sette anni mi hanno portato a ogni singolo allenamento. Mi mancava mamma che allora faceva la sarta e oggi crea gioielli, è cresciuta anche lei. Con me. Mio padre invece è muratore tuttofare, una certezza. Sentivo fitte di nostalgia per i miei cari».

 

ANTONELLA PALMISANO A TOKYO 2020 2

Ma le ha domate.

«Devo molto ai due anni con Elisa Rigaudo, bronzo a Pechino 2008. Sono stati fondamentali. E sono rimasti. La sento sempre prima delle gare, non mi dice assolutamente nulla eppure la sua voce tranquilla mi carica, lei è quella che mi ha mostrato la strada. Ascoltandola ho pensato "voglio fare parte di quella storia, non importa quanti sacrifici servono"».

 

È arrivata oltre, è la prima italiana oro olimpico nella marcia.

«Infatti, Elisa mi ha detto: "Adesso come funziona? "».

 

Come funziona?

marcell jacobs gianmarco tamberi

«Il giorno dopo l'oro mi sono detta, "ho fatto tutto, che cosa posso desiderare?". E 48 ore dopo ho realizzato quanto stupido fosse quel pensiero. Ora in una sola stagione mi ritrovo Mondiali ed Europei, pensi come sarebbe vincerli entrambi un grande slam unico. Non vedo l'ora di rimettere le scarpe».

 

È passata da salvatrice della patria, in Mondiali in cui il suo bronzo era l'unica medaglia della spedizione, a un oro tra i tanti.

«Un altro livello. Vincere insieme è più bello, nella telefonata con Gianmarco Tamberi, che da capitano ha subito chiamato per congratularsi, non la finivamo più di dirci "ciao campione", "ciao campionessa". Si moltiplica il valore».

 

marcell jacobs vince i 100m a tokyo2020

Perché l'Italia dello sport non si pone più limiti?

«L'estate ha cambiato qualcosa. Gli Europei di calcio, Jacobs e Tamberi che in pochi minuti stravolgono l'atletica, io e Massimo campioni a 24 ore di distanza, ogni giorno podi azzurri. Abbiamo cancellato punti di riferimento che stavano lì a imbrigliarci. Come è successo con il record sul miglio: non lo batteva mai nessuno, i 4 minuti erano il confine delle possibilità umane e una volta che Bannister li ha abbattuti gli sono andati dietro tutti. Per noi è caduto un limite e adesso non ci sono più scuse».

 

Una lezione da passare al Paese?

ANTONELLA PALMISANO A TOKYO 2020.

«Credo sia successo, siamo un esempio. Io sono arrivata a Tokyo dopo 40 giorni in cui correvo, ma non marciavo per un fastidio costante e una settimana prima mi sono data la sveglia: "Ora ne esci in qualche modo". Lo sport ti obbliga a riconsiderare i problemi. Jacobs avrebbe potuto essere felice con la finale, nessuno ci era mai arrivato e invece ha voluto arrivare primo, pure se è diventato grande convinto che un italiano non lo potesse fare. A pensarci ora, perché poi? ».

 

La testa conta così tanto?

«Il 90 per cento è testa, il 9 lavoro, l'uno per cento è sedere».

 

marcell jacobs oro olimpico

Lei allena la sua testa?

«Ogni giorno. Quando serve mi rivolgo ai professionisti del settore, però focalizzo gli obiettivi anche per conto mio, testo la concentrazione. Non mi lascio tregua».

 

Polemica dell'ultimo minuto. Secondo una statistica siti, social, tv e giornali usano i cognomi per i campioni olimpici maschi e i nomi o i nomignoli per le donne. Nel suo caso Antonella o Nelly.

«Ci vedono bisognose di coccole. Scatta Nelly perché sembra affettuoso, forse. Mi piace vederla in questo modo almeno».

 

Ha bisogno di affetto?

antonella palmisano

«No, "Palmisano ha vinto la 20 km", mi andrebbe meglio».

 

Dalla prossima stagione ci sarà la 35 km al posto della 50, pensa di provarci?

«La 50 non faceva per me e non l'ho mai considerata, la 35 km potrebbe pure allungare la carriera».

 

Il suo tecnico ha detto: "basta divisioni". Come mai un mondo piccolo come la marcia è così frammentato?

eleonora giorgi 19

«Campanili. Siamo stati gelosi dei nostri segreti, dei nostri percorsi, ma sfidarci tra noi ci aiuterebbe a crescere. Spero di poter scambiare esperienze con Eleonora Giorgi, spero che questi ori allarghino il movimento e il confronto. Si possono condividere progetti diversi senza snaturarsi».

 

Da quando non ci sono più i russi, squalificati per doping di stato, la sua disciplina è molto cambiata.

«Sì, ma, ancora una volta, soprattutto nella testa di ciascuno. Partivamo battuti, consapevoli che i più forti non erano puliti, eravamo depotenziati prima del via. Adesso sai che te la puoi giocare con tutti».

alex schwazer

 

Adesso la marcia è pulita?

«Credo di sì, comunque non vedo più squilibri e credo nel sistema. Magari c'è ancora il singolo che ci prova ma non un gruppo che ha messo su un meccanismo per truffare i controlli».

 

La marcia di casa nostra ha superato il caso Schwazer?

«Con questi ori sì. Finalmente si parla d'altro. Si parla di me e di Massimo adesso».

 

Avete condiviso la stessa bandiera a Tokyo. Di chi erano tutte quelle firme?

STANO YAMANISHI

«L'abbiamo ricevuta in dono dai ragazzini di Tokurosawa, la scuola dove ci siamo allenati, dove siamo venuti più volte per testare il clima giapponese. Ci sono i loro nomi e c'è scritto "Gold medal". La scelta del messaggio doveva avere senso, non c'erano incitazioni o auguri solo "Gold medal". L'abbiamo appesa nel nostro corridoio, a Sapporo, e il giorno della gara di Massimo l'ho staccata dal muro. Gliel'ho consegnata al traguardo e gli ho fatto promettere di riportarmela. La sento ancora tra le mani, appena l'ho toccata ho pianto. Credo sia il ricordo più intenso che mi resterà».

MASSIMO STANO E FATIMA ZAHRA LOTFI

Ultimi Dagoreport

francesco saverio garofani sergio mattarella giorgia meloni maurizio belpietro

DAGOREPORT - MA QUALE “COMPLOTTO DEL QUIRINALE CONTRO GIORGIA MELONI”! DIETRO ALLA DIFFUSIONE DELLE PAROLE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI ALLA “VERITÀ” DI BELPIETRO C'E' UNA “GOLA PROFONDA” UN PO’ PASTICCIONA, CHE SI E' FATTA SGAMARE IN MEZZA GIORNATA - DAGOSPIA È IN GRADO DI AGGIUNGERE ALCUNI DETTAGLI SULLA CENA DI GIOVEDÌ 13 NOVEMBRE ALLA TERRAZZA BORROMINI. A TAVOLA C’ERANO SEDICI PERSONE: OLTRE ALL’ORGANIZZATORE, LUCA DI BARTOLOMEI E A FRANCESCO GAROFANI, C’ERANO MANAGER, CONSULENTI, UN AD DI UNA BANCA, DUE CRONISTI SPORTIVI E…UN GIORNALISTA CHE IN PASSATO HA LAVORATO IN UN QUOTIDIANO DI DESTRA, GIA' DIRETTO DA BELPIETRO. SARÀ UN CASO CHE LA MAIL A FIRMA “MARIO ROSSI”, DA CUI È NATO LO “SCANDALO”, SIA STATA INVIATA ANCHE AL MELONIANO "IL GIORNALE" (CHE PERO' L'HA IGNORATA)? - IL CONTESTO ERA CONVIVIALE, SI PARLAVA DI CALCIO E DEL PD, MA GAROFANI NON HA MAI PRONUNCIATO LA PAROLA “SCOSSONE”, CHE INFATTI NELLA MAIL ORIGINALE NON C’È - L’AUDIO? ANCHE SE CI FOSSE, BELPIETRO NON POTREBBE PUBBLICARLO PERCHÉ SAREBBE STATO CARPITO ILLEGALMENTE...

maurizio belpietro giorgia meloni la verita

DAGOREPORT - IL GIOCO DI PRESTIGIO DI MAURIZIO BELPIETRO: LO "SCOOP" SUL PRESUNTO “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È BASATO SULLE PAROLE “PROVVIDENZIALE SCOSSONE”, CHE IL CONSIGLIERE DEL COLLE, FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, AVREBBE PRONUNCIATO ALLA CENA DOPO L’EVENTO IN RICORDO DI AGOSTINO DI BARTOLOMEI. MA NELLA MAIL ANONIMA CHE SEGNALA LA VICENDA A "LA VERITA'" QUELLE DUE PAROLE NON SONO VIRGOLETTATE: SEMBRANO ESSERE UN RAGIONAMENTO DELL’AUTORE, IL MISTERIOSO "MARIO ROSSI" – “LINKIESTA”: “PER CAPIRE COSA PENSI MELONI BISOGNA LEGGERE ‘LA VERITÀ’, ESATTAMENTE COME PER CAPIRE COSA PENSI GIUSEPPE CONTE BISOGNA LEGGERE ‘IL FATTO’. QUANTI SI BEVONO OGGI LA FAVOLA DELLA SVOLTA ATLANTISTA ED EUROPEISTA DI MELONI, FAREBBERO BENE A LEGGERE ‘LA VERITÀ’, SMACCATAMENTE FILO-PUTINIANO, NO VAX E NO EURO. LA VERITÀ DEL GOVERNO MELONI STA LÌ”

tommaso cerno antonio giampaolo angelucci alessandro sallusti il giornale

FLASH! – COME PREVISTO, ANTONIO E GIAMPAOLO ANGELUCCI HANNO DECISO CHE, A PARTIRE DAL PRIMO DICEMBRE, AVVERRÀ IL CAMBIO DI DIREZIONE DE “IL GIORNALE” CON L’ARRIVO DI TOMMASO CERNO CHE, A SUA VOLTA, VERRÀ RIMPIAZZATO A “IL TEMPO” DA DANIELE CAPEZZONE – MALGRADO LA PROPOSTA DI ANDARE ALLA DIREZIONE EDITORIALE DE “IL GIORNALE”, AL POSTO DI VITTORIO FELTRI, CHE PASSEREBBE A QUELLA DI “LIBERO”, ALESSANDRO SALLUSTI NON L’HA PRESA BENE: IL BIOGRAFO DI GIORGIA MELONI LO CONSIDERA UNA DIMINUTIO PER IL SUO PRESTIGIO E MIREREBBE A DARE VITA A UN PROGETTO MEDIATICO CON NICOLA PORRO…

maurizio belpietro giorgia meloni francesco saverio garofani

A CIASCUNO LA SUA “VERITÀ” - L’ARTICOLO PUBBLICATO DAL QUOTIDIANO DI BELPIETRO SUL "PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È PRATICAMENTE IDENTICO ALLA MAIL RICEVUTA DA MOLTI ALTRI QUOTIDIANI, DA UN ANONIMO CHE SI FIRMAVA "MARIO ROSSI", CHE HANNO DECISO DI IGNORARE LA VICENDA PERCHÉ NON VERIFICABILE - PERCHE' BELPIETRO HA DECISO DI DARE SPAZIO E RISALTO A UNA STORIA COSI' AMBIGUA? HA IN MANO ANCHE UN AUDIO O CI SONO ALTRE RAGIONI? DI CERTO, L'EX ALLIEVO DI VITTORIO FELTRI È UN PO' IN DIFFICOLTÀ: LE COPIE VENDUTE DAL SUO GIORNALE CALANO E "LA VERITÀ" STA DIVENTANDO POST-VERITÀ, CON LO SPAZIO CONCESSO A COMPLOTTISTI, NO VAX E PUTINIANI - FORSE CREARE UN PO’ DI CACIARA CON IL GAROFANI-GATE SERVE A RIPORTARE IL QUOTIDIANO SOTTO I RIFLETTORI - DI SICURO HA FATTO UN FAVORE A GIORGIA MELONI. DEL RESTO, FU LEI NEL 2023 A OPPORSI ALLA VENDITA DEL GIORNALE AD ANGELUCCI, E A TROVARE IN FEDERICO VECCHIONI, AD DI "BONIFICHE FERRARESI" E CARO A LOLLOBRIGIDA, IL "SALVATORE" PRONTO A RILEVARE IL 25% DELLA SOCIETA' EDITRICE BY BELPIETRO - DA ALLORA FIOCCANO INSERZIONI DELLE PARTECIPATE E PEZZI PRO-GIORGIA...

matteo salvini giorgia meloni donald trump vladimir putin sergio mattarella

DAGOREPORT - COME MAI GLI ARTICOLI DELLA “VERITÀ” SUL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” ARRIVANO IL GIORNO DOPO LA RIUNIONE DEL CONSIGLIO SUPREMO DI DIFESA, DI CUI GAROFANI È SEGRETARIO, IN CUI SI È RIBADITA LA LINEA DI “PIENO SOSTEGNO ITALIANO ALL’UCRAINA”? - LA LINEA PRO-KIEV DI GIORGIA MELONI SI E' AFFIEVOLITA DA TEMPO (HA MESSO IN “PAUSA” L'ADESIONE DELL'ITALIA AL PIANO PURL PER LE ARMI USA A KIEV) E SALVINI E' IL SOLITO "FIGLIO DI PUTIN" CHE SI OPPONE A OGNI SOSTEGNO A ZELENSKY - NON SOLO: MATTARELLA, ORMAI DA ANNI, INFIOCINA I SOVRANISMI DI MEZZO MONDO, HA PIU' VOLTE CRITICATO TRUMP, PUTIN, ORBAN, NETANYAHU E AFD (GUARDA CASO TUTTI AMICI DI MELONI E SALVINI) - SE L'AUDIO DI GAROFANI ESISTE, E CERTIFICA UN "COMPLOTTO" E NON UN SEMPLICE RAGIONAMENTO POLITICO, PERCHÉ BELPIETRO NON LO PUBBLICA? IL COLLOQUIO DELL'EX DEPUTATO DEL PD È STATO CARPITO AL RISTORANTE IN UNA "CHIACCHERATA TRA AMICI". SE ESISTE L'AUDIO, CHI LO HA REGISTRATO? UN AMICO? UN PRIVATO CITTADINO CHE HA RICONOSCIUTO GAROFANI, NONOSTANTE FOSSE UN VOLTO POCO NOTO? O IL CONSIGLIERE DI MATTARELLA ERA "ATTENZIONATO"? DA CHI?