biennale big

COME VIVREMO INSIEME DOPO IL VIRUS? - TORNA LA BIENNALE DI ARCHITETTURA DI VENEZIA, SLITTATA DI UN ANNO A CAUSA DELL'EMERGENZA SANITARIA: LA XVII EDIZIONE SARÀ APERTA AL PUBBLICO DAL 22 MAGGIO - IL CURATORE SARKIS: "LA PANDEMIA CI HA OBBLIGATO A COMBINARE E A CAMBIARE FUNZIONI. UNA CASA ORA È CASA MA ANCHE UFFICIO, SCUOLA; UN PARCHEGGIO È PARCHEGGIO MA ANCHE RISTORANTE E AMBULATORIO, E GLI UFFICI RIMASTI VUOTI…"

Stefano Bucci per “La Lettura - Corriere della Sera

 

biennale di venezia

«Non sarà un'edizione ridotta o fatta con quel che si poteva , ma sarà esattamente quello che sarebbe stata in assenza della crisi sanitaria». Il presidente della Biennale di Venezia Roberto Cicutto non ha dubbi: «Sarkis ha sempre detto che il Covid non ha cambiato la natura della domanda posta a titolo della sua mostra: How will we live together? E che la riflessione su quanto è accaduto porterà pochi cambiamenti in mostra ma produrrà molti contenuti e riflessioni nei meeting e in quelle estensioni del dibattito che andranno ben oltre le date della Mostra di Architettura».

 

roberto cicutto

Slittata di un anno a causa dell'emergenza sanitaria, la XVII edizione si apre (finalmente) al pubblico sabato 22 maggio con un messaggio, se si vuole, ancora più forte rispetto alle intenzioni originarie: «L'arte e le arti, architettura compresa - spiega Cicutto -, sono indispensabili al mondo, perché riflettono culture millenarie ma anche perché possono anticipare il futuro, soprattutto oggi di fronte alle risposte necessarie per affrontare i problemi globali che minacciano il nostro vivere insieme».

 

hashim sarkis 3

Un'architettura, dunque, che unisce e che in qualche modo può salvare il mondo: un'idea, o forse sarebbe più opportuno dire un sogno, che ritorna più volte nelle parole del curatore di questa edizione Hashim Sarkis, intervistato da «la Lettura».

 

Architetto, docente e ricercatore nato a Beirut nel 1964, Sarkis è titolare di Hashim Sarkis Studios (fondato nel 1998 con sedi a Boston e Beirut) e dal 2015 alla guida della School of Architecture and Planning del Mit, il Massachusetts Institute of Technology.

 

roberto cicutto presidente della biennale di venezia

«How will we live together?» è il titolo della Biennale 2021: come vivremo insieme dopo la pandemia?

«Per saperlo bisognerà vedere la Mostra! Anche se non ci troveremo progetti che parlano direttamente dell'impatto di questa pandemia sull'architettura in termini di distanziamento spaziale, di riorganizzazione del luogo di lavoro o della vita urbana. E nemmeno soluzioni pre-costituite per affrontare quei problemi di salute pubblica che sono diventati centrali nelle nostre preoccupazioni quotidiane.

 

la biennale di venezia

Quello che invece troveremo sicuramente in ogni progetto di questa Biennale sarà l'impegno profondo per capire le ragioni che ci hanno portato alla pandemia: il cambiamento climatico, le dilaganti disuguaglianze, la crescente polarizzazione politica».

 

La pandemia ci ha costretti a un isolamento inaspettato: l'architettura può aiutarci a superare questa condizione a cui non eravamo preparati?

«Confrontarsi con l'inaspettato è qualcosa che l'architettura potrebbe e dovrebbe fare meglio. Siamo abituati a progettare per programmi e usi specifici, programmi e usi spesso dichiarati con forza già dalle facciate.

 

hashim sarkis

La pandemia ci ha obbligato invece a combinare e a cambiare funzioni: una casa ora è casa ma anche ufficio, scuola; un parcheggio è parcheggio ma anche ristorante e ambulatorio mentre gli uffici rimasti vuoti sono in cerca di un'altra destinazione. Forse l'architettura dovrebbe dedicarsi di più alla progettazione di edifici che non siano mono-funzione ma che siano facilmente adattabili ad altre.  Perché l'architettura, lo dice Paulo Mendes da Rocha, "è l'arte di delineare l'imprevisto nella vita"» .

 

hashim sarkis 2

La sua sembra una Biennale estremamente democratica, una Biennale che guarda alla «collettività»...

«L'unico modo in cui possiamo continuare a vivere è affrontare insieme i problemi, come mi ha detto Mary Robinson, l'ex presidente dell'Irlanda, quando ha saputo il titolo di questa edizione. L'architettura ha un ruolo da svolgere a diversi livelli per aiutarci ad affrontare le crisi, ma una parte importante di queste iniziative resta sempre nelle mani della collettività.

 

biennale

Per me la democrazia, ancora prima di essere un sistema politico, è un modo di comprendere il mondo e di affrontare i problemi, consapevoli che non potrà mai esistere una risposta unica a domande come How will we live together? Ogni esperienza umana è un esperimento scientifico: fondamentale per raggiungere l'obiettivo, ma costantemente aperto a nuove mutazioni».

 

biennale di venezia 1

Come sarà secondo Hasrim Sarkis l'architettura del futuro?

«Avrà sempre più bisogno di nuove esperienze, di nuove fonti di sapere, di nuovi approcci. Dovrà ascoltare la voce dell'architetto ma anche quella dell'agricoltore, dell'assistente sociale, dei bambini, delle minoranze represse o dei rifugiati per creare strutture collettive in grado di riunire tutte le esperienze in modo attento e originale. In questo senso, sì, questa Biennale sarà molto democratica perché ha cercato di allargare la rete, di ascoltare esperienze diverse e di dare forma a un dialogo.

 

hashim sarkis 1

Non a caso, allo spazio dell'ascolto, sarà dedicato un evento speciale realizzato in collaborazione con la Fondazione Vuslat (che ospiterà anche The Listener, monumentale installazione di Giuseppe Penone).

 

Quali Padiglioni possono interpretare meglio l'idea di questa Biennale?

«Il curatore deve essere come un regista. Deve sempre mantenere un rapporto molto cordiale ma anche molto distante con i curatori dei Padiglioni nazionali anche perché ogni Paese nomina un curatore e ognuno di questi curatori interpreta il tema assegnato in modo differente. Per questo non posso avere preferenze: devo vedere il risultato finale.

 

biennale 4

Questo slittamento ci ha oltretutto dato la possibilità di incontrarci e di discutere di più in uno spirito di collaborazione straordinario: è come se si fosse creata una piattaforma collettiva per lo scambio di idee. Gli italiani? Tutti sbalorditivi!».

 

Se tutto andrà per il meglio, la Biennale sarà nuovamente in presenza: quale ruolo rimarrà al web e ai social?

«Finora ci hanno consentito di condividere il programma e i progetti in anteprima, ma anche di mettere "in linea" le varie fasi dell'installazione, un'esperienza molto emozionante. Attraverso i social potremo trasmettere in diretta anche molti eventi. Non c'è dubbio che la Biennale abbia ampliato la sua presenza online: quello che speriamo ora è che il web e i social ci possano aiutare a raggiungere un pubblico più ampio».

 

biennale 3

La Biennale ha puntato, ancora più delle edizioni precedenti, su un fitto calendario di partecipazioni, eventi, collaborazioni, incontri: perché?

«Mi piace chiamarlo un "programma allargato": fatto di simposi e conferenze sull'architettura, ma anche di collaborazioni con tutti gli altri settori della Biennale, di mostre intorno al mondo anche dopo la fine della Biennale. È un modo per allargare i nostri orizzonti».

 

biennale 2

Quale tra le precedenti edizioni considera più vicina alla sua?

«C'è una continuità ed evoluzione tra le Biennali di architettura che l'ex presidente Paolo Baratta ha orchestrato nella sua selezione di curatori. C'è anche un profondo legame tra le sezioni della Biennale che il presidente Roberto Cicutto ha fortemente incoraggiato. Certo, il legame con la Biennale di Vittorio Gregotti è davvero profondo, ma senza dubbio ho beneficiato dello slancio e delle esperienze di tutti i miei predecessori».

 

biennale 1

Tre aggettivi per la Biennale 2021...

«Osservando il lavoro proposto dai partecipanti, più che di aggettivi preferirei parlare di tre strategie architettoniche ricorrenti: livellamento, in termini di ricerca dell'equità, ma anche in termini di creazione di continuità all'interno dell'architettura e degli spazi della città; bridging, in pratica, la capacità di costruire ponti, di connettersi oltre i confini e di creare l'esperienza di essere nel mezzo, qui e là, dentro e fuori; inquadramento: la capacità di delineare e definire spazi sempre più aperti a nuove possibilità di abitazione».

Ultimi Dagoreport

dagospia 25 anni

DAGOSPIA, 25 ANNI A FIL DI RETE - “UNA MATTINA DEL 22 MAGGIO 2000, ALL’ALBA DEL NUOVO SECOLO, SI È AFFACCIATO SUI COMPUTER QUESTO SITO SANTO E DANNATO - FINALMENTE LIBERO DA PADRONI E PADRINI, TRA MASSACRO E PROFANO, SENZA OGNI CONFORMISMO, HAI POTUTO RAGGIUNGERE IL NIRVANA DIGITALE CON LA TITOLAZIONE, BEFFARDA, IRRIDENTE A VOLTE SFACCIATA AL LIMITE DELLA TRASH. ADDIO AL “POLITICHESE”, ALLA RETORICA DEL PALAZZO VOLUTAMENTE INCOMPRENSIBILE MA ANCORA DI MODA NEGLI EX GIORNALONI - “ET VOILÀ”, OSSERVAVA IL VENERATO MAESTRO, EDMONDO BERSELLI: “IL SITO SI TRASFORMA IN UN NETWORK DOVE NEL GIOCO DURO FINISCONO MANAGER, BANCHIERI, DIRETTORI DI GIORNALI. SBOCCIANO I POTERI MARCI. D’INCANTO TUTTI I PROTAGONISTI DELLA NOSTRA SOCIETÀ CONTEMPORANEA ESISTONO IN QUANTO FIGURINE DI DAGOSPIA. UN GIOCO DI PRESTIGIO…”

nando pagnoncelli elly schlein giorgia meloni

DAGOREPORT - SE GIORGIA MELONI  HA UN GRADIMENTO COSÌ STABILE, DOPO TRE ANNI DI GOVERNO, NONOSTANTE L'INFLAZIONE E LE MOLTE PROMESSE NON MANTENUTE, È TUTTO MERITO DELLO SCARSISSIMO APPEAL DI ELLY SCHLEIN - IL SONDAGGIONE DI PAGNONCELLI CERTIFICA: MENTRE FRATELLI D'ITALIA TIENE, IL PD, PRINCIPALE PARTITO DI OPPOSIZIONE, CALA AL 21,3% - CON I SUOI BALLI SUL CARRO DEL GAYPRIDE E GLI SCIOPERI A TRAINO DELLA CGIL PER LA PALESTINA, LA MIRACOLATA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA FA SCAPPARE L'ELETTORATO MODERATO (IL 28,4% DI ITALIANI CHE VOTA FRATELLI D'ITALIA NON È FATTO SOLO DI NOSTALGICI DELLA FIAMMA COME LA RUSSA) - IN UN MONDO DOMINATO DALLA COMUNICAZIONE, "IO SO' GIORGIA", CHE CITA IL MERCANTE IN FIERA E INDOSSA MAGLIONI SIMPATICI PER NATALE, SEMBRA UNA "DER POPOLO", MENTRE ELLY RISULTA INDIGESTA COME UNA PEPERONATA - A PROPOSITO DI POPOLO: IL 41,8% DI CITTADINI CHE NON VA A VOTARE, COME SI COMPORTEREBBE CON UN LEADER DIVERSO ALL'OPPOSIZIONE?

giorgia meloni ignazio la russa

DAGOREPORT - LA RISSA CONTINUA DI LA RUSSA - L’ORGOGLIOSA  CELEBRAZIONE DELL’ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE DEL MOVIMENTO SOCIALE, NUME TUTELARE DEI DELLE RADICI POST-FASCISTE DEI FRATELLINI D'ITALIA, DI SICURO NON AVRÀ FATTO UN GRANCHÉ PIACERE A SUA ALTEZZA, LA REGINA GIORGIA, CHE SI SBATTE COME UN MOULINEX IN EUROPA PER ENTRARE UN SANTO GIORNO NELLE GRAZIE DEMOCRISTIANE DI MERZ E URSULA VON DER LEYEN - DA MESI 'GNAZIO INTIGNA A FAR DISPETTI ALLE SORELLE MELONI CHE NON VOGLIONO METTERSI IN TESTA CHE A MILANO NON COMANDANO I FRATELLI D'ITALIA BENSI' I FRATELLI ROMANO E IGNAZIO LA RUSSA – DALLA SCALATA A MEDIOBANCA ALLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA, DAL CASO GAROFANI-QUIRINALE ALLO SVUOTA-CARCERI NATALIZIO, FINO A PROPORSI COME INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI DI ‘’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ E IL MAGNATE GRECO IN NOME DELLA LIBERTÀ D’INFORMAZIONE – L’ULTIMO DISPETTUCCIO DI ‘GNAZIO-STRAZIO ALLA LADY MACBETH DEL COLLE OPPIO… - VIDEO

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…