IL RAZZISMO NEGLI STADI? E’ UNA QUESTIONE SETTENTRIONALE - SECONDO IL REPORT DELL’ASSOCIAZIONE CALCIATORI, E’ NEL NORD ITALIA CHE SI REGISTRA IL MAGGIOR NUMERO DI EPISODI DI DISCRIMINAZIONE, ANCHE NEI CAMPIONATI GIOVANILI E DILETTANTISTICI - ROMA (14%), MILANO (9%), PADOVA E TORINO (7%) SONO LE CITTÀ NELLE QUALI È STATO REGISTRATO IL MAGGIOR NUMERO DI EPISODI DI RAZZISMO DENTRO GLI STADI…

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Da “il Giornale”

 

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Nel calcio dilettantistico e professionistico, gli episodi di razzismo sono in costante aumento da sei stagioni a questa parte. A tutti i livelli, dentro e fuori gli impianti sportivi. È quanto emerge dal report «Calciatori sotto tiro: focus razzismo stagione 2018/19» pubblicato dall' Aic e dedicato all' analisi degli episodi di razzismo ai danni di giocatori di ogni categoria.

 

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«Da anni si lanciano campagne, si propongono spot o percorsi formativi ma alla fine resta una sensazione enorme di impotenza - l' analisi amara di Damiano Tommasi, presidente dell' Assocalciatori -. Nei campionati giovanili sono purtroppo in aumento gli episodi di discriminazione e forse la riflessione si deve indirizzare proprio sulle nostre famiglie, oltre che alle istituzioni. L' impegno di Aic continua nella ricerca di un grimaldello che sia repressivo o formativo, regolamentare o mediatico ma che possa davvero far girare pagina ad un paese e ad uno sport che meritano altro tipo di visibilità».

 

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A livello professionistico sono stati i calciatori di Serie A, in particolare, ad essere destinatari di pesanti insulti razzisti ma anche di vere e proprie intimidazioni personali da parte dei «tifosi» avversari, atti che si esplicano quasi esclusivamente in gruppo, prevalentemente con lo «strumento» del coro offensivo. Tra i dilettanti, casi di razzismo in tutti i campionati, con significativi picchi in quelli di Prima, Seconda e Terza Categoria.

 

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È il Nord Italia l' area nella quale si registra il maggior numero di casi: sugli spalti o nelle zone di passaggio degli impianti sportivi (42%), ma anche sul campo da gioco (57%). Il vero allarme si registra, però, nei campionati giovanili, dove il numero degli episodi di razzismo «sul campo» risulta nettamente superiore alla media. A finire nel mirino di giovani colleghi italiani, e dei loro genitori o dirigenti, sono stati soprattutto calciatori di colore di squadre avversarie. A livello territoriale, infine, Roma (14%), Milano (9%), Padova e Torino (7%) sono le città nelle quali è stato registrato il maggior numero di episodi di razzismo «dentro gli stadi».

 

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