tennisti spaccano racchetta

O LA VA O LA SPACCO (LA RACCHETTA) – L’IMMAGINE DI NOVAK DJOKOVIC A NEW YORK HA FATTO IL GIRO DEL MONDO, MA LA LISTA DEI TENNISTI CHE HANNO SFOGATO LA LORO RABBIA SUI LORO “ATTREZZI DEL MESTIERE” È LUNGHISSIMA:McENROE, IVANISEVIC, FOGNINI – NEL 2012 IL CIPRIOTA MARCOS BAGHDATIS RUPPE 4 RACCHETTE IN 25 SECONDI, MENTRE KYRGIOS A WIMBLEDON NEL 2019 HA DOVUTO PAGARE UNA MULTA DA 113 MILA DOLLARI PER... – L’UNICO TENNISTA MAI BECCATO A FRACASSARE LA SUA RACCHETTA È… - VIDEO STRACULT

Stefano Semeraro per "Specchio - la Stampa"

DJOKOVIC SPACCA LA RACCHETTA A NEW YORK

 

«Sbam! sbam! sbam!». Poi l'inevitabile crash, con la telecamera che zooma sul telaio accartocciato. Il tennista che rompe la racchetta, il suo prezioso strumento di gioco, il mezzo che ha scelto per raggiungere i sogni, è una story-board da fumetto già vista mille volte, ma con infinite variazioni. 

 

L'ultima, in senso cronologico, ce l'ha mostrata Novak Djokovic a New York, all'inizio del secondo set contro Daniil Medvedev. Tre spallate sul cemento, nessuna pietà. La furia di chi punisce lo strumento per colpire se stesso. Non funzioni? Mi distruggo. 

 

mikhail youzhny

C'è sempre un tratto di masochismo, in quei gesti plateali. Lo ha reso evidente una volta per tutti Mikahil Youzhny, quando invece di picchiare la racchetta contro il terreno se l'è sbattuta in fronte, chiamando il sangue a testimone dei misfatti di entrambi. A volte serve, a volte no. «Invece di dare un pugno a qualcuno, spacchi la racchetta». Marcos Baghdatis il transfert emotivo lo spiega così. 

marcos baghdatis spacca la racchetta1

 

Cosa c'è di male, in fondo? Perché farne una tragedia? Marcos, ex top ten cipriota, finalista agli Australian Open del 2006, è autore dell'episodio più famoso della storia. Il più surreale. A Melbourne, nel 2012, durante il match di secondo turno contro Stan Wawrinka, si siede al cambio campo, spacca la racchetta che sta usando e la porge al raccattapalle. 

 

Poi ne estrae una dal borsone, ancora incellofanata, e distrugge anche quella. Poi un'altra, e un'altra ancora. Quattro, in 25 secondi. Record mondiale - è il caso di dirlo - frantumato, e boato della folla. «Il bello è che gli spettatori mi incoraggiavano», confessa qualche tempo dopo. « Ridevano, ridevo anch' io, insomma non me ne fregava nulla. Ho anche mostrato la racchetta a mia figlia. Ha quattro anni, e ha già iniziato a spaccarle anche lei. Se non ci sono altri che lo fanno è solo perché hanno paura dell'Atp». 

marcos baghdatis spacca la racchetta2

 

Un coming out che inorridirebbe Rafa Nadal, il campione che in carriera non ha mai torto una corda ad una delle sue Babolat. «Me lo spiegò mio Zio Toni quando ero ragazzino: una racchetta da tennis costa molti soldi, c'è chi vorrebbe possederne una ma non può permettersela. Spaccarla è un insulto alla povertà». 

 

A parte il lato morale e il costo vivo del telaio, accanirsi sulle fibre di carbonio procura una multa: 500 dollari se lo fai nel tabellone principale, 200 nelle qualificazioni. Poi c'è il combinato disposto con altre trasgressioni: Nick Kyrgios, il re dei bad boys del tennis, a Wimbledon nel 2019 ha dovuto firmare un assegno da 113 mila dollari per «abuso di racchetta» - è il termine burocratico del regolamento Atp - sommato a «udibile oscenità» e «condotta antisportiva». 

 

nick kyrgios spacca racchetta

E dire che la Yonex, la marca che gli fornisce le racchette, già nel 2016, stufa di raccogliere cocci in giro, aveva iniziato a chiedere un risarcimento ai propri testimonial più iracondi. 

 

Kyrgios e Baghdatis non sono però un'eccezione. Tutti, tranne Nadal e Federer - che comunque da cucciolo di Wilson ne ha demolite parecchie, e una almeno da pro, nel 2009 a Miami contro Djokovic- prima o poi ci cascano. McEnroe si è dedicato alla specialità fino a età avanzata - e oggi il relitto di una sua Dunlop può valere fino a 20mila euro - i suoi nipotini non si tirano indietro. 

fognini racchetta

 

«Qualche racchetta in effetti l'ho rotta, nella mia carriera», ammette candido il Fogna, al secolo Fabio Fognini. Il suo «doppio» francese Benoit Paire recentemente ne ha demolite due in un colpo solo, Andy Murray, Ernests Gulbis o Grigor Dimitrov non si sono mai risparmiati. Persino Serena Williams è una peccatrice seriale. 

 

«Da giovane avevo l'abitudine di rompere parecchie racchette, anche in allenamento, perché aiuta a superare la frustrazione», ammette la Pantera, un filo contrita. «Non mi metterò a fare la predica, visto che io stessa l'ho fatto tante volte, ma non è il modo migliorare di sfogare la tua rabbia». 

 

goran ivanisevic racchette spaccate 1

Se probabilmente nessuno ha la velocità di esecuzione di Baghdatis, ci sono altri campioni capaci di esplorare dimensioni ulteriori. Goran Ivanisevic, ad esempio, ha raggiunto un vertice inedito, poco invidiabile e ancora oggi inimitato: la squalifica per mancanza di racchette. Capita a Brighton, nel 2000. Goran dal numero 2 è precipitato al 136 della classifica per colpa di un infortunio alla spalla e sta cercando di risalire la corrente. 

 

Al secondo turno del Samsung Open, torneo indoor balneare e decisamente minore, si trova davanti il coreano Hyung-Taik Lee. Sul 5 pari del primo set Goran perde il servizio, e per la rabbia spacca la prima racchetta. Si becca un warning ma, dopo aver vinto il secondo set, nel terzo persevera, spaccandone un'altra sull'1-1. Secondo warning. 

goran ivanisevic racchette spaccate 2

 

Va sotto 3-1, commette un doppio fallo e sul 15-40 è il terzo telaio che va in frantumi. Il problema, a questo punto, è che non ne ha un quarto nel borsone. «Quando me ne sono accorto, mi sono sentito un idiota. Mi sono rivolto al giudice di sedia, Gerry Armstrong. "Gerry, non ho più racchette". "Goran, cosa vuoi che ti dica?" mi ha risposto. "Non lo so, sei tu il giudice"». 

 

Anche il tentativo di di farsene prestare una da Ivan Ljubicic, che potrebbe recuperarla in tutta fretta negli spogliatoi entro i quattro minuti di tempo concessi, non funziona, perché Ivan usa una Slazenger che a Goran, testimonial Head, non piace. «Così», racconta Armstrong, «Sono risalito sul seggiolone e ho detto agli spettatori che il match non poteva continuare per "mancanza di adeguato equipaggiamento del signor Ivanisevic"». 

 

marat safin con la racchetta spaccata

Un pessimo esempio. Una cosa che non si fa. Goran la pensa diversamente. «Non ho mai capito chi ha problemi con i tennisti che rompono le racchette. 

 

Lo fai, e la gente inizia a fischiarti. Ma, numero uno, la racchetta è mia. Numero due, la rompo quando voglio. Se hai un talento come il mio puoi riuscirci su quasi tutte le superfici. Io potrei spaccarne una persino sull'acqua. L'unico errore che non devi fare è pensarci troppo su dopo». 

 

E, aggiungiamo, perdere il conto di quante ne hai spaccate. Difficile stabilire chi sia stato, nella storia, il più prolifico distruttore. Un candidato autorevole, insieme con Ivanisevic, è l'ex numero 1 Marat Safin, l'unico di cui possediamo una statistica affidabile. Qualcuno gli attribuisce 48 demolizioni nel solo 1999 ma il dato a fine carriera è ufficiale: «In totale ho spaccato 1.055 telai», svela con una nota di malcelato orgoglio il magnifico dissipatore.

 

WAWRINKA SPACCA LA RACCHETTA

«Lo so perché la Head mi ha regalato una targa con il numero esatto». Il più elegante, fra tutti i frantumatori, è invece Stan Wawrinka. Durante un match con Paolo Lorenzi ha fratturato la sua Yonex facendo perno sul ginocchio, con ortopedica freddezza. Poi ha delicatamente consegnato il rottame ad un bambino, che lo ha ricompensato con il più entusiasta dei sorrisi. Da maleducato a eroe di giornata nel tempo di un "crac".

mcenroe spacca la racchetta

 

2 - DA MCENROE A DJOKOVIC

Da "Specchio - la Stampa"

 

John McEnroe, 62 anni e numero 1 del mondo per quattro anni consecutivi dal 1981 al 1984, si è dedicato alla specialità fino a età avanzata. E oggi il relitto di una sua Dunlop può valere fino a 20mila euro. Famoso per esssere irascibile, nel 1981 a Wimbledon (l'anno del suo primo titolo) McEnroe dopo un suo ace chiamato fuori, urlò all'arbitro di sedia la famosa frase «You cannot be serious». L'All England Club non gli concesse il titolo di socio onorario dopo la sua prima vittoria. 

 

Tra i tennisti contemporanei, Nick Kyrgios, 26 anni, è di sicuro il giocatore più incontrollabile del circuito. A Wimbledon nel 2019 ha dovuto firmare un assegno da 113 mila dollari per «abuso di racchetta» - è il termine burocratico del regolamento Atp - sommato a «udibile oscenità» e «condotta antisportiva». La Yonex, la marca che gli fornisce le racchette, già nel 2016, stufa di raccogliere cocci in giro, aveva iniziato a chiedere un risarcimento ai propri testimonial più iracondi. 

 

fognini racchetta spaccata

«Qualche racchetta in effetti l'ho rotta, nella mia carriera», ammette Fabio Fognini. Basterebbero due esempi per spiegare il comportamento non senpre irreprensibile del tennista azzurro. Nell'ultima edizione degli Internazionali d'Italia durante l'incontro, poi perso, con Nishikori, Fogna spazza la racchetta e poi sbotta: «Non devo giocare a tennis, devo sciare». Molto simile la sceneggiata fatta al torneo di Barcellona e nel 2020 a Parigi durante il Roland Garros.

 

fabio fognini racchetta spaccata

Anche i numeri 1 perdono la calma e quando lo fanno se la prendono con l'oggetto che più hanno vicino a loro: la racchetta. L'ultima volta che è successo, in senso cronologico, ce l'ha mostrata Novak Djokovic a New York, all'inizio del secondo set contro Daniil Medvedev. Tre spallate sul cemento, nessuna pietà. Raro vedere Djokovic così nervoso, ma è stato un anno particolare tanto che il serbo ha avuto la stessa reazione ai Giochi di Tokyo quando durante la finale (persa) con Zverev ha distrutto un'altra racchetta.

zverev spacca racchetta 2marat safin con la racchetta spaccata marcos baghdatis spacca la racchetta3zverev spacca racchetta 1mcenroe con la racchetta spaccata federer spacca racchetta thiem racchettaOLIMPIADI DI TOKYO - NOVAK DJOKOVIC SPACCA LA RACCHETTAOLIMPIADI DI TOKYO - NOVAK DJOKOVIC SPACCA LA RACCHETTAOLIMPIADI DI TOKYO - NOVAK DJOKOVIC SPACCA LA RACCHETTA

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – LE REGIONALI SONO ANDATE A FINIRE COME NON VOLEVA, SALTELLANDO FUNICULÌ-FUNICULÀ, GIORGIA MELONI: LA "STATISTA DELLA SGARBATELLA", CHE RISCHIA DI NON TORNARE A PALAZZO CHIGI TRA DUE ANNI, ACCELERA SULLA DOPPIETTA PREMIERATO-LEGGE ELETTORALE, MA NON TUTTO FILA LISCIO A PALAZZO CHIGI: SALVINI E TAJANI SPUTERANNO SANGUE PUR DI OPPORSI ALL’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, CHE FINIREBBE PER CANNIBALIZZARLI - LA LEGA È CONTRARISSIMA ANCHE AL PREMIO DI MAGGIORANZA ALLA COALIZIONE (CON LA SOGLIA AL 40%, LA LEGA DIVENTEREBBE SACRIFICABILE) – ALTRA ROGNA: IGNAZIO LA RUSSA SCENDE IN CAMPO IN MODALITÀ SCASSA-MELONI: HA RINFOCOLATO LA POLEMICA SU GAROFANI E SE NE FOTTE DEI DIKTAT DELLA DUCETTA (FIDANZA SINDACO DI MILANO? NO, MEJO LUPI; PRANDINI GOVERNATORE DELLA LOMBARDIA? NO, QUELLA È ROBA MIA)

francesco de tommasi marcello viola daniela santanche ignazio leonardo apache la russa davide lacerenza pazzali

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE INCHIESTE MILANESI SULLA SANTANCHE', SUL VISPO FIGLIO DI LA RUSSA, SUL BORDELLO DELLA "GINTONERIA" AFFOLLATA DI POLITICI, IMPRENDITORI E MAGISTRATI, OPPURE SULL'OSCURA VENDITA DELLA QUOTA DI MPS DA PARTE DEL GOVERNO A CALTAGIRONE E COMPAGNI? - A TALI ESPLOSIVE INDAGINI, LE CUI SENTENZE DI CONDANNA AVREBBERO AVUTO UN IMMEDIATO E DEVASTANTE RIMBALZO NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ORA SI AGGIUNGE IL CASO DEL PM FRANCESCO DE TOMMASI, BOCCIATO DAL CONSIGLIO GIUDIZIARIO MILANESE PER “DIFETTO DEL PREREQUISITO DELL’EQUILIBRIO” NELL’INDAGINE SUL CASO DI ALESSIA PIFFERI – MA GUARDA IL CASO! DE TOMMASI È IL PM DELL’INCHIESTA SUI DOSSIERAGGI DELL’AGENZIA EQUALIZE DI ENRICO PAZZALI, DELICATISSIMA ANCHE PER I RAPPORTI DI PAZZALI CON VERTICI GDF, DIRIGENTI DEL PALAZZO DI GIUSTIZIA MILANESE E 007 DI ROMA - SE IL CSM SPOSASSE IL PARERE NEGATIVO DEL CONSIGLIO GIUDIZIARIO, LA CARRIERA DEL PM SAREBBE FINITA E LE SUE INDAGINI SUGLI SPIONI FINIREBBERO NEL CESTINO - LA PROCURA DI MILANO RETTA DA MARCELLO VIOLA, CON L'ARRIVO DELL'ARMATA BRANCA-MELONI, E' DIVENTATA IL NUOVO ''PORTO DELLE NEBBIE''?

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”