nazionale in maglia verde

SORCI VERDI PER GLI AZZURRI – LA NAZIONALE CAMBIA COLORE: CONTRO LA GRECIA IN MAGLIA VERDE, LO SPONSOR CITA IL RINASCIMENTO - ALTOBELLI NON CI STA: “SBALORDITO, ADESSO COME CI CHIAMERANNO, I VERDI? LA MAGLIA AZZURRA È UNA TRADIZIONE, MICA UNA MODA. È COME BUTTARE GIÙ SAN SIRO. SE COMINCIAMO A DISTRUGGERE PURE LA NOSTRA STORIA IN OGNI SETTORE DOVE FINIAMO? MAGARI DOMANI UNO VUOLE RIFARE IL COLOSSEO O LA SCALA…”

Gabriele Romagnoli per la Repubblica

 

nazionale in maglia verde

Verde prato? Basta guardare. Verde speranza? Ci abbiamo fatto l' orecchio. Verde Rinascimento? Se lo dite voi, eppure nei pastelli Giotto, che hanno dettato la nostra educazione cromatica, non ce lo ricordiamo. Verde smeraldo, salvia, selva, perfino cinabro.

 

Verde Nazionale italiana? Questa poi. Per non stupirsi bisogna far parte di due categorie protette: gli over 65 che erano già nati quando la squadra azzurra apparve per la prima e fin qui unica volta all' Olimpico in maglia verde e batté 2 a 0 l' Argentina, oppure i minorenni che, non essendo in grado di capire che cosa accadde a Berlino nel 2006, all' azzurro di tutte le batoste mondiali susseguite non si sono affezionati. In mezzo c' è la gran parte della popolazione più o meno interessata al calcio, che continua a garantire record di ascolto quando la nazionale va in tv o a riempire gli stadi dove gioca.

 

 Per tutti questi il passaggio da "azzurri" a "verdi" è la Gioconda con la parrucca bionda.

Ora, nostalgici mai. È un termine dai richiami oscuri: ogni forma di nostalgia è uno specchietto retrovisore per allodole, pronte a credere che tutto quello inquadrato alle spalle fosse più grande e più splendente. Siamo disposti a riporre per questa stagione nell' armadio tutta la terminologia coniata per affinità: da "azzurro tenebra" a "il cielo è azzurro sopra Berlino".

 

nazionale in maglia verde

La vita è cambiamento, si sa, e all' opposizione ci sta chi è destinato a esserne travolto, avendo scambiato per ineluttabile una convenzione come un' altra. Verdi per azzurri: che sarà mai? Eppure sorgono una reazione di rigetto, certificata dai primi sondaggi via internet, e una domanda: perché? Escluse le ragioni politiche (chi si impossessò dell' azzurro e del grido a sostegno sta trascolorando in un roseo tramonto, ma cravatte e pochette verdi hanno mancato la presa del pieno potere) e quelle religiose (il verde è il colore dell' islam, in Marocco così ripitturavano dopo la conquista porte e finestre azzurre nei villaggi ebrei). Restano quelle che più contano: le ragioni commerciali.

 

Per qualche maglietta in più le squadre di club sono ormai incubi di Mondrian. Ogni campionato porta le sue pene, si perdono le strisce, si cammina su sottili linee rosa, si torna all' antico, si osa il post-moderno, ma soprattutto, troppo fidandosi della propria beltà, di verde ci si veste. È il colore del tempo, senza riferimenti all' ecologismo di ritorno.

 

nazionale in maglia verde

Seconde e terze maglie ne fanno una scelta quasi obbligata. Quella della nazionale è una terza, dopo l' azzurro e il bianco. Almeno è bella, diversamente dal verde mimetico esibito dal Napoli e da quello Sprite, invano usato da un' Inter di coppa per abbagliare i rivali. C' era davvero bisogno di un altro colore? Per giustificare il verde Rinascimento si è fatto riferimento alla linea giovane scelta dal commissario tecnico Mancini per il rilancio. De Rossi, pre convocato a 36 anni per un fragoroso addio alle armi, non è entrato nell' elenco definitivo e così l' ancor più maturo Quagliarella, smarrito lungo la strada del gol.

 

È l' ora degli Acerbi, per così dire, e soprattutto degli Zaniolo. Nella galleria fotografica preparata dallo sponsor giovani modelli in maglia verde posano (con incongrui bracciali) sotto soffitti affrescati, diranno gli esperti se autenticamente rinascimentali. La suggestione è quella. In passato ci furono polemiche per possibili influenze sulla scelta dei giocatori, per l' indiretto contributo all' ingaggio di un allenatore, ma a chi mette il marchio non interessa la sostanza, quanto l' apparenza. Alla Federazione va bene così: in un pomeriggio troppo azzurro si accorgerebbe di non avere più risorse senza lo sponsor. E allora auguri al telecronista che dovrà allenarsi a non sbagliare e vietarsi giochi di parole e di colore dopo il primo, inevitabile. Beato il suo collega della radio che potrà avere, come sempre e per sempre, il privilegio della fantasia, la libertà di inventare azioni e sensazioni: per lui (e un po' per noi, tra i 18 e i 65) la vita non cambia colore e se segna l' Italia vincono gli azzurri.

 

ALTOBELLI

 

ALTOBELLI "LA DIVISA NON PUÒ SEGUIRE LA MODA"

Da la Repubblica

Alessandro Altobelli, uno dei campioni del Mondo del 1982 e autore del terzo gol nella finale sulla Germania, che ne pensa della maglia verde dell' Italia?

 

«Mi ha lasciato un po' sbalordito, adesso come ci chiameranno, i verdi? Sento che la definiscono "Rinascimento" e magari serve rinascere visto il disastro dopo il 2006. Ma ricordo che in maglia azzurra abbiamo vinto quattro Mondiali, mica pochi».

 

La sua foto dopo il gol del 3-1 alla Germania sarebbe stata bella ugualmente con una divisa verde?

«No, ma è un po' come buttare giù San Siro. Se cominciamo a distruggere pure la nostra storia in ogni settore dove finiamo? Magari domani uno si sveglia e vuole rifare il Colosseo o la Scala».

 

Non è troppo tradizionalista?

mourinho altobelli putin

«Ma la maglia azzurra è una tradizione, mica una moda.Bearzot diceva: "La divisa azzurra deve essere pulita, non mi ci mettete uno sponsor". Capisco il marketing, capisco che chi ti sponsorizza debba rientrare vendendo. Purché sia solo per una partita, non di più. Ho letto che l' Italia ha giocato in maglia verde nel 1954 contro l' Argentina a Roma: spero sia solo una ricorrenza per il fatto che si gioca all' Olimpico».

 

Altra novità: i suoi ex compagni hanno giocato come "Legends" azzurre contro la Germania .

«Iniziativa che mi piace, quella dei grandi azzurri di nuovo in campo è un' idea che apprezzo molto, per portare l' Italia anche dove altrimenti non potrebbero vederla mai».

ALTOBELLI 4ALTOBELLI

 

Ultimi Dagoreport

a lume di candela federica panicucci fabio rovazzi tommaso cerno pio e amedeo elonoire casalegno barbara d urso

DAGOREPORT BY CANDELA - BARBARA D’URSO E IL PROGETTO ARENATO CON URBANO CAIRO - NUOVO SHOW DI PIO E AMADEO SU CANALE5 IN PRIMAVERA - FEDERICA PANICUCCI CONDURRÀ CAPODANNO IN MUSICA" SU CANALE 5: AL SUO FIANCO POTREBBE TORNARE FABIO ROVAZZI. TRA I DUE, L’ANNO SCORSO, NON ERA SCATTATA LA SCINTILLA - SI CERCA CONDUTTORE SOVRANISTA PER NUOVO TALK DI RAI2: POTREBBE ESSERE COINVOLTO IL MELONIANO CERNO - RAI1 E CANALE 5 COPRIRANNO I LORO BUCHI “SPOSTANDO” IN PRIMA SERATA “AFFARI TUOI”, “L’EREDITÀ” E "LA RUOTA DELLA FORTUNA" - ELENOIRE CASALEGNO SI PAPPA DUE NUOVE CONDUZIONI - NELLA REDAZIONE DI ''LIBERO'' ESPLODE IL “TAXI GATE” - UNA VIVACE SIGNORINA STA CERCANDO DI VENDERE A DIVERSI GIORNALI, PROVE ALLA MANO, LA SUA "RELAZIONE SEGRETA" CON L'ATTACCANTE FIDANZATISSIMO. INDIZIO: LUI GIOCA IN UNA SQUADRA DI ALTA CLASSIFICA IN SERIE A E IN NAZIONALE. DI CHI SI TRATTA?

luca matilde bernabei sandokan can yaman

DAGOREPORT – IL TRIONFO DI “SANDOKAN” SU RAI1 FA GODERE LA LUX VIDE MA I FRATELLI BERNABEI, LUCA E MATILDE, BRINDANO SEPARATI – LUCA, CHE E’ COLUI CHE FORTEMENTE VOLUTO RIPORTARE IN TV LO SCENEGGIATO E LO HA PRODOTTO, A MAGGIO SCORSO HA LASCIATO LA FU SOCIETA’ DI FAMIGLIA (FONDANDO LA SUA “OHANA) – DI LUCA NON C’E’ TRACCIA NEI COMUNICATI ED ERA ASSENTE SIA ALL’ANTEPRIMA CHE ALLA CONFERENZA STAMPA – VUOI VEDERE CHE GLI SCAZZI DI FAMIGLIA FANNO PIU’ MALE DELLA “TIGRE DI MOMPRACEM”? AH, SAPERLO…

2025scala la russa

DAGOREPORT - LA DOMANDA CHE SERPEGGIAVA NEL FOYER DELLA SCALA, IERI SERA, ERA: “E ‘GNAZIO? DOVE STA LA RUSSA?”. COME MAI LA SECONDA CARICA DELLO STATO NON HA OCCUPATO LA POLTRONA DEL PALCO REALE, DOVE SI È SEMPRE DISTINTO NELLO STRAZIARE L’INNO DI MAMELI CON I SUOI SICULI ACUTI? IL PRESIDENTE DEL SENATO, TRA LA PRIMA DELLA SCALA SANTA E IL FESTIVAL DI SAN ATREJU, HA PREFERITO ATTOVAGLIARSI AL RISTORANTE “EL CAMINETO”, DIMORA DELLA SODALE SANTANCHÈ A CORTINA D’AMPEZZO...

john elkann theodore kyriakou repubblica

DAGOREPORT - DOMANI, FINALMENTE, GLI EMISSARI DI JOHN ELKANN SI DEGNERANNO DI INCONTRARE I CDR DI “REPUBBLICA” E “LA STAMPA” PER CHIARIRE LO STATO DELLA VENDITA DEL GRUPPO GEDI AL GRUPPO ANTENNA DI THEODORE KYRIAKOU. PER IL MAGNATE GRECO, I QUOTIDIANI SONO SOLO UN ANTIPASTO: IL SUO VERO OBIETTIVO SAREBBE ACQUISIRE UN'EMITTENTE TELEVISIVA - YAKI NON VEDE L'ORA DI LIQUIDARE IL GRUPPO EDITORIALE, PER FARE SEMPRE PIÙ AFFARI CON EXOR: LA CARTA RAPPRESENTA NEMMENO L'UN PER CENTO DELLA HOLDING, NON DÀ ALCUN GUADAGNO MA SOLO ROTTURE DI COJONI (E LA LINEA ANTI-TRUMP DEI DUE QUOTIDIANI È UNA ROGNA PER IL SEMPRE PIÙ AMERICANO JOHN) - KYRIAKOU HA SUBITO INIZIATO CON IL PIEDINO SBAGLIATO LA CAMPAGNA D’ITALIA: AVREBBE SCELTO COME ADVISOR NIENTEMENO CHE MIRJA CARTIA D’ASERO, EX AD DEL “SOLE 24 ORE” - RETTIFICA! CARTIA D'ASERO: "NON SONO ADVISOR DI ANTENNA O DI KYRIAKOU E NON MI OCCUPO DI EDITORIA DALL'USCITA DAL 'SOLE'"

francesca albanese carlotta vagnoli valeria fonte

DAGOREPORT - COS’HANNO IN COMUNE L’INDECENTE ASSALTO DEI PRO-PAL ALLA REDAZIONE DELLA “STAMPA” E IL "FEMMINISMO" BY CARLOTTA VAGNOLI E VALERIA FONTE? MOLTISSIMO: LA VIOLENZA, L’IDEOLOGIA TOSSICA, L’ACCONDISCENDENZA DI UNA CERTA STAMPA E DI QUEL MONDO EDITORIAL-GIORNALISTICO CHE HA TOLLERATO E SOSTENUTO, CON IMBARAZZANTE CONFORMISMO, QUALUNQUE NEFANDEZZA - E' UNA SVEGLIA PER CHI HA ALLISCIATO E POMPATO ACRITICAMENTE LA GALASSIA MOVIMENTISTA, CONVINTO CHE FOSSE LA PARTE GIUSTA DELLA STORIA - NON ERA NECESSARIO ARRIVARE ALL’IRRUZIONE DEI PRO-PAL E ALL’INCHIESTA DELLA PROCURA DI MONZA SU VAGNOLI-FONTE, PER CAPIRE QUANTA VIOLENZA SI NASCONDESSE DIETRO CERTI “ATTIVISTI” E I LORO METODI...

caltagirone milleri donnet nagel lovaglio giorgetti generali

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DEI “FURBETTI DEL CONCERTINO”? IL PRIMARIO OBIETTIVO DI ESPUGNARE IL “FORZIERE D’ITALIA”, ASSICURAZIONI GENERALI, ATTRAVERSO L’OPERAZIONE MPS-MEDIOBANCA, SI ALLONTANA SEMPRE PIÙ - L’ISCRIZIONE NEL REGISTRO DEGLI INDAGATI DI LOVAGLIO, CALTAGIRONE E MILLERI HA INTERROTTO LA TRATTATIVA CHE ERA IN CORSO PER CONVINCERE L’AD DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, IL CUI MANDATO SCADE FRA DUE ANNI, A RASSEGNARE LE DIMISSIONI. E L’IPOTESI CHE POSSANO IN CDA SFIDUCIARLO SEMBRA APPARIRE LONTANISSIMA - NEL MIRINO GIUDIZIARIO È FINITO ANCHE IL RUOLO DETERMINANTE DELLE CASSE DI PREVIDENZA, ENPAM (MEDICI), ENASARCO (AGENTI DI COMMERCIO), FORENSE (AVVOCATI), PER LEGGE VIGILATE DAL GOVERNO - ANCHE SE I “CONCERTI OCCULTATI” NON SONO CERTO UNA NOVITÀ PER IL MERCATO, LA SCALATA MEDIOBANCA COLPISCE IN QUANTO È LA PRIMA VOLTA CHE, A SUPPORTO DI PRIVATI, C’È DI MEZZO IL SOSTEGNO DELL'ARMATA BRACAMELONI CHE DOVREBBE OCCUPARSI DELL’INTERESSE PUBBLICO ANZICHÉ RIBALTARE I POTERI DELLA FINANZA ITALIANA...