letizia battaglia piersanti mattarella

IL GIORNO IN CUI UCCISERO PIERSANTI MATTARELLA – LETIZIA BATTAGLIA RICORDA L’OMICIDIO DI MAFIA NEL GIORNO DELL’EPIFANIA DEL 1980 CON L'ATTUALE CAPO DELLO STATO CHE TRASCINA FUORI DALL'AUTO IL CORPO ESANIME DEL FRATELLO – “ARRIVAI SECONDA DOPO IL KILLER. INIZIAI A FOTOGRAFARE: MACCHINA DAI VETRI ROTTI, DONNE PIANGENTI, CORPO MARTORIATO DALLE PALLOTTOLE. QUEGLI SCATTI IN CONFUSIONE SONO CARICHI DI SENSO” 

Teresa Monestiroli per la Repubblica - Milano - 9 dicembre 2019

letizia battaglia

 

«Quando sono arrivata a Milano nel 1971 ero una poveraccia, senza soldi e senza futuro. Questa città mi ha accolto e dato l' opportunità per decidere della mia vita. Avevo 36 anni e qui ho cominciato a essere una fotografa» racconta Letizia Battaglia, tornata a Milano quasi cinquant' anni dopo per presentare la retrospettiva che porta a Palazzo Reale "Storie di strada", trecento immagini che racchiudono l' intero percorso della sua carriera.

 

«Mi proposi al Corriere della Sera e al Giorno come freelance - continua - . Presentavo i miei articoletti e tutte le volte mi chiedevano: " E le fotografie?". Così ho iniziato a scattare».

 

storie di strada letizia battaglia

Non si è più fermata. Oggi ha 84 anni, i capelli rosa shocking a caschetto, una Leica ancora al collo e l' energia di una donna che ha vissuto fuori dagli schemi, capace di fermare sulla pellicola con la stessa intensità il dolore del lutto e la spensieratezza dei bambini che giocano nelle strade di Palermo. Si commuove vedendo la storia del suo successo appesa ai muri: «Mi è venuto un nodo alla gola quando ho visto la mostra perché tutta la mia vita passa in queste stanze - commenta - ringrazio Francesca ( la curatrice, ndr.) che mi ha ricostituita e messa in ordine. Non sono foto grandiose, alcune non sono nemmeno belle, ma tutte hanno un senso».

storie di strada letizia battaglia

 

Parte da Milano, con la sequenza di ritratti di Pierpaolo Pasolini al Circolo Turati e il servizio dalla Palazzina Liberty occupata con Franca Rame fra i manifestanti, la mostra curata da Francesca Alfano Miglietti, omaggio alla grande fotoreporter dell' Ora diventata famosa per gli scatti che testimoniano le stragi di mafia, i corpi anonimi trafitti dai proiettili mescolati a quelli di giudici ammazzati, politici e presidenti di Regione come Piersanti Mattarella, assassinato da Cosa Nostra nel giorno dell' Epifania del 1980. Una scena ripresa quasi in diretta, fissando per sempre la concitazione del momento in alcuni scatti mossi di grande impatto, con l' attuale presidente della Repubblica Sergio Mattarella che trascina fuori dall' auto il corpo esanime del fratello. « Quel 6 gennaio camminavo con mia figlia Patrizia in via della Libertà a Palermo - racconta Battaglia nel catalogo edito da Marsilio -. C' era gente, mi avvicinai. Avevano ucciso Piersanti Mattarella. Arrivai seconda dopo il killer. Iniziai a fotografare: macchina dai vetri rotti, donne piangenti, corpo martoriato dalle pallottole. Quegli scatti in confusione sono carichi di senso».

storie di strada letizia battagliastorie di strada letizia battaglia

Perché è solo il senso quello che Battaglia da sempre insegue: non lo scatto perfetto, tecnicamente corretto, o il taglio originale, ma un significato che alcune volte passa perfino dalle fotografie sfuocate, tutte ambientate nell' amata Palermo, «città cui sono morbosamente attaccata, con cui sono da sempre arrabbiata ».

 

letizia battaglia 3

Foto disordinate e piene di umanità formano una galleria di persone; una fiumana affolla il percorso della mostra dove il comizio di Enrico Berlinguer si mescola ai ritratti di Guttuso, Sanguineti ed Elvira Sellerio, la gioia dei bambini si alterna alle crude immagini dei ragazzini nei vicoli che puntano le pistole, in una carrellata di pranzi di famiglia, processioni religiose, funerali, sguardi profondi di bambine, baci, balli e donne che fanno la maglia. « Consiglio di fotografare da molto vicino, a distanza di un cazzotto, o di una carezza», scrive Letizia. Che pugni e carezze dispensa a sua volta in egual misura in questa esposizione imperdibile e toccante, frutto di uno sguardo carico di empatia, capace di mostrare il reale senza alcuna indulgenza. Fino al 19 gennaio 2020, ingresso 13 euro.

storie di strada letizia battaglialetizia battaglia 18storie di strada letizia battaglia

 

letizia battaglia 16letizia battaglia 17battaglia bagarellaletizia battaglia 18letizia battaglia 7battaglia 5battaglia 4battaglia 6battaglia pasolinibattaglia 9battaglia mattarellabattaglia 13battaglia 10battaglia 1letizia battaglia 15

 

battaglia 2letizia battaglia 13

Ultimi Dagoreport

xi jinping vladimir putin donald trump

DAGOREPORT – L'INSOSTENIBILE PIANO DI PACE DI TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA UMILIANTE RESA DELL'UCRAINA, HA L'OBIETTIVO DI  STRAPPARE LA RUSSIA DALL’ABBRACCIO ALLA CINA, NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA - CIÒ CHE IL TYCOON NON RIESCE A CAPIRE È CHE PUTIN LO STA PRENDENDO PER IL CULO: "MAD VLAD" NON PUÒ NÉ VUOLE SFANCULARE XI JINPING - L’ALLEANZA MOSCA-PECHINO, INSIEME AI PAESI DEL BRICS E ALL'IRAN, È ANCHE “IDEOLOGICA”: COSTRUIRE UN NUOVO ORDINE MONDIALE ANTI-OCCIDENTE – IL CAMALEONTISMO MELONI SI INCRINA OGNI GIORNO DI PIÙ: MENTRE IL VICE-PREMIER SALVINI ACCUSA GLI UCRAINI DI ANDARE “A MIGNOTTE” COI NOSTRI SOLDI, LA MELONI, DAL PIENO SOSTEGNO A KIEV, ORA NEGA CHE IL PIANO DI TRUMP ACCOLGA PRATICAMENTE SOLO LE RICHIESTE RUSSE ("IL TEMA NON È LAVORARE SULLA CONTROPROPOSTA EUROPEA, HA SENSO LAVORARE SU QUELLA AMERICANA: CI SONO MOLTI PUNTI CHE RITENGO CONDIVISIBILI...")

donald trump volodymyr zelensky vladimir putin servizi segreti gru fsb cia

DAGOREPORT - L’OSCENO PIANO DI PACE SCODELLATO DA TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA CAPITOLAZIONE DELL’UCRAINA, ANDAVA CUCINATO BENE PER FARLO INGOIARE A ZELENSKY - E, GUARDA LA COINCIDENZA!, ALLA VIGILIA DELL’ANNUNCIO DEL PIANO TRUMPIANO SONO ESPLOSI GLI SCANDALI DI CORRUZIONE A KIEV, CHE VEDONO SEDUTO SU UN CESSO D’ORO TIMUR MINDICH, L’EX SOCIO DI ZELENSKY CHE LO LANCIÒ COME COMICO - PER OTTENERE ZELENSKY DIMEZZATO BASTAVA POCO: È STATO SUFFICIENTE APRIRE UN CASSETTO E DARE ALLA STAMPA IL GRAN LAVORIO DEI SERVIZI SEGRETI CHE “ATTENZIONANO” LE TRANSIZIONI DI DENARO CHE DA USA E EUROPA VENGONO DEPOSITATI AL GOVERNO DI KIEV PER FRONTEGGIARE LA GUERRA IN CORSO…

andrea orcel unicredit giorgiia meloni giovanbattista fazzolari giancarlo giorgetti francesco gaetano caltagirone lovaglio milleri

DAGOREPORT - SUL RISIKO BANCARIO, DI RIFFA O DI RAFFA, L’ARMATA BRANCA-MELONI HA FATTO L’ENNESIMA FIGURA DI MERDA - DI SICURO, NON POTRÀ PIÙ FAR RIDERE I POLLI BLATERANDO CHE UNICREDIT È UNA BANCA STRANIERA, QUINDI L’OPA SU BANCO BPM VA STOPPATA PERCHÉ È UNA MINACCIA PER LA ‘’SICUREZZA NAZIONALE’’ - PROSSIMAMENTE IL CEO DI UNICREDIT, ANDREA ORCEL, AVRÀ MANI LIBERE PER SCEGLIERE QUALE BANCA PAPPARSI, MENTRE NEI PROSSIMI DUE MESI I GENI DI ‘’PA-FAZZO” CHIGI AVRANNO I NEURONI MOLTO IMPEGNATI PER RISPONDERE CON UNA MODIFICA DELLA LEGGE (CHISSÀ SE AVRÀ EFFETTO RETROATTIVO) ALLA PROCEDURA D'INFRAZIONE DI BRUXELLES - SE POI ORCEL SARÀ COSTRETTO DAL GOVERNO DI BERLINO A VENDERE LA SUA PARTECIPAZIONE IN COMMERZBANK, UNA VOLTA INTASCATO IL RICCO BOTTINO, LE OPZIONI SULLA SUA SCRIVANIA PER EVENTUALI ACQUISIZIONI SAREBBERO SENZA FRONTIERE. E NULLA VIETEREBBE A UNICREDIT DI LANCIARE UNA RICCA OPA SU MPS DI LOVAGLIO-CALTAGIRONE-MEF, OBIETTIVO GENERALI: SAREBBE LA MASSIMA RIVINCITA DI ORCEL SUL GOVERNO SMANDRAPPATO DEL GOLDEN POWER…

beatrice venezi secolo d italia libero verita italo bochino fenice venezia

DAGOREPORT - DI PIÙ STUPEFACENTE DELLA DESTRA CI SONO SOLO I SUOI GIORNALI MALDESTRI. SULLA VICENDA VENEZI A VENEZIA, PRODUCONO PIÙ BUFALE CHE NELL’INTERA CAMPANIA - SI SORRIDE SULLA RINASCITA DEL TEATRO LA FENICE CON “LIBERO” E “LA VERITÀ” MA LA RISATA (PIU’ PERNACCHIO) ARRIVA COL “SECOLO D’ITALIA”: “BUONA LA PRIMA: 7 MINUTI DI APPLAUSI PER VENEZI”. PECCATO CHE NON DIRIGESSE AFFATTO LEI, LA “BACCHETTA NERA”, MA IVOR BOLTON, COME C’È SCRITTO PERFINO NEL PEZZO. INCREDIBILE MA VERO. PERÒ LÌ SOTTO C’È LA GERENZA DEL GIORNALE, DOVE SI SCOPRE CHE NE È DIRETTORE EDITORIALE TALE BOCCHINO ITALO. E ALLORA TUTTO SI SPIEGA

giuseppe conte rocco casalino marco travaglio roberto fic o todde paola taverna elly schlein

DAGOREPORT - DOVE STA ANDANDO A PARARE QUELL’AZZECCAGARBUGLI DI GIUSEPPE CONTE? ALL’INTERNO DEL M5S SI CONTRAPPONGONO DUE POSIZIONI: LA LINEA MOVIMENTISTA ED EUROSCETTICA SQUADERNATA DAGLI EDITORIALI DI MARCO TRAVAGLIO, CONVINTO COM'È CHE IL "CAMPOLARGO" SIA UNA DISGRAZIA PEGGIORE DELL'ARMATA BRANCA-MELONI; CHE HA UNA CERTA PRESA SULLA BASE DEGLI ELETTORI EX GRILLINI - DALL’ALTRA, LA LINEA DI TAVERNA, FICO, PATUANELLI E TODDE, IN SINTONIA CON LA BASE PARLAMENTARE DEI CINQUE STELLE, FAVOREVOLE A UN ACCORDO PROGRAMMATICO DI GOVERNO CON IL PD, ANCHE AL DI LÀ DEL FATTO CHE CONTE SIA, VIA PRIMARIE, IL CANDIDATO PREMIER DELLA COALIZIONE DI CENTROSINISTRA (GOVERNARE SIGNIFICA CONQUISTARE POTERE, POSTI E PREBENDE) – PERCHÉ CONTE ZIGZAGHEGGIA BARCAMENANDOSI CON SUPERCAZZOLE PRIMA DI STRINGERE UN APERTO ACCORDO PROGRAMMATICO COL PD? - COME MAI TA-ROCCO CASALINO, L’APPRENDISTA STREGONE RASPUTINIANO CHE HA CONFEZIONATO PER ANNI LE MASCHERE DEL CAMALEONTISMO DI “CONTE PREMIER”, HA MOLLATO ''LA POCHETTE DAL VOLTO UMANO'' PER FONDARE UN GIORNALE ONLINE?