LA PREMIATA DITTA VIALLI-MANCINI FUNZIONA ANCHE IN NAZIONALE – IL LAVORO “OSCURO” DA CAPO DELEGAZIONE DELL'EX ATTACCANTE DI SAMP E JUVE E’ UNO DEI SEGRETI DELLA COESIONE DI QUESTA NAZIONALE – DAGLI ALLENAMENTI SEGUITI CON ATTENZIONE AI RITI PER OMAGGIARE GLI ESORDIENTI IN NAZIONALE: “PORTA POSITIVITA’, HA SEMPRE IL SORRISO STAMPATO SUL VISO” – IL CANCRO COME "COMPAGNO DI VIAGGIO": "LA MALATTIA E' PIU' FORTE DI ME E SE LA COMBATTI PERDI.."

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Alessandro Angeloni per “Il Messaggero”

 

GIANLUCA VIALLI ROBERTO MANCINI GIANLUCA VIALLI ROBERTO MANCINI

Davanti al gruppo, con Mancio al suo fianco, come sempre, come all'epoca della mitica Samp. Gianluca Vialli porta l'Italia a casa sua. A Londra, dove vive, dove ha giocato, dove si è formato come uomo, dove ha conosciuto e sposato nel 2003 Cathryn White Cooper, dove sono nate le figlie, Olivia e Sofia.

 

A Londra ci sono i suoi affetti e i suoi dolori, c'è l'incanto del quartiere Chelsea, al quale Vialli è da sempre molto legato, da quando ha lasciato l'Italia per andare a giocare (e a fare l'allenatore, il play manager) nel Chelsea, nell'ormai lontano 1996.

VIALLI MANCINI VIALLI MANCINI

 

Luca oggi è al centro dell'Italia, ne è il capo delegazione. Uomo della Figc, proposto dal presidente Gabriele Gravina con il pieno consenso, e ci mancherebbe, dell'amico allenatore Roby e di tutto il suo staff sampdoriano, da Lombardo a Salsano, da Nuciari a Evani.

 

verratti vialli verratti vialli

Luca si cala tra i ragazzi, li accompagna ora dopo ora, in tuta, come loro, basti ricordare la passeggiata di domenica scorsa nel parco di Villa Borghese. Lui davanti al gruppo, con Mancini, in pantaloncini e sempre accesso verso il sole. Luca non è un politico, è uno di loro.

 

Corre, si allena, come loro, ogni mattina, anche per distruggere la noia del ritiro e qualche cattivo pensiero. Parla con loro, li consiglia, li ascolta. Li omaggia: Vialli ha inventato il rito del gagliardetto. Che consiste nel consegnare un ricordo della Nazionale a ogni esordiente, davanti a tutti, anche ai big e ai veterani azzurri. Un gagliardetto con il numero del convocato in questione.

 

Il rito è accompagnato sempre da parole dolci per i ragazzi e per la maglia della Nazionale che lui ha indossato per molti anni (segnando 16 gol in 59 presenze), «una maglia che va vissuta anche a casa, per la storia, per i valori che deve trasmettere a tutti».

GIANLUCA VIALLI GIANLUCA VIALLI

 

IL SORRISO

 «Luca è uno che porta positività, ha sempre il sorriso stampato sul viso», raccontano dal ritiro azzurro tutti quelli che gli vivono accanto e lo conoscono bene. Vive nell'ombra, non appare nel suo ruolo istituzionale (anche testimonial di iniziative benefiche), ma di questa Nazionale è un capo carismatico, l'allenatore di teste, il motivatore, il consigliere, il confidente.

 

Non può fare gol, come trent' anni fa, ma a questo dovrà pensare qualcun altro. Non si perde un allenamento, segue i calciatori sul campo. E' un capo delegazione alla Gigi Riva, coinvolto e coinvolgente. Luca è già a Londra, ha giocato d'anticipo: lì aspetta i suoi ragazzi.

 

GIANLUCA vialli chelsea GIANLUCA vialli chelsea

Da padrone di casa, in quel tempio del calcio che è Wembley, un po' fuori la City, dove Vialli perse la finale di Coppa dei Campioni, con la maglia della Samp, contro il Barcellona di Koeman; quella fu l'ultima delle sue 321 partite in blucerchiato. Poi, gli anni vincenti di Torino e quindi Londra. La sua vita è tra la City e Città del Capo, luogo di nascita della moglie. Lì va spesso per piacere e per affari (si occupa della distribuzione di caffè), coltivati con gli amici Massimo Mauro Franco Baldini e Nik Caricola.

GIANLUCA VIALLI GIANLUCA VIALLI

 

LA SOFFERENZA

Vialli sorride, anche davanti alla ormai nota e raccontata malattia. Ne parla con la solita dignità di un uomo ferito ma non sconfitto. Pronto a combattere, pur sapendo che non dipende da lui.

 

«Il cancro è un compagno di viaggio indesiderato però non posso farci niente. È salito sul treno con me e io devo andare avanti, viaggiare a testa bassa, senza mollare mai, sperando che un giorno questo ospite indesiderato si stanchi e mi lasci vivere serenamente ancora per tanti anni perché ci sono ancora molte cose che voglio fare. La malattia è più forte di me e se la combatti perdi. Io non ci sto facendo una battaglia, perché non credo che sarei in grado di vincerla». La Nazionale è l'ennesima ambizione di un uomo vincente, un altro suo rifugio dell'anima.

GIANLUCA VIALLI GIANLUCA VIALLI

 

«Sono qui con i miei difetti, le paure e la voglia di far qualcosa di importante. Mancini? E' un leader serio e sa che non deve dimostrare nulla a nessuno. Sin dal primo giorno l'obiettivo che ci siamo prefissati è stato quello di far tornare a divertire i tifosi italiani. Credo sia giusto riportare l'Italia in cima al mondo. Questa Italia è un mix tra disciplina e libertà». Sono le parole regalate da Vialli alla vigilia di questa avventura, fino a ora, piena di notti magiche, come nel 90. È l'umanità di un ragazzo che ha sempre il sorriso addosso oltreché l'azzurro. Il 9 luglio, a due giorni dalla finale, compirà 57 anni. Chissà.

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