juve agnelli elkann

SUPERLEGA, SUPERSEGA! RETROSCENA: L'IDEA DI CREARE IL TORNEO PER CLUB RICCHI (E INDEBITATI) ARRIVA DA BORJA PRADO, GRANDE AMICO DI FLORENTINO PEREZ, CHE POI HA AGGANCIATO ANDREA AGNELLI CHE A SUA VOLTA HA AGGANCIATO SCARONI - IL PADRONE DELLA JUVENTUS (63,8%) JOHN ELKANN HA DATO IL SUO OK, SAPENDO CHE PER LUI ERA WIN-WIN: SE L'OPERAZIONE FOSSE ANDATA IN PORTO, LA JUVE AVREBBE BENEFICIATO DI MAGGIORI INTROITI. IN CASO DI FLOP, IL DETESTATO CUGINO SAREBBE ROVINATO NELLA POLVERE - LA “REPUBBLICA” APPARECCHIA UN’INTERVISTA (SUPERATA DAI FATTI) CON ANDREA CHE SI TRASFORMA IN UN AUTOGOAL (PERCHE’ NON AGGIORNARLA DOPO IL RITIRO DEGLI INGLESI?) - “C’E’ UN PATTO DI SANGUE CON IL REAL MADRID”, DICHIARA IL NIPOTE DELL’AVVOCATO CON UN LINGUAGGIO PIU’ RISPONDENTE AI CLAN MAFIOSI - AZIONISTI IN LACRIME (-16,20)

Dagonews/1

ANDREA AGNELLI E LA SUPER LEGA - MEME

La figura di merda planetaria del progetto Superlega, annunciato e affondato in 48 ore, è stato un gancio al mento per Florentino Perez, Andrea Agnelli e la loro strategia salva-bilanci.

 

Come e quando è nata l'idea? La proposta è stata avanzata al presidente del Real Madrid, nell'estate 2020, dal suo amico e advisor Borja Prado.

BORJA PRADO

 

 

 

 

 

L'imprenditore, conoscendo la delicata situazione debitoria del Real (esposizione per 900 milioni), ha stuzzicato Perez con il progetto Superlega. Gli sono bastate poche paroline magiche per convincerlo: "Farai più soldi".

 

I due hanno contattato la banca d'affari JP Morgan per verificare la disponibilità a finanziare l'operazione e, a inizio settembre 2020, hanno agganciato Andrea Agnelli. Il presidente della Juventus, allettato all'idea di riempire le casse vuote del club, ha contattato il presidente del Milan, Paolo Scaroni. Entrambi di casa a Londra, i due hanno fatto da tramite con le società inglesi. Solo a dicembre 2020, Agnelli ha condiviso le sue intenzioni con il cugino dante-causa John Elkann.

 

john elkann andrea agnelli

 

Il presidente di Stellantis e grande finanziatore della Juventus ha dato il suo via libera all'adesione alla Superlega a una condizione: "Purché non danneggi o comprometta le attività del gruppo".

 

BEPPE MAROTTA

Per Elkann, uno scenario win-win: se l'operazione fosse andata in porto, la Juventus avrebbe beneficiato di maggiori introiti, dando ossigeno al disastrato bilancio. In caso di fallimento, il detestato cugino - come poi è avvenuto - sarebbe andato incontro a una pubblica spernacchiata, con danno d'immagine quasi irreversibile.

andrea agnelli lapo john elkann

 

Come già dago-rivelato, Yaki non vede l'ora di portare l'altro cugino, Alessandro Nasi, alla guida dei bianconeri. Liberarsi di Andrea (e dei suoi sodali Nedved e Paratici) non è semplice: dargli il benservito con una prova di forza significherebbe spaccare la famiglia. Meglio trovare una onorevole via d'uscita, magari con il vecchio metodo della promozione-rimozione…

JUVENTUS BILANCIO ANDREA AGNELLI

 

Dopo averne discusso con John Elkann, Andrea Agnelli ha tirato dentro anche l'ad dell'Inter, Beppe Marotta, mentre Florentino Perez convinceva il Barcellona e JP Morgan seduceva le squadre inglesi evocando cascate di dollari.

 

john elkann andrea agnelli

Da subito il gruppo di "rivoltosi" ha trovato l'opposizione del germanico Bayern e del Paris Saint Germain. I qatarini proprietari della squadra francese avendo ottenuto il discusso mondiale del 2022, su cui pendono sospetti di tangenti e corruzione, devono stare buoni e a cuccia ai piedi della Fifa senza fiatare.

 

lapo elkann john elkann alessandro nasi andrea agnelli al matrimonio di john

E adesso? Ci saranno le trattative di pace per ripristinare una parvenza di concordia. Ma il conto verrà presentato in seguito: le squadre inglesi, che per prime hanno ripudiato lo scellerato patto della Superlega, avranno il condono e il perdono dell'Uefa.

 

Le spagnole e le italiane, Juventus in testa, dovranno pagare dazio. Come? La vendetta va servita fredda e chissà che qualche arbitro con "un bidone d'immondizia al posto del cuore" non vada prima o poi a presentare il conto…

 

andrea agnelli su repubblica

DAGONOTA/2

L’ira di John Elkann. La cortigianeria del direttore della “Repubblica” che consegna ai lettori un’intervista al Calimero (bianco)nero già superata dai fatti (rinuncia dei club inglesi alla Superlega). Il titolo della Juventus che crolla in Borsa facendo piangere gli investitori istituzionali compresi i fondi dei pensionati (16,20% del capitale).

 

La ribellione di allenatori e giocatori. Le proteste dei tifosi. Le federazioni che annunciano ritorsioni senza precedenti (esclusione dai campionati, dalle coppe e dalle nazionali). Infine, il mondo dei ricchi pallonari che va in tilt di fronte a quelle che sin dall’inizio appariva un ballon d’essai, sia pure azzardato, destinato a sgonfiarsi…

agnelli florentino perez

 

Andrea Agnelli, l’ultimo rampollo della dinastia a portare il cognome dell’Avvocato, a lungo ricorderà le ultime ventiquattr’ore. Il piccolo principe del football dei migliori, infatti, assisterà basito al naufragio del suo progetto (miliardario) trascinando nell’impresa azzardata anche la Jp Morgan.

 

La banca d’affari che dopo la rinuncia al progetto potrebbe chiedere di riparare ai guai (finanziari e d’immagine) arrecatigli dal precipitoso arretramento della Sporca dozzina in fuga. E altri danni hanno subito gli attuali proprietari dei diritti televisivi (Dazn-Tim, Sky, Bt, Telefonica, Amazon, Eurosport).

 

jp morgan chase 8

Ma prima d’interpretare i giorni più lunghi (e tragici) del presidente del club bianconero un merito Andrea Agnelli ce l’ha: dopo la Brexit è riuscito a rimettere insieme i cocci della Gran Bretagna con quelli della comunità Europa. Tornate unite con i loro leader impegnati, con una sola voce, a far fallire il golpe pallonaro guidato dallo spagnolo Florentino Pérez, presidente del Real Madrid.

andrea agnelli deniz akalin john elkann lavinia borromeo

 

“Tra i nostri club c’è un patto di sangue e ha 100 per cento di possibilità di successo”, dichiara Andrea Agnelli con un linguaggio più consono tra convenenti a clan mafiosi e non tra partner pallonari. Tant’è.

 

L’istituzione calcio è riuscita così in un piccolo miracolo lì dove da anni hanno fallito le cancellerie del Vecchio Continente. Dall’annuncio roboante di lunedì: la torta della Superleague è servita e ai voi club esclusi restano le briciole (dei diritti televisivi, fino alla resa delle armi (senza alcun onore neppure a Torino) da parte del nipote dell’Avvocato.

 

ANDREA AGNELLI MARCHIONNE ELKANN

A lungo ad Andrea Agnelli continueranno a fischiare le orecchie dopo la telefonata del cugino John Elkann, così raccontano dal quartiere generale dell’ex Fiat, a dir poco sconcertato se non incazzato per la sua improvvida sortita. E tra i due i rapporti non sono idilliaci potrebbero pure sfociare, non subito ma a fine campionato, con le dimissioni del presidente bianconero che, intanto, gli ha sbarrato la strada che portava alla Ferrari, occupando la poltrona di presidente del Cavallino rosso, lasciata libera dopo la morte di Marchionne.

 

A seguire le reazioni politiche ostili, compreso il capo del governo Mario Draghi, suscitate dal suo progetto. Un annuncio seguito a poche ore dalla sconfitta della Juventus con l’Atalanta che potrebbe pregiudicare il suo ingresso nella prossima Champions League.

MARIO DRAGHI

 

Il numero uno di Exor - con il 63,8 per cento primo azionista del club bianconero seguono i fondi istituzionali con il 16,20% dell’inglese Lindsell Trai-, “apparecchiava” un’intervista riparatrice del cugino con il direttore della “Repubblica” (giornale della casa con Gedi), Maurizio Molinari, che - una volta letta -, si è trasformata in un altro clamoroso autogoal.

 

Mentre in serata i media di mezzo mondo annunciavano il ritiro di Manchester United e City, Liverpool, Chelsea, Arsenal e Tottenham dalla competizione dopo lo stop auspicato anche dal premier Johnson, il Calimero bianconero, invece, sosteneva impenitente “che ha il cento per cento di possibilità di successo”. Già, “il progetto va avanti” ma a noi viene da ridere. 

alessandro nasi john elkann alessandro nasi alena seredovaPaolo Scaroni FLORENTINO PEREZ ANDREA AGNELLI 1Paolo Scaroni

 

andrea pirlo andrea agnelli Andrea Agnelli Foto Mezzelani

Ultimi Dagoreport

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…

giorgia e arianna meloni come le gemelle di shining - fotomontaggio del fatto quotidiano

DAGOREPORT – VI RICORDATE QUANDO GIORGIA MELONI DEFINIVA LA SORELLA ARIANNA UNA “PRIVATA CITTADINA SENZA INCARICHI”? DIMENTICATELO: È IN CORSO UN TENTATIVO DI TRASFORMARE LA PRIMOGENITA DI ANNA PARATORE IN UNA POLITICA NAVIGATA. ECCO COME NASCE L’IMBARAZZANTE NTERVISTA RILASCIATA OGGI DALL'EX MOGLIE DI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA AL “CORRIERE DELLA SERA”, IN CUI ARIANNA RICORDA QUANDO “GUIDAVA IL CAMION NEI VICOLI DI ROMA” PER IL PARTITO, E RIVENDICA: “DA 30 ANNI SIAMO IN POLITICA” – LA FIAMMA MAGICA VUOLE TOGLIERLE L’ETICHETTA DI “SORELLA D’ITALIA”. IL GUAIO È CHE ‘GNA FA: L’UNICO PREGIO CHE ANCHE I COLLEGHI DI PARTITO LE RICONOSCONO È… LA SOMIGLIANZA ALLA SORELLA

del vecchio la stampa angelucci elkann

DAGOREPORT - NON SI STA MAI TRANQUILLI: AL RISIKO FINANZIARIO (MPS-MEDIOBANCA) FINITO TRA LE CARTE DELLA PROCURA DI MILANO, ORA SI AGGIUNGE IL RISIKO EDITORIALE: LA VENDITA DI ‘’’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ AL GRECO KYRIAKOU DIVENTA, GIORNO DOPO GIORNO, UN BORDELLO DI VOCI E RUMORS - C’È CHI ASSICURA CHE LO SBARCO DEL GRECO NON VADA ASSOLUTAMENTE A GENIO AL BOSS DELL’IMPERO MEDIASET, PIER SILVIO BERLUSCONI – CHI SPIFFERA DI UN PRESUNTO INTERESSAMENTO DELLA FAMIGLIA ANGELUCCI, EDITORE DE “IL GIORNALE” E DI “LIBERO”, ALL’ACQUISIZIONE DEL QUOTIDIANO “LA STAMPA”, CHE ELKANN HA MESSO IN VENDITA PER LA SOMMETTA DI 65 MILIONI DI EURO, CHE NON RIENTREREBBE NEL PERIMETRO DEL GRECO CON L’ANTENNA. MA PER IL BOSS DELLA SANITÀ CARO AL GOVERNO L’UNICO MODO DI COMPRARI ''LA STAMPA'' È ALL’EDICOLA: ELKANN NON GLIELO VENDERÀ MAI - A PROPOSITO DI EDITORIA COME ULTIMA UMANA VOLUTTÀ, SI VOCIFERA CHE LEONARDINO DEL VECCHIO VOGLIA COMPRARSI NIENTEMENO CHE “IL FATTO QUOTIDIANO” (DAVVERO URGE LA RIAPERTURA DEI MANICOMI…)

giancarlo giorgetti luigi lovaglio milleri francesco gaetano caltagirone

SUL CASO MPS-MEDIOBANCA, L'ARTICOLO-BOMBA DEL GIORNO È SUL "CORRIERE", DA CUI SI EVINCE CHE LE DICHIARAZIONI RILASCIATE ALLA CONSOB DA CALTAGIRONE E DAL MINISTRO GIORGETTI SONO IN APERTO CONTRASTO - E’ LO STESSO IMPRENDITORE ROMANO AD AMMETTERE CHE IL MINISTRO LEGHISTA SONDÒ ALCUNI POTENZIALI INVESTITORI NELLE SETTIMANE PRECEDENTI ALLA OSCURA “GARA” CHE FECE INTASCARE IL 15% DI MPS, IN MANO AL TESORO, AL QUARTETTO DELFIN-CALTAGIRONE-ANIMA-BPM - UNA VERSIONE IN APERTO CONFLITTO CON QUELLA DI GIORGETTI, CHE IL 29 LUGLIO 2025 ALLA CONSOB DISSE: “NON C’È STATA ALCUNA INTERLOCUZIONE, CONTATTO O SCAMBIO” - A QUESTO PUNTO, CHI RISCHIA DI FINIRE NEI GUAI CON LA PROCURA DI MILANO NON SONO SOLO I “FURBETTI DEL CONCERTINO”, MA LA STESSA CONSOB GUIDATA DA PAOLO SAVONA CHE, COME AUTORITÀ DI VIGILANZA DEL MERCATO FINANZIARIO, NON HA RILEVATO NEL SUO DOCUMENTO DI “ASSOLUZIONE” SULLA PRESUNTA CONCERTAZIONE DEI CALTA-MELONI, NESSUNA DISCORDANZA TRA LE DICHIARAZIONI DI CALTAGIRONE E DI GIORGETTI…