propaganda nazista

LA CULTURA DI DESTRA NON È MAI ESISTITA? FALSO, NEL DESIGN E NELLA PROPAGANDA BISOGNA ANDARE A LEZIONE DAI NAZISTI - LO SCRIVE IL QUOTIDIANO CATTOLICO “AVVENIRE”: “PER DECENNI È PREVALSO IL LUOGO COMUNE SECONDO CUI I SISTEMI TOTALITARI DI DESTRA ERANO INCAPACI DI UNA CULTURA. OGGI SI SA CHE NON FU COSÌ” - MANIFESTI, VOLANTINI, EMBLEMI, FILMATI, OGGETTI D'ARREDO, RADIO, LIBRI, FOTOGRAFIE E IL MAGGIOLINO…

Maurizio Cecchetti per “Avvenire”

 

Entartete Kunst - Il Nazismo contro l arte degenerata

I nazisti pensavano, e pensavano anche in termini estetici affidandosi spesso ad artisti capaci. È un vecchio e logoro luogo comune della sinistra antifascista sostenere che la cultura di destra non è mai esistita, tanto più se si parla di nazismo e fascismo, che sarebbero incapaci di produrre idee e pensieri degni di essere considerati cultura (magari kitsch). Lo stesso, caso mai, si potrebbe sostenere per il sovietismo e lo stalinismo, ma si tratta appunto di stereotipi funzionali alle diverse ideologie. Arte e potere: è una coppia consenziente ma dialettica che incarna una delle linee portanti del Novecento (a inaugurare l'epoca, però, fu David con le sue scenografie per la rivoluzione francese).

Entartete Kunst - Il Nazismo contro l arte degenerata

 

Oggi sappiamo - per esempio riguardo all' Italia sotto il fascismo -, che la cultura, anche al soldo del regime, produsse anche cose pregevoli e questa "contraddizione" è stata ampiamente studiata negli ultimi quarant' anni, superando le censure ideologiche. Dalla mostra sugli Anni Trenta tenutasi a Milano nel 1982 fino a quella allestita da Germano Celant alla Fondazione Prada nel 2018 ( Post Zang Tumb Tuuum. Art Life Politics: Italia 1918-1943) è assodato che il nostro Paese fu in Europa quello di punta per l' arte tra le due guerre.

 

HITLER E GOERING VISITANO LA MOSTRA DI MONACO

Che il nazismo pensasse l' aveva presto capito Alfred H Barr, il fondatore del MoMA, quando nel 1933 udì il Ministro del Reich per la Propaganda e l' Informazione del Popolo, Goebbels, che invitava i cineasti tedeschi a prendere lezioni dal cinema italiano fascista e da quello sovietico (fece l' elogio delle qualità propagandistiche della Corazzata Potëmkin). A questo mirava la cultura nazista: a produrre opere di propaganda: «Non vogliamo - spiegò Goebbels - in alcun modo porre fine all' industria del divertimento, legata al bisogno quotidiano di rimediare ai momenti di preoccupazione e noia.

 

Leni Riefenstahl Hitler Goebbels

Nessuno è obbligato a pensare soltanto ad argomenti molto seri da mattino a sera. L' arte è libera e deve restarlo almeno finché sia conforme a determinate norme». Togliete dalla memoria il fantasma del nazismo e potrebbe sembrare il discorso di un ministro di qualche democrazia occidentale a sostegno dell' entertainment e tuttavia attento alle questioni della sicurezza. La storia si ripete? Quasi mai, ma a volte insegna.

 

leni riefenstahl sotto simbolo nazista

Queste considerazioni e altre di Barr sono raccolte in un volumetto uscito lo scorso anno - Degenerata! I nazisti all' assalto dell' arte moderna - che può servire a comprendere il punto decisivo della questione: tutti i regimi hanno usato la cultura per arrivare alle masse, e l' hanno adattata ai propri pensieri e fini. Meritoria dunque è l' iniziativa di un museo olandese - il Design Museum Den Bosch di Hertogenbosch - che fino al 1° marzo presenta una rassegna che studia il Design del Terzo Reich, mostra premiata dal pubblico che ha ormai superato le ottantamila presenze. Sono esposti materiali di design grafico, come manifesti, volantini, emblemi, assieme a filmati, oggetti d' arredo, radio, libri, fotografie.

 

maggiolino

All' ingresso della mostra c' è l' immancabile Maggiolino, che la Volkswagen ha continuato a produrre per decenni anche dopo la guerra (bello ma scomodo come un' automobile nata dall' esperienza dell' esercito e dei mezzi militari anfibi).

 

Grandi fotografie delle parate naziste, altre che celebrano il dirigibile Hindenburg prima della tragedia del 6 maggio 1937 quando esplose e portò alla morte 35 delle 97 persone a bordo (tre anni dopo i cantieri degli Zeppelin vennero smantellati).

 

i font di bauhaus

Sono in mostra anche poster dei primissimi anni Trenta come quello di Ludwig Hohlwein, stampato a Monaco verso il 1934, che invitava a fare sacrifici Nicht spenden, opfern, con uno stile grafico che trattiene qualcosa delle forme d' avanguardia sperimentate al Bauhaus ma an- che di certa cartellonistica italiana; sempre di Hohlwein - che predilige tre colori: bianco rosso e nero - un manifesto con una figura virile, simbolo ariano, e invita a fare la carità alla Winterhilfswerk, un ente di assistenza nazista che veniva in soccorso della popolazione durante i mesi invernali.

il palazzo di bauhaus a dessau 1

 

Analogamente il poster per le Olimpiadi di Berlino del 1936, disegnato da Franz Würbel, mostra la quadriga della porta di Brandeburgo a Berlino e sullo sfondo l' immagine solare di un atleta ariano doc. Lo stesso Würbel aveva disegnato manifesti che idolatravano la purezza della razza, mostrando magari una ridente famiglia tedesca, padre madre e quattro figli, con lo slogan « Gesunde Eltern, Gesunde Kinder! » (Genitori sani, bambini sani!).

 

Come osserva lo storico Klaus Wolbert, autore di studi sull' arte del periodo nazionalsocialista, in una corposa monografia dedicata alla Scultura programmatica nel Terzo Reich (Allemandi, pagine 408, euro 150) l' eugenetica fu il fondamento pratico del nazismo: «La classificazione dei corpi secondo criteri razzisti, eugenetici ed estetici furono costitutivi sia dei programmo che del mantenimento del sistema politico del nazionalsocialismo». Il canone antropometrico nazista non era meno spietato delle soluzioni adottate per cancellare dalla faccia della terra l' entartete Menschlichkeit, l' umanità cenciosa e degenerata, metodo la cui estetica si rivelò nella mostra di Monaco del 1937 dove si stabiliva, a contrario, il canone nazista radunando tutto ciò che di corrotto e brutto c' era nelle forme dell' arte moderna.

 

la fiamma olimpica a berlino

La pulizia etnica, prima ancora che nei paesi conquistati e nella soluzione finale per ebrei, malati, zingari, omosessuali e quelle categorie umane che inquinavano il modello ariano, fu sistematica ancor prima nel proprio paese (si ricordi però che l' eugenetica come strumento clinico precede il nazismo, i primi a praticarlo sui disabili gravi furono gli americani negli anni Venti, e lo stesso Salvador Allende, nella tesi di laurea in medicina discussa nell' anno fatale, il 1933, dedica all' eugenetica per i disabili considerazioni che possono sconcertare). Senza voler sminuire l' orrore prodotto dall' operato nazista, si deve essere coscienti di come all' epoca questi pensieri aleggiassero nelle mente di tanti.

DESIGN NAZISTA

 

Wolbert passa in rassegna i diversi esempi di scultura monumentale che enfatizzano il corpo umano: a differenza degli italiani, i tedeschi guardano alla Grecia (il mito panellenico era caro ai nazisti assieme, ed è curioso, a quello dei Nibelunghi).

 

Le figure femminili rappresentate sono spesso giunoniche, corpi votati alla riproduzione della specie (ben altra è la femminilità che incarna un eros al tempo stesso platonico e moderno nelle foto "olimpiche" di Leni Riefensthal). È la donna vista da scultori come Georg Kolbe, Anton Hiller, Adolf Wamper, e dal più noto artista del nazismo, Arno Breker, il campione dell' arianesimo eroico. Il maschio nazista è un idolo scolpito che più dei nudi virili greci marca le diverse componenti anatomiche, talvolta rendendole dure come corazze, vedi i Camerati di Jusef Thorak. Ovviamente l' eroismo ha simboli propriamente tedeschi: il monumento al Genio della vittoria di Adolf Wamper, presenta una figura virile che eleva la spada verso il cielo, mentre ai suoi piedi c' è l' aquila.

DESIGN NAZISTA

 

Ormai l' immaginario classico rielaborato e ricaricato diventa il linguaggio dello Stato nazista. Arno Breker rielabola lo spirito di sacrificio e sofferenza del Laocoonte in un altorilievo, Cameratismo , pensato per un Arco di Trionfo, nel quale eroicità muscolare e retorica del sacrificio per la patria aspirano a emulare la grande arte tragica del passato.

 

PROPAGANDA NAZISTA

L' importanza dello studio di Wolbert risiede soprattutto nell' analisi del "dopo", cioè di quella fase post bellica e lungo la seconda metà del Novecento, dove l'"ideale classico" manipolato dal nazismo ha dovuto essere liberato dalle distorsioni simboliche e "denazificato" (qualcosa del genere era successo negli anni Cinquanta in Italia con le opere d' arte dove comparivano simboli fascisti, come l' affresco di Sironi sull' Italia delle arti e delle scienze nell' aula magna del rettorato della Sapienza, restaurato da poco e riportato allo stato iniziale, coi simboli fascisti scoperti. Si può cancellare la storia con una mano di vernice? No, la storia ha il difetto di essere già accaduta. E a questo non si rimedia con la censura.

PROPAGANDA NAZISTA

Ultimi Dagoreport

emanuele filberto di savoia - consulta dei senatori del regno

MONARCHIA UNICA VIA! – SABATO PROSSIMO A PALAZZO BORGHESE DI FIRENZE SI RIUNISCE QUEL CHE RESTA DEI MONARCHICI DE’ NOANTRI, PER LA SERATA DI GALA DELL’ORGANIZZAZIONE “CONSULTA DEI SENATORI DEL REGNO”. OSPITE D’ONORE “SUA ALTEZZA REALE” EMANUELE FILIBERTO DI SAVOIA – NELL’INVITO SONO BEN EVIDENZIALE LE “NOTE DI ETICHETTA”: “È CONSUETUDINE FARE L'INCHINO (C.D. CURTSY) AD UN'ALTEZZA REALE, DINANZI ALLA SUA PERSONA”, “NON È CONSUETUDINE (POICHÉ NON ELEGANTE) UTILIZZARE COSTANTEMENTE I TELEFONI CELLULARI” – AGLI UOMINI È “RICHIESTO IL COSIDDETTO ‘WHITE TIE-CRAVATTA BIANCA’ VALE A DIRE IL ‘FRAC’”. E PER LE DONNE? "È D’UOPO L’ABITO LUNGO. NON SONO AMMESSI..."

camille cheneaux mieli mario draghi

FLASH! - DALLO SPORT ALLA POLITICA, IL PASSO È BREVE. DOPO L’EX LANCIATRICE DI MARTELLO SILVIA SALIS, UN’ALTRA EX ATLETA SALE ALLA RIBALTA, L’ITALO-SVIZZERA CAMILLE CHENAUX - DOTATA DI UN DOTTORATO DI RICERCA IN RELAZIONI INTERNAZIONALI, LA NEO-POLITOLOGA HA STREGATO PAOLINO MIELI CHE A OTTOBRE HA PRESENTATO A ROMA IL SUO LIBRO: "CRISI DELLO STATO-NAZIONE E POPULISMI EUROPEI" - IERI È STATA LA VOLTA DI MARIOPIO DRAGHI, PREMIATO ALLA FONDAZIONE PRIMOLI, DI CONOSCERE LA FATALE CAMILLE… - VIDEO

2025croserossa croce rossa

CAFONALISSIMO DELLE “CROCEROSSINE” – CHIAMATE LA CROCE VERDE: AL “CHARITY GALA DINNER” CONTRO LA VIOLENZA DI GENERE (QUALE?), ORGANIZZATO DALLA CROCE ROSSA, SFILA LA "VIA TRUCIS" DI ROMA GODONA: LA FATALE MARIA ELENA BOSCHI CON ROSSETTO-SANGUE, IN COMPAGNIA DI UN UOMO MISTERIOSO (“È SOLO UN AMICO”), LAURA RAVETTO SMALTATA COME UNA VASCA DA BAGNO, CLAUDIA GERINI IN VERSIONE PIERROT (TRUCCO PALLIDO E OCCHIO SPERDUTO), SIMONA BRANCHETTI IRRICONOSCIBILE. E POI OVVIAMENTE LA PREZZEMOLONA DELLE FESTE ROMANE, CIOCIARE E ISTITUZIONALI: CLAUDIA CONTE, CON SCOLLO PERICOLOSO, CHE SI LANCIA SUL MINISTRO NORDIO PER L’IMMANCABILE SELFIE DA AGGIUNGERE ALLA SUA COLLEZIONE - IL ''SUB-DANDY'' MOLLICONE, LA SEMPRE BOMBASTICA-MILF ELEONORA DANIELE, NICOLETTA ROMANOFF, "E-VIRA" CARBONE, MONICA SETTA, BALZARETTI-ABBAGNATO, I DUE JIMMY (GHIONE E CANGIANO)...

gianmarco mazzi teatro alla scala orchestra orchestrali

DAGOREPORT - STROMBAZZI…E MAZZI! OHIBÒ: PER IL SOTTOSEGRETARIO SANREMESE ALLA CULTURA CON DELEGA ALLA MUSICA, GIANMARCO MAZZI, “NESSUNA ORCHESTRA SINFONICA ITALIANA RISULTA AI PRIMI POSTI NEL MONDO” E L’UNICA RICONOSCIUTA “NELLA CLASSIFICA INTERNAZIONALE È LA SCALA CHE È AL 47ESIMO POSTO”. BUM, RULLO DI TAMBURI. L’EX MANAGER DI CELENTANO NON CITA A QUALE CLASSIFICA SI RIFERISCA, MA DOVREMMO AVERLA SCOPERTA NOI: PENSIAMO SI TRATTI DEL LIBRO GIAPPONESE "SEKAI NO OKESUTORA 123", PUBBLICATO NEL DICEMBRE DEL… 1994 - L’ORCHESTRA IN QUESTIONE, PERÒ, NON È L’ORCHESTRA DELLA FONDAZIONE TEATRO ALLA SCALA (QUELLA PAGATA DALLO STATO) BENSÌ LA FILARMONICA DELLA SCALA, OVVERO L’ASSOCIAZIONE PRIVATA FONDATA DAGLI ORCHESTRALI...

viktor orban donald trump volodymyr zelensky maria zakharova matteo salvini vladimir putin

DAGOREPORT - TRUMP E PUTIN HANNO UN OBIETTIVO IN COMUNE: DESTABILIZZARE L’UNIONE EUROPEA - SE IL TYCOON ESENTA ORBAN DALL’EMBARGO AL PETROLIO RUSSO, DANDO UN CEFFONE A BRUXELLES, LA RUSSIA FA GUERRA IBRIDA ALL'UE E PENETRA L'ITALIA, VERO VENTRE MOLLE DELL’UNIONE, APPROFITTANDO DEI PUTINIANI DI COMPLEMENTO (PER QUESTO QUELLA ZOCCOLOVA DI MARIA ZAKHAROVA PARLA SPESSO DI FACCENDE ITALIANE) - IL PRIMO DELLA LISTA È SALVINI, CHE ALL’ESTERO NON E' VISTO COME IL CAZZARO CHE E' MA, ESSENDO VICEPREMIER, VIENE PRESO SUL SERIO QUANDO SVELENA CONTRO BRUXELLES, CONTRO KIEV E FLIRTA CON MOSCA - IL CREMLINO PUÒ CONTARE SU TANTI SIMPATIZZANTI: DA GIUSEPPE CONTE AI SINISTRELLI DI AVS, FINO A PEZZI ANTI-AMERICANI DEL PD E AI PAPPAGALLI DA TALK - ANCHE FDI E MELONI, ORA SCHIERATI CON ZELENSKY, IN PASSATO EBBERO PIÙ DI UNA SBANDATA PUTINIANA...

2025marisela

CAFONAL! ERA UN MISTO DI CASALINGHE DI VOGHERA E "GRANDE BELLEZZA" ALL'AMATRICIANA IL “LUNCH” DA MARISELA FEDERICI A VILLA FURIBONDA SULL’APPIA ANTICA PER FESTEGGIARE  “STILE ALBERTO”, IL DOC DI MICHELE MASNERI DEDICATO AD ARBASINO, CHE ANDRÀ IN ONDA SABATO 15 NOVEMBRE SU RAI 3 – TRA CONTESSE (TRA CUI LA FIGLIA DELLA MITOLOGICA DOMIETTA DEL DRAGO CHE ERA LA MUSA DI ARBASINO), VANZINA, PAPPI CORSICATO, IRENE GHERGO, BARABARA PALOMBELLI, AVVISTATI MONSIGNORI GOLOSISSIMI CHE SI SONO LITIGATI LA BENEDIZIONE DEL PRANZO. PS: UNO DEI CAGNETTI DI ALDA FENDI HA AZZANNATO UNO DEI MONSIGNORI (CHE NON HA AVUTO PAROLE BENEDICENTI) _ IL DAGOREPORT