lia thomas

LO SPORT È CADUTO IN TRANS – È POLEMICA PER LA VITTORIA AL CAMPIONATO NCAA IN AUSTRALIA DI LIA THOMAS, LA TRASNGENDER SALITA SUL PODIO DELLE 500 YARD STILE LIBERO FEMMINILI DEI CAMPIONATI UNIVERSITARI SURCLASSANDO LE AVVERSARIE - LA SECONDA ARRIVATA È EMMA WEYANT, MEDAGLIA D'ARGENTO NEI 400 MISTI AI GIOCHI DI TOKYO MENTRE LA TERZA UMILIATA È ERICA SULLIVAN, CHE NELLE STESSE OLIMPIADI HA CONQUISTATO L'ARGENTO NEI 1500 STILE LIBERO – MA IL LORO FISICO NON PUÒ CONFRONTARSI CON…

 

Giorgio Gandola per "la Verità"

 

Lia Thomas 5

«Ma quella è un uomo». Il grido irrompe dagli spalti del McAuley Aquatic Center di Atlanta, dove Lia Thomas ha appena vinto le 500 yard stile libero femminili dei campionati universitari americani surclassando le avversarie. Anzi stracciandole annichilendole, annientandole e solcando la corsia come un motoscafo dalla prima bracciata all'ultima. Mentre la gentile signora con le spalle da torero e i quadricipiti da Cristiano Ronaldo si concede all'intervista tv, una voce (femminile) squarcia l'ipocrisia gender fluid dominante: «She is a man!». Lia continua a magnificare la sua prestazione e il giornalista ad annuire, idealmente genuflesso, perché il momento è storico: sul podio più alto del campionato Ncaa sale il primo campione transgender.

 

Lia Thomas 4

Per la verità l'invocazione della tifosa impertinente sembra arrivare dritta dalla fiaba di Hans Christian Andersen «I vestiti nuovi dell'imperatore»: anche qui il re è nudo - o in costumino Speedo - ma nessuno osa ammetterlo. Neppure le nuotatrici che hanno perso, lasciate lì a galleggiare come relitti a due, tre, dieci secondi di distanza, che nel nuoto di vertice sono un abisso. Altra categoria. Eppure la seconda arrivata è Emma Weyant, medaglia d'argento nei 400 misti ai Giochi di Tokyo (quelli dell'estate scorsa, non del 1964); eppure la terza umiliata è Erica Sullivan, che nelle stesse Olimpiadi ha conquistato l'argento nei 1500 stile libero, la maratona della piscina, un esercizio di potenza e resistenza da wonder woman.

 

Mike Schnur, allenatore

Anatroccoli a confronto della Thomas. Ingenue ragazze che si fanno il mazzo con sei ore di allenamento al giorno per una decina d'anni rinunciando a studio, fidanzati e cheesecake quando la strada del successo - come indicano chiaramente influencer e virologi a noi noti - consente stupefacenti scorciatoie. In questo caso è decisivo autodefinirsi donne e avere cominciato «la transizione sessuale» con una riduzione del livello di testosterone del 10%. È esattamente ciò che ha fatto Will Thomas: ha cambiato nome, ha indossato anche il pezzo superiore del costume e da maschio brocco della Pennsylvania University (tre anni fa era 462º nello stile libero) a 22 anni è diventato una Federica Pellegrini con il 45 di piede, i polmoni di Mark Spitz e lo schwa come bandiera. Imbattibile.

 

Poiché nella società dei diritti universali ogni desiderio della combattiva minoranza Lgbtq è un ordine, i responsabili dello sport americano hanno assecondato la richiesta pur di non penalizzare le diversità. Ma così facendo hanno discriminato l'intero genere femminile; oggi contro il/la Thomas non ce n'è per nessuno. L'unica reazione seria è arrivata da Cynthia Millen, funzionaria della federazione Usa di nuoto, che prima di dimettersi ha detto: «Nello sport i corpi sono in gara contro i corpi, non le identità contro le identità».

Lia Thomas 3

 

Nessuno l'ha ascoltata, oggi i media magnificano la narrazione «della rivincita dello sport transgender e dell'inclusione». Le avversarie guardano la Thomas da mezzo metro più in basso e tacciono, depresse come la biologia; il rischio per chi protesta è l'esclusione. Ci sarebbe pur sempre il Cio a difendere le regole delle competizioni, ma essendo composto da politici a caccia di potere e denaro ha rivisto le regole in direzione opposta: ha semplificato ancora di più i requisiti per gli atleti maschi che intendono passare alla categoria femminile.

 

Lia Thomas 2

Se domattina Mike Tyson dovesse svegliarsi con istinti molto fluid ce lo ritroveremmo sul ring a prendere a pugni (del tutto legalmente) million dollar baby. «Dove sono le pari opportunità per le atlete umiliate?». Se lo è chiesto lo Swimming World Magazine, che (quasi in solitaria) non ha rinunciato alla battaglia e con una semplice frase ha stroncato il circo acquatico del conformismo: «Una barzelletta è stata raccontata nelle gare di Atlanta. E non è stata divertente». L'articolo va ben oltre: «Questo sforzo vincente per il titolo nelle 500 yard dovrebbe essere accolto con una scrollata di testa o un'alzata di spalle, perché la vittoria di Lia Thomas è un insulto alle donne biologiche che hanno gareggiato contro di lei».

 

Lia Thomas 2

Il giornale stigmatizza la moda imperante e sostiene che la tendenza «va contro la scienza e le inconfondibili differenze fisiologiche tra il sesso maschile è quello femminile». Per gli esperti i nuovi regolamenti agevolano la pagliacciata, poiché la terapia ormonale per abbassare i livelli di testosterone e ridurre i valori dell'ematocrito non modifica caratteristiche che in acqua fanno la differenza, come l'altezza, la misura del piede, la larghezza del bacino e la capacità funzionale cardio-polmonare. Abitare il paradosso è il destino dei nostri tempi e la vicenda di Atlanta ci restituisce la realtà dell'America.

 

Lia Thomas

Con la certezza che, per proprietà transitiva della follia, prima o poi accadrà anche a Ladispoli. In tutto questo lady Thomas continua a collezionare copertine e a non partecipare alle conferenze stampa per evitare domande imbarazzanti. «Cerco di ignorare il più possibile le polemiche, mi concentro solo sul mio nuoto e su cosa devo fare per gareggiare al meglio». In fondo anche lei è una vittima, innalzata a campionessa dalle ipocrisie del sistema, difesa dalle vestali del sessismo al contrario e ridotta a fenomeno da baraccone per la gloria dell'ideologia transgender. Di sicuro le piace vincere facile.

Lia Thomas prima della sua trasformazioneLia Thomas con una amicaLia Thomas in gara

Ultimi Dagoreport

trump epstein

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE DUE FOTOGRAFIE DI TRUMP CON IN BRACCIO RAGAZZE GIOVANISSIME A SENO NUDO? A WASHINGTON, FONTI BEN INFORMATE ASSICURANO CHE LE DUE FOTO HOT SIANO TRA LE MIGLIAIA DI FILE DI JEFFREY EPSTEIN, ANCORA DA PUBBLICARE - NEI PROSSIMI GIORNI, GRAZIE AL PASSAGGIO DI UNA PETIZIONE PARLAMENTARE FIRMATA DA 218 DEPUTATI DEMOCRATICI, MA AI QUALI SI SONO AGGIUNTI QUATTRO REPUBBLICANI, LA DIFFUSIONE COMPLETA DEI FILE DEL FINANZIERE PORCELLONE, VERRÀ SOTTOPOSTA AL VOTO DELLA CAMERA. E I VOTI REP POSSONO ESSERE DETERMINANTI PER IL SUCCESSO DELL’INIZIATIVA PARLAMENTARE DEM - SE DA UN LATO L’EVENTUALE DIVULGAZIONE DELLE DUE CALIENTI FOTOGRAFIE NON AGGIUNGEREBBE NIENTE DI NUOVO ALLA SUA FAMA DI PUTTANIERE, CHE SI VANTAVA DI POTER “PRENDERE LE DONNE PER LA FIGA” GRAZIE AL SUO STATUS DI CELEBRITÀ, DALL’ALTRO UN “PUSSY-GATE” DETERMINEREBBE UNO DURO SCOSSONE A CIÒ CHE RESTA DELLA SUA CREDIBILITÀ, IN VISTA ANCHE DEL DECISIVO VOTO DI METÀ MANDATO IN AGENDA IL PROSSIMO ANNO...

troisi papa leone carocci monda

CIAK! LA MESSA È FINITA: ANDATE IN PACE AL CINEMA "TROISI", COSÌ FATE FELICI IL SUO DOMINUS VALERIO CAROCCI E QUEL DISOCCUPATO A CACCIA DELLA BIENNALE VENEZIANA, ANTONIO MONDA - MENTRE LA SETTIMA ARTE IN ITALIA, SOTTO IL DOMINIO DELL’ARMATA BRANCA-MELONI, STA VIVENDO UNA DELLE SUE FASI PIÙ COMATOSE, TRA SALE VUOTE E “SINISTRI” TAGLI AL TAX-CREDIT DEL MINISTRO GIULI-VO, PAPA LEONE XIV RUGGISCE IN FAVORE DELLE SALE CINEMATOGRAFICHE (MA DA QUANDO IN QUA IL PONTEFICE SI OCCUPA DI RIEMPIRE LE SALE, ANZICHÉ PREOCCUPARSI DI RIEMPIRE LE CHIESE?) - L'UNICO CINEMA CHE BENEFICIA DELLA GLORIA DI PREVOST È IL "TROISI", GESTITO DA CAROCCI CHE, IN DUPLEX CON ANTONIO MONDA, HA CONVINTO IL CARDINALE JOSE' TOLENTINO DE MENDONÇA NELLA DIVINA MISSIONE DI ORGANIZZARE AL CINEMA "TROISI" NOVE INCONTRI CON REGISTI E ATTORI INTERNAZIONALI, SOTTO IL PATROCINIO DEL SANTA SEDE - GRATIS? MANCO PER NIENTE. PER ACCEDERE ALLA SALA BISOGNERÀ SBORSARE 8 EURO. E COSÌ SIA - CAROCCI E LA NOTA STAMPA DEL "PICCOLO AMERICA" CHE RILANCIA LE PAROLE DEL PAPA...

pier silvio marina berlusconi marta fascina arcore

FLASH! - COL PRETESTO DI DARE UNA RIVERNICIATINA A VILLA SAN MARTINO (CHE HA SPESE DI MANUTENZIONE E SERVITU’ DI 220 MILA EURO ALL’ANNO), MARINA & PIER SILVIO SONO FINALMENTE RIUSCITI A FAR SLOGGIARE MARTA FASCINA E IL SUO PAPA’ ORAZIO, CHE NON L’ABBANDONA MAI, DALLA REGGIA DI ARCORE - ORA LA VEDOVA MORGANATICA E’ CONFINATA IN UNA DÉPENDANCE DEL VILLONE DI 130 METRI QUADRATI, DOVE PROBABILMENTE ALLA FINE RESTERÀ IMPEGNATISSIMA A CONTARE I 100 MILIONI DI EREDITA’ OTTENUTI DALLA BUONANIMA DI PAPI SILVIO…

ignazio la russa sergio mattarella

FLASH! – PER SOSTENERE I FRATELLINI D’ITALIA CIRIELLI E SANGIULIANO ALLE REGIONALI CAMPANE, SI È SCOMODATO PERSINO IL PRESIDENTE DEL SENATO, IGNAZIO LA RUSSA – CHE LA SECONDA CARICA DELLO STATO FACCIA CAMPAGNA ELETTORALE, FOTTENDOSENE DEL SUO RUOLO ISTITUZIONALE,  NON AVRÀ FATTO PIACERE PER NULLA A SERGIO MATTARELLA – D’ALTRONDE, IL PRESIDENTE LEGHISTA DELLA CAMERA DEI DEPUTATI, LORENZO FONTANA, NON CI PENSA ASSOLUTAMENTE DI SCAPICOLLARSI IN VENETO A SUPPORTO DEL CANDIDATO DEL CARROCCIO, ALBERTO STEFANI…